Oliver Twist: critica sociale e favola
"Oliver Twist" racconta la storia di un orfano nato in una workhouse che chiede coraggiosamente "più cibo" - una delle scene più famose della letteratura inglese! Questo gesto scatena conseguenze grottesche e inaspettate che portano Oliver in un mondo di criminali.
Dopo essere scappato a Londra, Oliver viene catturato dalla banda di Fagin, un ricettatore che addestra bambini al furto. Durante il primo tentativo di borseggio, Oliver viene arrestato ma salvato da Mr. Brownlow, la vittima del furto. La banda lo riprende e lo costringe a partecipare a un furto con scasso con Sikes, il brutale complice di Fagin.
La chiave del mistero è Monks, che si rivela essere il fratellastro di Oliver. Entrambi sono figli dello stesso padre ricco, ma Monks vuole eliminare Oliver per ottenere l'intera eredità. Nancy, una prostituta dal cuore buono, rivela questo segreto ma viene assassinata brutalmente da Sikes.
Il romanzo critica duramente la Poor Law del 1834 che amministrava la carità pubblica attraverso le workhouses. Le condizioni erano volutamente dure per scoraggiare i poveri dal dipendere dalla carità pubblica. L'alternativa era una vita di criminalità o prostituzione.
Oliver rappresenta il bambino dal cuore puro che, attraverso una serie di coincidenze (Mr. Brownlow era l'amico del padre, Rose è la sorella della madre), ritorna al suo giusto status sociale. Il lieto fine arriva dalla scoperta della vera identità, non da riforme sociali.
Da ricordare: Dickens critica amaramente le condizioni dell'Inghilterra vittoriana ma offre ai lettori un finale fiabesco che non risolve i problemi strutturali della società.