Il percorso di Napoleone: dalle vittorie all'esilio
Manzoni ripercorre tutte le campagne militari di Napoleone usando i nomi dei luoghi: Alpi per l'Italia, piramidi per l'Egitto, Reno per la Germania, fino al fiume russo Tanai. Ammira soprattutto la capacità dell'imperatore di trasformare le idee ("baleno") in azione ("fulmine").
La famosa frase "Cadde, risorse e giacque" riassume la fine di Napoleone: cadde a Lipsia, risorse durante i cento giorni di ritorno al potere, e infine giacque definitivamente dopo Waterloo. "Due volte nella polvere, due volte sull'altar" conferma questo destino altalenante.
Il vero dramma inizia con l'esilio a Sant'Elena, la "breve sponda". Qui Napoleone diventa un uomo qualunque, tormentato dal contrasto tra il dinamismo del passato e l'inattività del presente. Manzoni immagina che inizi a scrivere la sua autobiografia, mai completata.
💡 Messaggio chiave: Per Manzoni, Napoleone è stato grande non per merito proprio, ma perché Dio ha voluto mettere in lui "un segno della sua potenza". La vera protagonista dell'ode è la Provvidenza divina.
Nelle strofe finali, la morte diventa liberazione: Napoleone abbandona la superbia, si inchina davanti alla croce di Cristo e trova la pace eterna. Un finale che trasforma una sconfitta terrena in vittoria spirituale.