La Crisi del Seicento a Milano: Carestia, Rivolte e Peste
La Milano del XVII secolo attraversò uno dei periodi più bui della sua storia, segnato da una serie di eventi catastrofici che misero in ginocchio la popolazione. La carestia che colpì la città fu particolarmente severa, con una drastica riduzione delle scorte alimentari disponibili per i cittadini. La situazione era aggravata dalla presenza delle truppe spagnole che, come forza occupante, requisivano gran parte del raccolto, lasciando alla popolazione locale solo le briciole a prezzi esorbitanti.
Evidenziazione: La scarsità di pane e il suo prezzo elevatissimo furono le cause principali del malcontento popolare, sfociato poi nella famosa "rivolta del pane".
La tensione sociale raggiunse il suo apice l'11 novembre, durante quello che passò alla storia come il "tumulto di San Martino". La popolazione, esasperata dalla convinzione che i fornai nascondessero il pane per rivenderlo a prezzi maggiorati fuori dal ducato, organizzò una sommossa violenta, prendendo d'assalto i forni della città. Questo evento rappresentò uno dei momenti più significativi della resistenza popolare contro le ingiustizie economiche dell'epoca.
La situazione si aggravò ulteriormente con l'arrivo della peste, portata dai lanzichenecchi dal Nord Europa. L'epidemia trovò terreno fertile nelle pessime condizioni igieniche della città e nella popolazione già indebolita dalla malnutrizione. La malattia, caratterizzata dalla comparsa di bubboni e da un'alta mortalità, si diffuse rapidamente tra la popolazione. Le autorità spagnole, inizialmente, sottovalutarono la gravità della situazione, decidendo di intervenire solo quando l'epidemia era ormai diffusa in città, quando ormai era troppo tardi per un'azione efficace.