Il finale amaro: quando il poeta guarda al futuro
La conclusione del "Passero solitario" rivela tutta l'amarezza di Leopardi. Mentre l'uccello non avrà rimpianti perché segue il suo istinto naturale, il poeta sa che il suo destino sarà diverso.
Quando arriverà la vecchiaia - quella "detestata soglia" - e i suoi occhi non diranno più nulla al cuore degli altri, quando il mondo apparirà vuoto e ogni giorno più noioso del precedente, cosa penserà di se stesso?
La risposta è straziante: "Ahi pentiromi, e spesso, ma sconsolato, volgerommi indietro". Si pentirà della sua scelta di solitudine e si volgerà al passato con nostalgia, ma ormai sarà troppo tardi.
Questa è la tragedia di Leopardi: essere così lucido da prevedere il proprio futuro dolore, ma incapace di cambiare. La sua genialità poetica nasce proprio da questa consapevolezza dolorosa della condizione umana.
Il confronto con il passero diventa quindi simbolo della diversa condizione tra natura e uomo: gli animali seguono l'istinto senza rimpianti, noi umani siamo condannati alla coscienza e quindi al dolore.
Lezione di vita: Leopardi ci insegna l'importanza di vivere pienamente la giovinezza, perché il tempo non torna indietro!