Il Saggiatore e il Dialogo: capolavori e condanna
Nel 1623 Galileo pubblica Il Saggiatore, la sua prima opera importante in volgare. Nasce come polemica contro il gesuita Orazio Grassi sulle comete, ma diventa molto di più: una difesa del metodo sperimentale come unico modo corretto per leggere "il libro della natura".
Lo stile è rivoluzionario: abbandona il pesante latino accademico per la vivacità del volgare, rendendo la scienza accessibile a un pubblico più ampio. Anche se la sua tesi sulle comete era sbagliata, il valore metodologico dell'opera resta fondamentale.
Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) rappresenta il suo capolavoro e la sua rovina. Galileo sfrutta l'elezione di papa Urbano VIII per pubblicare un'opera in forma di dialogo tra tre personaggi: Salviati (copernicano), Sagredo (curioso non specialista) e Simplicio (aristotelico).
La strategia del dialogo doveva aggirare la censura, ma non funziona. Nel luglio 1632 l'opera viene sequestrata e Galileo finisce davanti al tribunale dell'Inquisizione. La condanna arriva nel 1633: abiura forzata e segregazione ad Arcetri fino alla morte nel 1642.
Geniale ma rischioso: Il Dialogo sembrava una discussione accademica neutrale, ma chiunque lo leggesse capiva che Galileo sosteneva Copernico al 100%!