Programma filosofia 5 superiore

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 Kant è il fondatore del criticismo -> estrema estensione dell'illuminismo del 700. Il criticismo
pretende di porre la ragione dinanzi al pr
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Kant è il fondatore del criticismo -> estrema estensione dell'illuminismo del 700. Il criticismo pretende di porre la ragione dinanzi al proprio tribunale, indagare quali sono i limiti e la validità dell'uso della ragione negli ambiti conoscitivi specifici. Il criticismo è una critica della ragione fatta dalla ragione stessa. Si vuole far coincidere l'uomo con la sua ragione: questo è il limite di Kant, poiché i limiti dell'uomo non sono i limiti della ragione. La sua è una filosofia del limite: vuole stabilire che la ragione umana ha un limite di validità nelle sue ricerche e nelle sue acquisizioni (metodo newtoniano), ma all'interno di questi limiti intende riaffermare la validità del limite. Immanuel Kant Kant subisce l'influsso degli empiristi inglesi che non accettavano idee innate: • Locke: Voleva stabilire l'estensione del nostro intelletto. Locke diceva che è inutile affrontare dei problemi che l'intelletto non può risolvere costitutivamente • Hume: Kant accetta lo scetticismo metafisico ma non quello scientifico Opere: Forma e principi del mondo sensibile e intelligibile (De munti sensibili atque intelligibili forma et principii - 1770) distingue: ● Scritti precritici: La teoria del cielo, I libri dedicati a Swedenborg e ai sogni di un visionario • Scritti critici: Critica della ragion pura, Critica della ragion pratica, Critica del giudizio e Che cos'è l'illuminismo Hume dicendo che la missione...

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Didascalia alternativa:

scientifica del mondo è frutto soltanto di abitudine, derivante da esperimenti che in quanto tali riguardano sempre il passato e non possono garantire niente riguardo al futuro, metteva in crisi l'impalcatura della scienza Scienza è un credere che in futuro gli esperimenti daranno sempre gli stessi risultati ● Kant è un grande difensore della libertà ma non libertà in senso di anarchia: L'uso pubblico della ragione: io sono libero di dire quello che voglio L'uso privato della ragione: l'uso nell'ambito professionale, noi dobbiamo soggiacere a tutte le politiche e alla legge 1795 opera per la pace perpetua: Kant indica 3 condizioni affinché ci sia pace perpetua • Lo stato deve essere reoubblicano -> perché è il popolo a decidere, non il sovrano ● • La confederazione di stati repubblicani in modo che le controversie tra gli stati vengano discusse pacificamente in un'assemblea (Kant anticipa l'ONU) Chi governa ascolti i consigli dei filosofi, consigli che orientano la politica verso il progresso Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 1 Forma e principi del mondo sensibile e intelligibile (1770): Tutto ciò che precede l'esperienza Kant lo chiama a posteriori. La scienza di Kant si occupa del nostro modo a priori di conoscere gli oggetti. Le strutture a priori sono innate, è un innatista per quanto alle forme del conoscere: categorie mentali sono date dalla nostra struttura mentale Distingue la conoscenza fenomenica (fenomeno) e la conoscenza noumenica (noumeno): Fenomeno: Insieme delle cose come mi appaiono, è soggetto a variazioni Noumeno: Cosa così come è nella sua essenza, indipendentemente da come appare ai sensi ● 1. Conoscenza del fenomeno in cui siamo ricettivi e percepiamo la realtà così come ci appare 2. Conoscenza intellettuale in cui l'intelletto coglie concettualmente l'essenza della realtà: Nella coscienza sensibile si distingue una materia (insieme dei dati relativi al mondo della natura) e una forma (insieme delle strutture che registrano questi dati, spazio e il tempo) Tempo: Intuizione pura del senso interno Spazio: Intuizione pura del senso esterno. Il tempo è la dimensione più estesa perché i fenomeni esteriori pur essendo percepiti nello spazio sono immediatamente collocati anche nel tempo perché diventano parte della mia esperienza ● L'io: Kant pone il soggetto conoscitivo al centro del procedimento scientifico e della natura -> l’io è il legislatore della natura, è la natura che si deve adeguare a noi La spazialità, la casualità sono nostri modi di percepire il mondo naturale. Noi siamo sicuri che tutto ciò che avviene, avviene nello spazio e nel tempo perché siamo noi a imporre alla natura la spazialità e la temporalità che di per sé non avrebbe Il nostro io è una percezione trascendentale in base alla quale diamo ordine ai fenomeni e in base alla quale sappiamo di sapere, la scienza si basa sul soggetto perché è lui il legislatore La scienza e la natura: Si potrebbe definire la scienza come un insieme di giudizi sulla natura Giudizio sintetico è a posteriori quando si basa sull'esperienza: soggetto e predicato sono messi insieme in base all'esperienza Giudizio analitico a priori è necessario e sempre vero, non è amplificativo della conoscenza Giudizi che siano allo stesso tempo amplificativi della conoscenza universali e necessari, non sono veri in base all'esperienza ma le riguardano tutte. Tutti i fenomeni hanno delle cause a priori —> Indirettamente o direttamente tutti i principi della scienza si basano sui giudizi sintetici a priori La natura viene interrogata, non dobbiamo correrle dietro con l'idea di carpire i suoi segreti ma è lei che deve assoggettarsi ai nostri modi di conoscerla Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 2 La natura è insieme di fenomeni in quanto pensati e percepiti. Nella conoscenza distingue: • Materia del conoscere: Mi deve essere data dai sensi e dalle percezioni ● Forma del conoscere: Già la possiedo, insieme delle strutture a priori della mia sensibilità La mia esperienza della realtà è un insieme di enti che si situano in una determinata posizione nello spazio e in un momento nel tempo. E quando vado a riflettere sull'influsso reciproco di questi enti scatta in me un'altra categoria a priori: causalità -> pongo un soggetto causa e un altro soggetto effetto perché in me è presente tale categoria. Spazio e tempo sono realtà soggettive Kant studia gli aspetti trascendentali della nostra esperienza: ciò che condiziona l'esperienza, ciò che permette di conoscere ovvero l'insieme delle strutture a priori che io già possiedo in forma innata e che io applico (spazio, tempo, categorie, l'io) La critica della ragion pura: L'opera trascendentale di Kant, la critica della ragion pura, si divide in tre parti: • Estetica trascendentale: studia intuizioni pure a priori della sensibilità, della percezione Analitica trascendentale: studia le condizioni a priori del pensiero • Dialettica trascendentale: studia la ragione e le sue idee Le ultime due formano la logica trascendentale Il noumeno: Qual'è la sua posizione definitiva? Il noumeno è la cosa in sé (uti est), il fenomeno è la cosa come appare (uti apparent). É conoscibile solo da parte di un intelletto superiore a quello umano, cioè di un intelletto che ponga le cose pensandole, cioè un intelletto divino se esiste. Allora ci sono due significati del termine noumeno: un senso positivo e un senso negativo. Positivo: Il noumeno è conoscibile ma non dall'intelletto umano bensì da un intelletto superiore che sia in grado di operare un'intuizione intellettuale, una creazione con il pensiero • Negativo: Il noumeno diventa un'incognita che io devo postulare. Io posso conoscere i fenomeni, la realtà esteriore delle cose ma non posso risalire da questa realtà alla cosa in sé. Estetica Trascendentale: ● Estetica non vuol dire teoria del bello, ma studio delle condizioni a priori della sensibilità. Noi non abbiamo delle strutture innate (idee) ma delle strutture conoscitive che amplificano alla realtà fenomenica, costruendo le singole scienze: serve a chiarire quali sono le strutture innate non dipendenti dall'esperienza, che rendono possibile la sensibilità Le strutture dell'estetica trascendentale sono due: spazio e tempo, sono intuizioni pure, infatti un bambino sa che cos'è il tempo prima ancora di potervi spiegare a parole il concetto di tempo -> Intuizione = sapere immediato, non riflesso, non frutto di ragionamento Ho l'intuizione del tempo perché sento il tempo Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 3 Le intuizioni si dividono in: • Intuizioni pure: è una certezza immediata che posseggo indipendentemente dall'esperienza Intuizioni empiriche: si basano sull'esperienza La scienza non può basarsi né sui giudizi analitici a priori perché non amplificano la conseguenza, né su giudizi sintetici a posteriori perché non sono universali e necessari. Occorre un terzo tipo di giudizio: sintetico a posteriori, vero universalmente e amplificativo della conoscenza La natura percepita da me assume una struttura matematico-geometrica in quanto natura e matematica hanno un denominatore comune: le intuizioni pure di spazio e tempo. Analitica trascendentale: Kant studia le condizioni a priori del pensiero dell'intelletto. Quando si parla di concetto non si intende semplicemente un'idea astratta della mente, bensì si intende una coltà unificatrice. Se questa attività di riunificazi è estesa al massimo grado noi avremo le categorie, che sono i concetti più universali e sono come delle grandi caselle Allora secondo Kant sensazioni e concetti devono procedere di pari passo nella conoscenza scientifica perché se noi usiamo soltanto dei concetti senza le intuizioni empiriche essi sono vuoti. Ma se noi utilizziamo viceversa soltanto le intuizioni empiriche senza i concetti che le organizzano, queste intuizioni empiriche saranno cieche. Quindi Kant insiste sul fatto che la conoscenza scientifica deve essere sempre il frutto della cooperazione di questi due elementi: il senso e la ragione. Perché la metafisica non è una scienza? Perché nella metafisica la ragione vuole andare oltre l'esperienza, segue le sue astrazioni ma non crea scienza, crea un'illusione di sapere che chiamiamo metafisica naturale. Che cos'è l'analitica? L'analitica è lo studio dell' intelletto e delle categorie, e di come l'intelletto applica le categorie alle intuizioni empiriche creando quindi l'edificio della scienza I concetti si dividono in puri ed empirici, così come le intuizioni sono pure ed empiriche Le intuizioni pure sono spazio e tempo, è una certezza indipendentemente dall'esperienza • Le intuizioni empiriche sono tutte le altre che si basano sull'esperienza Il concetto empirico è un concetto che presuppone l'esperienza, quello puro la mente già lo possiede a priori in modo innato. Il concetto puro è la categoria La differenza tra le categorie di Aristotele e le categorie di Kant: Per Aristotele sono leggi dell'essere e della mente, valgono per l'essere e per il pensiero Kant che fa uno studio trascendentale cioè sui nostri modi di conoscere gli oggetti, non considera le categorie come descrittive dell'essere, ma soltanto come supreme funzioni unificatrice della mente ● Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 4 Le categorie: Le categorie servono a pensare, a esprimere giudizi sulla realtà -> tanti saranno i tipi di giudizio altrettanti saranno i tipi di categorie coinvolte. I giudizi si possono dividersi secondo 4 classi: 1. Quantità: I giudizi possono riguardare un solo ente, una molteplicità di enti o una totalità di enti. Allora i giudizi di quantità saranno universali, particolari e singolari ● Al giudizio universale corrisponderà la categoria di totalità • Al giudizio particolare la categoria di pluralità ● Al giudizio singolare la categoria dignità Le categorie sono innate e proprio per questo puoi formulare i giudizi 2. Qualità: I giudizi si dividono in affermativi, negativi e infiniti (forma affermativa ma significato negativo). Quali sono le categorie di qualità corrispondenti al giudizio affermativo? La realtà di qualcosa che viene affermata. Al giudizio negativo? La categoria di negazione, la realtà viene negata. Nel giudizio infinito? La categoria di limitazione perché limita la realtà di qualcosa 3. Relazione: Per relazione si deve intendere la relazione tra soggetto e predicato. Questa relazione è di tipo: A è Z, il cane è mammifero, il giudizio sarà categorico. Oppure del tipo: se A allora Z, allora il giudizio è ipotetico. Del tipo: o A o Z, allora il giudizio è disgiuntivo Più importante ai fini della scienza è la categoria che sta alla base dei giudizi ipotetici: categoria di causalità, quella che ci permette di concepire la realtà naturale come un insieme di cause ed effetti 4. Modalità: Rappresenta il modo attraverso cui io presento il giudizio. Se lo presento come una semplice possibilità i giudizi si chiamano problematici. Se la posso dare come un dato di fatto, la categoria sarà quella di esistenza o inesistenza. Infine i giudizi possono essere apodittici quando vengono dati come una necessità Deduzione trascendentale: Per deduzione si intende la giustificazione di una pretesa di fatto. La pretesa è quella dell'intelletto per cui le categorie dell'intelletto, queste 12 categorie devono valere anche per la realtà naturale. Queste 12 categorie sono innate, quindi non sono desunte né dall'esperienza né dalla natura, fanno parte della nostra mente e del modo di funzionare del nostro intelletto. Come procede Kant nella deduzione trascendentale delle categorie? Innanzitutto tira in ballo una suprema funzione unificatrice che presiede a questa operazione, attraverso cui le categorie vengono applicate ai fenomeni e quindi i fenomeni vengono pensati. Questa Suprema funzione si chiama appercezione trascendentale (percezione + conoscenza) o io penso. -> Perciò dobbiamo ammettere una Suprema funzione di autocoscienza che organizza la mente, non è che le categorie si applicano da sole nei fenomeni, ci deve essere una funzione L'io penso opera soltanto così, quindi io posso pensare la natura solo sotto forma categoriale. Quindi la natura non può che palesarsi, non può che manifestarsi a me in forma categoriale quando viene da me pensata Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 (ale[email protected]) 5 Schematismo trascendentale: Secondo Kant ad ogni categoria corrisponda uno schema appropriato senza il quale sarebbe impossibile che la categoria stessa fosse applicata al fenomeno naturale constatato. C'è una facoltà della mente che Kant chiama immaginazione produttiva, che produce gli schemi Dialettica Trascendentale: La Dialettica è definita da Kant logica della parvenza. È trascendentale perché opera della ragione, che è ben distinta dall'intelletto: L'intelletto (fernunt) opera con le categorie, il materiale empirico e costruisce i giudizi scientifici • La ragione (festant) pretende di andare oltre l'esperienza e di costituire un sapere metafisico Kant si occupa della ragione e delle sue idee, vuole dimostrare che l'uso della ragione è assurdo e quindi deve essere condannato dinanzi al tribunale della ragione La ragione è facoltà dell'incondizionato, che vuole cogliere realtà assolute che sono la condizione di ciò che ne deriva. Sono le idee della ragione a cui corrispondono le tre pati della metafisica classica (psicologia, cosmologia e teologia): 1. Idea di psicologica, di anima: Deriva da un paralogismo, per cui si ha la sostanzializzazione dell'io penso. La ragione rende una sostanza quella che è una funzione. Qual è la funzione? L'io penso Che cosa fa la ragione? Ne fa una sostanza pensante che è l'anima eventualmente immortale Quando la ragione spingendosi oltre l'esperienza elabora l'idea di anima e poi una pseudoscienza chiamata psicologia razionale commette un illecito, che non può fare a meno di commettere perché la ragione è una facoltà che ci spinge a cogliere l'incondizionato Cosa è l'anima? Quell'idea incondizionata che è la condizione di tutti gli stati interiori. Noi i singoli stati interiori li possiamo conoscere per esperienza ma l'anima non la conosceremo mai 2. Idea di cosmologica, di mondo: Manca la materia del conoscere, i singoli fenomeni dell'universo li conosciamo per esperienza, ma il mondo in toto non lo conosceremo mai. Cosa è il mondo? È un'astrazione e quando la ragione elabora questa idea cade in una serie di contraddizioni con se stessa che Kant chiama antinomie • Il mondo è finito o infinito nel tempo e nello spazio? ● Il mondo è costituito da parti semplici o infinitamente divisibili? • Nel mondo vi sono cause libere o soltanto necessità? Esiste un creatore del mondo o è tutto contingente? ● Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 6 3. Idea teologica, di Dio: Nel corso della storia della filosofia sono state date tante prove dell'esistenza di Dio ma secondo Kant sono state date dalla tradizione non sono valide e sono riducibili a 3: 1. Prova ontologica a priori elaborata da Anselmo d'Aosta nel medioevo —> Dall'esistenza di Dio si ricava l'esistenza del mondo Non è legittimo dire che Dio è l'ente supremo di cui non si può pensare nulla di più grande. La prova ontologica fallisce perché si risolve in un uso illegittimo del concetto di perfezione. Dire che un ente perfetto deve esistere è un ragionamento sbagliato, perché l'esistenza non è un attributo, ma il darsi della cosa nella realtà. 2. Prova cosmologica a posteriori -> Dall'esistenza del mondo come contingente possibile si ricava l'esistenza di un ente necessario Agisce come quella ontologica. Io ho applicato una categoria dicendo “Dio crea il mondo", ma categorie si applicano ai fenomeni —> Dio e mondo non sono fenomeni, ma solo astrazioni della ragione 3. Prova fisico teologica a posteriori -> Dall'esistenza dell'ordine della finalità del mondo ricava l'esistenza di un supremo ordinatore Il mondo è ordinato ma non sappiamo se tutto il resto del mondo sia ordinato. Bisogna dimostrare che il mondo è tutto ordinato perché noi uomini possiamo conoscere solo una porzione limitata dell'universo. E se ammettiamo che sia ordinato, ma la materia si può ordinare da sola, non c'è bisogno di un Dio che ordina. Per avere il concetto completato di Dio occorre aggiungere al concetto di ordinatore quello di creatore, allora ricadiamo nella seconda prova Uso regolativo e costitutivo delle idee: Le idee metafisiche non hanno uso costitutivo: non costituiscono un sapere scientifico di conoscenza. Kant dice che queste idee possono essere recuperate in modo regolativo, per regolare l'avanzamento del nostro sapere L'idea di mondo, di anima e di Dio diventano nell'uso regolativo le regole del progresso scientifico, degli ideali di perfezione e di coerenza unitaria di tutte le conoscenze Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 7 Critica della ragion pratica: Kant distingue una ragion pratica empirica e una ragion pratica pura: Empirica è quella che regola il comportamento umano facendosi condizionare dalla sensibilità Pura è la ragione che condiziona il comportamento indipendentemente dalla sensibilità ● ● Nella Critica Della Ragion Pratica si critica la ragione quando pretende di essere sempre al servizio della sensibilità. Perché se la ragione non potesse andare oltre la sensibilità, oltre gli impulsi sensibili, non potremmo agire moralmente. Quella di Kant è un'etica: Deontologica: prescrive quello che dobbiamo fare e con quale animo lo dobbiamo fare Formale: non si limita a descrivere stati in cui ci troviamo, ma l'intenzione che dobbiamo avere Qual è questa forma? L'intenzione che mettiamo nell'agire. Quando agiamo in ottemperanza alla legge del dovere agiamo moralmente, sennò obbediamo a qualche forma di sentimento, d'istinto • Universale • Autonoma dalla religione: se noi I affidiamo alla religione le etiche ne scaturiscono sarebbero molte, quindi non ci sarebbe un'unica etica universale Cos'è la Ragion Pratica? È la ragione applicata all'agire. Quando agiamo, lo facciamo sempre secondo determinati principi che Kant chiama principi pratici e si dividono in massime e imperativi: 1. Massime hanno un valore soggettivo, individuale 2. Imperativi hanno un valore universale, valgono per tutti Imperativi ipotetici hanno la forma "se... allora". L'azione è condizionata dallo scopo che si vuole raggiungere ● • Imperativi categorici sono quelli in cui la ragione dà ordini a se stessa. Assumono quindi la forma "devi perché devi”. Di queste regole solo l'imperativo categorico è una regola pratica di carattere morale. Ma l'imperativo c'è in ogni uomo, questo però non significa che l'uomo agisce sempre moralmente, la maggioranza degli uomini obbedisce alla legge della sensibilità, agli imperativi ipotetici In tedesco ci sono due verbi che indicano il dovere: Sollen: dovere morale, indica la legge morale, la legge del dovere che può essere disattesa • Müssen indica la legge di natura quella che non può essere disattesa, indica che un fatto deve verificarsi e non può non verificarsi Quindi Kant vuole dimostrare che esiste una ragione svincolata dalla sensibilità, quando dà ordini al comportamento. La norma dell'imperativo deve poter essere elevata all'universale per poter essere riconosciuta morale. Questo è il test della universalizzabilità -> per indicare se l'imperativo è categorico, cioè morale, io lo porto all'universale (immagino che diventi legge di natura); e mi chiedo: che tipo di società verrebbe fuori se fosse legge di natura? Io vorrei vivere in questo tipo di società? Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 8 Nella "Critica Della Ragion pratica" c'è un'unica formulazione ma nella “Fondazione della metafisica dei costumi”, aggiunge altre 2 formulazioni dell'imperativo categorico: 1. Agisci in modo da considerare l'umanità in te stesso e negli altri sempre, anche come fine mai solo come mezzo Per agire moralmente, non dobbiamo strumentalizzare gli altri ai nostri fini, dobbiamo coltivare il rispetto degli esseri umani. Il rispetto è l'unico sentimento ammesso dell'etica Kantiana: Gli esseri umani sono degni di rispetto perché sono esseri liberi e portatori della legge morale Questa formulazione ci permette di aprire una parentesi sul comportamento terroristico: è un condannabile non perché gli scopi sono sbagliati, ma perché il mezzo è sbagliato. Con il comportamento terroristico si usa la vita degli altri come strumento per realizzare un'idea, invece tutti coloro che agiscono moralmente, obbedendo all'imperativo categorico costituiscono il regno dei fini, il regno ristretto ed ideale, non si può individuare in una comunità reale, è una comunità ideale di eletti 2. La terza riguarda la volontà: in modo tale che la volontà nel suo principio, nella sua norma possa considerare se stessa universalmente legislatrice. ribadiscono due cose: ● L'universalità • La volontà che deve essere legislatrice. Parecchi di noi anche se hanno una volontà legislatrice e sanno quello che dovrebbero fare, non sono in grado di obbedire a tali leggi Polemica contro il fanatismo: La critica della ragion pratica è dominata dalla polemica contro il fanatismo -> fanatico è colui che crede di essere perfetto moralmente Kant è assertore del principio che la perfezione non è di questo mondo, tanto meno quella morale: la perfezione morale è un ideale e si chiama Santità, ma nessuno è santo, per il fatto stesso che siamo in un corpo Postulati per una vita morale: La vita morale ha bisogno, per essere adeguatamente realizzata dall'uomo, di 3 postulati: 1. Libertà: Non c'è vita morale se non c'è libertà, essa è qualcosa che devo presupporre ma qualcosa altresì di cui io sono interiormente certo. Solo l'uomo è un essere libero. La vita morale in altri termini è possibile solo se c'è un contrasto tra la ragion pratica (l'imperativo categorico) e il richiamo dei sensi (la voce egoistica del corpo). Se devi allora puoi -> mi permette di superare la terza antinomia della ragion pura. Unico postulato indispensabile 2. Certezza: a mano a mano che agisco moralmente acquisisco l'attitudine alla virtù, che è destinata ad essere imperfetta in questo mondo. Ma ho io l'esigenza di poter continuare a perfezionarmi anche dopo la morte terrena. Ma dopo la morte del corpo può sopravvivere solo l'anima -> Immortalità dell'anima (secondo postulato) Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 9 3. L'azione morale tende alla felicità: So che in questo mondo calato in questo corpo con i miei impulsi e istinti non sarò mai felice, virtù e felicità saranno sempre in contrasto Sulla terra io vedo continuamente lo spettacolo triste di uomini virtuosi che vengono calpestati e che soffrono e vedo anche lo spettacolo del male che trionfa: nasce in me un postulato, una forte richiesta, che il buono sia felice e il cattivo sia punito Il rapporto tra religione e etica morale: Non è la religione che fonda la morale ma è la morale che fonda la religione, agendo moralmente arrivo a Dio come colui che può unicamente in modo giusto ricompensare le azioni dell'uomo Locke diceva che è morale quell'azione che tende all'utile comune (utilitarismo morale): sbagliato Perché questo dà origine a un imperativo ipotetico Kant è universale. Vuole dimostrare non che l'anima è immortale ma che tutti noi abbiamo la stessa esigenza di immortalità, nessuno vorrebbe morire nel senso di finire del tutto con la morte del corpo. E allora serve un Dio perché un semplice giudice umano non potrebbe adeguatamente equiparare il grado di felicità con merito o demerito e non potrebbe realizzare il bene supremo che è la coincidenza di moralità e felicità, quelle due cose che vanno sempre discostate Moralità e legalità: Azione legale: quando viene effettuata per semplice ottemperanza a una legge positiva: Io non rubo perché so che nel codice penale sono previste delle sanzioni (imperativo ipotetico) • La legge morale è interiore, un imperativo della ragione dentro di sé che dice devi perché devi. E tu sai che deliberatamente agisci in modo da ottemperare a questo principio interiore, c'è un'adesione interiore alla legge morale. Mentre la legalità è esteriore osservanza della legge, la moralità è adesione interiore all'imperativo categorico Critica Della Ragion Pratica VS Critica Della Ragion pura Qual è il punto che accomuna le due critiche? L'insistenza sul soggetto che nella Ragion Pura diventa un io penso legislatore della natura, nella Ragion Pratica diventa una volontà che si oppone agli impulsi sensibili e rende buona l'azione che viene effettuata secondo questa norma: "è sempre l'io al centro sia della vita conoscitiva nei suoi rapporti con la natura che nella vita morale con i suoi rapporti con se stessa e con le scelte dell'esistenza" ● Come nella ragion pura l'astrattezza della categoria può essere applicata al caso singolo solo mediante lo schema temporale, così in ambito morale l'astrattezza del tu devi può essere applicata al caso singolo solo mediante il test della universalizzabilità. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 10 Critica del Giudizio Kant si accorge di un baratro che sussiste tra le sue due precedenti critiche: La critica della Ragion Pura elabora una filosofia del limite, limita la conoscenza al fenomeno, che configura un mondo dominato dal principio di causalità, un mondo deterministico La libertà, invece, è un postulato fondamentale della critica della Ragion Pratica che rappresenta un superamento della Ragion Pura e dei suoi limiti, che mette in contatto l'uomo con il noumeno e con Dio. Il mondo che viene prospettato nella è un mondo finalistico. ● Si tratta di giudizio del sentimento, quindi Kant elabora una terza facoltà dell'uomo che ha un modo proprio di vedere il mondo e di elaborare un certo tipo di giudizi: 1. Un giudizio è determinante quando determina l'oggetto della conoscenza. I giudizi determinanti sono tutti i giudizi scientifici. Sono giudizi concettuali 2. Un giudizio è riflettente quando si limita a riflettere su una natura, già costituita dal giudizio determinante, per ritrovare nella natura una consonanza con le esigenze dell'uomo Qual'è l'universale nei due tipi di giudizi? Nei giudizi determinanti è già dato, è la legge attraverso la quale io inquadro e penso i fenomeni. Nel giudizio riflettente l'universale deve essere trovato In entrambi i casi la natura si presenta con una serie di leggi deterministiche ma che nel loro complesso realizzano lo scopo ultimo voluto da un'intelligenza superiore che è quella di Dio Qual'è lo scopo ultimo? Rendere possibile la libertà dell'uomo, l'agire morale dell'uomo I giudizi riflettenti possono essere: 1. Quando la finalità è vissuta senza il ricorso a nessun concetto abbiamo un giudizio estetico: scopro la bellezza della natura in maniera immediata, non concettuale. la parola estetica recupera il suo senso originario di teoria del bello 2. Quando la finalità è colta in natura attraverso il concetto di scopo il giudizio è teleologico: che riguarda il finalismo nella natura che può essere di due tipi: Intrinseco quando noi vediamo questa finalità all'interno della natura. Lo facciamo in riferimento a un concetto: il concetto di scopo Estrinseco quando noi diciamo che c'è un intelletto al di fuori della natura che ha voluto questo ordine del mondo per i suoi scopi anzi per uno scopo Conciliazione delle precedenti critiche: Alla luce di questo duplice finalismo, viene conciliato il mondo deterministico e legato al fenomeno della ragion pura e il mondo indeterministico della ragion pratica. Perché la natura ha le sue leggi causali che noi conosciamo e che la scienza studia con il metodo galileiano e newtoniano, ma noi già sappiamo soggettivamente che la natura con tutto il suo determinismo realizza un unico scopo che viene incontro alle mie esigenze, quello di rendere possibile la libertà dell'uomo, l'agire libero morale dell'uomo che è unico in natura ● Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 11 Analogia tra le tre critiche: Le 3 critiche manifestano il punto centrale della filosofia di Kant: La rivoluzione copernicana C'è una rivoluzione copernicana in ambito conoscitivo: l'io legislatore della natura • C'è una rivoluzione copernicana nella ragion pratica: il bene non sta materialmente in quello che faccio ma nell'intenzione ● C'è una rivoluzione copernicana in ambito estetico: non è la natura che è bella ma sono io che rendo bella la natura. La rivoluzione copernicana estetica consiste nel fatto che la bellezza non è qualcosa che appartiene alle cose ma appartiene al nostro rapporto con esse. La bellezza non è una qualità oggettiva ma deriva dal nostro modo di vivere certe forme naturali. Cioè bellezza secondo Kant non è un piacere che la natura fa a noi ma un piacere che noi facciamo alla natura. Se non ci fosse l'uomo non ci sarebbe il giudizio estetico. Allora la bellezza esiste perché esiste l'uomo (critica del giudizio), la vita morale esiste perché esiste l'uomo (critica della ragion pratica), la scienza esiste perché esiste l'uomo (critica della ragion pura). Definizione della bellezza: Tutti noi possediamo la facoltà di riconoscere il bello. Questa facoltà si chiama gusto ed è universale. La capacità di produrre il bello è eccezionale perché è caratteristica del genio ed è una facoltà innata ● Com'è che ci si educa al bello? Attraverso la ripetuta esposizione a forme belle della natura e dell'arte. L'artista non sa com'è in grado di creare ciò che crea, l'artista vero è originale, è l'uomo di genio e ha un talento attraverso cui la natura dà la regola dell'arte. Si parla di ispirazione. Il genio è inimitabile, le sue opere costituiscono il modello di tanti imitatori, ma la creazione del genio è unica e irripetibile. Kant da quattro definizioni della bellezza, secondo le categorie: 1. Qualità: Il bello è l'oggetto di un piacere disinteressato. L'arte non deve avere l'interesse di istruire perché l'opera d'arte deve essere fine a se stessa. L'arte non deve insegnare le verità religiose perché altrimenti il giudizio estetico sarebbe eteronomo e non autonomo, non darebbe leggi a se stesso ma subirebbe le leggi di un'altro aspetto che è quello religioso 2. Quantità: Il bello è ciò che piace universalmente senza concetto. Kant distingue tra: La bellezza libera è quella senza modelli (vera bellezza) La bellezza aderente è la bellezza che aderisce a un modello concettuale precostituito 3. Relazione: Il bello è la forma della finalità di un oggetto percepita senza scopo ● 4. Modalità: Il bello è ciò che, senza concetto, è oggetto di un piacere necessario, che dinanzi a determinate forme è necessario che gli uomini concordino sulla loro bellezza Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 12 Deduzione trascendentale dell'universalità del bello: Occorre fare una deduzione trascendentale dell'universalità del bello (deduzione in senso kantiano significa giustificare una pretesa). Qui la pretesa è che il bello deve necessariamente valere per tutti anche se a prima vista sembrerebbe che ciascuno ha le sue idee estetiche. Allora Kant fa una distinzione tra: 1. I giudizi estetici empirici: quelli che dipendono esclusivamente dai sensi e per questi vale la più completa soggettività e vale il mi piace, che però è soggettivo e riguarda il gusto. Il piacevole dà luogo a questi giudizi. Ma la bellezza della natura e dell'arte sono un'altra cosa 2. La bellezza dà luogo a giudizi estetici puri che riguardano tutte le nostre facoltà. Dinanzi a determinate forme della natura le nostre facoltà si armonizzano (appagamento totale). Siccome abbiamo tutti le stesse facoltà, siccome la natura si presenta sempre con le stesse forme per gli stessi individui, la fruizione del bello sarà universale e consisterà proprio in questo acquietamento Quand'è che è bella la natura? Quando sembra un'opera d'arte. E quand'è che è bella l'arte? Quando sembra spontanea come la natura. Quindi Kan non vede una distinzione netta tra il bello artistico e il bello creato dalla natura. Per cui la natura si presenta con forme belle ma siamo noi che riconosciamo questa bellezza, siamo noi che rendiamo bella la natura: come? Quando le nostre facoltà si armonizzano in un senso di piacere e di quieta tranquillità Però bisogna dire che come sono limitate le azioni morali, così lo sono le esperienze estetiche Il piacevole, il bello e il sublime: Distingue tre categorie: il piacevole, il bello (aderente, libero), e il sublime (matematico, dinamico) Mentre il bello ci rasserena, il sublime ci terrorizza, è un'esperienza che ci perturba 1. Sublime matematico è dato da ciò che è immensamente grande perché ci sentiamo piccoli 2. Sublime dinamico è dato da ciò che è immensamente potente, sgomento e quasi paura Come si gusta il sublime? Non tutti sono in grado di cogliere il sublime, alcuni si fermano alla prima impressione dei sensi che è un'impressione negativa, di sgomento, di paura. Occorre che questo sgomento iniziale si trasformi nel senso della propria infinità e mi faccia riscoprire il fatto che sono infinitamente più grande dello spettacolo, più grande della natura. Il sublime dinamico rivela in me una diversa potenza che è la potenza del libero arbitrio Erma bifronte: Con una faccia guarda al passato e all'illuminismo, alla superiorità della ragione e ai limiti della ragione (ragion pura), poi però c'è un'altra faccia con cui guarda al futuro ed è la faccia consegnata alla ragion pratica e alla critica del giudizio dove si confronta con l'anima, immortalità, l’io, la bellezza, il genio, il gusto estetico: argomenti trattati dalla cultura romantica Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 13 Romanticismo Dalle definizioni date di romanticismo, è possibile evidenziare un'area comune: l'esaltazione del sentimento e della ragione che si riuniscono in un'unica polemica contro l'intelletto illuministico 1. In senso stretto come fenomeno artistico letterario è la reazione sentimentale, religiosa, intuizione...che reagisce contro il razionalismo illuministico, superandolo 2. In senso largo come l'ambito spirituale prevalente nell'800, cioè una comune visione del mondo dell'uomo e del genio romantico. Lo vede come situazione mentale generale Punti salienti del romanticismo: L'idealismo è la vera filosofia del romanticismo che invece è una corrente che riguarda tutti. Rappresenta una reazione al fallimento degli ideali illuministici in nome di un principio superiore che non è la ragione astratta ma il sentimento intenso come facoltà sovra-razionale. Il filosofo che fonda l'idealismo, ovvero Fichte, darà al romanticismo due concetti fondamentali: 1. Streben: tendere spasmodico verso qualcosa di assoluto, che è irraggiungibile Vogliono ciò che non si può realizzare, recepire l'insensibile, conoscere l'inconoscibile 2. Sehnsucht: brama di infinito, di assoluto, l'insoddisfazione per ogni circostanza e stato finito Culto dell'ideale: Questa insoddisfazione della realtà porta il romantico a vagheggiare un ideale, politico, religioso, estetico, e per questo ideale, il genio romantico è disposto a sacrificare la propria vita. Quindi da un lato abbiamo il culto dell'ideale, e del sacrificare tutta la vita per questo ideale; ma dall'altro abbiamo la consapevolezza che questo ideale non sarà mai attendibile pienament -> Da questo deriva il concetto di titanismo romantico: Da un lato l'artista si sente una vittima della società che non soddisfa i suoi ideali, ma dall'altro si erge contro i pregiudizi della società Le rivalutazioni: 1. Dell'amore e della donna: L'amore romantico fonde spirito e materia, corpo e anima, è totale. Il movimento romantico vede delle donne schierate in prima fila. Nell'amore, vedono il simbolo dell'unione tra: spirito e natura, esteriore e interiore, maschio e femmina. L'amore non è semplicemente quello di un uomo per una donna, ma allude a verità di metafisiche 2. Della metafisica: È rivalutata nello sforzo dell'uno verso l'assoluto nel coglimento dell'infinito. La metafisica è più che una scienza, il romantico vuole andare oltre, conoscere la natura vuol dire immedesimarsi nello spirito divino che la anima 4. 3. Dell'individualismo: dei popoli differenziati, hanno un suo spirito nazionale (Hegel). Ogni popolo manifesta se stesso e i suoi valori nel poema epico nazionale; che è impersonale Del medioevo: che è politicamente ben differenziato, è ambiguo e quindi anche il romanticismo risente di questa ambivalenza politica. Ci sono uomini di stato che sono conservatori, vogliono l'alleanza fra trono e altare. Ci sono poi patrioti che combattono per l'ideale della libertà nazionale Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 14 Johann Fichte Nel 1790 la svolta della sua vita: legge la critica della ragion pratica e ne resta folgorato, perché è lì che emerge il concetto della libertà e della dignità dell'uomo. Allora nel suo diario scrive l'impressione ricevuta da questa lettura, concetti che gli sembravano impossibili, come quello dell'anima della libertà, dell'immortalità Sostiene che la rivelazione è indimostrabile fa parte della metafisica religiosa quindi esula dalla possibilità dimostrativa della scienza, però non deve mancare a nessuno perché è indispensabile alla salvezza É quasi considerato precursore del nazismo perché in un'opera diceva che l'unico popolo degno di questo nome era il popolo tedesco, perché solo esso era puro cioè non contaminato da unioni con altri popoli, è il popolo della libertà che si è sempre ribellato contro le dittature. Fichte è veramente un precursore del nazismo? No perché la superiorità del popolo germanico da lui descritta è culturale non razziale, il popolo tedesco deve lottare per la libertà di tutti i popoli europei Le esigenze del pensiero fichtiano: 1. Superare le contraddizioni delle 3 critiche Kantiane Prima Kant si contraddice sul concetto di "cosa in sé" (noumeno), che lui dichiara inconoscibile ma di cui nello stesso tempo dichiara la necessità dell'esistenza. L'esistenza di qualcosa la possiamo affermare grazie all'esperienza quindi senza esperienza non si fa scienza Seconda Kant dice che il noumeno è la causa necessaria perché esista il fenomeno -> contraddizione perché noi dicendo che il noumeno è la causa e il fenomeno è l'effetto applichiamo la categoria di causalità (categorie si applicano ai fenomeni) quindi non la posso applicare al noumeno dicendo che è causa Terza Kant dice che l'io è il legislatore della natura. Ma come può Dio essere veramente il legislatore se la natura è autonoma, indipendente e noumenicamente inconoscibile? Se esiste questa cosa in sé, e Dio non ha nessuna possibilità di conoscerla, come può essere il legislatore della natura? Il problema filosofico fondamentale sarà quello di individuare un principio primo che non abbia bisogno di altro per essere, che sia la condizione di tutto ciò che esiste, e quindi sia incondizionato 2. Rendere la filosofia una Sofia: Cioè una vera e propria scienza. Secondo lui bisogna elaborare a un sistema scientifico della realtà, la filosofia è la dottrina della scienza Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 15 Le 2 filosofie per Fichte: Fichte osserva che sono possibili due tipi di filosofia che sono inconciliabili perché antitetiche. La filosofia è una riflessione sull'esperienza umana, l'esperienza umana implica l'esistenza di un soggetto che esperisce e di un oggetto esperito. Soggetto ed oggetto sono i 2 poli dell'esperienza. 1. L'idealismo: fa dell'oggetto una produzione del soggetto, che pensando, produce la natura 2. Il dogmatismo materialistico: il soggetto è ridotto a oggetto. Se scelgo il sistema materialistico, non sarò mai libero perché la materia ha le sue leggi deterministiche che non possono essere disattese, quindi la natura esclude la libertà L'una filosofia è irriducibile all'altra, ma l'una filosofia non è confutabile a partire dall'altra. Vi è una doppia superiorità dell'idealismo sul materialismo: • Una superiorità etica perché l'idealismo è caratteristico di filosofi ● Una superiorità teoretica, è più facile spiegare l'oggetto a partire dal soggetto, che non spiegare il soggetto a partire dall'oggetto L'unica realtà nell'universo che è in grado di auto crearsi è l'io, che si auto crea nel momento in cui agisce cioè si pensa. Questo principio primo è incondizionato, deve essere la condizione di tutto ciò che ne deriva e autosufficiente. L'io penso si trasforma in io assoluto. Nella logica il principio primo da cui tutti i principi derivano è il principio di identità. Tuttavia esso può essere verificato soltanto se “A”' è stato posto. Che cosa può porre in essere A? Qualcosa che prioritariamente abbia posto in essere se stessa. L'unica realtà in grado di auto-porsi è l'io; l'io si auto-crea nel momento in cui si auto-pensa. Infatti, il fondamento dell'essere è la coscienza, ma il fondamento della coscienza è l'autocoscienza dell'io. Quindi, l'essere ha come fondamento la coscienza che ha come fondamento l'autocoscienza, tutto parte da essa che è la consapevolezza di sé che ha l'io. Tre proposizioni fondamentali alla base della dottrina delle scienze: Il principio primo da cui si deve muovere la filosofia è l'io che si articola secondo tre leggi: 1. L'io pone se stesso (tesi): unica realtà in grado di auto-porsi. In questo porre se stesso esso è libero e incondizionato perché nulla ne può limitare l'azione. Quindi è un principio infinito 2. L'io pone il non io (antitesi): l’io pone tutto ciò che è natura, oggetto, che apparentemente si contrappone all'io. Siccome l'oggetto si contrappone all'io, anche se è posto dall'io, lo limita perché da un principio unitario scaturiscono due principi: io e non io: Dalla categoria di unità si passa alla categoria di pluralità • Dalla categoria dell'azione reciproca si passa alla categoria kantiana ● 3. Da questa azione reciproca di limitazione tra l'io e il non-io, scaturisce il mondo come lo conosciamo, che è fatto di tanti io empirici, cioè io finiti. Scaturiscono degli io divisibili e dei non-io divisibili Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 16 Consapevolezza: Perché non siamo consapevoli del fatto che la natura è stata posta dall'io? Perché siamo consapevoli di tanti non-io divisibili che ci appaiono come indipendenti dall'io se è l'io stesso che li pone -> Il banco, il sole, l'albero che ci appaiono? Per rispondere Fichte parla di immaginazione produttiva, concetto desunto da Kant. La radice della giustificazione della deduzione metafisica di Fichte sta nel fatto che l'io è l'unica realtà in grado di auto-porsi, che non solo pone se stessa ma pone tutto ciò che ne scaturisce. Per cui si deve pensare ad un Io puro, che non solo crea la forma del conoscere, ma crea anche la materia del conoscere. In Fichte ci sono 2 momenti: 1. Teoretico-> l'io conosce il non io 2. Pratico> l'io agisce moralmente sul non io Questi 2 momenti hanno un principio in comune cioè il progresso delle attività umane che consiste nel riassorbimento progressivo del non-io nell'io. Quanto più capisco che il non-io è stato posto dall'io, tanto più progredisco nella mia conoscenza. Quanto più assoggetto gli impulsi sensibili del corpo, del non-io, alla volontà morale dell'io tanto più progredisco nell'ambito etico L'immaginazione produttiva nel senso fichtiano è l'atto per cui l'io pone il non-io, un atto inconscio, inconsapevole. Ecco perché poi la natura appare a noi come indipendente e non frutto dell'attività dell'io, perché quando l'io la poneva lo faceva in modo inconsapevole L'io, quando crea, non può avere il pensiero di ciò che crea, perché la coscienza di quello che crea è impossibile in quanto non c'è l'oggetto. Si ha coscienza quando un soggetto si rapporta con un oggetto, ma se non è stato ancora creato, non ci può essere il pensiero dell'oggetto Questo è un processo ad infinitum, che non si realizza mai completamente perché se si realizzasse non ci sarebbe più il non-io, se non ci fosse più il non-io, non ci sarebbe più la consapevolezza, e quindi l'io non avrebbe più motivo di agire. A questo punto le categorie non sono più le leggi della mente umana ma sono i tratti, le caratteristiche, le qualità fondamentali di questo principio creatore primo. Ovviamente tutto ciò si verifica in una dimensione a-temporale, eterna, quindi a rigor di termine non è nemmeno corretto dire che prima c'era l'io, poi c'è il non-io, poi c'è l'io empirico, perché questa è la traduzione in termini temporali della nostra mente. Ma in realtà, concretamente, sono sempre esisti sia l'io, sia il non-io, sia l'io divisibile Dottrina della conoscenza: La dottrina della coscienza prevede una gradualità nel sapere che parte dal grado più basso (sensazione) fino ad arrivare al grado più alto (ragione). Questo processo conoscitivo è infinito, non si completa mai, simile alla santità Kantiana (coincidenza della volontà umana con la virtù) Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 17 Sensazione Nella sensazione abbiamo la costituzione dell'oggetto che ci appare come una realtà auto sussistente, autonoma La morale: Intuizione Consapevolezza che i fenomeni si collocano nello spazio e nel tempo, che hanno una realtà soggettiva quindi la condizione della percezione è posta in qualcosa che proviene dal soggetto e non dall'oggetto Intelletto Ragione Grado più alto di conoscenza, facoltà metafisica per eccellenza. Nella ragione l'io fa a meno del del riferimento alla sensazione, alla percezione del mondo esteriore, è una facoltà La facoltà di applicare le categorie e gli schemi producendo un sapere scientifico. Questi provengono dal soggetto, quando guardi qualcosa con l'intelletto vuol dire che applichi le categorie a quella cosa libera e indipendente Anche in Fichte c'è una superiorità della pratica sulla teoria, perché: L'agire morale conta più del conoscere perché l'io puro è azione più che conoscenza È nella dimensione dell'agire che si comprende il perché l'io ha posto il non-io venendone limitato e diventando quindi una molteplicità di io empirici Per Fichte il fine di questo processo è quello di rendere possibile l'azione morale, la libertà; la vita morale non è altro che uno sforzo continuo verso la libertà. Lo sforzo presuppone un ostacolo da superare e questo ostacolo è la natura, quindi senza la natura la vita morale non sarebbe possibile • In ambito teoretico: vuole che la filosofia diventi Sofia, che il tendere verso diventi sapere ● In ambito pratico: Se non avessi questo sforzo cadrei nell'inerzia: il peccato principale per Fichte non è la superbia ma l'inerzia perché è quello che più ci allontana dall'attività dell'io L'idealismo di Fichte è un idealismo etico: Per Fichte il fine per cui l'io puro pone il non-io nella natura è rendere possibile la libertà dell'uomo, il paradiso per Fichte non è la libertà ma lo sforzo verso la libertà, perché se avessimo paradiso non avremmo più niente da fare, quindi è lo sforzo per il paradiso che ci auto-realizza La politica: Anche lo stato ha lo stesso scopo dell'agire morale cioè la realizzazione della libertà. Nel pensiero politico di Fichte vi è l'eredità illuministica. Per questo parte dal concetto russoniano di contratto sociale, dal concetto che lo stato è costruito dagli uomini per realizzare i 3 diritti fondamentali: Libertà, Proprietà, Conservazione Quindi lo stato è qualcosa costituito dagli uomini. Al fine di preservare i valori dell'uomo lo stato fa attraverso la legge, quello che la vita morale fa liberamente senza leggi scritte. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 18 Il fine dello Stato è fare in modo che il cittadino non abbia più bisogno di esso e della forza punitiva della legge quando la legalità diventa moralità Lo Stato deve preservare questi tre valori, quando tradisce questo suo scopo può essere abbattuto dai suoi cittadini, e si chiama rivoluzione. La religione fondamentale dello Stato è il lavoro. Tutti i cittadini devono lavorare; qui riprende un pensiero di San Paolo: chi non lavora non deve mangiare. Riguardo la questione economica: • Lo stato deve garantire il lavoro a tutti i cittadini abili Lo stato deve garantire assistenza a tutti i cittadini inabili Lo stato deve garantire repressione a tutti i cittadini abili che non vogliono lavorare Si parla di socialismo fichtiano -> Lo stato si deve prendere cura della produzione, della distribuzione dei beni. Dice che lo stato deve governare l'economia, la quale non è superiore allo stato, ma è lo stato a essere superiore all'economia. La guerra per Fichte deve essere evitata a tutti i costi, è il male supremo e la causa è il fattore economico fuori controllo, soprattutto quando lo stato necessita di risorse, e quindi deve attaccare un altro stato per impadronirsi delle sue risorse. Fichte predica l'autarchia, non bisogna lasciare ai privati l'importazione delle materie prime Georg Hegel Punto in comune tra il romanticismo e Hegel: La teoria dell'unità di finito e infinito: tutte le cose vanno viste come momenti necessari di un divenire dialettico che lo spirito ha da sempre percorso e deciso “Il reale è razionale, il razionale è reale” —> Nella realtà non c'è nulla che non sia giustificato e che non appartenga alla dialettica dello spirito. La ragione non è una facoltà astratta, essa si realizza progressivamente e dialetticamente nella realtà storica dell'uomo. Razionale e reale coincidono: il reale è la razionalità dell'assoluto dispiegata. ―> La filosofia di Hegel, ma anche il romanticismo, è dunque una forma di giustificazionismo: la realtà è giustificata anche nei suoi aspetti negativi che saranno superati da una sintesi superiore Come vede la storia Hegel: Storia: divenire necessario e provvidenzialistico, tutto si regge sul conflitto degli opposti. Questo conflitto prelude a una sintesi superiore che a sua volta diventa tesi per un'ulteriore triade Vuole costruire un sistema della filosofia: ogni aspetto della realtà deve essere compreso e giustificato, la filosofia deve ripercorrere, quei momenti che l'assoluto ha già realizzato nella storia Hegel non si interessa del singolo, quello che conta è che lo spirito che agisce attraverso di loro realizzi se stesso e la propria libertà. La filosofia di Hegel è uno storicismo, un indagare l'itinerario percorso dallo spirito del mondo, che si articola negli spiriti dei vari popoli, che si realizza nella storia. Le due finalità dello spirito: autocoscienza e libertà Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 19 Vita e pensiero: Inizialmente aderisce agli ideali rivoluzionari della rivoluzione francese, poi se ne distaccherà. Riconosce che anche Napoleone è uno strumento del provvidenzialismo storico, individuo cosmico storico, che non fa la storia della Francia ma la storia del mondo, realizza gli scopi dello spirito del mondo in modo inconsapevole. Le rivoluzioni falliscono perché dall'esterno vogliono imporsi sull'interno cioè sulla interiorità umana. Mentre il processo rivoluzionario corretto deve partire dall'interiorità, dalla coscienza dell'uomo per poi tradursi in istituzioni politiche. Hegel punta a definire le caratteristiche di un nuovo cristianesimo che ritorni alle sue origini e che si traduca in una rinnovata fede che possa portare: Alla fratellanza reale tra gli uomini e a vedere nel cuore di ciascun uomo una stessa vita divina che si esplica in innumerevoli forme Gli scritti teologici giovanili, Hegel ha due interessi: Teologico: riformare i cuori Politico: riformare le istituzioni ● Hegel vuole realizzare una rivoluzione dei cuori che si traduca in istituzioni politiche rispettose della libertà e della fratellanza. Scrive i operette brevi non pubblicate finché fu in vita: “Lo spirito del cristianesimo e il suo destino”, “La positività della religione cristiana”, “La vita di Gesù" Confronto tra la religione cristiana, la religione ebraica e il mondo pagano: Tesi Politeismo antico classico (paganesimo) Religione della bellezza Antitesi Religione ebraica Religione della sofferenza e della disarmonia Sintesi Cristianesimo Religione dell'amore e dell'armonia Nel mondo classico vi era una religione della bellezza, fondata sull'armonia tra l'uomo e la natura, in cui: • Gli dei sono immanenti, non trascendenti, sono dentro la natura • Non c'è il senso opprimente del peccato Questa religione non poneva l'uomo in conflitto con se stesso, non poneva i popoli pagani in contrapposizione religiosa con gli altri popoli. Il mondo pagano non conobbe le guerre di religione e nel mondo romano vigeva “interpretatio" degli dei greci, la traduzione delle divinità greche nelle corrispondenti divinità romane Vi è una separazione tra l'uomo e Dio, onnipotente e trascendente che impone la legge come la lotta contro gli istinti, inoltre sentendosi il popolo eletto da Jahvé, il popolo ebraico si sente superiore e diverso Ma la natura, quando viene negata, si vendica, questa vendetta della natura è rappresentata dal diluvio universale. Quindi la natura è vista nella religione ebraica secondo Hegel in modo negativo, poiché suscita nell'uomo impulsi che vanno contro la legge di Dio. Essa è temibile, distruttiva. Superamento della religione ebraica perché recupera l'armonia originaria tra uomo e Dio mediante il concetto di amore: amore della creatura verso Dio, amore di Dio verso la creatura. Abolisce il legalismo ebraico: osservanza delle normative legali della Torah Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 20 Metodo dialettico: Costituito da triadi di tesi, antitesi e sintesi. La sintesi a sua volta diventa tesi di un'ulteriore triade ed è sempre un recupero della tesi passando però attraverso una conservazione dell'antitesi. I 3 momenti del sapere: 1. Tesi: Momento intellettuale astratto: l'intelletto si forma dei concetti rigidi delle cose. Il pensiero intellettualistico è esclusivo e forma una rappresentazione rigida della realtà fatta di cose con le proprie determinazioni secondo il principio di identità e non contraddizione 2. Antitesi: Momento razionale negativo o dialettico: interviene la ragione. La ragione capisce che per definire un concetto necessario devo prendere un concetto contrario. Questo momento costituisce delle opposizioni di concetti, ma è già superiore al momento intellettualistico che trascrive a la realtà in definizione immodificabile 3. Sintesi: Momento razionale positivo o speculativo. La sintesi coglie l'unità degli opposti e permette al pensiero di andare oltre, la realtà è armonia di opposti. Conservazione di tutto ciò che vi era di positivo sia nella tesi sia nell'antitesi, rappresenta la conciliazione degli opposti e il superamento dei conflitti, è il momento più alto Origine del metodo dialettico: Alcuni dicono che sta nello schema, anch'esso di carattere teologico, che vede la storia dell'uomo condensata in tre momenti: 1. L'innocenza originaria dell'uomo dopo la creazione: Inizialmente l'uomo è privo di peccato, non conosce il male 2. Il peccato originale: ribellione a Dio 3. La redenzione: recupero dell'innocenza attraverso la consapevolezza del peccato. L'uomo redento è un uomo che ha la possibilità di salvarsi ma che è consapevole del vizio e del peccato, consapevole di che cos'è il male Per Hegel la dialettica è l'unico metodo della filosofia, poiché se non la usa non è vera filosofia. Perché la filosofia deve ripercorrere le tappe dello spirito e siccome diviene in modo dialettico, la filosofia che deve elevarlo a piena consapevolezza dovrà utilizzare il metodo dialettico I valori della filosofia: • Valore ontologico: in quanto è il modo attraverso cui lo spirito diviene Valore metodologico: poiché è il metodo che la filosofia deve adottare. La filosofia non deve inventare idee nuove, deve essere come la nottola di Minerva, lo spirito ha già fatto il suo percorso e allora la filosofia lo studia per indagarne il divenire, per chiarirlo per elevarsi a scienza. Anche per Hegel la filosofia deve essere Sofia cioè una sapienza piena e conosciuta (la sapienza dello spirito) Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 21 Unità di finito e infinito: Il sistema Hegeliano è monistico: esiste una cosa sola, lo spirito; perché il finito non si contrappone all'infinito ma è una sua tappa, è un suo momento. L'uomo non si contrappone a Dio, ma è un momento del divenire di Dio, è una tappa, così come tutto il mondo della natura. Alla fine lo spirito (l'assoluto) deve tornare a se stesso. ● "Il vero è l'intero". -> non comprendiamo niente se isoliamo un processo in un singolo momento del processo stesso, sarebbe come voler comprendere l'uomo a partire da un solo popolo. Noi comprendiamo l'umanità solo al termine del processo, quando essa ha raggiunto il suo scopo. Un singolo momento storico si comprende a partire da quello precedente, da quello successivo, dalle cause che lo hanno prodotto dalle conseguenze che produrrà La morte dell'arte: Per Hegel la morte dell'arte è necessaria affinché dall'arte si possa sviluppare la sua antitesi che è la religione. L'arte si basa sulla percezione sensoriale. La fede è un fatto interiore, un rapporto intimo dell'uomo con Dio. Però anche la religione con il cristianesimo raggiunge il suo apice non più superabile, quindi anche la religione deve trapassare nella sintesi dei due: la filosofia Qual è il contenuto dell'arte? Qual è il contenuto della religione? Qual è il contenuto della filosofia? Lo spirito: Nell'arte si conosce ancora nella forma materiale della percezione sensoriale Nella religione si conosce nella forma ancora imperfetta della fede e della devozione • Nella filosofia si conosce in modo perfetto nella forma del concetto ● Perché la filosofia è la forma più alta di autoconoscenza dello spirito? Perché lo spirito è pensiero creatore; quindi si conoscerà nella forma del pensiero cioè nella forma del concetto. La religione cristiana esprime la stessa cosa della filosofia, però in forma mitologica: la religione deve essere superata dalla filosofia perché la chiarezza si ha a livello filosofico, concettuale Nella religione cristiana si dice Dio è uno e trino: questa è una visione rappresentativa che anticipa la divinità della triade dialettica, ma se io dico tesi, antitesi, sintesi mi esprimo in forma del concetto, la forma più compiuta, se dico padre, figlio e spirito santo, in forma mitologica La figura di Hegel: Tesi Fichte (idealismo etico) • Antitesi Schelling (idealismo estetico) Sintesi Hegel (idealismo assoluto) ● ● Hegel presenta se stesso come la sintesi suprema della filosofia: idealismo assoluto. La filosofia di Hegel perviene all'auto divinizzazione del filosofo che la esprime. Il filosofo è un individuo che vuole il dominio concettuale sul mondo: conoscerlo e penetrarlo interamente Hegel è il cuore della filosofia: tutte le filosofie devono essere necessariamente dialettiche, la filosofia è il sistema della realtà spiegato alla luce della ragione dialettica Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 22 Critiche a Fichte e Kant: 1. Hegel sfugge al cattivo infinito di Fichte in cui c'è un perenne inseguimento dell'io nei confronti del non-io, che non viene mai riassorbito nell'io, la stessa critica riguarda le idee regolative di Kant e la santità kantiana che è una perfezione che non si realizzerà mai 2. Qual è il compito della filosofia? Non deve criticare la realtà, non deve pretendere di formare un modello alternativo alla realtà stessa, che debba sostituirsi alla realtà ovvero a Dio che diviene. La categoria fondamentale con cui Hegel approccia la realtà è quella del necessario. Il reale diviene dialetticamente, cioè le sue tappe sono necessarie, come se fosse vero che Dio alla fine del processo deve pervenire a se stesso, ma Dio aveva bisogno prima di strutturarsi come idea pura, cioè puro pensiero a cui Hegel fa corrispondere una scienza, la logica. Logica = scienza dell'idea dell'elemento puro del pensiero 3. In Kant c'era il dualismo intelletto/ragione e solo per lui la vera facoltà delle scienze è l'intelletto. Per Hegel la facoltà più alta è la ragione, perché è la facoltà dell'incondizionamento proprio perché la sua filosofia è una metafisica monistica, una sola realtà confidenzialistica. Questa real diviene e si autocrea perché ha uno scopo da raggiungere. Dal punto di vita conoscitivo significa che ci sono tre momenti del sapere 3 momenti fondamentali della filosofia: 1. Idea pura che è l'assoluto nel puro pensiero (idea): il pensiero si pensa e pensandosi si crea: autocreazione, libertà. Come l'io puro di Fichte 2. Idea fuori di sé (natura): l'assoluto fuoriesce da sé, l'idea nel suo essere altro, perché: la natura è oggettività, spazio-temporalità, determinismo (quindi assenza di libertà) 3. Ritorno a sé o in sé e per sé (spirito): nella natura l'idea perde se stessa, però è uno stadio necessario affinché dalla natura lo spirito possa tornare a se. L'idea che ritorna in sé è chiamata spirito e coincide con l'uomo Questi 3 momenti non devono essere interpretati in senso cronologico perché l'assoluto è fuori del tempo: sono coeterni. Questi sono i 3 momenti dialettici dell'assoluto. La dialettica esprime il movimento dell'assoluto perché esso è spirito vivente, non è una sostanza ignota Opere: Nel 1801 entra nell'arena del dibattito filosofico con la sua prima pubblicazione, “La Differenza dei sistemi filosofici di Fichte e di Schelling" -> All'assoluto di Schelling manca la dialettica, un sistema che permetta di derivare il finito dall'infinito. L'assoluto di Schelling è immobile. Ma nel 1807 Hegel pubblica "La fenomenologia dello spirito", prima opera importante Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 23 La fenomenologia dello spirito (1807): Hegel aveva 2 vie che poteva percorrere per illustrare l'unità di finito e infinito: Via sincronica: descrivere il sistema complessivo della realtà, non come una successione di fenomeni articolata dialetticamente nei 3 momenti di idea natura e spirito, ma senza riferimento a nessun divenire ● • Via diacronica: descrivere le varie tappe che nella storia dell'uomo l'assoluto ha percorso per pervenire a se stesso, alla consapevolezza di se Nella fenomenologia dello spirito abbiamo utilizza la via diacronica A cosa serve questo testo? Introduzione al sistema che serve al lettore per porsi dal punto di vista dell'assoluto. In questo testo dobbiamo ripercorrere le stesse tappe che sono già deposte dall'assoluto, per elevarle al lume della ragione e guadagnare la prospettiva filosofica. La categoria con cui Hegel affronta la storia è la categoria di necessità: la storia segue dei binari che sono la via che lo spirito ha percorso per pervenire a se stesso e realizzarsi nella libertà Significato del termine: Fenomenologia: scienza dell'apparire dei momenti necessari che lo spirito ha attraversato, i suoi erramenti nella storia dell'uomo. Il termine erramento ha 2 significati: ● Sbagliare (errore): consiste nel fatto che lo spirito considera assoluto ciò che è relativo per poi scoprire che quella figura è inadeguata perché l'infinito non è tutto in quella figura Vagare (errare): avanzare di errore anche faticosamente fino a pervenire a se stesso Alla fine lo spirito, dopo questo errare, perviene a se stesso mediante il sapere assoluto, che è la filosofia idealistica Caratteristiche dell'opera: Hegel ci descrive la storia romanzata nello spirito nel mondo. Il protagonista è lo Spirito, e il suo è uno sviluppo all'interno della storia complessiva dell'uomo. Le tappe in cui si articola questo viaggio di formazione sono tappe dialettiche, cioè connesse tra di loro: e si scandiscono in 6 tappe Il movimento dello spirito: Spirale ascendente dove 2 punti estremi quasi si toccano ma solo posti a 2 livelli diversi -> quello che conta è la conoscenza che lo spirito acquisisce tramite ciascuna figura Come è strutturata l'opera: Ha un impianto dialettico: è scandita in 2 triadi dialettiche dello sviluppo dello spirito 1. Coscienza, Autocoscienza e Ragione 2. Spirito, Religione e Sapere assoluto Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 24 Prima triade: 1. Coscienza: È la consapevolezza di sé e inizia con l'incontro dell'individuo con l'oggetto. È attraverso il confronto sensibile con gli oggetti che ci rendiamo conto della nostra esistenza A. Certezza sensibile: È la prima forma del sapere, la più povera, la più astratta. Lo spirito che comincia a fare esperienza si ritrova davanti all'oggetto che percepisce con i sensi. La certezza sensibile consiste nella certezza del “hic et nunc” (qui ed ora), in cui siamo consapevoli dell'oggetto che ci si para dinanzi (ob iectum) nella coscienza, l'oggetto si riduce ad un generico “questo”, che viene tradotto come il massimo di universalità perché qualsiasi cosa può essere questo. Il limite sta nel fatto che essa è puramente "sensibile" quindi la nostra mente non è coinvolta B. Percezione: Il generico questo diventa una cosa con le sue caratteristiche e con i suoi attributi. Ma anche in questa sotto figura lo spirito si rende conto che la molteplicità degli attributi è tenuta insieme dalla percezione del soggetto. Che cos'è che rende la cosa stessa nella molteplicità dei suoi attributi? É l'azione della coscienza, poiché è in essa che i molteplici attributi vengono inc ati C. Intelletto: L'oggetto viene concepito come un fenomeno. A questo punto tutto ciò che è conoscibile della cosa è fenomenico e si riduce a quello che il soggetto può percepire di essa e lo spirito raggiunge la consapevolezza che tutto ciò che si può conoscere dell'oggetto deriva dal soggetto e dai suoi sensi, quindi lo spirito rivolge la sua attenzione a questo soggetto, segnando il trapasso 2. Autocoscienza: L'accento è posto sul soggetto, lo spirito indaga chi è. L'autocoscienza si rende conto che non è sola, ha a che fare con altri io con i quali instaura un rapporto dialettico. Il primo rapporto dell'autocoscienza con le altre autocoscienze è il conflitto che si scatena attraverso una lotta tra esse. In questa lotta sono due cose in palio: 1. La libertà: autocoscienze padronali: rinunciano alla propria vita 2. La vita: autocoscienze servili: rinunciano alla libertà A. Signoria e servitù: Si genera un movimento dialettico, un'inversione dei ruoli, in cui il padrone diventerà schiavo e lo schiavo padrone. Questo avviene attraverso tre momenti: 1. Paura della morte: L'autocoscienza servile ha tremato dinanzi alla morte e per questo si è sottomessa, però ha imparato a riconoscere che non è eterna, ha imparato a riconoscere la propria instabilità e fragilità, è uscita da questa illusione d’immortalità 2. Servizio: L'autocoscienza servile impara a disciplinare i propri impulsi per realizzare quelli del padrone, il servo si autoeduca e si autodisciplina e il padrone no 3. Lavoro: Il padrone dipende dal servo poiché ha bisogno del suo lavoro, il servo è autosufficiente perché produce da sé i beni di cui ha bisogno. Con il lavoro, il servo imprime la propria forma alla natura, lui è creativo il padrone no. C'è l'inversione dialettica: il padrone diventa schiavo e lo schiavo diventa padrone —> Trapasso Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 25 B. Stoicismo e scetticismo: Lo spirito si rende che essere servi o padroni non serve a niente, la vera libertà è quella interiore. Lo Stoicismo nega non solo l'importanza del mondo materiale, ma mette in dubbio l'esistenza stessa di un mondo esterno al soggetto. Si passa così allo Scetticismo, che spinge all'estremo il ragionamento stoico e conclude che, se si dubita dell'esistenza del mondo materiale, allora si deve dubitare di tutto, coscienza compresa -> Trapasso C. Coscienza infelice: Lo spirito dopo aver perso ogni fiducia è infelice. La coscienza infelice si ritrova ad essere lacerata tra due aspetti inconciliabili: 1. L'aspetto intrasmutabile, immutabile, lo proietta nell'alto dei cieli e lo chiama Dio 2. L'aspetto trasmutabile, mutevole, è l'uomo in tutti i suoi limiti terreni e quindi è infelice perché vive la lacerazione tra finito infinito come quella tra uomo e Dio Ebraismo e cristianesimo sono le fasi storiche che corrispondono a questo livello. L'ebraismo infelice perché Jahvé è lontano perché c'è scissione tra uomo e Dio, ma aggiunge che anche il cristiano è infelice, perché trovare Dio nel personaggio terreno di Gesù è impossibile, è il simbolo di questa impossibilità, è l'esito negativo della crociata. La coscienza infelice trova la sua massima esplicitazione nella civiltà medievale perché l'uomo ha cercato di trovare una soluzione a questa lacerazione attraverso tre momenti: 1. La devozione: non permette alla coscienza infelice di superare l'abisso che c'è tra l'uomo e Dio, non permette allo spirito di unificare le due coscienze 2. Fare ed operare: l'agire cristiano, la coscienza dell'uomo medievale è consapevole che qualsiasi cosa faccia, l'esito positivo e negativo di questa cosa dipende da Dio. La coscienza infelice non ha capito che uomo e Dio sono due realizzazioni di un'unica coscienza, derivano dallo sdoppiamento di uno spirito mutevole o immutabile 3. Mortificazione di sé (ascetismo): Ascetismo vuol dire che l'uomo si fa sempre più piccolo e Dio si fa sempre più grande, fino al punto che Dio minaccia di schiacciare l'uomo. Cosa succede quando si arriva ad un estremo? Si attua il rovesciamento dialettico. Nel massimo nella sua degradazione del suo sentirsi piccolo, infimo, insignificante avviene la presa di coscienza dello spirito che sa che al di là di se non c'è altro e che uomo e Dio sono due manifestazioni apparentemente separate in realtà due aspetti di se stesso, quando ricongiunge questi due aspetti la coscienza infelice diventa ragione 3. Ragione: Sintesi perché permette allo spirito di sapere di essere tutte le cose. La ragione è il momento in cui soggetto e oggetto sono unificati, va oltre la contrapposizione di soggetto oggetto ed è certa di essere tutte le cose, si apre il momento rinascimentale e moderno A. Ragione osservativa: La regione osserva la natura perché vuole trovare in essa se stessa, vuole portare a livello razionale quella sua certezza di essere tutte le cose. La ragione osservativa fallisce, va a perdersi nella materia cercando questa unità di spirito e materia all'interno della conformazione delle ossa craniche. Dal fallimento della ragione osservativa subentra la ragione attiva Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 26 B. Ragione attiva: Quest'unità tra spirito e materia, se non viene osservata dalla natura deve essere prodotta dall'agire, la ragione diventa attiva. La ragione attiva agisce: 1. Cercando il piacere e l'assoluto nel piacere: Ricavando il massimo piacere, la ragione si scontra con l'inevitabilità della fine di tutti i piaceri, la morte. Scacco e trapasso 2. Legge del cuore e il delirio della presunzione. È una legge individualistica che deve prevalere perché migliore. Rappresenta il delirio, la follia della presunzione 3. Virtù e il corso del mondo. La ragione si attacca ad un comportamento virtuoso, vuole invertire il corso invertito del mondo, ma esso è retto da una necessità divina C. L'individualità in sé per sé reale: È la ragione che si ritiene autosufficiente e reale. La ragione vuole realizzarsi come individuo e lo fa attraverso: 1. Il regno animale dello spirito: È la ragione dedita ai propri compiti che si auto inganna, perché spaccia questi compiti per doveri morali, mentre sono i propri interessi materiali -> Limite 2. La ragione legislatrice: È la ragione che pretende di dare leggi universali ma in realtà è una legge soggettiva, ciò che appare vero e assoluto è soggettivo e individuale 3. La ragione esaminatrice delle leggi: La ragione esaminatrice è quella che pretende di giudicare le leggi vigenti. La ragione si pone al di sopra delle leggi stesse, perché le giudica. A questo punto l'individualità in sé e per sé reale è esaurita perché la ragione se si pone sul piano dell'individualità non potrà mai realizzarsi universalmente Seconda triade: 1. Spirito: Spirito oggettivo che si manifesta nella società, quindi lo spirito è l'io che diventa noi, che si manifesta nella cultura di un popolo. Conta il rapporto del soggetto con la società A. Nella società antica il soggetto faceva tutt'uno con la società di appartenenza. Questo momento rappresenta l'adesione del soggetto alla collettività, tipica del mondo antico B. La società si incrina con il tardo impero romano, poi con il medioevo e con l'età delle rivoluzioni che hanno in comune la rivolta dell'io soggettivo rispetto alla società C. Ritrovata armonia del soggetto con la società ed che è tipico dell’età moderna 2. Religione: Lo spirito nell'interiorità del rapporto con Dio, dove resta però ancora il dualismo tra uomo e Dio e infine sapere assoluto la filosofia 3. Filosofia: La filosofia è sapere assoluto ed è la realizzazione dello spirito. Lo spirito si auto realizza nella conoscenza così come nello stato prussiano si è auto realizzato nella libertà Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 27 Enciclopedia delle scienze filosofiche (1817): Differenza con la fenomenologia: La fenomenologia: sviluppo è diacronico cioè sono figure in successione temporale L'enciclopedia: ci sta descrivendo il sistema della realtà dal punto di vista sincronico ● Hegel ha cominciato dall'idea logica prima della creazione del mondo, ha continuato con le scienze della natura e poi con le scienze dello spirito. Le discipline costituiscono il mezzo che permette ad Hegel di dimostrare dialetticamente come esse sono il progressivo farsi della consapevolezza dell'assoluto stesso. L'assoluto riflette su se stesso, si conosce, guadagna libertà La logica hegeliana: La realtà è pensiero, tutto é pensiero (panlogismo), quindi la logica che è la scienza del pensiero é altresì la scienza della realtà stessa. La realtà prima della creazione del mondo e di qualsiasi spirito finito. La logica è anche considerata l'impalcatura complessiva della realtà su cui poi sarà forgiato il mondo naturale. Mentre la logica ha un'importanza centrale nella filosofia di Hegel la scienza della natura no, perché Hegel non amava la natura, perché la natura è una perdita di consapevolezza e perdita di libertà da parte dello spirito. Quindi mentre l'idea logica è il trionfo della libertà, la natura è il trionfo del determinismo. Ma se facciamo riferimento a l'uomo possiamo dire che in lui la natura si riscatta da quest'inconsapevolezza e per questo nell'uomo la natura diventa spirito (sintesi). 1. La logica: è la scienza dell’idea nell'elemento puro del pensiero di un essere infinito. Il procedere della filosofia hegeliana segna la libera auto creatività dello spirito, che si pensa e si auto crea, e cosi anche tutte le proprie determinazioni che noi conosciamo come categorie: Quelle di Aristotele erano determinazioni di un essere, quello della natura. Si distingue la sfera del pensiero e dell'essere, pur avendo le 10 stesse categorie. È un pensiero dualistico Quelle di Kant sono concetti astratti dell'intelletto, riguardano solo la sfera del pensiero e vengono applicate alla realtà. Sono categorie leges mentis • Invece quelle di Hegel appartengono allo stesso tempo al pensiero e all'essere, sono i modi attraverso cui lo spirito pensa sé stesso, l'Idea pensa sé stessa e si autodetermina, perciò non c'è dualismo tra essere e pensieri, perché la realtà stessa nella sua essenza è pensiero, quindi la logica è l'essere che si auto riflette. Dato che è un essere infinito, allora la scienza dell'essere si identifica con al scienza di Dio. Equivalenza: La scienza del pensiero, la logica = alla scienza dell'essere, la metafisica, = anche a quella di Dio, la teologia ● Tutte le categorie non sono una determinazione della realtà fisica, ma sono articolazioni del pensiero di Dio, rappresentano un progressivo approfondimento dell'idea di Dio, fino a pervenire all'ultima categoria che è l'idea assoluta. La logica è suddivisa in tre parti: Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 28 A. La prima definizione che l'assoluto escogita di sé stesso è: “l'idea è l'essere". Jahvé si presenta dicendo "Io sono quello che è”: 1. Essere: Si tratta di un essere universale, senza determinazioni, tipo l'apeiron di Anassimandro, è la condizione di tutto ciò che poi ne scaturirà 2. Nulla: L'assoluta mancanza di determinazioni. Per definire l'essere devo definire il suo opposto, che però è apparente, infatti sia l'essere che il nulla sono totalmente privi di determinazioni particolari. L'essere trapassa nel nulla perché privo di determinazioni, nel momento che l'idea si pensa come nulla questa diventa qualcosa, cioè oggetto del pensiero dell'idea 3. Divenire: È trapasso dell'essere nel nulla e dal nulla nell'essere, quindi originariamente l'assoluto non è né essere né nulla ma è il divenire dell'uno nell'altro B. Essenza: Dopo aver posto una cosa va scavata e si compone di tre momenti: 1. Realismo ingenuo: identifica ingenuamente il pensiero con la realtà, è l'ambito della logica classica; Aristotele pensava che il pensiero fosse in grado di conoscere l'essenza delle cose attraverso le categorie, vi era una metafisica dogmatica 2. Empirismo: si fa una differenza tra la realtà vera e la rappresentazione soggettiva della realtà, è quello che Kant chiama distinzione fra noumeno e fenomeno, qui c'è la consapevolezza che la realtà vera è un'incognita cui l'intelletto non potrà mai pervenire. Secondo Hegel c'è il difetto che approda nello scetticismo, se io dichiaro inconoscibile la cosa in sé allora non potrò mai cogliere la realtà così come essa è nella sua essenza 3. Filosofia della fede: Si vuole cogliere l'essenza della realtà con un atto intuitivo, meta razionale, che supera l'elemento logico del pensiero. È la posizione dei romantici Hegel esclude questi tre approcci, nessuno di essi perviene a cogliere l'essenza della realtà. Perché tutti partono dal presupposto che l'essere e il pensiero siano due cose distinte C. Concetto: Si adotta un modo di pensare idealistico e panlogistico. Infatti quando Hegel parla di concetto non intende quello astratto dell'intelletto a cui si contrappone la realtà, ma è la realtà stessa che si pensa Una volta raggiunta la perfetta auto trasparenza nella idea assoluta, l'ultimo concetto della logica non c'è altra via da percorrere che andare fuori di sé dell'idea rappresentato dalla natura. Ma oltre a ciò Hegel dichiara che una qualsiasi attività dello spirito umano è superiore a qualsiasi spettacolo della natura perché agisce facendo uso della propria libertà. Nella natura l'idea perde se stessa, l'idea si aliena da se. Quindi la natura é perdita dell'idea, ma una perdita necessaria perché l'idea deve uscire da sé nell'antitesi. Come definisce la natura? Hegel dice che la natura è l'idea nella forma dell'essere l'altro, cioè apparentemente é altro dall'idea perché è assenza di consapevolezza e di libertà, però è sempre un modo d'essere dell'idea che si aliena da sé si allontana da sé stessa Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 29 2. Filosofia della natura: La perdita della natura è necessaria all'idea e si ha una triade: A. La meccanica: studia le condizioni astratte e generali del mondo materiale, cioè le condizioni dello spazio, del tempo, del movimento, che caratterizzano i corpi naturali B. La fisica: studia i fenomeni più complessi C. L'organica: riguarda i tre regni della natura: minerale, vegetale e animale Mentre molti filosofi romantici partivano dalla natura per comprendere l’io, per Hegel si comprende partendo dall'agire dell'uomo. Si comprende meglio Dio dall'atto di libertà compiuto da un criminale piuttosto che dalla natura, in questo Hegel è agli antipodi della posizione kantiana, che rimaneva estasiato di fronte alla natura, si ricordi il sublime. Hegel manipola liberamente le scienze, infatti questa tripartizione è il risultato di una manipolazione di tutte le scienze della natura diffuse nel suo tempo. Un segno tipico del disprezzo del filosofo per la natura lo ritroviamo nel suo disprezzo per Newton. Diceva che i tre mali dell'umanità coincidono con i tre pomi che hanno segnato la rovina dell'umanità: Adamo ed Eva, la discordia, che ha scatenato la guerra di Troia, e la mela caduta in testa a Newton. Evoluzionismo: C'era la teoria evoluzionista lamarckiana, l'uso crea l'organo, le formazioni morfologiche dipendono dall'uso che l'organismo fa dell'organo, ad esempio quando il pesce fuoriesce dall'acqua la pinna diventa poi zampa. Hegel nega l'evoluzionismo, dice che le specie non evolvono, quello che muta è il passaggio dello spirito da una specie all'altra, è lo spirito che si arricchisce e conosce meglio sé stesso passando di specie in specie, arrivando fino a quella umana, cioè acquisendo consapevolezza 3. La filosofia dello spirito: Lo spirito si realizza con l'uomo, qui spirito deve essere inteso in senso specifico, come sintesi di idea e natura. Quindi nello spirito il cerchio si chiude e l'assoluto torna a se stesso, ma non può che farlo attraverso l'uomo e la storia (storicismo). Innanzitutto va detto che la filosofia dello spirito in Hegel è tripartita in: A. Spirito soggettivo o individuale: Nello spirito soggettivo si hanno 3 scienze: 1. L'antropologia: Descrive un momento determinato soggettivo, precisamente il momento aurorale cioè originario, dove lo spirito fuoriesce dalla natura però reca ancora in sé i segni di questo collegamento dal mondo della natura. Infatti l'antropologia studia l’anima individuale, però ancora legata al corpo. Hegel studia le varie fasi della vita dal punto di vista dell'anima individuale, da questo punto di vista l'antropologia di Hegel individua una triade di dialettica: Infanzia: il bambino é in armonia con il mondo circostante Giovinezza: Il giovane si mette in un rapporto conflittuale Età adulta: l'anima individuale adulta ritorna ad accettare la realtà come essa è Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 30 2. La fenomenologia 3. La psicologia: La scienza dell'anima individuale che si manifesta nelle attività più alte: Il sapere teoretico L'attività pratica Il volere libero: È diventata la tendenza fondamentale della natura dello spirito e questo spiega il trapasso successivo nello spirito oggettivo B. Spirito oggettivo o sociale: È lo spirito che si realizza nella dimensione della collettività sociale che fuoriesce dalla semplice soggettività individualistica. Nello spirito oggettivo questa tendenza alla libertà trova manifestazione nel: 1. Diritto astratto: Lo spirito si incarna nei diversi popoli e nelle loro leggi. L'anima collettiva vuole realizzare la propria libertà è la proprietà. È chiamato diritto astratto perché nel diritto non vi è distinzione tra individui. Nella dimensione del diritto astratto abbiamo tre momenti che ci fanno percorrere dialetticamente questo primo momento dello spirito oggettivo: ● ● La prima affermazione dell'anima che vuole la libertà è nella proprietà privata La proprietà per essere tale deve essere riconosciuta collettivamente oppure la stessa proprietà deve essere legalmente riconosciuta Il terzo aspetto si chiama il diritto contro il torto. La libertà può anche realizzarsi con un'azione che va contro la legge, questa azione prende il nome di reato. Triade del diritto contro il torto: Diritto, Delitto, Pena. La pena per essere realmente efficace mira alla rieducazione di quello che si è sbagliato. Ed è proprio in questo momento che dal diritto si trapassa alla moralità 2. Moralità: Qual'è il fine della moralità? Il raggiungimento di una condizione di perfezione morale che Kant indica con il termine di santità, non potrà mai essere raggiunta e quindi si configura come un continuo tendere ad una santità morale che non acquisisce mai quel livello di perfezione 3. Eticità: Che cos'è la eticità? È la perfetta coincidenza di essere e dover essere, cioè dove il reale è razionale e il razionale è reale. Se vogliamo è un ritorno al giustificazionismo. L'eticità é il bene realizzato ma realizzato alla fine. I tre momenti dell'eticità sono: famiglia, società civile, stato. Qual è l'elemento che porta all'aggregazione umana? Origine dell'aggregazione sociale è naturalistica ed è l'attrazione tra i sessi che dà origine ad un istituto di cultura che è il matrimonio, il matrimonio rappresenta la creazione di un nuovo nucleo familiare. I figli crescono e formano a loro volta nuove famiglie generando la società civile che è l'insieme dei nuclei familiari. Perché la società civile è l'antitesi della famiglia e lo stato è la sintesi? La società civile rappresenta lo sgretolamento di questa società in tanti nuclei familiari che lottano per il loro interesse. (Atomismo sociale) Lo stato è il ritorno all'unità di intenti della famiglia nella complessità sociale che esso governa. Al di sopra dello stato non può esserci niente, perché al di sopra c'è solo uno stato spiritualmente più evoluto che lo sconfigga militarmente e lo sottometta Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 31 C. Spirito assoluto: Forma più alta poiché si riconosce nelle tre forme trinità conoscitiva che sono: 1. L'arte: È essenzialmente l'intuizione sensibile del bello, occorre un supporto materiale attraverso cui il bello si incarni, e occorre l'uso dei sensi, l'intuizione sensibile per percepire questa bellezza materiale. Nell'arte si distingue il contenuto e la forma. Il contenuto é lo spirito, la forma è il supporto materiale attraverso cui lo spirito si rappresenta. Siccome lo spirito è infinito e la forma è finita, ci sarà sempre una inadeguatezza della forma rispetto al contenuto spirituale che essa intende esprimere. Anche la storia dell'arte si suddivide in tre periodi: Simbolica: mondo orientale antico, pre-classico, forma e contenuto non si equilibrano Classica: arte classica, forma e contenuto si equilibrano • Romantica: nuovo disequilibrio in cui il contenuto spirituale questa volta è ricco, ma la forma materiale attraverso cui esso viene espresso è insufficiente e inadeguata ● Quindi il primo e il terzo momento, sono caratterizzati da uno squilibrio tra forma e contenuto. L'arte romantica è l'ultima delle forme artistiche con essa si celebra la morte dell'arte. Questo tema della morte dell'arte è ritornato in pieno ventesimo secolo dinanzi alle presunte degenerazioni dell'arte contemporanea. Se l'arte muore vuol dire che trapassa in qualcos'altro 2. La religione: ha lo stesso contenuto dello spirito, ma lo esprime nella forma della rappresentazione di fede. La religione è caratterizzata dallo sforzo dell'anima umana per unirsi a Dio. il progresso in ambito religioso sta nella progressiva smaterializzazione del concetto di Dio, dell'idea di Dio. Tre fasi: ● • Del mondo religioso o fase naturalistica: Dio è rappresentato come elemento naturale Religioni di individualità spirituale, che sono le religioni classiche greco romane in cui Dio era presentato come un essere umano perfetto Religione assoluta, chiamata assoluta poiché oltre non si può andare. Hegel dice che il cristianesimo è la religione assoluta, in quanto religione è la forma più alta ma in quanto autoriconoscimento dello spirito dovrà essere superato anche esso 3. La filosofia: La conclusione e l'inizio alla fine si toccano, e cioè l'assoluto essendo pensiero creatore si conoscerà nel modo migliore, nella forma del concetto e conoscere l'assoluto nella forma concettuale vuol dire fare filosofia, quindi la filosofia è lo strumento più elevato l'unico adeguato attraverso cui l'uomo conosce l'assoluto e l'assoluto viceversa conosce se stesso attraverso l'uomo. Arte, religione e filosofia hanno lo stesso contenuto (esprimono la stessa cosa) ma diversa forma in cui esprimersi. Lo spirito ha diversa forma attraverso cui manifestano lo spirito. L'arte attraverso l'intuizione sensibile. La religione attraverso la rappresentazione. La rappresentazione è qualcosa di pre concettuale e qualcosa di pre logico, corrisponde un pò alla devozione. La filosofia attraverso il concetto. Infine c'è la filosofia che si rappresenta l'assoluto cioè lo spirito Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 32 Teoria della storia: La storia del mondo si scandisce in tre momenti fondamentali: La storia antica orientale ● Il periodo classico greco romano Infine il terzo momento che si chiama Cristiano-Germanico ● Lo stato Prussiano Germanico rappresenta lo stato ideale, la sintesi che già nell'antichità lo storico greco Polibio aveva sottolineato monarchia, aristocrazia e democrazia La storia del mondo può essere considerata in due modi: • In modo intellettualistico: la storia del mondo è una serie caotica di fatti senza connessione • In modo razionale: la storia manifesta la volontà di autorealizzazione di un principio infinito, che si chiama spirito del mondo ma lo spirito è Dio Statolatria hegeliana: Lo stato non è per l'individuo, al contrario è l'individuo che agisce per lo stato, perché lo stato rappresenta il bene assoluto realizzato nell'ambito sociale. Questa è la concezione dello Stato etico, stato che realizza il bene e quindi lo stato che deve essere obbedito incondizionatamente. Al di sopra dello Stato non c'è niente se non uno stato più forte che lo sottomette, lo stato è la massima realizzazione dello spirito oggettivo quindi nessun individuo è al di sopra dello stato, tutti gli individui devono servire lo stato, perché lo stato rappresenta la razionalità realizzata nella storia dell'uomo. Lo stato rappresenta anche lo spirito del mondo che si realizza nei vari spiriti dei popoli, ma ciascun spirito di un popolo si realizza nella costituzione dello Stato a cui il popolo appartiene, è per questo che ogni popolo ha il suo stato e la sua costituzione, ed è per questo che è vano imporre al popolo la Costituzione di un'altro popolo: è un'operazione impossibile Filosofia politica: Hegel non accetta né il liberalismo né il contrattualismo, né il naturalismo, né la democrazia. Democrazia: Non accetta la democrazia perché antepone l'individuo allo stato, antepone la volontà della massa, ma dice Hegel la massa non sa nemmeno ciò che vuole. La democrazia quindi antepone la forza del numero alla sacralità dello Stato, questo è un errore. Lo stato non è per l'individuo ma è l'individuo per lo stato, perché lo stato rappresenta il bene realizzabile. Liberalismo: Dice che lo stato nasce per tutelare i diritti individuali. Hegel vede la cosa in modo opposto. L'individuo di per sé non ha nessun diritto, è lo stato che concede i diritti all'individuo. Lo stato non può essere asservito agli interessi individuali, deve governare gli interessi contrapposti della società civile, quindi è lo stato che conferisce i diritti. Per Hegel l'individuo al di fuori dello stato non è niente (statalismo). Lo stato è Dio in terra, il fine dello stato è incontrare la libertà, e lo stato conta più dell'individuo quindi è l'individuo che si deve sacrificare per lo stato Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 33 Individui cosmico-storici: C'è solo una categoria di individui che può opporsi alla società a cui appartiene ma una categoria molto limitata numericamente è la categoria degli eroi cosmico-storici. L'individuo cosmico-storico è un capo per natura che non obbedisce tanto allo spirito del popolo cui appartiene, ma viceversa è un individuo cui si serve lo spirito del mondo per far progredire l'umanità intera. Dinanzi a questo individuo eccezionale i popoli naturalmente obbediscono ai suoi voleri, perché sanno che devono farlo, sentono che c'è un carisma particolare dietro questi individui e sanno che non possono opporsi. In tutto ciò agisce quello che Hegel chiama “l'astuzia della ragione". Lo spirito si è servito di lui avendo realizzato i suoi scopi, cioè la diffusione delle istituzioni rivoluzionarie moderne Giusnaturalismo: Hegel si contrappone al giusnaturalismo, e dice che vi è un diritto naturale: è unitario, uguale perché appartiene alla natura umana. Hegel nega che ci sia un diritto naturale, i diritti coincidono con le leggi che ciascuno Stato concede ai suoi cittadini. Hegel promotore dello stato di diritto Hegel è un promotore dello stato di diritto, vuol dire uno stato ndato sulla legge non tanto sulla volontà individuale dei governanti ma sulla legge. Quindi quando c'è una contrapposizione tra gli Stati vince la società con un più elevato grado di sviluppo dello spirito. Hegel è convinto che la storia è il tribunale del mondo, cioè il tribunale in cui gli Stati e i popoli vengono giudicati attraverso una guerra, poiché la guerra emana sempre delle sentenze, un popolo trionfa mentre l'altro soccombe, un popolo vince l'altro viene sottomesso. Queste sono le sentenze della storia, la storia è giustiziera, ma noi dobbiamo essere convinti che c'è un piano provvidenziale e che quindi accetta il provvidenziale cioè la visione della storia come dominata da un fine superiore che sarà comunque raggiunto attraverso le vicissitudini dei popoli e degli stati, c'è un provvidenziale c'è una finalità storica coerente che spiega l'avvicendarsi dei singoli popoli all'avanguardia della storia. La libertà che ricerca lo spirito si realizza con la guerra. La guerra è come la lotta delle autocoscienze, qualcosa di necessario I tre poteri fondamentali dello stato: Lo stato prussiano rappresenta la sintesi dei tre poteri fondamentali dello Stato: ● La figura del monarca L'aristocrazia • La partecipazione popolare con l'istituto del voto quindi anche democrazia. Quindi lo stato prussiano rappresenta la sintesi di monarchia, aristocrazia e democrazia Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 34 Destra e sinistra Hegeliane I discepoli di Hegel, berlinesi si dividono in due fazioni contrapposte. Strauss ha escogitato destra e sinistra (inconciliabili), prendendo a modello il parlamento francese: • Alla destra del direttore sedevano i conservatori Alla sua sinistra i progressisti Il problema centrale che divide le due fazioni è il rapporto tra filosofia e religione. Questo rapporto nella filosofia di Hegel era piuttosto ambiguo, perché: In Hegel filosofia e religione sono le due forme dello spirito assoluto Inoltre Hegel dice anche che il cristianesimo è la religione assoluta ● ● Dal punto di vista politico; anche qui Hegel è stato piuttosto ambiguo: Da un lato con il giustificazionismo aveva giustificato l'esistente in tutti i suoi aspetti, e quindi la situazione politica, i governi esistenti • Dall'altro abbiamo la dialettica che è continuo superamento dello spirito ● Destra Si tratta per lo più di teologi che utilizzano Hegel per realizzare una scolastica dell'hegelismo Ha posizioni conservatrici sia in ambito religioso sia in ambito politico Insiste sull'identità di contenuto: il contenuto della religione e il contenuto della filosofia è lo stesso: dicono entrambe la verità È conservatrice: insiste sul giustificazionismo per motivare posizioni conservatrici sia in ambito politico, sia in ambito religioso Sinistra Composta dai giovani hegeliani, nati dopo il 1830. Tra questi Feuerbach e Strauss, filone più importante dal punto di vista storico Ha posizioni di contestazione della sistema politico, quindi potenzialmente rivoluzionarie Insiste sulla diversa forma, dice che a un certo momento la filosofia soppianterà la religione: sottolinea il fatto che come a un certo punto ci sarà una morte della religione che trapassa nella filosofia È progressista fondandosi sulla dialettica Hegeliana. Insiste sul concetto di dialettica, di auto-superamento dello spirito per approdare a posizioni progressiste e rivoluzionarie in politica, e per approdare all'ateismo anti- cristiano nell'ambito religioso Feuerbach e Strauss hanno criticato dal punto di vista filosofico il cristianesimo e la religione; Feuerbach arrivando al pieno ateismo Strauss limitandosi a relegare nella sfera del mito tutto quello che non può essere provato storicamente del cristianesimo sulla base di una lettura filologica delle scritture Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 35 David Strauss Studia le sacre scritture dal punto di vista storico filologico, relegando nell'ambito o mitico o dottrinale tutto quello che non è dimostrabile storicamente. In ogni religione distingue 3 aspetti: la storia, il mito e la dottrina (aspetto filosofico) Questo distinguere storia, dottrina e mito già faceva scandalo perché tutti i miracoli di Cristo venivano relegati nell'ambito mitico, non venivano considerati fatti storici Cos'è il mito? Il mito si differenzia dalla leggenda, perché la leggenda è la semplice amplificazione di un fatto storico. Si distingue dal mito in quanto non ha un significato profondo, universale. Il mito invece ha un significato profondo e universale e quello cristiano per Strauss si fonda su due premesse: • L'attesa del messia da parte del popolo ebraico • La forte impressione che fece la personalità storica di Gesù di Nazareth sulla mentalità ebraica e sull'attesa del messia Questo equivale a dire che della figura storica di Gesù di Nazareth si è impadronito del mito e ne ha fatto qualcosa di carattere universale Qual è l'idea profonda che sta dietro la figura del messia cristiano? L'idea di fondo è di carattere hegeliano: l'unità di finito e infinito; che viene espressa nella figura di Cristo come compresenza della natura umana, quindi finita, e della natura divina. Il mito dunque si appropria della figura storica di Gesù e la amplifica facendone le premesse di una vera e propria religione, il cristianesimo, che si distingue dal vecchio ebraismo Ludwig Feuerbach È stato un discepolo fedele, fino a un certo momento, di Hegel, poi divenne avversario perché si rese conto che il suo pensiero doveva essere rifondato per una contraddizione fondamentale: ha invertito soggetto e predicato, causa ed effetto, l'ordine temporale del prima e del poi. Soggetto e predicato Per Feuerbach è l'essere (soggetto) che genera il pensiero (predicato): il soggetto è l'essere l'umano, che pensando crea il pensiero Causa ed effetto: ● Hegel: L'essere dell'uomo (causa), produce il pensiero (effetto) Feuerbach: il vero soggetto è l'essere, e l'attributo è il pensiero, perché è l'uomo che lo produce Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 36 Successione temporale: Hegel: pone prima il pensiero, che produce tutte le cose tra cui anche l'essere umano Feuerbach: Viene prima l'essere e poi il pensiero di questo essere ● Quando Feuerbach parla di essere umano, parla di essere umano in carne ed ossa. Un altro errore di Hegel secondo Feuerbach è infatti l'aver considerato soltanto la razionalità; mentre l'essere umano è in primo luogo passione. Feuerbach dichiara “l’uomo è ciò che mangia”, cioè l'uomo non è spirito, ma è un corpo ed esiste perché c'è la funzione dell'alimentazione. Per cui Feuerbach dice che nella filosofia dell'avvenire, tutto è basato su una corretta alimentazione Feuerbach dice cioè che la base di tutto è l'alimentazione. Infine dice di Hegel che è l'ultimo rifugio della teologia, perché dire che l'idea ha prodotto la natura hegelianamente, alienandosi da sé, equivale a dire che un principio infinito, Dio, ha creato il mondo, e cioè il finito. "I pensieri sulla morte e sull’immortalità”: In questo saggio dice che l'individuo è mortale, e nulla sopravvive dell'individuo alla morte. Immortale è soltanto la specie. L'estinzione per Feuerbach non esiste. L'individuo è mortale, la specie sopravvive all'individuo, perché si tramanda di generazione in generazione; la specie è immortale perché è la cosa che unicamente sopravvive. Come si è realizzata questa credenza in Dio che, secondo Feuerbach, è alienante? L'uomo ha proiettato le proprie qualità migliori nell'alto dei cieli e le ha divinizzate, ha ritrovato le sua qualità in un Dio che lui stesso ha creato. Da questo punto di vista la teologia si risolve ad antropologia; l'insieme delle qualità e caratteristiche di Dio, è l'insieme delle qualità migliori dell'uomo, quindi è un'antropologia. La descrizione di Dio in realtà è una descrizione delle qualità migliori dell'uomo Come è avvenuta questa proiezione? È stata un'alienazione; come un atteggiamento umano, inconsapevole con cui l'uomo proietta in Dio se stesso, e poi si assoggetta a questo Dio fittizio che lui stesso ha creato. Dio è l'alienazione religiosa Le ragioni dell'uomo: L'uomo è finito e mortale, mentre la specie è immortale: Dio è eterno, volontà di immortalità L'uomo ha infiniti desideri che non può soddisfare: in Dio si proietta il soddisfacimento dei desideri ● ● • L'uomo per vivere ha bisogno di determinate sostanze naturali: allora l'uomo divinizza quello di cui ha maggiormente bisogno, cioè le parti della natura che gli sono indispensabili alla vita Questo atto di proiezioni, dall'uomo a Dio, è l'atto più originario che si possa immaginare; infatti la religione anticipa sempre la filosofia e la scienza Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 37 Gli aspetti della religione: L'aspetto negativo è l'alienazione L'aspetto positivo è che essendo originaria la religione è la prima forma di autocoscienza dell'uomo, soltanto che è inconsapevole. Cioè l'uomo prima di indagare se stesso indaga da se ciò che ha proiettato nell'alto dei cieli nella forma di Dio La storia delle religioni tra loro: Ci sono religioni che nascono, muoiono, alcune sono morte, altre sono sopravvissute fino ad oggi Come avviene questo meccanismo? Quando una religione nasce questa accusa le precedenti di essere puro antropomorfismo, di essere un fatto solo umano, e quindi che gli dei precedenti non sono mai esistiti. Ma la stessa religione che nasce si dimentica di applicare la stessa procedura a se stessa; ma è chiaro che non può non farlo perché sennò cesserebbe di esistere come religione. E dunque bisogna aspettare sempre la religione successiva affinché smascheri l'antropomorfismo della religione attuale. Ma non cambia la sostanza delle religioni, la religione fondamentalmente è una creazione umana; tutto ciò che l'uomo ha da sempre detto di Dio, in realtà va immaginato come detto dall'uomo stesso. La teologia si risolve in antropomorfismo. La filosofia dell'avvenire: È una filosofia atea; secondo Feuerbach l'uomo si deve sbarazzare di Dio: il fare a meno della religione diventa un atto morale, perché l'uomo deve sostituire all'amore di Dio l'amore dei suoi simili, cioè la filantropia Qual è l'essenza della religione? L'essenza del cristianesimo è il fatto che l'uomo al tempo di Cristo aveva desideri infiniti e quindi li proiettava, creando un unico Dio onnipotente, onnisciente, infinito ed eterno. Mentre al tempo dei greci l'uomo aveva dei desideri finiti e quindi li proiettava in divinità politeiste che avevano qualità limitate La religione di positivo ha che ci permette di conoscere l'uomo e il suo spirito fin dalla sua età arcaica. È utile per vedere come i popoli hanno rappresentato se stessi Il riduzionismo: La forma filosofica di Feuerbach è una forma di riduzionismo, ridurre alla dimensione umana, cioè inferiore, quello che appartiene a un rango superiore; cioè il divino viene ridotto all'umano. Abbiamo visto come alcuni filosofi si sono chiesti se esiste veramente il mondo al di fuori di se stessi, e cioè se il mondo della percezione sensoriale sia un mondo reale o illusione. Per Schopenhauer è illusione Feuerbach dice che attraverso l'amore, si realizza l'unica prova ontologica dell'esistenza del mondo, perché quello che posso credere io è illusione, ma se ci sono altri che percepiscono lo stesso mondo allora questo è la verità Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 38 Arthur Schopenhauer Schopenhauer è uno dei padri fondatori dell'irrazionalismo contemporaneo, tendenza del pensiero che culmina poi in Nietzsche e che non vede nella storia nessuno scopo finale, non vede nella ragione una facoltà che permetta all'uomo di realizzarsi e realizzare la propria felicità. Il mondo viene visto con un'ottica pessimistica, viviamo nel peggiore dei mondi possibili Il pessimismo deriva dal fatto che non si tratta solo di un pessimismo relativo a questa nostra vita sulla terra, ma il pessimismo si estende anche alla radice metafisica del tutto. Ci sono due tipi di pessimismo: Chi è pessimista riguardo la realtà finita del mondo, ma è ottimista riguardo l'esistenza ultraterrena • Per Schopenhauer il pessimismo si estende anche alla radice metafisica del tutto, non c'è nessun aldilà che possa consolare del dolore e della sofferenza del mondo Le religioni per Schopenhauer non sono altro che metafisiche consolatorie per il popolo, cioè credenze di cui il popolo ha bisogno per illudersi. Nemmeno la scienza offre una soluzione definitiva nella storia dell'uomo, perché è al totale servizio della volontà di vita, e la volontà di vita è quello che condanna l'uomo alla sofferenza. La sfortuna di Schopenhauer dura fino al 48 perché poi scoppia la rivoluzione in tutta Europa e si comprende che la realtà non era così ottimistica e positiva come gli idealisti pensavano Fonti del pensiero Schopenhaueriano: 1. Kant: tematica del fenomeno e del noumeno. Il fatto che noi non cogliamo la realtà così com'è realmente ma solo la semplice rappresentazione fenomenica di essa e che l'oggetto è una costruzione del soggetto che applica sugli oggetti le sue categorie e applica le intuizioni di spazio e tempo -> E questo che noi intendiamo come fenomeno. Differenze: Kant Il fenomeno è il fondamento su cui si basa il sapere scientifico con l'applicazione delle categorie e della spazio temporalità Il noumeno è una x inconoscibile, incognita a cui non perverrà mai Schopenhauer Il fenomeno è la fonte dell'illusione universale, e finché usiamo le categorie, lo spazio e il tempo non cogliamo, dobbiamo utilizzare un'altro strumento Il noumeno della realtà può essere colto attraverso il nostro corpo 2. Platone: dottrina delle idee. Il principio metafisico della realtà si manifesta in un primo momento al di fuori dello spazio e del tempo, e cioè nella dimensione delle idee che sono i modelli eterni e immutabili sulla cui base si sono forgiate le cose. Dalle idee secondo Schopenhauer dipende l'estetica schopenhaueriana cioè la contemplazione del bello nella sua forma naturalistica e artistica Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 39 3. Pensiero illuminista di Voltaire : Nella diatriba tra materialismo e idealismo, afferma che hanno torto entrambe le scuole: • Il materialismo riduce il soggetto a oggetto, cioè a materia • L'idealismo riduce l'oggetto a soggetto, cioè a spirito Questa riduzione doppia è falsa perché nel concreto della rappresentazione esiste sempre sia il soggetto che l'oggetto è l'uno non è riducibile all'altro 4. Romanticismo: Aveva letto e conosceva Leopardi. Per Schopenhauer il piacere è essenzialmente negativo, cioè l'eliminazione temporanea di un dolore ma il dolore resta la tonalità fondamentale dell'esistenza nelle sue due forme di: Dolore attuale e Noia. Schopenhauer dice che l'esistenza umana è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia. Dal romanticismo riprende la tematica di finito e infinito e il valore salvifico dell'arte, soprattutto della musica, arte più dematerializzata (musica spostamento di particelle d'aria) "Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente”: In quest'opera si dimostra come il principio di causalità preme in tutta la realtà divisa in 4 ambiti: fisico, logico, morale e matematico-geometrico Principio di causalità: Il principio di ragion sufficiente non è altro che il principio di causalità che non è altro che ciò che il soggetto proietta sull'oggetto: gli eventi naturali si strutturano secondo una serie di cause ed effetti e questa è la causalità del divenire. Connettiamo i ragionamenti facendo discendere le conseguenze delle premesse (le premesse sono la causa, le conseguenze sono gli effetti). Quindi anche nel pensiero vige il principio di causalità, come vige in matematica e geometria Tutti i principi e le dimostrazioni matematico geometriche non sono altro che che l'applicazione della causalità al dominio dello spazio e del tempo (mondo dei numeri) Quando agiamo abbiamo delle motivazioni che sono la causa per cui rispondiamo con certe azioni e le azioni sono gli effetti delle motivazioni Quindi basta un'unica categoria per spiegare la realtà, in più occorrono le 2 intuizioni dello spazio e del tempo. Dunque Il soggetto si rapporta alla realtà mediante 3 strutture fondamentali: spazio, tempo e causalità Spazio e tempo moltiplicano la sostanza unitaria della realtà in tanti oggetti che si situano secondo il soggetto: L'uno accanto l'altro: spazio e l'uno dopo l'altro: tempo La sostanza della realtà è unica ma noi la vediamo moltiplicata in tanti enti perché siamo soggetti che si rapportano all'oggetto mediante lo spazio e il tempo La visione di Schopenhauer è una visione unitaria e monistica come quella di Hegel. Solo che questo Infinito è un'entità irrazionale, che può soltanto desiderare se stessa e la vita, questo da origine ad una molteplicità di esseri che non possono fare altro che desiderare per desiderare, cioè desiderare la vita nella consapevolezza di uno scacco finale. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 40 Quindi teoricamente la vita non ha nessuno scopo, noi infatti siamo dominati dall'istinto di conservazione che non è uno scopo prefissato ma semplicemente ci ordina di continuare a vivere. La vita per la vita è l'unica ragione che abbiamo per essere qui in questo mondo. Secondo Schopenhauer la filosofia non è altro che la riflessione di un soggetto su una realtà che gli sta di fronte, cioè sull'oggetto. Quindi i 2 poli fondamentali della filosofia ma in generale della rappresentazione sono: il Soggetto e l'Oggetto, che sono ineliminabili: Soggetto: ciò che tutto conosce senza essere conosciuto, applica spazio tempo e causalità all'oggetto. Questo determina l'illusione della molteplicità, la realtà vera è unitaria Oggetto: ciò che viene conosciuto dal soggetto mediante le categorie del soggetto: spazio, tempo e causalità Il noumeno: Per Schopenhauer il noumeno è conoscibile perché noi abbiamo 2 modi di conoscere le cose: Sensi: il mondo è rappresentazione per me che me lo rappresento mediante spazio, tempo e casualità 1. 2. Corpo: Possiamo vivere noi stessi e il mondo attraverso questo, che si presenta in 2 modi: Rappresentazione della mia mano e non saprò mai quale è il noumeno al di dietro di questa rappresentazione Rappresentazione dal dentro: mi rendo conto che l'essenza del mio corpo è che esso è volontà, il mio corpo è volontà di vita obiettivata "wille" La volontà di vita è allora l'essenza di tutto ciò che compone il mio corpo. Ogni mio organo e apparato è l'obiettivazione di un desiderio, di una volontà di vita. Attraverso un ragionamento analogico stabilisco, infatti, che la volontà di vita che domina il mio corpo domina tutti gli altri corpi. Quindi nella sua essenza la volontà di vita è incosciente, è una forza irrazionale non consapevole di sé. Tutto ciò che ci circonda vuole la vita: il reticolo cristallino è un esempio di volontà di vita. La forza di gravità che attrae le masse è un'altra manifestazione del wille. La volontà di vita è una forza che vuole la preservazione di se stessa a prezzo del dolore di milioni di esseri, la vita è una lotta per l'esistenza in cui le specie si danno la morte per sopravvivere. ● Da un lato desidera, ha fame di vita: un leone che divora una gazzella Dall'altro lato scappa, ha desiderio di vita: la gazzella non vuole essere divorata La volontà di vita per vivere ha bisogno di sbranare se stessa. C'è più piacere nel leone nello sbranare o più dolore la gazzella che viene sbranata? La gazzella, quindi se moltiplichiamo tutti questi fenomeni della sopravvivenza complessiva del nostro pianeta avremo che il dolore sopravanza il piacere Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 41 Il desiderio: Il desiderio è il dolore per la mancanza di ciò che desideriamo, cioè desiderare e soffrire è la stessa cosa. Ma c'è un momento in cui avendo soddisfatto i nostri desideri abbiamo un po' di pace? Si, la noia quindi la vita è un pendolo che oscilla tra il dolore del desiderio e il dolore della noia. La noia è la condizione in cui non avendo nulla da desiderare l'individuo non sa più che fare di se stesso e della sua vita Siccome tutti gli esseri desiderano la vita, tutti soffrono -> La vita è dolore: se abbiamo un malattia la nostra attenzione si concentra sul dolore ma ammettiamo di essere sani, non sentiamo la sanità del corpo come piacere ma come unico dolore; siamo fatti per sentire il dolore L'uomo è l'essere che soffre perché deve soddisfare un maggior numero di bisogni, perché oltre a quelli fisici ci sono quelli morali, spirituali, conoscitivi. Quindi la ragione non solo non è il fondamento della realtà ma è anche un accrescitivo del dolore stesso la coscienza aumenta il dolore, quindi l'uomo soffre di più dell'animale, che soffre più della pianta Quale tipo di uomo soffre di più? Soffre di più l'uomo più sensibile (poeta, artista, filosofo), quanto più aumenta il coefficiente di sensibilità tanto più aumenta il dolore. L'uomo è l'unico essere che gode nel vedere la sofferenza del suo simile, anzi è il successo del nostro simile che ci da fastidio. Gli uomini stanno insieme, si uniscono, sono socievoli ma fin quando fa loro comodo o finché hanno paura della natura e delle sue minacce, quando non c'è più questa comodità l'uomo diventa un buco per l'altro uomo Scontro con le consolazioni: Schopenhauer se la prende con le consolazioni possibili di questo mondo, cioè con: ● Il pensiero ottimista e non solo idealista, che dice “questo è il migliore dei mondi possibili" Con le religioni consolatorie che mascherano la realtà, salvo il Buddhismo che afferma che la vita è dolore e che dipende dal desiderio e l'induismo che dice che ciò che appare è illusione • Con la religione cristiana dicendo che “un giorno la vera sapienza (sapienza indiana) travolgerà quella cristiana” -> nemmeno la scienza è una salvezza. La scienza come la tecnica sono al servizio della volontà di vita, soddisfano i nostri desideri, come per esempio la chirurgia estetica Caratteristiche della volontà di vita: ● Questa volontà di vita è al di là dello spazio e del tempo, è una forza metafisica, è il fondamento del mondo e quindi è eterna, è ingenerata, incorruttibile perché al di fuori dei condizionamenti di spazio e tempo -> è una forza che vuole la vita ma senza uno scopo particolare Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 42 Come si manifesta la volontà: 2 forme: Nella pluralità delle idee che sono i modelli eterni di origine platonica attraverso cui tutte le cose sono state create, e queste idee sono al di fuori dello spazio e del tempo e noi le possiamo conoscere attraverso la contemplazione artistica • Attraverso gli enti che possiamo percepire in natura, che ricadono sotto lo spazio e il tempo Considerazione dell'ottimismo: Schopenhauer è contrario ad ogni forma di ottimismo, che deriva anche da una visione religiosa, la religione per lui non è altro che metafisica per il popolo che ha bisogno di essere consolato Forme di ottimismo: 1. Ottimismo cosmico: Consiste nel dire che l'essere è qualcosa di positivo, è governato da una forza divina e intelligente, provvidente sia nella forma deistica (il cristianesimo) sia in quella panteistica (l'hegelismo) —> impalcatura metafisica, ottimistica e consolatoria è illusoria Sostiene che è più bello e poetico l'Inferno, perché Dante è stato ispirato dai mali e dalle sofferenze reali. E che il Paradiso è più insipido, perché Dante non aveva un modello di ispirazione, in quanto la beatitudine non esiste nella realtà Questo ottimismo non ha ragion d'essere, perché il fondamento dell'essere è negativo, è una forza che condanna alla sofferenza. La Ragione, per Schopenhauer è un'occasione di sofferenza in più Qual'è la condizione più umiliabile? Siccome i due dolori fondamentali sono la brama insoddisfatta e la noia, la condizione più umiliabile da parte dell'uomo —> È quella di chi ha modo di soddisfare ogni desiderio che compare alla sua coscienza Qual'è la condizione migliore? È quella di chi fa passare poco tempo tra la noia e l'insorgenza di un nuovo desiderio, perché così si soffre meno di noia; ma questo non significa che l'uomo sia felice, questa è la condizione umana meno sofferente ma non elimina le cause fondamentali del male 2. Ottimismo sociale: Parte dal presupposto che l'uomo è un essere buono e socievole, è un essere che cerca spontaneamente i suoi simili. La cattiveria dell'uomo verso i propri simili emerge dal fatto che le disgrazie altrui suscitano spesso una soddisfazione nel nostro istinto egoistico, mentre ogni vantaggio del prossimo, ci irrita spingendosi a comportarci male 3. Ottimismo storico: La storia ha uno scopo (Hegel). Per Shopenhauer la storia è simile alla musica che si ripete, cambiano cose insignificanti. La storia è nascita, sofferenza e morte La storiografia, inganna perché ci fa credere che la storia sia sempre diversa. Dice Schopenhauer, “non è la storiografia che ci dice la verità, ma è la filosofia della storia che lo fa”. ù Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 43 Cosa è l'amore per Schopenhauer: Schopenhauer dice che al fondamento del romanticismo, c'è solo l'impulso sessuale -> lo riduce alla sua base istintiva, l'uomo non cercherebbe la donna se non avrebbe l'istinto sessuale Che cos'è l'istinto sessuale? É la volontà di vita che vuole perpetuare la specie, per cui l'uomo che desidera la donna o viceversa, non è che altro lo zimbello della natura. L'astuzia della volontà di vita ci fa credere che l'amore sia un'ideale di appagamento e realizzazione e ci spinge verso l'unione sessuale per propagare in nuove vite lo strazio di quelle precedenti. L'amore sono due infelicità che si incontrano, che si scambiano e una terza infelicità che si prepara Dinanzi all'amore sessuale abbiamo opposti sentimenti: Da un lato lo consideriamo qualcosa di bello, appagante, positivo, da vivere Dall'altro ci da un senso di inappagamento, di insoddisfazione, di delusione ● L'amore prima di essere consumato è un'illusione e dopo essere stato consumato diventa una delusione. piacere è come un palliativo che interrompe un dolore momentaneo per poi ripresentare un dolore più grande in futuro Che ci sia sotto l'astuzia della volontà di vita si vede dalla donna, che è bella e attraente finché non ha partorito poi velocemente perde ogni attrattiva, perché ha realizzato quello che il wille voleva da lei, cioè la perpetuazione della specie. Ma allo stesso tempo nelle religioni, la sessualità è sottoposta a divieto e vergogne, perché sotto sotto l'uomo sa che l'atto sessuale è un atto criminale perché moltiplica la sofferenza dell'umanità moltiplicando gli esseri umani Secondo Schopenhauer cosa c'è dopo la morte? -> È per questo La morte per è illusoria perché è il corpo che muore, muore l'apparenza Quindi è la volontà di vita che perde una manifestazione ma ne guadagna altre che il suicidio non risolve il problema perché tu non estirpi la volontà di vita, ma continua a manifestarsi in esseri che soffriranno per tutta l'eternità. Il suicida vuole la vita ma non accetta le condizioni che essa gli dà ma quando si uccide non uccide la volontà di vita Dobbiamo trovare altre soluzioni: 1. Bellezza: Nell'arte contempliamo la purezza dell'idea al di fuori dello spazio e del tempo, nella contemplazione dell'idea, dimentichiamo di desiderare (contemplazione disinteressata), il wille viene come sospeso e diventiamo contemplatori della bellezza La forma artistica più elevata è la musica perché non esprime l'idea ma i moti della volontà di vita che vengono da noi contemplati disinteressatamente. Tutte le altre forme artistiche sono figurative, esprimono un'idea universale. Ma questa non può essere una soluzione definitiva, perché la contemplazione è temporanea Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 44 2. Compassione: Dinanzi allo spettacolo di esseri che soffrono senza speranza, posso provare pietà e fare di tutto per alleviare le sofferenze, questo atteggiamento si compone di: Giustizia: Riconosco lo stesso diritto all'esistenza di tutti gli altri esseri. La giustizia si sostanzia nel non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te Compassione propriamente detta: fai agli altri quello che volessi venga fatto a te ● ● Questa non può essere una definizione definitiva perché il nostro problema è quello della sofferenza quindi non si può risolvere il patire con il compatire: il compatire è un'altra forma del patire, più grave perché tu non soffri soltanto dei tuoi dolori, soffri per i dolori del mondo intero -> Dobbiamo arrivare ad una consapevolezza che acquieti la volontà di vita, arrivare a un senso di orrore che ci spinga a ripudiare il wille in noi stessi 3. Ascetismo: L'estirpazione sistematica di ogni desiderio. La volontà di vita è unica anche se si manifesta in tanti esseri, quindi se venisse estirpata in un solo essere sarebbe estirpata in toto Ma se non esiste la volontà, siccome il mondo è rappresentazioni di questa volontà, non esisterà nemmeno la rappresentazione, e quindi questo mondo fatto di soli, pianeti….. non esisterà più -> Non sarà il puro nulla, ma la ondizione di beatitudine e liberazione totale del saggio, che non possiamo descrivere in termini umani perché viviamo nel mondo del desiderio, dobbiamo arrivare a questa condizione e allora sarà vinta definitivamente la volontà di vita e non soffriremo Quindi ora c'è la terza via, quella decisiva attraverso cui la voluntas diventa noluntas, il voler vivere diventa non volontà di vita L'ascesi: Il processo di liberazione dalla volontà culmina nell'ascesi, che a sua volta si articola: nella castità, nella povertà, nel digiuno, nelle pratiche di mortificazione del corpo in genere fino a che non sopraggiunga la morte, accolta come liberazione definitiva. Schopenhauer giustifica questa sua celebrazione dell'ascesi fino alle estreme conseguenze facendo appello alla necessità di recidere alla radice la volontà. San Francesco praticava la castità, la povertà….. se era felice è la dimostrazione che Schopenhauer ha ragione perché si è liberato dal dolore del vivere con un atteggiamento ascetico -> Francesco pur nelle sofferenze è stato felice e ha realizzato il senso della sua vita Schopenhauer si contraddice perché è un filosofo al di sotto della sua filosofia, non si è impegnato in una pratica ascetica. L'ideale che propone è arduo e nella storia del mondo non è stato mai realizzato pienamente, perché ancora c'è la volontà di vita, se fosse stata estinta in un solo uomo sarebbe stata estinta in toto e non ci sarebbero più gli uomini e il mondo e nemmeno la rappresentazione Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 45 Søren Kierkegaard È considerato precursore dell'esistenzialismo, di quella filosofia che intende indagare i fondamenti ultimi dell'esistere umano, la condizione, le scelte e le possibilità dell'uomo nel mondo Nel periodo tra le due guerre, si ebbe un vero e proprio Rinascimento Kierkegaardiano che va tutt'uno con l'affermazione dell'esistenzialismo del pensiero novecentesco. La personalità di Kierkegaard è una personalità psicologicamente molto tormentata. Si rifiutò di fare del cristianesimo una professione retribuita dallo stato, e che permetteva di conseguire una posizione con i suoi utilizzi, quando il fondatore del cristianesimo è stato crocifisso Il cristianesimo: Concepisce il cristianesimo non come una teologia, ma come una testimonianza divina. È una religione che si deve isolare perché ti schieri contro il mondo e contro i valori del mondo. Sostiene che non si può essere cristiani fino a un certo punto e non si può giocare al cristianesimo Il cristianesimo è una cosa seria: perché essere cristiani significa: Testimoniare, così come ha testimoniato Cristo, la verità Diventare martiri del mondo Distinzione tra cristianità e cristianesimo: Cristianità indica l'estensione in orizzontale del cristianesimo, la sua diffusione nel mondo Cristianesimo è una dimensione verticale, l'intensità di vita con cui è vissuto il cristianesimo ù Sono grandezze inversamente proporzionali perché: quanto più aumenta la cristianità, tanto più il cristianesimo si fa scuola e tanto più decade della sua vera natura All'origine l'intensità era massima, l'estensione minima, infatti tutta l'intensità della testimonianza di vita cristiana si incentrava nella figura di Gesù cristo. Il cristianesimo originariamente era una fiamma, era un fuoco. Poi ci sono stati degli avvenimenti che hanno mano a mano spento questa fiamma: Gli apostoli I martiri: si è disposti a morire per Cristo e si è capito quello che veramente è il cristianesimo; una testimonianza contro il mondo, che ci rende avversi nemici al mondo · I padri della chiesa, i teologi, e si comincia a pensare che esseri cristiani significhi studiare la bibbia, e quindi nascono le varie discipline di studio del testo sacro Ecco che il cristianesimo perde la sua intensità mano a mano che si estende, che i popoli si convertono; diventa una dottrina. Oggi la cristianità è massima, cioè l'estensione orizzontale della fede cristiana è massima in tutti i continenti, soprattutto in Europa, ma il vero cristianesimo è scomparso Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 46 Cosa significa essere cristiani: Significa fare come Cristo, testimoniare la verità fino alla morte. Ma nessuno vuole farlo, vuole opporsi, vuole isolarsi; è per questo che il cristianesimo è stato soffocato dalla stessa cristianità Kierkegaard si sente impegnato in una missione a cui consacra la sua vita: testimoniare il vero cristianesimo e far tornare l'occidente alla verità della parola di Cristo e della sua testimonianza La funzione delle scienze bibliche e la religione: Le scienze bibliche sono servite all'unico scopo di difenderci dalla verità del cristianesimo. Il messaggio di Cristo è chiaro: Da ciò che hai ai poveri e seguimi, porgi l'altra guancia. La religione è per Kierkegaard un rapporto assoluto con l'assoluto. "Ab solutus" vuol dire sciolto da tutto il resto; rapporto che ti lega a Dio quando hai scisso i legami col mondo Opere: Con le opere filosofiche man un rapporto di distacco; le pubblica sotto pseudonimo. Opere principali: "timore e tremore", "aut aut”, “il concetto dell'angoscia”, “la malattia mortale” Nell'esistenzialismo contemporaneo, tutte le tematiche affrontate da Kierkegaard (possibilità. angoscia, disperazione) saranno riprese. Nell'ultima parte della sua vita aveva fondato un giornale, dove scriveva articoli contro la chiesa danese e contro la degenerazione del cristianesimo Stadi dell'esistenza: 1. L'esistenza estetica raffigurata da Don Giovanni il seduttore: Lo stadio estetico è caratterizzato dalla ricerca del piacere. In questo stadio si viene scelti dal momento, dalle circostanze, dalla casualità. È una vita senza un vero scopo • Alla fine la ricerca del piacere porta alla noia o addirittura alla disperazione 2. L'esistenza etica simboleggiata dall'onesto e fedele marito che segue la legge e lavora: È una vita morale, in cui un individuo si consacra all'universale, a un modello di esistenza fondata sul matrimonio, sul lavoro, sul rispetto delle leggi….. è una vita ripetitiva L'esito finale è il pentimento, a causa: Della vocazione all'infinito, alla realizzazione di sé, che non viene soddisfatta - Della tendenza al peccato, l'uomo etico si sente peccatore e si pente della scelta ● 3. L'esistenza religiosa simboleggiata da Abramo, che per la fede è disposto a sacrificare il figlio: La vita religiosa è un rapporto assoluto con l'assoluto; un rapporto che ti separa dal mondo e ti mette in contatto con Dio. È una vita aperta all'incertezza e al rischio; è una vita che non sospende la dimensione fondamentale dell'esistenza, che è l'angoscia. Questo perché: La fede per Kierkegaard dipende da Dio che si può perdere in qualsiasi momento La fede nel cristianesimo non è una religione razionale, dimostrativa ● Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 47 Kierkegaard critica Schopenhauer: è una Schopenhauer: La religione è una metafisica per il popolo, un insieme di credenze consolatorie Kierkegaard: Una religione come quella cristiana, che per Kierkegaard è l'unica vera, religione che getta l'uomo nell'angoscia, non è un porto sicuro; perché negli anni dell'esistenza terrena ne va della salvezza eterna dell'anima umana, e già questo è un pensiero angoscioso ● Tra queste tre scelte di vita fondamentali non c'è continuità, non c'è conciliazione: Se scelgo di essere Don Giovanni non posso essere un onesto marito Se scelgo la vita morale, la vita dell'onesto marito io non scelgo la vita religiosa ● Questi stadi non sono come una triade dialettica hegeliana, in cui inevitabilmente lo spirito trapassa dalla vita estetica, alla vita etica e poi alla vita religiosa. Uno può restare un onesto lavoratore e marito fedele anche per tutta la vita; oppure può restare Don Giovanni il seduttore per tutto l'arco dei suoi anni. Ma se una persona trae giovamento da questo scacco finale della vita etica, forse si apre in lui lo spiraglio per la vita religiosa L'unica garanzia che l'uomo possa avere è proprio l'angosciosa ripetizione di questa domanda: sono io degno di andare oltre l'etica? Domanda che comincia a ossessionare l'uomo è segno che Dio vuole qualcosa di più da questo individuo che non la vita etica Chi è Dio: Kierkegaard definisce Dio l'assolutamente altro: noi siamo ignoranza, Dio è sapienza; noi siamo limite, Dio è illimitato; noi siamo temporalità, Dio è eternità; noi siamo il male, Dio è il bene Quindi è necessario che i due poli, l'uomo e Dio restino distinti per potersi incontrare, l'identificazione di questi due poli si chiama panteismo, o misticismo. Quando è che l'uomo può diventare spirito? Quando si separa dai suoi simili e cerca d'istituire un contatto con Dio. È anche per questo Kierkegaard è stato sempre solo, ha rinunciato alla celebrità che le opere potevano dargli; tanto è vero che le opere le pubblicava tutte anonime Le condizioni fondamentali dell'esistenza: Kierkegaard ha scritto due capolavori che si intitolano: "il concetto dell'angoscia": angoscia è il rapporto dell'uomo nei confronti del mondo “la malattia mortale”: disperazione è il rapporto dell'uomo nei confronti del proprio io. L'angoscia: "Ciò che io sono è un nulla; questo procura a me e al mio genio la soddisfazione di conservare la mia esistenza al punto zero, tra il freddo e il caldo, tra la saggezza e la stupidaggine, tra il qualche cosa e il nulla come un semplice forse" Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 48 Il forse vuol dire la possibilità. La possibilità può essere vissuta in due modi: 1. Atteggiamento inautentico di colui che si lamenta delle condizioni della vita così come essa gli è data, e che dalla possibilità vogliono il positivo, un miglioramento delle loro condizioni. Questo è un modo volgare di concepire la possibilità. In realtà però ci renderemo conto che ogni possibilità positiva può essere nullificata dalle possibilità negative 2. Chi invece sa che cosa significa la possibilità che non, la possibilità della propria nullificazione, della perdita della fede; costui ringrazierà Dio delle condizioni della vita Questo sentimento della possibilità lo chiama l'angoscia. L'angoscia è ineliminabile dalla nostra vita, riguarda sempre il futuro. Il passato non può angosciare a meno che non possa ripresentarsi. L'angoscia è il sentimento del possibile ed è diversa dalla paura: La paura è di un oggetto determinato, tolto il quale tolta la paura L'angoscia è ineliminabile perché è un sentimento indeterminato che non ha un oggetto specifico, ma è il sentimento più originale dell'uomo ● ● Quando è nata l'angoscia? Adamo perde la certezza della sua esistenza quando Dio nel Paradiso ell'Eden gli dice non deve mangiare il frutto l'albero proibito. Allora insinua nell'uomo l'angoscia del peccato, della scelta che implica la possibilità negativa L'angoscia c'è anche nel nuovo testamento, ci sono 2 momenti nell'esistenza terrena di Cristo: • Lutero proclama “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”. Kierkegaard corregge Lutero, e dice che non è questo il momento peggiore dell'esistenza di Gesù Il momento peggiore sta nell'orto Getsemani, quando Gesù sudava sangue perché intuiva angosciosamente il suo futuro di passione. Infatti quando arriva Giuda, Gesù dice "quello che devi fare, fallo in fretta". Gli dice questo perché l'angoscia è diventata insopportabile L'angoscia ha un valore per lo sviluppo spirituale dell'individuo: bisogna diventare discepoli dell'angoscia. Se mi lascio scavare nel profondo dall'angoscia, ci affideremo a Dio. Quindi diventeremo cavalieri della fede solo se saremo distrutti dall'angoscia, diventandone discepoli La disperazione: Rappresenta il rapporto dell'uomo con il proprio io. Si danno 2 possibilità fondamentali: Voglio affermare me stesso, accetto il mio io, però mi mi rendo conto che questo è impossibile perché è precario, legato al possibile e alla causalità, finito Voglio rifiutare il mio io ma non ne posso avere un altro, ci devo convivere ● L'esito è la disperazione: sentimento della precarietà e dell'insufficienza del proprio io e consiste nella malattia mortale dell'uomo L'opera "La malattia mortale”: non significa la malattia che conduce alla morte, ma significa il vedere ogni momento come insufficienza del proprio io per mancanza di possibilità o di libertà. L'antidoto alla disperazione è la fede, perché in essa l'uomo accetta se stesso così come esce dalle mani di Dio. Uscire dalla disperazione significa accettare il proprio io con tutti i suoi limiti, perché così Dio vuole. La disperazione è il peccato, perché significa non accettarsi così come si è Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 49 Kierkegaard e Hegel: Hegel Razionalismo: tutto è dominato da una Ragione che procede dialetticamente ed infallibilmente verso il suo scopo Conciliazione inevitabile degli opposti Filosofia della necessità Sottolinea il collettivo: lo spirito del mondo, lo spirito dei popoli, lo spirito oggettivo L'unità di finito e infinito Cristo ha annullato la distanza tra l'umano e il divino; dopo l'ascensione siede alla destra del padre quindi ritorna lontano Critica al Romanticismo: Romanticismo Kierkegaard Irrazionalismo: la ragione è la parte e non può indicare il tutto che è l'esistenza di cui la ragione è solo una parte. La vita dell'uomo è possibilità, dinanzi a lui si aprono delle scelte inevitabili, delle alternative atteggiamento di distacco ironico nei confronti del finito, perché il romantico punta all'assoluto, prova disprezzo per la finitudine Non esiste una dialettica che concilia gli opposti, restano inconciliabili perché ciascuna scelta esclude le altre. La conciliazione degli opposti avviene soltanto nell'ambito del pensiero Filosofia della possibilità. Abbiamo la possibilità della morte che nullifica ogni altra possibilità positiva Rivaluta la categoria dell'individuo. Non esiste una verità valida per tutti. Essa è il rapporto che io ho con Dio; perché la verità è Dio. Solo nell'animale il collettivo conta più dell’individuo perché il comportamento in essa è identico in tutti gli individui: quindi è la specie che detta legge sul comportamento individuale. Panteismo, dove Dio e il mondo si unificano. La verità non viene da dentro di noi —> critica il socratismo: il saggio socratico sa che la verità ce l'hai già dentro. La verità ti viene dal di fuori e si chiama rivelazione Kierkegaard Ironia romantica: Questo atteggiamento ironico per Kierkegaard ha un doppio aspetto: Da un lato è positivo, perché è vero che tutto è precario e finito nella nostra esistenza, quindi un distacco è importante per collegarsi con Dio Dall'altro quest'ironia portata fino al disprezzo del mondo è qualcosa di anticristiano perché ci chiude nella ristrettezza del nostro io e non ci apre al prossimo Quello che conta non è la contemporaneità (nella propria esperienza con la venuta di Cristo) ma l'attimo, il contatto intrinseco della propria interiorità con il divino Parla di umorismo: atteggiamento di ridimensionamento del finito ma comunque di impegno nei confronti degli altri Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 50 Karl Marx Veniva da una famiglia borghese e durante la sua vita si trasferisce a Parigi e conosce Friedrich Engels. Nel 1844 Marx passa al comunismo dopo aver aderito al partito liberal democratico (Rousseau, lottava per il suffragio universale). Friedrich Engels, lo aiutò economicamente e con lui collaborò nella stesura di diverse opere tra cui "Il manifesto del partito comunista" nel 1848. Gli ambiti in cui opera e fonti: Filosofo, Storico, Sociologo, Politologo, Giornalista, Economista: Ha studiato l'economia politica di Adam Smith e David Ricardo. Politico: fondatore della Prima internazionale. Era convinto che la rivoluzione comunista doveva avvenire in tutti i paesi. Fonti: Hegel e sinistra hegeliana fino Caratteri della sua filosofia: • La filosofia della prassi: non si accontenta di interpretare la realtà vuole modificarla • Maestro del sospetto: Perché ha gettato il sospetto sulla società capitalistica industriale che all'epoca il positivismo vedeva come la massima acquisizione dell'occidente. Ha profetizzato il crollo della borghesia, del capitalismo e l'avvento del comunismo. Critiche: • Critica al misticismo logico di Hegel: Per misticismo logico ci si riferisce al fatto che il pensiero in Hegel diventa una sorta di dio onnipotente e creatore di tutto ciò che esiste. È l'essere reale dell'uomo che determina il pensiero, non lo spirito che genera l'uomo ● Marx smaschera l'operato di Hegel con la metafora dei frutti: Hegel constata che esistono in natura pere, mele, albicocche..., sono irrifiutabili e sono la manifestazione necessaria della progressiva dialettica del Frutto in assoluto. -> Ha idealizzato il pensiero elevandolo a principio creatore da cui discendono tutti i prodotti storici dell'umanità Critica alla concezione dello stato di Hegel: Marx critica la centralità dello stato. Per Marx non è lo stato che condiziona la società civile ma è la società civile che condiziona lo stato. Lo stato è lo strumento egemonico della classe socio economico prevalente nella società Lo stato, non è mai super partes, è una sovrastruttura che dipende dalla struttura economica, ma nella struttura economica l'elemento portante è la classe che detiene la proprietà privata dei mezzi di produzione Critica allo stato moderno e al liberalismo: Fino al 1843 era su posizioni liberal democratiche, nel 1844 si rende conto, diventando comunista, che il suffragio non basta, lo stato borghese deve essere abbattuto con un metodo rivoluzionario armato perché la borghesia non cederà mai il suo potere di classe • Critica all'economia borghese Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 51 Alienazione: Hegel Alienazione metafisica: l'idea si fa altro, da sé nella natura Descrive 4 forme di alienazione: ● ● Feuerbach Alienazione religiosa: L'uomo crea delle divinità che non esistono e gli si sottomette Marx Alienazione del lavoro: il lavoro dell'operaio nella fabbrica moderna è alienato Quella di Hegel non esiste, poiché si tratta di misticismo logico Quella di Feuerbach è reale ma dipende dall'alienazione del lavoro. Quando Feuerbach tende a combattere l'alienazione religiosa cambiando le idee alla gente, fallisce. L'alienazione religiosa dipende da un'alienazione del lavoro caratteristica della società borghese e se non si rimuove non si può rimuovere quella religiosa perché l'uomo avrà sempre bisogno di un dio consolatore Rispetto al prodotto della sua attività: Nella società capitalistica borghese tutto è del produttore. Il prodotto diventa un'entità ostile che opprime colui che l'ha prodotto perché quanto più produce un lavoratore tanto più si arricchisce la classe che lo opprime Mentre l'animale produce secondo un'abilità specifica e ripetitiva, nell'uomo il lavoro è libero e creativo, a-specifico e innovativo Rispetto alla sua attività: Il lavoro in fabbrica è costrittivo, non ha niente di libera creatività. Normalmente l'uomo si sente libero quando lavora, perché realizza se stesso e si sente creativo, si differenzia dagli animali Nel mondo capitalista l'attività lavorativa è alienata perché l'uomo si sente animale in quanto lavora, mentre si sente libero e uomo quando soddisfa i suoi istinti Rispetto all'essenza dell'essere umano (wessen): Qual è l'essenza dell'uomo? Lavorare in modo libero, creativo e aspecifico. La sua essenza non è nel pensiero Il wessen non sta nello spirito ma nel modo in cui l'uomo trasforma la natura in vista del soddisfacimento dei propri bisogni. Nel mondo capitalistico se c'è la proprietà privata dei mezzi di produzione questa libera autorealizzazione viene completamente tradita Rispetto al prossimo: Chi è il prossimo per l'operaio? Il datore di lavoro: borghese capitalista. I rapporti sociali vengono guastati da questo rapporto di oppressione con il padrone borghese L'operaio sottomesso nelle fabbriche per 12 ore al giorno torna a casa e picchia la moglie, perché proietta il rapporto di oppressione anche nei rapporti familiari Da cosa deriva tutta questa alienazione? Dalle condizioni materiali di vita nella società capitalistica. La causa di tutto è la proprietà privata che va abbattuta perché il suffragio universale non basta Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 52 Concezione materialistica della storia: Tesi su Feuerbach Sviluppa il concetto di ideologia: Cosa è l'ideologia per Marx? È un'interpretazione distorta della realtà che però è funzionale al mantenimento del sistema di ingiustizia sociale Feuerbach è ideologico perché a. religiosa si basa su quella del lavoro che si basa sulla p. privata Sono ideologici gli economisti classici perché considerano le leggi dell'economia capitalistica come le leggi naturali e universali dell'economia. Così facendo assolutizzano il sistema capitalistico fondato sulla proprietà privata e sullo sfruttamento delle masse ● Tutte le altre soluzioni sono illusorie per Marx. Dice: "Fino ad ora i filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo; si tratta di trasformarlo" Se si cambia la struttura dello stato non ci sarà più bisogno della religione, dell'alienazione. Sarà superato homo economicus, l'uomo ossessionato dall'economia. Si avrà una società dove non ci sarà più la lotta di classe, ci sarà un'eguaglianza sostanziale, non solo formale. Per Marx la storia è lotta di classi: non esiste uno stato che garantisce uguaglianza tra tutti gli individui. La storia è un processo materiale fondato sulla dialettica bisogno-soddisfacimento. -> Marx corregge Hegel con Feuerbach e viceversa, cioè considera contemporaneamente la naturalità e la storicità dell'uomo Feuerbach aveva considerato la naturalità dell'uomo senza considerare la storicità Hegel considera la storicità senza considerare la sua naturalità, cioè la sua corporeità. Struttura e sovrastruttura: ● Divide questo processo materiale (storia) in due elementi: 1. Forze produttive: Tutto ciò che attivamente concorre alla produzione di beni (dinamiche) 2. Rapporti di produzione: Ciò che favorisce la produzione di beni, la distribuzione della proprietà in una società. Irrigidiscono la società in: i proprietari e la forza lavoro (statiche) L’unione tra forze di produzione e rapporti di produzione costituisce la struttura: Parte economica, ciò da cui tutto dipende, quella che implica la divisione in classi che sono: Quella che gestisce la proprietà privata dei mezzi di produzione, la borghesia Quella che è composta da lavoratori che devono solo nutrire i propri figli, classe che viene sfruttata e che non possiede la proprietà privata dei mezzi di produzione In ogni società Marx vede una contrapposizione di sfruttatori e sfruttati, tanto che è stato accusato di manicheismo: religione che contrappone rigidamente il bene e il male. Tutto il contesto giuridico-politico-cutlurale viene definito da Marx come sovrastruttura. Che rapporti ci sono tra le due? Condizionamento, la struttura economica influenza la sovrastruttura. Teoria del rispecchiamento: la sovrastruttura rispecchia la struttura economica sottostante. L'accusa è quella di economicismo, sottolinea che la causa di tutto, è il modo di produrre ● Come la rispecchia? Un'economia in cui c'è una prevalenza della classe borghese capitalistica sarà uno stato in cui la cultura, l'economia, le leggi saranno borghesi, fanno interessi della borghesia Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 53 Il materialismo storico: È la centralità dei fatti economici nella vita sociale pubblica e privata • Non è il pensiero che determina la vita ma sono le condizioni materiali di vita che determinano il pensiero. Le idee dipendono dai beni prodotti dal sistema, dalla posizione all'interno delle classi, che dipende dalla proprietà privata dei beni di produzione, cioè da un fattore economico • La sovrastruttura è il rispecchiamento della struttura economica soggiacente. Struttura e sovrastruttura sono due variabili, l'economia è quella indipendente, il resto è dipendente La dialettica della storia: Le forze produttive e i rapporti di produzione costituiscono la legge della storia. Per un certo periodo sono in equilibrio, ma poiché le forze progrediscono e i rapporti tendono a irrigidirsi, arriva a un punto in cui nasce un conflitto tra le due. Borghesia (forza) si è rivoltata (Rivoluzione francese) contro i feudatari Quando accadono le rivoluzioni? Quando si raggiunge un conflitto tra forze e rapporti, quando la distribuzione della proprietà privata non è più funzionale al progresso del sistema. È lo stesso dire che la rivoluzione è determinata dalla lotta di classe. Ecco perché per Marx la storia è un ciclo che va dal comunismo primitivo al definitivo. Originariamente non c'era la p. privata, infatti Marx crede in un comunismo spontaneo. La p. privata è il male della società perché è l'inizio della disuguaglianza. A un certo punto questa concentrazione della p. privata nella nobiltà diventa disfunzionale al sistema economico. Dopo il comunismo primitivo si è affermata la p. privata dei mezzi di produzione e quindi si sono avvicendati vari tipi di società: Quella orientale/asiatica, quella schiavistica, tipico della società greco-romana, quella feudale, in cui la distinzione tra liberi e schiavi si riduce alla distinzione di feudatari e servi della gleba, quella capitalistica, nella forma di borghesia (Industriale, Agraria, Finanziaria) e proletariato. Successivamente, per motivi legati alle contraddizioni del sistema capitalistico, questo andrà incontro a crisi di sovrapproduzione fino al crollo definitivo. Allora si avrà la lotta di classe, la rivoluzione e l'instaurazione di un regime dittatoriale. Quindi la dialettica storica consiste nel fatto che ogni sistema produce i suoi becchini, che seppelliranno il sistema stesso. Questo regime dittatoriale abolirà le classi e la proprietà privata e stabilirà il comunismo definitivo. L'umanità adulta esce dalla sua preistoria ed entra nella storia che finisce perché viene a mancare il motore, ovvero la lotta di classe. -> Questo è l'aspetto più profetico di Marx, il comunismo si presenta come una sorta di profezia circa il futuro inevitabile dell'umanità. Questa rivoluzione da cosa dipende? Dal corso storico, ecco perché secondo Marx sarà inevitabile È utopistico? Di utopistico c'è che nella società comunista ciascuno lavora per la collettività, non c'è più bisogno dello stato, l'economia si auto organizza. Ciascuno lavora per le sue possibilità, riceve per le sue necessità. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 54 Idea della religione: La religione è l'oppio del popolo, studia i motivi per cui l'uomo ha bisogno di credere in un Dio: Ha bisogno di credere perché spera che nell'aldilà L'oppio fa sembrare belle illusoriamente le condizioni di vita che in realtà non lo sono • Fintanto che ci sono ingiustizie l'uomo avrà sempre bisogno della consolazione di un Dio giusto ● Il paradiso per Marx esiste e ci sarà dopo la rivoluzione comunista che abbatte la proprietà privata e rende gli uomini tutti uguali, una democrazia sostanziale e non semplicemente formale. Questa rivoluzione una volta affermata attiverà una situazione di stabilità nella vita dell'uomo. Il Manifesto del partito comunista (1848): La rivoluzione per Marx sarà globale e porterà all'abbattimento del capitalismo. Si parla della contraddizione fondamentale del sistema capitalistico, che crea sempre più proletariato e impoverisce le masse, alla fine si avrà la rivoluzione comunista che prevede due momenti: 1. Dittatura del proletariato: Svolge una funzione provvisoria. La dittatura è necessaria perché il proletariato si eve appropriare degli strumenti dello stato per espropriare gli espropriatori. É un governo dispotico che non prevede il pluralismo, è una dittatura attraverso la quale il proletariato crea una società senza classi abolendo il diritto di eredità, attraverso l'eguaglianza tra lavori manuali ed intellettuali, attraverso l'esproprio delle industrie, la nazionalizzazione delle terre, attraverso la creazione di un'unica banca di stato. La borghesia viene colpita nei tre aspetti 2. Società comunista: La borghesia è l'unica classe che ha gestito la p. privata dei mezzi di produzione. Nella storia della borghesia si distinguono due momenti: • Come classe rivoluzionaria: ha abbattuto il vecchio modo di produzione feudale • Come classe egemone: ha preso il potere, ma ha costituito un sistema ingiusto, fondato sullo sfruttamento e la concorrenza, il mezzo con cui un capitalista più forza più divora gli altri In questa opera Marx critica il socialismo utopistico, dice che tutte le altre forme di socialismo teorizzate nell' 700 sono utopistiche, che non si realizzeranno mai perché: Non si basano su un'analisi scientifica delle contraddizioni del sistema capitalistico ● • Si fidano dello stato o dei capitalisti per riformare il sistema -> Lo stato capitalistico non può essere riformato ma abbattuto Il socialismo utopistico di divide in: • Reazionario: di quelli che condannano il progresso. Questo socialismo medievale non ha possibilità di realizzarsi: Le forze di produzione non possono tornare indietro e anche fosse non sarebbe auspicabile perché sostituirebbe una forma di alienazione con un'altra • Conservatore: tipico di chi non condanna la modernità in toto ma lo vuole riformare, ad esempio ridistribuendo in forma egualitaria la proprietà privata non abbattendola Utopistico propriamente detto: di chi dice che deve intervenire lo stato o i capitalisti. Solo quando i proletari prenderanno coscienza della loro condizione di sfruttati e prenderanno le armi, solo allora la giustizia sociale potrà trionfare in modo stabile Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 55 Il capitale e la critica dell'economia politica classica: Nel 1867, "Il capitale" che rappresenta l'analisi scientifica del sistema capitalistico e dell'economia borghese industriale. In che cosa gli economisti classici sono funzionali al sistema capitalistico? Lo sono perché fanno delle leggi dell'economia capitalistica delle leggi universali dell'economia Cosa è il sistema capitalistico? Sistema fondato sulle merci, dove si compra e si vende Ogni merce ha: Un valore d'uso perché con essa si soddisfa un bisogna dell'uomo • Un valore di scambio che può essere monetario e corrisponde alla quantità di lavoro necessaria a produrla. Due merci possono essere scambiate a parità di lavoro necessario a produrle. La quantità di lavoro è la quantità di tempo necessaria a produrla. ● Quindi una merce avrà tanto più valore tanto più tempo è necessario per produrla. Il valore di una merce sarà variabile. Allora valore e prezzo non sono la stessa cosa, perché sul prezzo agiscono: Quantità di merce disponibile; Il valore aumenta quando la merce diminuisce. Dice Marx che occorre evitare il feticismo delle merci, il considerarle come dotate di valore. La merce non è dotata di valore, è il lavoro condensato nella produzione che le dà valore. • Sistema pre-capitalistico: il ciclo economico era merce-denaro-merce (M-D-M). Cioè il fine dell'attività economica era l'acquisizione della merce mancante • Sistema capitalistico: Caratterizzato dal ciclo D-M-D', cioè denaro-merce-più denaro, dove il fine dell'attività economica è l'aumento del capitale. Con quel profitto realizzato (D') il produttore compra altra merce che gli permetterà un profitto più elevato che sarà reinvestito. -> Quindi il capitalismo si potrebbe definire come quel sistema economico caratterizzato dall'accumulazione indefinita di capitale, alla massimizzazione. Plusvalore: È la differenza tra il capitale iniziale e quello finale, che verrà reinvestito per potenziare la produttività. Come fa il capitalista a produrre più profitto, rispetto al capitale investito originariamente? Attraverso il Denaro? No, perché è un'unità di misura del valore che non genera più profitto Attraverso lo scambio delle merci? No, perché possono essere scambiate solo a parità di valore ● ● ->Acquistando la forza lavoro dell'operaio che non viene pagato per le ore effettive di lavoro, ma per un numero minore di ore. Questo lavoro in più non retribuito si chiama pluslavoro, da cui si genera il plusvalore. Questa è l'espropriazione del lavoro. Quindi la società capitalistica che si basa sul profitto, sullo sfruttamento del lavoro proletario. Avendo interessi contrastanti tra capitalista e proletario non ci potrà mai essere accordo e quindi l'esito rivoluzionario sarà inevitabile. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 56 Saggio di plusvalore: Allora Marx nella sua pretesa di scientificità dà delle formule per esprimere il saggio di plusvalore, che è uguale a plus valore fratto capitale variabile Il capitale variabile è la quantità di ricchezza investita dal capitalista in termini di salario all'operaio, per pagare gli operai. Saggio di profitto: Tiene conto anche del capitale costante; quindi, la formula è uguale al plusvalore fratto capitale costante + capitale variabile SPV= = SPF = Il capitale costante è la quantità di ricchezza necessaria per i macchinari. Cioè tutte le altre spese costanti nella fabbrica che non riguardano il salario operaio. Sarà maggiore il saggio di plusvalore o quello di profitto? Quello di plusvalore perché tiene conto solo del capitale variabile. -> Saggio di profitto < saggio di plusvalore. ● Il saggio di plusvalore equivale al saggio del profitto? No, perché nel saggio di plusvalore a denominatore viene considerato solo il capitale variabile, quello destinato a pagare i salari degli operai, ed è variabile perché il numero degli operai può variare. Ma il capitalista ha altre voci di spesa, i macchinari, l'illuminazione e qualsiasi altra spesa che ricade nella voce capitale costante. -> Scopo del capitalista è quello di aumentare il saggio di profitto, perché nel sistema della libera concorrenza bisogna massimizzare i profitti per avere un massimo di reinvestimento nell'attività economica. Per aumentare la produzione il capitalista ha due vie: Plusvalore assoluto uguale ad un aumento progressivo delle ore di lavoro, cioè la quantità di merce prodotta. Limiti: 24 ore, l'operaio diventa improduttivo a causa della stanchezza Plusvalore relativo, che consiste nell'aumentare la produttività, cioè diminuire il tempo che serve all'operaio per produrre una quantità di ricchezza pari al proprio salario La differenza tra produzione e produttività: la produzione è un numero e la produttività è un rapporto cioè tra la quantità di prodotto e il tempo necessario a produrlo. -> Usa il plusvalore relativo Ecco perché il sistema capitalistico è passato dalla cooperazione semplice alla manifattura; il lavoro viene parcellizzato in unità minime e ciascun operaio svolge quell'unità minima L'introduzione della macchina: Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) PV CV + CC Apparentemente la macchina risolve problemi al capitalista perché non deve riposare, è veloce e precisa, è facile da azionare, ciò permette al capitalista di arruolare forza lavoro poco qualificata In realtà, per Marx, l'introduzione della macchina è controproducente e crea delle crisi di sovrapproduzione. Proprio perché la macchina è veloce e non sbaglia produce una quantità inverosimile di merce che rischia di rimanere invenduta. Marx dice che alla lunga i profitti saranno sempre meno, perché le macchine sono costose e perché il profitto capitalistico si basa sul pluslavoro dell'operaio ma sulla macchina non si ha il plus lavoro. Quindi il sistema capitalistico presenta una contraddizione talmente forte che crollerebbe da solo anche se gli operai non facessero la rivoluzione PV CV 57 Critiche: ● ● Accusato di dualismo: In ogni società lui vede soltanto due classi; sfruttati e sfruttatori. Invece la società umana è molto più articolata. Fondamentalmente dove cade la linea di demarcazione? Nel punto in cui si differenzia le classi che possiedono la proprietà privata dei mezzi di produzione, la ricchezza, e dall'altra i lavoratori che hanno soltanto figli da mantenere. —> Nella società capitalistica il proletario è costretto a vendersi come merce del mercato del lavoro. La merce lavoratrice viene ripagata con il salario Accusato di riduzionismo: tutte le realtà superiori sono ridotte all'economia, e di manicheismo: il bene sono gli oppressi e il male sono gli oppressori Accusato che la rivoluzione non è scoppiata dove doveva scoppiare e viceversa Marx aveva previsto che la condizione per lo scoppio della rivoluzione sarebbe stata la creazione di un capitalismo evoluto, invece è avvenuta in paesi sottosviluppati Marx ha previsto delle crisi di sovrapproduzione sempre più gravi e che le crisi di sovrapproduzione siano il tallone d'Achille del capitalismo. Su questo effettivamente si può dire che ci sono crisi di sovrapproduzione ricorrenti, ma fino ad ora nessuna crisi di sovrapproduzione è stata così letale da favorire il crollo del sistema capitalistico in toto. Quindi quella di Marx resta allo stato attuale una grande utopia che non si è mai realizzata ma che sicuramente ha spinto le istituzioni e i lavoratori di tutti i paesi a lottare per un miglioramento delle condizioni di vita per la classe lavoratrice. Friedrich Engels Ha esteso i principi della dialettica desunti da Hegel, non solo alla storia dell'uomo, ma anche per il mondo della natura, sono leggi scientifiche. Materialismo dialettico: Secondo Engels, tutto il mondo della natura che è caratterizzato dal materialismo, tre leggi: 1. La legge della conversione della quantità in qualità, spiega il mutamento e il divenire sulla base del principio materialistici • Quando aumento la quantità di qualcosa altero la qualità della cosa e viceversa 2. La legge della compenetrazione degli opposti, è la legge che tutto in natura avviene secondo la legge di polarità: un opposto non può stare senza l'altro 3. La legge della negazione della negazione, anche questa spiega il divenire come perenne negazione di uno Stato precedente Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 58 Il problema sulla dialettica: L'opera fondamentale si intitola “Anti Duhring": Engel Duhring era un filosofo positivista che aveva ridicolizzato la dialettica. Schema dialettico fondamentale della religione cristiana: Innocenza originaria: tesi ● Peccato originale (antitesi) • Redenzione di cristo che stabilisce il favore di Dio nei confronti dell'uomo (sintesi) ● Engels scrive l'anti-duhring volendo dimostrare che la dialettica ha valore per la natura e che non ha niente a che vedere con il racconto favoloso (mitologema) cristiano, e che se anche Hegel avesse avuto questa intuizione, però poi la dialettica ha un valore effettivo, scientifico. Ma chi ha ragione? Oggi consideriamo la dialettica con uno schema scientifico di interpretazione della natura? No, É una legge naturale, assodata? No, quindi aveva ragione Duhring. Positivismo e Comte Il positivismo è la corrente filosofica che si sviluppa in Europa nella seconda metà dell'800, con la seconda rivoluzione industriale, è la filosofia della borghesia industriale, ottimista e progressista che vede nel trionfo della scienza e della tecnica la soluzione ai mali dell'uomo. La sua fine sarà dettata dalla Prima guerra mondiale che farà capire all'uomo che scienza e tecnica hanno dei risvolti negativi, la tecnica infatti si rivela uno strumento di morte. Il positivismo, al contrario di Marx, credeva che il sistema della borghesia capitalistica fosse il sistema sociale più avanzato. Si tratta di perfezionarlo non di sostituirlo perché alla fine i problemi saranno risolti dagli scienziati al potere e non dai proletari in armi. La parola positivismo significa: 1. Reale, concreto, in contrapposizione a astratto, metafisico 2. Efficace, cioè che realizza delle cose Capisaldi del positivismo: 1. La scienza è l'unica conoscenza reale della natura e il metodo scientifico è l'unico valido. Si basa sulla legge donde previsione, previsione donde azione —> La legge scientifica permette di prevedere i fenomeni, che mi permette di intervenire sulla natura e di modificarla 2. La filosofia deve diventare essa stessa una scienza, deve coordinare i risultati delle singole discipline scientifiche e deve organizzare un sapere organico di tutti quelli particolari 3. Si deve applicare il metodo scientifico a tutti gli ambiti del sapere ma soprattutto all'ambito umano-sociale; perciò, la società umana deve essere considerata come un organismo, che nasce, si sviluppa, raggiunge la sua acme, e infine muore ● Il positivismo non accetta una distinzione tra le scienze esatte e quelle dello spirito, anche i fatti umani devono essere studiati con lo stesso metodo, sono solo più complessi 4. Il positivismo è la dottrina del progresso scientifico, tecnologico, della divulgazione del sapere Comte pensava alla società futura in cui essa è retta dalla sociocrazia: scienziati sociologi specialisti nella creazione del benessere per il maggior numero di persone Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 59 I vari tipi di positivismo: Sociale: quello di Comte, che studia prevalente la società e le sue leggi Evoluzionistico: quello di Spencer, che estende i risultati dell'evoluzionismo darwinista ● I rapporti con l'illuminismo sono evidenti, critica alla metafisica, esaltazione della scienza, del progresso e una concezione laica della vita. I rapporti con il romanticismo sono meno evidenti. -> Il positivismo soprattutto nella concezione di Comte si presenta come una filosofia finalistica della storia che procede verso un senso definito e il fine ultimo è quello della società sociocratica dominata dalla scienza con la fine dei problemi umani. È un'esaltazione acritica della scienza, il romanticismo aveva esaltato l'ideale, ciò c'è anche nel positivismo e l'ideale però è la scienza, non l'io puro infinito, che sostituirà le religioni tradizionali e sarà l'unica forma di sapere dell'uomo. Differenza tra positivismo francese e inglese: • Francese (Comte): insiste sullo stato organico (Platone), dove ogni cittadino ha la sua funzione, dove gli scienziati governano e gli altri obbediscono -> Non è uno stato pluralista e democratico perché dove si afferma la scienza si da un'unica risposta ai problemi Inglese (Mill): Vede nella realizzazione dello stato il trionfo del liberalismo, dei diritti umani Auguste Comte In "Corso di filosofia positiva", ci parla della sua filosofia della storia e della legge dei tre stati, poi in "Sistema di politica positiva” traduce il positivismo in un sistema politico e vuole fare della scienza una vera e propria religione, questo comporta due concetti fondamentali: Legge dei tre stadi: Secondo lui tutta la storia dell'umanità si articolerebbe in successione di tre stadi fondamentali: • Stadio teologico o fittizio: si è concretizzato nella civiltà medievale, il problema è cercare i principi primi e i fini ultimi. La domanda è sbagliata perché la scienza non si chiede questi argomenti, e la risposta anche perché non sono le divinità che spiegano i fenomeni ma le leggi della natura. In una società e nell'individuo, dove ci affidiamo ai miti e non alla ragione, popoliamo la natura di enti che non esistono. Le scienze hanno una preistoria teologica, per esempio dalla magia alla medicina Corrisponde alla monarchia sacrale teocratica militare e all'infanzia ● Stadio metafisico o astratto: la domanda è sempre la stessa ma la risposta è che agli dei sono sostituiti dei principi astratti come le forme aristoteliche o le idee di Platone -> La forma politica è la sovranità popolare e corrisponde alla giovinezza ● Stadio scientifico o positivo: considerato condizione definitiva della società, il fine ultimo della storia, quando cioè vi è una ragione scientifica che domina e i problemi sono scientifici -> A questo corrisponde l'organizzazione scientifica della società industriale, sociocrazia. In noi corrisponde all'età adulta governata dalla ragione Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 60 Scopo di Comte è creare la società sociocratica, la storia è un'alternanza di periodi (Saint Simon): • Critici: rivoluzionari, vengono messi in discussione gli assetti in ambito sociale - politico Organici: quelli in cui si stabilisce una determinata civiltà con un'ideologia di fondo, dunque i periodi di stabilità della storia Teoria della classificazione delle scienze: Le scienze sono diventate scientifiche, prima erano riflessioni di carattere teologico metafisico, in periodi diversi, che non sono casuali, seguono una logica precisa: dall'universale al particolare La matematica con Pitagora, infatti riduce tutto a quantità numerica, e la geometria a figure L'astronomia, applicazione della matematica allo studio degli astri • La fisica con Newton, poi anche la chimica con Lavoisier • La biologia che si basa su reazioni chimiche che a loro volta si basano su assetti fisici e così via La sociologia, per affermarsi ha bisogno dell'affermarsi della biologia, in quanto studia quel fenomeno in particolare dell'uomo e delle sue associazioni ● • La filosofia, la scienza di tutte le scienze, che coordina e unifica i risultati di tutte le discipline particolari, per spiegare in maniera più unitaria tutta la natura La psicologia rimane fuori, infatti per Comte non è una scienza, soggetto e oggetto non sono divisi nel metodo scientifico, mentre la psicologia si fonda sull'introspezione, dove oggetto e soggetto coincidono infatti il soggetto osservando modifica l'oggetto. Non è una scienza ma studia quello che si distribuisce su due scienze, il comportamento pertinenza della sociologia, mentre il funzionamento del cervello è pertinenza della biologia Sociologia: È chiamata da Comte fisica sociale. Si compone di due aspetti: La statica sociale studia le strutture che compongono una società, tutto quello che Marx considerava struttura e sovrastruttura, con il presupposto che in ogni società tutti gli aspetti che la caratterizzano sono armonizzati tra di loro. Contro il marxismo Comte dice che gli aspetti della società sono tutti allo stesso livello l'economia non è il fattore decisivo La dinamica sociale studia le leggi dello sviluppo della società, quindi da un punto di vista progressivo, dinamico. Di queste leggi la più importante è quella dei tre stadi. Alcune società sono passate direttamente al terzo stadio, ad esempio gli indigeni colonizzati dagli europei. La scienza come religione: Comte vuole fare della scienza una religione per cui comincia a parlare della futura religione scientifica e dice che andrà a sostituire le religioni tradizionali e i templi di queste serviranno i resti dei più grandi scienziati dell'umanità, ci sarà un vero e proprio catechismo che modificherà anche il calendario. Lui stabilisce addirittura una trinità che deve sostituire quella cristiana, cioè grande essere (tutti gli uomini che sono vissuti, vivono e vivranno), il grande feticcio (la terra) e il grande mezzo (lo spazio), quindi tutti elementi terreni, aveva anche inventato un sego della croce. Quello che resta di Comte sono i due principi della sociologia. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 61 Filosofia dell'800 Nell'800 ci sono due filoni: Filone razionalista che fa capo ad Hegel e prosegue con Comte e Marx. E dominato dalla fiducia per la ragione, dall'idea di una storia che progredisce, si ha il senso del finalismo • Filone irrazionalistico, nichilistico, con Schopenhauer (la storia è come una sinfonia che ripete battuta per battuta), Nietzsche e infine Freud Siamo nella crisi dei fondamenti, siamo al crollo totale delle certezze: le certezze del pensiero e della civiltà occidentale, la fiducia nel progresso, nella ragione, nell'io. Friedrich Nietzsche Nietzsche non accetta la visione tradizionale della realtà, non accetta nessuna forma di religione e la favola di dio. Il problema è perché l'uomo ha avuto bisogno di credere in Dio. L'intensità con cui una fede è creduta non dice niente circa la verità della fede, dice circa il bisogno che gli individui hanno nel crederla vera. Questo perché Dio è il senso della realtà, è lo scopo di tutto. −> Dio è una grande illusione dell'umanità che ne ha avuto bisogno Il nichilismo e prospettivismo: "Nichilismo è: non c'è risposta alla domanda perché" non c'è un senso, non c'è uno scopo, non c'è una razionalità, l'universo è caos per tutta l'eternità, caos inteso come mancanza di ordine, Nichilismo deriva da nihil, nulla: non si può credere a niente perché anche il bisogno umano di Dio è stato smascherato con il metodo genealogico e quindi la morale si è auto soppressa nel momento in cui è stato soppresso il concetto di Dio Egli ritiene che non esistano né verità né falsità, bensì interpretazioni diverse sulla realtà L’'interpretazione ha un carattere prettamente soggettivo -> Non esiste una realtà unica ma punti di vista sulla realtà: queste prospettive diverse non vengono incontro a esigenze razionali ma ad esigenze di autoaffermazione degli individui (prospettivismo) -> La vita stessa è uno scontro tra forze prospettiche che convergono nella volontà di potenza L'idealismo non è né vero né falso, ma è semplicemente la volontà di potenza di Hegel L'ambizione di dare un'interpretazione scientifica ai problemi dell'umanità, tipica al positivismo, non è altro che la volontà di potenza degli scienziati e di Comte Tutto questo porta alla crisi dei fondamenti -> non si può credere a nessuna verità predefinita e l'universo non ha una sua intima razionalità Perché esiste il tutto? Perché esiste qualcosa anziché nulla? Che senso ha l'esistenza del tutto, dell'universo? Risponde dicendo che l'universo non ha nessun senso, ma proprio per questo ogni essere glielo deve conferire il suo senso personale Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 62 I 2 numi tutelari: La prima parte della sua riflessione risente del pensiero di 2 “numi tutelari”: 1. Schopenhauer: “Il mondo come volontà e rappresentazione" Nietzsche rimane colpito da: . La concezione della vita come dolore Il valore catartico dell'arte; è una via d'uscita temporanea dal dolore Non accetta però l'ascetismo di Schopenhauer in quanto esso è negazione della vita. Nietzsche predica il potenziamento degli istinti che non vanno rinnegati, e che è rappresentato dallo "Ubermensch" (oltre l'uomo, superuomo): uomo che non accetta i condizionamenti e i limiti della società moderna ma che è portato a credere ad altri valori: evoluzionismo, socialismo, idealismo. Il pensiero di Nietzsche è antidemocratico: l'ubermensch lotta per l'autoaffermazione dei suoi diritti. Il mondo non ha senso quindi non ci sono diritti inalienabili che lo stato debba preservare, i diritti vengono chiamati rapporti di forze. Nello Zarathustra sostiene che tutti i valori alternativi che hanno preso il posto dei vecchi valori religiosi e metafisici, non sono altro che culto dell'asino, di un idolo. Ma la tendenza dell'uomo a credere è ineliminabile e quindi l'uomo sostituirà queste favole con altre -> Il vero nichilista è colui che sa fare a meno di questi valori consolatori 2. Wagner: "La vita senza musica sarebbe follia". In Wagner vede la reminiscenza dell'antica tragedia greca, che non era una recitazione ma coinvolgeva tutti gli ambiti artistici 99 La prima opera importante infatti è “La nascita della tragedia La fase estetica e gli scritti giovanili: Nietzsche, in questa prima parte del suo pensiero, considera l'arte come l'antidoto al dolore dell'esistenza è per questo che valuta molto Schopenhauer che aveva detto che l'arte ci allontana, anche se temporaneamente, dal dolore di vivere “La nascita della tragedia”: La tragedia era una forma d'arte totale, perché comprendeva non solo la recitazione ma la poesia, la musica, la danza, le scenografie del teatro. A proposito dell'origine della tragedia sottolinea che vi sono due fonti di ispirazioni che sono responsabili della creazione artistica: ● 1. Dionisiaco: spirito dell'ebbrezza, del vitalismo, è il dire si alla vita, vuol dire non vergognarsi dei desideri, delle brame, anche quando queste comportano dolore. Da questo primitivo impulso dionisiaco sorgono le parti musicate e corali della tragedia 2. Apollineo: è un impulso che si ritrae dal flusso vitale che tende alla trasfigurazione, alle forme armoniose, è l'apollineo che ha creato quel mondo bello di luce, di armonia, il mondo della mitologia greca. Dall'apollineo discendono la poesia omerica e le parti dialogate della tragedia -> Nietzsche sostiene che il mondo dell'olimpo, è una reazione dello spirito greco contro il flusso vitale, proprio perché la vita è sostanzialmente dolore Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 63 La tragedia è la fusione di queste due tendenze, in cui l'impulso fondamentale alla vita anche nel suo dolore è stato trasfigurato in un mondo di belle forme del mito. La tragedia si articola nei 3 grandi tragici del periodo classico: Eschilo, Sofocle ed Euripide. -> La tragedia è il miracolo dell'arte greca, in cui apollineo e dionisiaco cessano di farsi la lotta Degenerazione della tragedia: Successivamente la tragedia è andata incontro ad un processo di degenerazione, questo si vede in Euripide, il quale aumenta le parti dialogate e diminuisce le parti musicali e corali. Quello che conta sono le schermaglie dialettiche dei protagonisti —> I protagonisti dialettizzano, hanno delle tesi da dimostrare o da confutare: il razionalismo dialettico, distrugge l'ispirazione poetica Nietzsche evidenzia il dualismo tra Dioniso, che rappresenta la vita nella sua forza prigionia, e Socrate, che rappresenta il razionalismo che uccide la vita e l'istinto Con Dioniso si afferma un principio di accettazione del dolore e di esaltazione dell'istinto, dell'impulso e questo crea arte, musica e le forme più alte dell'arte tragica Quando trionfa il razionalismo socratico, questo uccide l'ispirazione artistica e abbiamo dei personaggi che sulla scena dialettizzano La seconda opera è “Le considerazioni inattuali”: si sente inattuale, è un anticipatore Tra le considerazioni inattuali la più importante è quella sulla storia, in cui se la prende con l'eccesso di storia del mondo contemporaneo che tappa le ali all'azione, non la facciamo più "Considerazioni Inattuali” Raccolta di quattro saggi e consideriamo "sull'utilità e il danno della storia per la vita”. “Inattuali” perché prende in considerazione delle tematiche dell'800 e ne da unʼinterpretazione contraria al pensiero dominante. Nietzsche pensa di essere inattuale ma profetizza un futuro in cui diventerà attuale perché l'umanità prenderà coscienza dell'avvento del nichilismo. -> Allora in questa considerazione inattuale Nietzsche se la prende contro la storia e gli studi storici Ma che cosa c'è di male in questo interesse? Questo interesse sviluppa una coscienza epigonale, cioè ci fa sentire dei seguaci di quello che si è realizzato precedentemente nella storia. Nello storicismo idealistico di Hegel ogni stadio della storia è necessario e non poteva non verificarsi, l'individuo non conta niente, conta più lo spirito dei popoli, la storia degli Stati... Ma questo che effetto ha? Siamo passivi nei confronti della storia, concepita come un processo necessario ed instabile tarpa le ali della libera iniziativa dell'uomo. C'è una sorta di idolatria del fatto e lui critica: • Lo storicismo perché tarpa le ali dell'azione della liberazione Il positivismo che intende come fatto quello sperimentato in laboratorio dalla scienza Se la prende con l'impersonalità dell'interpretazione scientifica e con l'uni-direzionalità del corso storico e dice che senza il fattore oblio, noi perdiamo il gusto di partecipare attivamente al processo storico, ne diventiamo delle pedine passive -> storia che va contro la vita Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 64 Utilità della storia: La storia ha un'utilità per tre tipi di uomini a cui Nietzsche fa corrispondere tre tipi di storia: 1. Ci sono degli uomini che sono attivi e hanno delle aspirazioni -> storia monumentale Cos'è un monumento? una grande immagine che ci parla del passato. Questa storia è utile perché serve a chi è attivo per trarre dei modelli dal passato La storia monumentale rischia di cadere nel fanatismo, di chi costruisce nel passato dei modelli astratti che in realtà non sono mai esistiti. 2. Ci sono degli uomini che hanno forte istinto di preservare e generare -> storia antiquaria L'antiquariato è mantenere conservare e proteggere il passato. Questo è un'atteggiamento propositivo, non si può rifiutare il passato ma sono portato a sminuire il presente pensando che la grandezza è stata tutta già vissuta dall'uomo 3. Ci sono degli uomini che soffrono e hanno bisogno di liberazione -> storia critica L'uomo condanna e lo abbandona il passato. Massimo di libertà, l'aspetto negativo è che nessuno può vivere fuori della storia: nasciamo come esseri inseriti in un contesto storico Qual è l'atteggiamento di Nietzsche nei confronti della storia? Troppa storia fa male allora dobbiamo conservare quello che c'è di positivo, impedendo che ci induca ad atteggiamento di passività La fase illuministica o genealogica: • "Umano troppo umano": già nel titolo ci fa capire che tutto quello che viene considerato divino, sacro, eterno in realtà è un fatto umano troppo umano, viene demistificato "Aurora": fa riferimento a una nuova epoca dell'umanità in cui l'uomo saprà rinunciare alle certezze metafisiche e morali perché la battaglia polemica di Nietzsche, si incentra in questo periodo contro due obiettivi: la morale e la teologia ● "La gaia scienza”: Nietzsche allude ad un sapere che è gaio, cioè allegro, perché è liberatorio, che libera dal peso, dall'oppressione della morale, della tecnologia, della tradizione e quindi è un sapere rinnovato che dà allegria che apre nuove Aurore all'umanità In questo periodo si rifà all'illuminismo che demistifica gli ideali metafisico-religiosi. Demistificazione: abbattere i falsi ideali, abbattere quello che viene creduto come vero Come abbatte le certezze del passato? Con un metodo: • Critico: solleva il sospetto, critica soprattutto le verità tramandate, le verità più alte Storico - genealogico: critica indagando l'origine di queste credenze ● Es: Problema di Dio: Nietzsche non si mette a dimostrare che Dio non esiste, ma si pone la domanda del perché per così tanti millenni l'uomo ha avuto bisogno di questa favola Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 65 La critica della morale: Nietzsche opera la critica della morale e del cristianesimo, ritenuti responsabili dell'atteggiamento anti vitalistico della cultura occidentale. La morale, è per Nietzsche un problema e va pertanto “guardata” con sospetto. Nietzsche conduce un'analisi genealogica della morale, per scoprirne la genesi e mostrare il carattere storico dei valori etici e le motivazioni umane che ne sono alla base -> scomporre in parti semplici la morale per demistificarla, smascherarla. Nietzsche riflette sul valore fondamentale del cristianesimo, l'amore per il prossimo: di fatto, colui che si pone come benefattore di affetto, aiuta la persona che soffre per impossessarsene, per renderla dipendente da sé. Pertanto, i valori etici sono uno strumento di dominio, il risultato di una prospettiva di proprietà. Morale ebraico-cristiana si è affermata a causa della volontà di potenza dei ceti sacerdotali che hanno fatto vergognare la società dei suoi istinti Questo porta all'auto soppressione della morale La storia della morale: ● Nietzsche prosegue con il ricostruire la storia della morale: 1. Morale dei signori, che si incarna nelle aristocrazie del mondo classico ed è imperniata su valori vitali quali la forza, la salute, la fierezza, la gioia 2. Morale degli schiavi, che sgorga da un sentimento di debolezza e di risentimento; è improntata ai valori anti-vitali dell'umiltà, della pietà, della castità • Si incarna storicamente nel popolo ebreo - popolo sacerdotale per eccellenza – per poi estendersi al di là di questo gruppo mediante il cristianesimo, che è dunque religione di massa, nonché negazione istituzionalizzata della volontà di vivere • Il sacerdote può far vergognare guerriero dicendo quindi che tutti gli impulsi vitali sono qualcosa di malefico, malvagio A questo punto Nietzsche si distacca dal pensiero di Schopenhauer che aveva dato come soluzione l'ascetismo, il rinnegare gli istinti e della volontà di vita. Per Nietzsche: la vita, gli istinti, non vanno rinnegati ma potenziati ulteriormente. Dualismo tra i valori vitali e i valori contro naturali della casta sacerdotale • Valori vitali: rappresentati dal superuomo o prima ancora dallo spirito libero Valori contro naturali: rappresentati dalla casta sacerdotale ● Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 66 Il problema di Dio: Nietzsche non accetta nessuna forma di religione né la favola di dio. Il problema per lui si pone in questi termini: non se dio esiste, ma perché l'uomo ha avuto per secoli bisogno di credere in dio. Nemmeno i martiri nei secoli possono dimostrare l'esistenza perché Nietzsche dice che l'intensità con cui una fede è creduta non dice niente circa la verità della fede, dice molto circa il bisogno che gli individui hanno nel crederla vera: "Se dio esistesse come potrei sopportare di non essere dio?" -> dunque Dio non esiste, dietro c'è l'auto affermazione In un brano De “La gaia scienza” si ha l'annuncio della morte di Dio: Dio è morto nella coscienza degli uomini. L'umanità non può più credere alla favola di Dio. Occorre un profeta che faccia capire che l'uomo si deve sostituire a Dio, dalla fede alla valorizzazione dell'uomo Morte di Dio e Nichilismo sono quasi sinonimi perché l'alternativa è: ● O dio esiste e il superuomo non ha nessun senso perché la storia ha già un senso per conto proprio ed è stabilita da dio O dio non esiste, la storia non ha nessun senso, e allora è il superuomo che deve dare valore a ciò che di per non ha valore (la sua vita e dell'uomo) Cos'è Dio? Il senso della realtà, è lo scopo di tutto, oltre che essere l'origine prima, dio è la realtà vera La personificazione delle certezze dell'umanità, di tutte le credenze metafisiche e religiose elaborate attraverso i millenni per dare un senso e un ordine rassicurante alla vita -> Non c'è un senso, né un fine ultimo per Nietzsche Tappe dell'accettazione del vero mondo: Tappe attraverso cui si è arrivati all'abolizione di ogni credenza 1. Platonismo: filosofia dove si afferma la metafisica, cioè il principio che la realtà vera non è questa in cui viviamo ma è un iperuranio, un mondo fittizio delle idee —> inizio vero dell'errore. Solo i saggi e i filosofi hanno accesso a questo mondo vero 2. Cristianesimo: al posto dell'iperuranio troviamo il paradiso, al quale ha accesso il santo, quindi è più facile essere santi che saggi, basta obbedire alle leggi. Quindi il cristianesimo è un platonismo per il popolo, cioè c'è sempre un aldilà che svanisce l'aldiqua, è il paradiso 3. Kantismo: il mondo dell'aldilà è inconoscibile: 3 postulati della ragion pratica di Kant: la libertà, l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio. Non rinuncia alla metafisica, la rende inconoscibile perché un postulato lo devo ammettere ma non lo posso conoscere realmente Canto del gallo del Positivismo: la scienza si deve occupare di questo mondo e non dell'altro 5. Filosofia del mattino: di Nietzsche, filosofia del risveglio. Uno mondo al di là non esiste 6. Filosofia di Zarathustra: avendo rinunciato all'aldilà, si rinuncia anche al carattere illusorio dell'aldiquà. Il nostro mondo è l'unica vera realtà con cui dobbiamo fare i conti 4. Quale è il senso della terra? La terra, la realtà, non ha alcun senso -> sarà la volontà di potenza del superuomo che darà un senso alla vita, perché di per sé la vita non ha nessun senso Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 67 Gli scritti del tramonto: Sono dei pamphlet polemici che scrive contro Wagner, contro il cristianesimo e contro gli ideali accettati. Tra questi scritti c'è una sorta di autobiografia: "Etche Homo". -> Dice che non c'è differenza tra il Nietzsche uomo e filosofo impegnato nella sua battaglia speculativa. Ammirava la Grecia classica ma non quella di Socrate e di Platone, viziata da 2 malattie: Il razionalismo socratico e la metafisica platonica: il bisogno dell'aldilà Come si diventa superuomo - nello Zarathustra: Attraversando 3 stadi, rappresentati da 3 animali (le 3 metamorfosi dello spirito): Cammello: inizialmente lo spirito è un animale da soma che sottostà a tutto il peso dell'esistenza e non si lamenta mai • Leone: rappresenta l'energia distruttiva dei vecchi valori che devono essere frantumati. Il leone lotta contro un drago apparentemente invincibile (è il drago del tu devi: dovere morale). Il leone dovrebbe avere questa forza distruttiva per uccidere il drago della morale il superuomo non è il leone, perché non distrugge solo i valori, ma ne crea di nuovi Fanciullo: lo spirito del leone deve diventare fanciullo, un essere nuovo, ingenuo, al di là del bene e del male, al di là della morale. Ciò che si fa per amore e per passione è sempre al di là del bene e del male, non tiene conto del dualismo etico di bene e male. Lo spirito per diventare superuomo deve in un primo momento lottare per poi rinascere nella schiettezza e nella sincerità. Il destino di superuomo non è il destino di tutta l'umanità, Nietzsche non pensa che tutta l'umanità vada verso il progresso, anzi tutta l'umanità va verso la creazione di quel piccolo uomo che ancora rispetta le morali del passato Nietzsche dice che la morale sopprime se stessa perché nella morale sono padrone la lealtà e la sincerità, ma andando le origini della morale sono immorali, perché la morale è la volontà di potenza della casta sacerdotale sul resto dell'umanità. -> La morale è la volontà di potenza di alcuni su altri. E la coscienza morale, quella che ti dice cosa devi o non devi fare, non è la voce di dio nell'uomo ma è la voce di alcuni uomini nell'uomo. Così parlò Zarathustra - Un libro per tutti e per nessuno: Zarathustra è il primo che ha fatto l'errore di distinguere bene e male e quindi deve ritrattare il suo pensiero, perché per Nietzsche bene e male non esistono, la contrapposizione morale in realtà non corrisponde a niente relativamente all'essere. Nello Zarathustra si narra di questo profeta che a 30 anni si ritirò in montagna con: • L'aquila rappresenta la visione spirituale, infatti è l'unico uccello in grado di guardare il sole Il serpente rappresenta l'istinto Raggiunto l'apice della sua conoscenza, Zarathustra sente di dover comunicare all'uomo ciò che ha conosciuto e che ha realizzato perché il suo animo trabocca e si traduce nel tramonto di Zarathustra. Cosa si intende per tramonto? Un donare senza amare l'uomo. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 68 Il sottotitolo: "Un libro per tutti e per nessuno" vuol dire: un libro che tutti dovrebbero leggere ma che forse nessuno potrà comprendere perché appartiene alla categoria dei piccoli uomini. Nello Zarathustra si contrappongono 2 tipi di umanità: L'oltreuomo, colui che è andato oltre ogni limite e condizionamento umano Il piccolo uomo dell'età ultima, che si rimpicciolisce nelle sue ideologie democratiche, femministe, socialisteggianti, umanitarie 3 tematiche contenute nello Zarathustra: 1. Der Übermensch - il superuomo Il superuomo è un'eccezione aristocratica. Superuomo vuol dire eccezione, non regola. Chi è il superuomo? Un essere che è restato fedele alla terra: non si è fabbricato un altro mondo ● Non si vergogna dei propri istinti anzi li potenza al massimo grado. La vita è autosuperamento continuo, allora il superuomo asseconda questo processo vitale Un distruttore perché deve avere il coraggio, la forza per distruggere le vecchie tavole dei valori. Gli serve la forza leonina per fare questo, tramite le 3 metamorfosi dello spirito Accetta l'eterno ritorno di tutte le cose Il superuomo è nichilista ma va oltre il nichilismo. 2. L'eterno ritorno: l'universo dice eternamente si a se stesso. E siccome il tempo è infinito e la quantità di energia dell'universo è finita prima o poi gli eventi cominceranno a ripetersi. Si deve essere forti come il superuomo ad accettare questa ripetizione continua altrimenti saremmo come dei cristiani che aspettano dall'aldilà la soluzione dei loro problemi ● È tipico invece del piccolo uomo cercare delle garanzie ultraterrene. Segno di debolezza: non si ha abbastanza forza per rinnegare il bisogno di scopo, di senso ultimo e di aldilà. A cosa serve l'eterno ritorno? A vincere il nostro bisogno di finalismo. L'eterno ritorno redime il passato dalla sua inesorabilità. Il passato è stato quindi non lo potete cambiare nella visione lineare della storia. Ma nella visione circolare dell'eterno ritorno, quello che tu fai adesso non solo lo ripeterai infinite volte, ma l'hai già fatto infinite volte. Tu sei in un punto del circolo, questo punto si chiama istante, da questo si dipartono due vie: Verso il futuro e verso il passato Ma queste due vie si contraddiranno sempre, cioè non giungeranno mai a riunificarsi? Nel tempo lineare, no, nel il tempo circolare, si. 3. La volontà di potenza Cos'è la vita? È continuo autosuperamento, quindi è l'esplicazione della volontà potenza. Quindi noi vogliamo essere il riflusso di questa forza intrinseca della vita e accontentarci del piccolo uomo? No. Il superuomo asseconda in sé la forza, la forza dell'istinto, dell'impulso Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 69 Influenza di Nietzsche su Freud: Freud è stato influenzato da Nietzsche, in lui ritroviamo il concetto della coscienza morale che lui chiama "super io" come interiorizzazione di una violenza perpetrata negli anni dagli educatori, che hanno imposto la loro volontà morale ai bambini. E quindi in noi si è formata una coscienza morale che gli educatori hanno seminato nella nostra vita. Paradosso nichilistico: Nietzsche accusa di nichilismo i cristiani e nello stesso tempo lui si dichiara perfetto nichilista. Come risolvere questo paradosso? Ci sono varie forme di nichilista: Chi nega l'unica esistenza del mondo qui ed ora, della natura e si rifugia in un aldilà che non esiste. Ma così facendo questo mondo viene completamente svalorizzato nichilisticamente Chi nega, come Nietzsche, e distrugge le tavole dei valori ● Il nichilismo si divide in, nichilismo: Completo: tipico di colui che è in grado di ripudiare qualsiasi lore imposto dall'esterno • Incompleto: tipico di coloro che pur avendo ripudiato i valori tradizionali della morale, hanno avuto bisogno di creare nuovi valori nella cultura contemporanea Attivo: Il superuomo, dopo aver vissuto tutti i valori conferisce personalmente valore alla propria vita, conferisce valore positivo alla sua vita potenziando l'istinto Passivo: è tipico di colui che si crogiola nel dolore ● ● Nietzsche e il nazismo: Uno storico della filosofia ha scritto un saggio in cui fa di Nietzsche il precursore del nazismo, soprattutto nella sua teoria della volontà di potenza, ma anche nel superuomo. Nietzsche non conosceva né Hitler né il nazismo, non era antisemita in senso razzistico però frequentava antisemiti (Wagner), Avrebbe rifiutato il diologismo razistico, l'eugenatica nazista Due figure si contrappongono nel suo pensiero: Il superuomo: non ha niente a che vedere con lo stato a meno che non sia lui stesso ad istituire uno stato. Non è servo dello stato • L'ultimo uomo: democratico, tollerante. L'umanità ridicolizzata, che ha raggiunto il grado più basso dello sviluppo, dove nessuno si pone il problema di diventare qualcosa di più Le diverse posizioni della critica su Nietzsche: Si era visto nel crollo psichico di Nietzsche conseguenza della sua malattia fisica, screditando in tal modo tutto il suo pensiero. La visione opposta è quella che sottolinea il fatto che la malattia è servita a Nietzsche per acquisire un punto di vista nuovo, che i “sani” non potevano eguagliare. Quindi la malattia genera un pensiero malato o dà la possibilità a Nietzsche di sviluppare un pensiero più profondo dal punto di vista filosofico? C'è una terza via: un filosofo deve essere giudicato per il valore di nobiltà di pensiero e non per le sue condizioni fisiche Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 70 Sigmund Freud Al tempo di Freud la psichiatria indicava quell'indagine sulle basi organiche sta stavano alla base della malattia psichica; delle basi organiche perché la psichiatria positivista, che cercava le basi distiche della malattia psichica, credeva che quest'ultima avesse come causa delle alterazioni o lesioni a livello celebrale o di midollo spinale. Freud insiste sull'origine psicogena della malattia psichica. La psicanalisi si basa su tre postulati fondamentali: 1. La psiche non si identifica con la coscienza, ci sono dei processi psichici che avvengono al di là della soglia della coscienza: è la scoperta dell'inconscio. Ma se una cosa è inconscia, come facciamo a teorizzarla? Dai suoi prodotti che affiorano alla coscienza, ad esempio dai sogni 2. La continuità della vita psichica; cioè non vi è differenza qualitativa ma solo quantitativa tra i processi psichici del sano e del malato. Freud con questo risponde all'accusa di aver applicato alla psiche sana i risultati ottenuti studiando i casi clinici. →> Il malato di mente ha perso definitivamente il controllo dei suoi processi psichici e che in lui l'inconscio ha il sopravvento che le viene 3. Il determinismo psichico. Tutto ciò che avviene nella nostra psiche ha una causa e una motivazione. Un sogno non è un affioramento casuale, ha delle cause precise; anche un lapsus freudiano, ha una motivazione: è l'inconscio che si intrufola e ci fa dire qualcosa che la coscienza in realtà non voleva dire. Questo determinismo psichico spiega il metodo freudiano delle associazioni libere: Freud fa stendere il paziente sul divano, si siede in modo da non essere visto con un taccuino e una penna e gli pone domande del tipo: "mi dica la prima cosa mente in relazione a questo simbolo onirico", chiede la prima cosa che viene in mente perché la risposta non deve essere meditata, razionale, deve essere automatica, in modo da aggirare la censura psichica e da far affiorare i contenuti dell'inconscio. Ma come facciamo ad essere sicuri che la risposta che apparentemente casualmente dà il paziente abbia una qualche relazione con il simbolo onirico? Per il principio del determinismo psichico: c'è una legge di causa ed effetto per cui se la coscienza si concentra su quel simbolo automaticamente, elabora una risposta che è in collegamento con esso, anche se questo collegamento non è evidente. La psicanalisi è anche chiamata Psicologia del Profondo, in quanto indaga i processi profondi della vita psichica, inconsci, non solo l'ambito della coscienza come era stato fino ad allora Inconscio: 1. Freud: Ipnosi: Dopo la laurea si reca a Parigi e Nancy, dove Charcot e Bernheim che studiavano i casi di nevrosi, soprattutto l'isteria, servendosi dell'ipnosi. L'isteria è una forma di nevrosi in cui viene coinvolto anche il corpo, ad esempio un paziente perde la funzione del braccio, ma questo non ha lesioni, è solamente bloccato. Charcot ipnotizzava il paziente e gli ordinava di tornare ad usare il braccio e far sparire il sintomo, il paziente si risveglia e ha l'uso normale del braccio ma non si ricorda di aver ricevuto l'ordine, dunque qualcosa in lui ha agito a livello inconscio che si è poi concretizzato nel riacquisto funzionale del braccio. Si può dimostrare sperimentalmente l'esistenza dell'inconscio: Si addormenta qualcuno con ipnosi, gli si dice di schiaffeggiare l'analista, quando si risveglia sente il bisogno di farlo e alla Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 71 domanda sul perché risponde non lo so, c'è una volontà inconscia, indipendente dal conscio. È l'azione dell'inconscio che agisce nel sottobosco della psiche, che è simile ad una regione oscura in cui la coscienza è come un piccolo fascio di luce che illumina solo una piccola porzione di essa. La psiche è un grande iceberg del quale emerge solo la punta, la maggior parte della psiche è composta da processi inconsci. Freud torna a Vienna, e continua i suoi studi sull’isteria, che colpisce prevalentemente le donne 2. Breuer: Metodo catartico o dell'abreazione, e non si accontenta di dare l'ordine, ma fa rivivere al paziente in stato di sogno ipnotico quell'esperienza traumatica. Infatti alla base della nevrosi c'è un evento traumatico, che ha effetti che si protraggono nel presente. L'inconscio è al di la del principio di non contraddizione, può provare amore e odio contemporaneamente. La coscienza lavora per concetti astratti, l'inconscio per simboli, infatti la via regale che ci porta dritti a questo è il sogno. Nel metodo catartico il paziente rivive dal punto di vista emotivo e sentimentale il trauma, e si scarica di quell'elemento passionale che costituiva il suo blocco interiore, rivivendo l'episodio infantile è come se se ne liberasse. -> Metodo catartico perché riprende il concetto di catarsi di Aristotele, in cui lo spettatore partecipa ad un evento drammatico, poi arica e si purifica delle emozioni. 3. Freud abbandona l'ipnosi perché non tutti i pazienti sono ipnotizzabili, allora introduce il metodo delle libere associazioni secondo il principio del determinismo psichico, ma libere fino ad un certo punto in quanto rispondendo automaticamente e non razionalmente. Jung è stato il discepolo ribelle dei Freud, primo presidente della società internazionale di psicoanalisi, fondata da Freud. Poi uscirà dalla scuola freudiana fondandone una sua, quella dell'inconscio collettivo, degli archetipi. Interpretazione dei Sogni (1900): Con "l'interpretazione dei sogni” nasce la psicoanalisi. Freud definisce il sogno la via regia, principale all'inconscio, infatti il prodotto più tipico dell'attività psichica inconscia è il sogno, perché durante la notte si allentano i controlli dell'io cosciente e della censura. Il sogno è la realizzazione mascherata (simbolica) di un desiderio rimosso, come già sapevano gli antichi il sogno esprime i suoi contenuti in maniera simbolica, perché deve mascherarli e rendere possibile la gratificazione di desideri rimossi nel profondo dell'inconscio, e approfittano dello stato onirico per venir soddisfatti, proprio perché c'è la censura onirica, che non è del tutto assente ma è allentata, e sono soddisfatti i desideri in forma camuffata. Uno dei processi fondamentali della psicanalisi è quello di rimozione, cioè esclusione dalla coscienza di un contenuto ritenuto inaccettabile per il soggetto, essere rimosso dalla coscienza non significa che il contenuto diventa inattivo, nell'inconscio continua ad attirare materiale e poi riemerge, se siamo fortunati riemerge come semplice sogno, sennò nel sintomo nevrotico. Dunque i meccanismi di formazione del sogno e della nevrosi sono analoghi. All'inizio dell'opera si cita una cita Virgilio: "Flectere si nequeo superos, acheronta movebo”, “Se non posso flettere gli dei (cioè la coscienza), metterò in subbuglio l'Acheronte (cioè l'inconscio)". Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 72 È come se parlasse il desiderio rimosso, che può riemergere in tante forme: • Come atto mancato, quando noi vogliamo fare una cosa ma ne facciamo un'altra Come lapsus linguae, quando vogliamo dire una cosa ma ne diciamo un'altra • Come oblio, quando nonostante lo sforzo non riusciamo a ricordare A questa fenomenologia di atti mancati Freud dedica l'operetta "Psicopatologia nella vita quotidiana”, quotidianamente ci succedono delle cose alle quali diamo scarsa importanza e che invece per il principio del determinismo psichico, hanno una loro causa, nascosta alla coscienza. Spesso queste rimozioni hanno come materiale degli eventi traumatici che sono successi in età infantile, ci sono episodi che non ricordiamo ma il nostro inconscio ha registrato, e quando meno ce lo aspettiamo questo materiale riemerge -> Concetto fondamentale della psicoanalisi Nel sogno è reso più facile questo riemergere, in forma mascherata e si distinguono due aspetti: Contenuto manifesto: quando ci si ricorda del sogno una volta svegliati Contenuto latente: il contenuto dietro a quello manifesto, nell'attività onirica c'è stato un lavoro onirico che ha trasformato il contenuto latente in quello manifesto, dal contenuto rimosso si realizza il sogno, l'analista deve fare il processo inverso, tenendo conto che durante la notte si sono svolti almeno quattro processi nel lavoro di formazione del sogno: 1. Spostamento: ciò che è importante nel sogno appare come secondario e viceversa, c'è lo spostamento di accento psichico. Questo per rendere possibile l'inganno della censura psichica. L'analista ha a che fare con degli indizi, e da qui ricostruisce gli avvenimenti accaduti nel profondo dell'inconscio Condensazione: immagini diverse appartenenti ad ambiti diversi si mescolano insieme Simbolizzazione: i contenuti vengono tradotti in un codice simbolico, per eludere la censura e rendere possibile la gratificazione del desiderio rimosso. Ad esempio ho degli istinti incestuosi che il soggetto non accetta, rimuovo dal punto di vista della coscienza ma nell'inconscio persiste 4. Elaborazione secondaria: processo mediante cui la psiche da forma narrativa al sogno, da una serie di simboli ricava una storia 2. 3. Questo è dimostrato dalla fase REM, movimento rapido degli occhi, tipico dello stato di sogno. Sognare è indispensabile, sono stati fatti esperimenti in cui gente veniva svegliata durante la fase Rem, dunque impedendogli di sognare per un certo periodo, e in seguito hanno registrato disturbi psichici. Ricordiamo una parte del sogno, per via della censura psichica, una parte morale che ci fa dimenticare. Con il metodo delle interpretazioni libere si perviene all'inconscio Poi c'è il sintomo nevrotico, si ha l'emersione del desiderio rimosso ma in modo simbolico. Si deve distinguere nevrosi e psicosi • Nella nevrosi c'è una parte sana che combatte quella malata alleandosi con lo psicoanalista Nella psicosi il soggetto fa tutt'uno con la sua malattia, non c'è una parte sana -> Allora “il nevrotico ha una malattia psichica e lo psicotico è una malattia psichica" Con le allucinazioni: se un nevrotico vede un treno che lo investe non si sposta, la parte sana lo fa distaccare da questa visione, mentre lo psicotico si sposta, non capisce che è un'allucinazione Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 73 Tipico il caso di Anna O, ragazza idrofoba; riemerge in lei un episodio che aveva rimosso, aveva visto il cane della governante che aveva assunto acqua leccandola dal bicchiere, questa immagine le aveva suscitato un disgusto talmente profondo che l'aveva rimossa, ma nel tempo in lei si è realizzata la fobia dell'acqua. È più facile curare una nevrosi piuttosto che una psicosi, a volte non si può curare la psicosi. La guarigione della nevrosi a volte non avviene, a volte si, e si ha quando al posto dell'inconscio torna a risplendere la coscienza, cioè si riporta alla coscienza il trauma che ha determinato il sintomo che poi si dissolve, quello che faceva Breuer con l'ipnosi. Un valido aiuto per la guarigione è il transfert, durante il rapporto clinico si sviluppano sentimenti reciproci, in particolare, il paziente proietta sull'analista degli stati emotivi che in realtà facevano parte di altri rapporti sociali avuti durante la vita. -> Il rapporto parentale, dunque proiettare sull'analista i propri sentimenti verso il padre: • Se si tratta di un rapporto positivo ci si affeziona all'analista e per amore si vuole guarire • Se il rapporto è di tipo conflittuale, negativo e il paziente vorrà opporsi all'analista, proietto all'esterno degli stati emotivi che in realtà ho dentro, tipo quando proietto in una persona quello che provo per quella persona. Quando succede ciò è meglio interrompere la terapia e iniziarne un'altra. Quando amore e odio convivono si chiama conflitto psichico Il contro transfert invece è quando l'analista proietta nel paziente dei contenuti emotivi Tre saggi sulla teoria sessuale (1905): Molto spesso risalgono alla nostra infanzia i primi traumi, poi tendiamo a rimuoverli e questi però riemergono. Qual è la psicologia dell'età infantile elaborata dalla psicoanalisi? Qual è lo sviluppo psicosessuale del bambino? Psico-sessuale perché per Freud c'è un'energia psichica fondamentale che chiama libido, che è l'energia che anima la vita psichica dell'individuo. È un'energia del desiderio che descrive, con il variare degli oggetti su cui si fissa, diverse zone erogene. Una zona erogena è il punto in cui si fissa la libido in una fase dello sviluppo -> Per la prima volta si dice che il bambino ha una sua vita psico-sessuale fin da piccolo; prima si credeva che il bambino fosse un angioletto asessuato, per Freud è un perverso polimorfo: L'attività sessuale è perversa quando è distolta dalla procreazione: è per questo che la vita sessuale del bambino è perversa; ed è anche polimorfa, si applica a punti diversi del corpo: 1. Fase orale: il bambino appena nato si concentra sulla bocca, per lui è istintivo e ne prova piacere. Da 0 a 1.5 anni 2. Fase anale: il bambino ricava esperienze piacevoli dalla defecazione. Da 1.5 a 3 anni 3. Fase fallica: gli interessi erogeni si spostano sui genitali, ancora il bambino è in un'età prepuberale, ma a questo punto la psiche maschile e femminile si distaccano: il bambino inizia a provare un complesso di castrazione, e la bambina invece pensa che le è stato tagliato e prova invidia del pene. Dai 3 ai 4 anni. Prima di superare la fase fallica il bambino dovrà superare la fase edipica, cioè un senso di predilezione per il genitore del sesso opposto. Per una femmina si ha il complesso di Elettra. Dinanzi a questo desiderio si sviluppa la barriera dell'incesto, la prima norma morale interiorizzata dal bambino, a questo segue una fase di latenza in cui il bambino non ha più desideri sessuali, sono nascosti 4. Fase genitale che coincide con la pubertà Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 74 Lo sviluppo della libido è come un fiume e che deve attraversare queste stazioni, ma quando il fiume incontra un ostacolo l'acqua ristagna e poi torna indietro, e prova gratificazione da una delle fasi infantili precedenti. La regressione libidica è una via per trovare la nevrosi Da queste opere Freud ricava una prima topica dell'apparato psichico che è già contenuta nell'interpretazione dei sogni: 1. Prima topica: la prima descrizione del sistema psichico distribuito in diverse regioni. Presenta come criterio la vicinanza alla coscienza dei contenuti psichici. Divide l'apparato psichico in: Coscienza: un contenuto è tale per cui io sono immediatamente consapevole Preconscio: un contenuto non fa parte attualmente della mia consapevolezza ma lo posso rievocare facilmente Freud dice che la malattia psichica è una sorta di autoterapia fallita, cioè il voler soddisfare un desiderio eludendo le barriere della censura psichica, ma il desiderio è distorto a tal punto che si ripresenta come sintomo nevrotico la cui origine deve essere indagata 2. Nella seconda topica, elaborata negli anni 20, nei saggi “l’io e l’es” e “al di la del principio e del piacere" si distingue in istinti pulsionali, il carattere economico dei contenuti, cioè la loro importanza interiore: ● Inconscio: è il luogo del rimosso, i contenuti psichici che sono il più lontano possibile dalla coscienza, la sede del rimosso. ● ● Es, cioè il neutro esso in tedesco, quello originario, il serbatoio magmatico di pulsioni inconsce che preme per una gratificazione immediata secondo il principio del piacere Super ego, luogo degli obblighi morali e dei divieti, il primo è la barriera dell'incesto. Questi divieti si sviluppano con l'educazione che formano in noi una parte morale che Kant avrebbe chiamato imperativo categorico, con la differenza che Kant lo considera un dato originario, dunque Freud ne indaga l'origine, che è la stessa individuata da Nietzsche. In questo Freud riprende l'idea nietzschiana, l'imposizione morale viene interiorizzata come una violenza. Esiste un super ego individuale e uno collettivo Ego, mediatore che deve conciliare i desideri dell'es e i divieti morali del super ego, dando soddisfazione ad entrambi i lati, deve impedire il trionfo dell'es, sennò si avrebbe un individuo senza freni, mentre con l'inverso si avrebbe un individuo represso e nevrotico. Questo agisce secondo il principio di realtà, non del piacere, ma tiene conto delle esigenze della realtà sociale. Lo stesso avviene nella civiltà umana, Freud scrive un saggio chiamato "il disagio della civiltà" perché questa determina la repressione degli impulsi primordiali, ciò si traduce in uno stato di sofferenza per l'uomo e ciò provoca un conflitto. Nel saggio "Al di la del principio del piacere" dice che gli impulsi delle funzioni fondamentali dell'es sono due: Quello vitale, l'eros, la libido sessuale Quello di morte, Thanatos, dunque aggressivo, sia verso di noi che verso l'altro Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 (al[email protected]) 75 Noi dobbiamo saper dominare questi impulsi se si vuole essere civili, senza estirparli totalmente, devono essere sublimati, che dal punto di vista fisico è il passaggio di un corpo da uno stato solido a uno aeriforme, qui invece è l'applicazione di un impulso originariamente sessuale ad oggetti che non sono sessuali ma che garantiscono lo sviluppo della civiltà umana. Ad esempio nella fase anale il bambino prova piacere nel giocare con le sue feci, questo potrebbe essere sublimato con il lavorare la creta. −> L’arte è una forma di sublimazione, cioè di spostamento di funzioni libidiche ad oggetti che non sono più sessuali ma esprimono l'interiorità dell'artista. Questo è un caso di riduzionismo freudiano, interpretare i dati superiori della società, come l'arte o la religione, in termini di sublimazione di pulsioni primarie. Anche l'aggressività può essere sublimata, ad esempio si diventa pugili. La civiltà si basa sulla repressione, ma da sola non basterebbe perché creerebbe eccessiva sofferenza, dunque occorre favorire la sublimazione. Uno di questi oggetti è l'arte, infatti le opere spesso suscitano in noi un sentimento ambivalente: Da un lato l'ammiriamo e altre volte ci suscita un qualcosa di perturbante, perché rinvengono in noi impulsi "repressi”. Anche i “film mentali” ci fanno dare gratificazione in forma innocua a impulsi sessuali che non possono essere soddisfatti in altro modo. Freud ha analizzato alcune opere d'arte, si è occupato del Mosè di Michelangelo, di Dostoevskij, di Leonardo da Vinci, esiste una critica letteraria di impostazione psicoanalitica che è volta a scoprire nelle opere letterarie delle manifestazioni di desideri inconsci, del poeta stesso. Esiste anche una critica d'arte marxista che riconduce la produzione artistica alla struttura economica soggiacente del tempo dell'artista Religione: Ritiene che nella religione trovino soddisfazione le pulsioni originarie, fondamentali dell'umanità. Il processo psichico che porta alla formazione degli dei, o del Dio, è il meccanismo della proiezione o dei contenuti interiori che affiorano dall'inconscio e che vengono proiettati e materializzati nella figura di Dio Padre, o delle divinità. Freud sottolinea il monoteismo riproduce il nostro rapporto ambivalente con il padre: da Dio chiediamo protezione e aiuto ma allo stesso tempo temiamo Dio, c'è un rapporto di amore e odio, che si chiama conflitto psichico. -> Il conflitto psichico è tutte le volte che abbiamo un sentimento ambivalente nei confronti di una stessa persona: come la figura del padre viene proiettata nel transfert analitico, così viene proiettata anche nella religione. Proiettando nell'alto dei cieli non le nostre qualità migliori (come diceva Feuerbach), ma il nostro rapporto ambivalente con il padre C'è un saggio di Freud, “comportamenti ossessivi e pratiche religiose", dove mette sullo stesso piano le pratiche religiose e il comportamento dei suoi pazienti ossessivi, che esprimono delle coazioni (coazioni=che tu ti costringi a fare qualcosa, cioè il comportamento ossessivo compulsivo dove queste coazioni, diventano uno scudo contro questa oscura minaccia). Le pratiche religiose sono la stessa cosa: attraverso di esse scongiuriamo dei pericoli oscuri. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 76 Accuse rivolte a Freud: Riduzionismo: interpretare i dati superiori della società, come l'arte o la religione, in termini di sublimazione di pulsioni primarie. La risposta di Freud è il Principio della continuità della vita psichica: non c'è una differenza qualitatia tra lo psichismo del sano e quello del malato Pansessualismo: è accusato di ricondurre tutte le nevrosi, al problema dello sviluppo psicosessuale, che è sicuramente un dato importante nello sviluppo individuale ma non è l'unico e tantomeno quello che permette di spiegare tutte le nevrosi e le psicosi Il contratto analitico tra il paziente e l'analista: il paziente si impegna a dire con assoluta lealtà e sincerità tutto quello che sente in se, anche i particolari più vergognosi, immorali, inaccettabili; viceversa l'analista si obbliga all'assoluta discrezione, cioè proprio perché accoglie tutte le confessioni più inconfessabili del paziente deve mantenere il segreto professionale. Carl Gustav Jung: La psicoanalisi dopo la sua morte nel 39 va avanti e viene criticata anche dai suoi discepoli, ad esempio Young e Adler che sviluppano delle forme di psicologia del profondo che pur debitrici della psicoanalisi freudiana non pongono la libido sessuale come energia psichica fondamentale. Per Young è solo energia psichica indifferenziata, come occorre energia per svolgere lavoro meccanico così per tutte le attività psichiche per essere svolta hanno bisogno di energia psichica indifferenziata, che serve all'individuo per svolgere lavoro psichico, cioè per il pensiero, l'intuizione, e non necessariamente sessuale. Questa energia serve all'individuo per svolgere lavoro psichico, e questa si manifesta in quattro funzioni fondamentali: la sensazione in cui è forte l'uomo, l'emozione in cui è più forte la donna, il pensiero in cui è più forte l'uomo e l'intuizione in cui è forte la donna. Queste funzioni si coniugano secondo i due tipi dell'umanità: L'introverso: la libido è volto verso l'interiorità L'extroverso: la libido è verso l'esterno Due sono i tipi fondamentali e quattro le funzioni, dunque per Young ci sono 8 tipi psicologici. Se siamo introversi consapevolmente, dunque per quanto riguarda la coscienza, il nostro inconscio si concentrerà sul mondo esteriore. Lui ha anche sviluppato la teoria dell'inconscio collettivo e degli archetipi, cioè il fatto che l'inconscio non ha soltanto simboli individuali ma anche collettivi, chiamati archetipi, che derivano dalla storia di tutta l'umanità, come il nostro corpo è l'eredità genetica di generazioni di esseri umani così la nostra psiche è l'eredità genetica di tutta la storia pregressa dell'umanità. Lo psicoanalista è una sorta di detective dell'anima che da pochi indizi deve ricostruire processi inconsci che non sono immediatamente percepibili. Il contratto analitico che si instaura tra il paziente e l'analista: il paziente si impegna a dire con sincerità tutto quello che sente in sé, anche i particolari più brutti e immorali, sennò non si ha terapia, l'analista si obbliga all'assoluta discrezione, infatti c'è anche il segreto professionale. Se l'inconscio è al di la della coscienza per definizione, dunque non può essere conosciuto, come ha fatto Freud a scoprirlo? Lui è l'unico che si è auto psicoanalizzato, diceva che un sogno non interpretato è come una lettera non aperta, è un messaggio dell'inconscio che va decriptato. C'è una lettura psicoanalitica anche delle fiabe e dei miti, sogni collettivi, mentre il sogno è un mito individuale Document shared on www.docsity.com Downloaded by: alessandra-biasini-1 ([email protected]) 77