Il Biennio Rosso e la nascita del Fascismo
Immagina l'Italia nel 1919: fabbriche che chiudono, soldati che tornano dalla guerra senza trovare lavoro, e una rabbia generale che cresce in tutto il Paese. Questo è il contesto in cui nasce una delle pagine più importanti della nostra storia.
Il Biennio Rosso (1919-1921) prende il nome dalle bandiere comuniste che sventolavano durante le proteste. Gli operai occupavano le fabbriche e i contadini si impossessavano delle terre, chiedendo rispettivamente aumenti di stipendio e una redistribuzione dei terreni. La tensione raggiunse il picco nel 1920 con lo sciopero bianco: i lavoratori entravano in fabbrica ma non lavoravano, una forma di protesta che mandò nel panico industriali e proprietari terrieri.
È proprio in questo clima di paura che entra in scena Benito Mussolini. Ex socialista diventato di destra, nel 1919 fondò i Fasci di combattimento, un movimento che prometteva di fermare la "minaccia rossa" con la forza. Le sue squadre d'azione picchiavano gli oppositori con i manganelli e li costringevano a bere olio di ricino, spesso senza che la polizia intervenisse.
Il fascismo ottenne il sostegno non solo dei ricchi proprietari, ma anche del ceto medio - commercianti, impiegati, insegnanti - che temevano di perdere le loro piccole proprietà in una rivoluzione comunista. Nel 1921 Mussolini trasformò il movimento nel Partito Nazionale Fascista, segnando l'inizio di una nuova era politica.
💡 Ricorda: Il fascismo nasce come reazione alla paura del comunismo, sfruttando la crisi economica e sociale del dopoguerra per conquistare consensi.