Le profezie e i fiorentini illustri
Ciacco risponde con una profezia oscura: dopo una sanguinosa lotta (la zuffa di Calendimaggio del 1300), i Guelfi Bianchi scacceranno i Neri, ma entro tre anni questi ultimi torneranno al potere grazie all'aiuto di Bonifacio VIII, mantenendo il controllo per lungo tempo e perseguitando gli avversari.
Alla seconda domanda, Ciacco risponde che a Firenze ci sono solo due persone giuste, ma nessuno le ascolta. Le cause delle discordie cittadine sono invece tre: superbia, invidia e avarizia, le "scintille" che hanno acceso le lotte politiche.
💡 Questa profezia è particolarmente significativa perché prefigura l'esilio dello stesso Dante, che apparteneva alla fazione dei Bianchi e sarà bandito da Firenze nel 1302.
Dante chiede poi notizie di alcuni illustri fiorentini: Farinata degli Uberti, Tegghiaio Aldobrandi, Iacopo Rusticucci, Arrigo e Mosca dei Lamberti. Ciacco rivela che sono tutti dannati nei cerchi più profondi dell'Inferno. Dopo aver chiesto di essere ricordato nel mondo dei vivi, Ciacco ripiomba nel fango.
Il Giudizio Universale
Virgilio spiega a Dante che Ciacco e gli altri dannati resteranno così fino al Giudizio Universale, quando riprenderanno i loro corpi e ascolteranno la sentenza divina definitiva. Dante si interroga se le pene aumenteranno dopo il giudizio, e Virgilio conferma che, riappropriandosi del corpo, i tormenti saranno maggiori.
Proseguendo il loro cammino e discutendo di altri argomenti che Dante non riporta, i due poeti giungono al punto di discesa verso il quarto cerchio, dove trovano Pluto, il "gran nemico".