Il Decadentismo rappresenta un movimento culturale e artistico che si sviluppò in Europa tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, in contrapposizione al Positivismo e al Naturalismo.
Il movimento decadente nasce in Francia con Charles Baudelaire, considerato il precursore del movimento con la sua opera "I fiori del male". Il Decadentismo si caratterizza per il rifiuto della razionalità positivista, prediligendo invece l'esplorazione dell'interiorità, del mistero e dell'irrazionale. Gli autori decadenti utilizzano ampiamente il simbolismo come strumento espressivo, cercando corrispondenze nascoste tra il mondo materiale e quello spirituale.
In Italia, i massimi esponenti del Decadentismo sono Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, che interpretano il movimento in modi differenti ma complementari. Pascoli sviluppa una poetica incentrata sul "fanciullino", simbolo della capacità di meravigliarsi e vedere il mondo con occhi nuovi, utilizzando un linguaggio ricco di onomatopee e simboli naturali. D'Annunzio invece incarna l'esteta decadente, celebrando il superuomo nietzschiano e ricercando una vita inimitabile attraverso una scrittura sontuosa e raffinata. Il Decadentismo italiano si distingue da quello europeo per una maggiore attenzione alla forma e per l'elaborazione di temi originali, come il rapporto con la natura in Pascoli e il superomismo in D'Annunzio. Questo periodo storico-letterario ha profondamente influenzato la letteratura successiva, introducendo nuove tecniche espressive e temi che saranno ripresi dalle avanguardie del Novecento.