Gli ultimi anni e il pensiero filosofico
Tra il 1313 e il 1321 Dante trova ospitalità presso Cangrande della Scala a Verona e poi presso Guido Novello da Polenta a Ravenna. A Cangrande dedica il Paradiso, mentre completa la Commedia e scrive il De Monarchia.
Nel 1321 muore a Ravenna di febbri malariche, di ritorno da una missione diplomatica a Venezia. Il suo corpo riposa ancora oggi a Ravenna, nonostante i tentativi di Firenze di riportarlo in patria.
Il pensiero di Dante è profondamente medievale: concepisce la realtà come un organismo ordinato gerarchicamente con Dio al vertice. La sua filosofia è eclettica, unendo aristotelismo e neoplatonismo attorno alla base tomistica.
La sua cosmologia riprende Aristotele adattandolo al cristianesimo: la Terra al centro, nove cieli concentrici che ruotano intorno ad essa, e oltre tutto l'Empireo dove risiede Dio. Attraverso la rotazione dei cieli, Dio distribuisce virtù specifiche sulla Terra.
Per Dante la storia umana ha un senso provvidenziale: tutto è inserito nel progetto divino, dall'Impero Romano alla Chiesa. La crisi del suo tempo nasce dalla corruzione di queste istituzioni volute da Dio.
Concetto chiave: Per Dante il mondo terreno non si oppone a quello divino, ma ne è l'immagine visibile - ecco perché può descrivere l'aldilà con tanta concretezza!