Il Problema del Male e la Libertà Umana
Agostino affronta una delle domande più tormentose: perché esiste il male? Abbandonando la soluzione manichea (il male come principio indipendente), abbraccia l'idea neoplatonica: il male non è una realtà positiva, ma una "privazione del bene", una mancanza.
Dio, essendo bene assoluto, non può creare il male. Quello che percepiamo come male (malattie, calamità naturali) fa parte dell'ordine dell'universo e serve un fine superiore. Anche le sofferenze diventano prove o mezzi di purificazione.
Il libero arbitrio è centrale: l'uomo può scegliere, ma non può scegliere il male assoluto (che non esiste). Piuttosto sceglie un bene inferiore rispetto a uno superiore, allontanandosi da Dio. Questa debolezza della volontà caratterizza l'umanità.
Agostino rivoluziona anche la concezione del tempo: non è una realtà oggettiva ma una "distensione dell'anima" dove memoria (passato), attenzione (presente) e attesa (futuro) si intrecciano nella coscienza.
Concetto fondamentale: Il male non è una "cosa" ma un'assenza, come l'ombra è assenza di luce.