La via scettica verso la felicità
Per Pirrone e i suoi seguaci, la felicità non si raggiunge attraverso l'adesione a una dottrina, ma attraverso il dubbio sistematico (sképsis). Questa pratica porta all'epoché (sospensione del giudizio), all'afasia (il rifiuto di esprimersi sulle questioni fondamentali) e infine all'atarassia (l'imperturbabilità dell'anima), considerata l'unica fonte di felicità possibile.
Timone di Fliunte 320−230a.C., importante seguace di Pirrone, sosteneva che per essere felici bisognerebbe conoscere la natura delle cose, l'atteggiamento da assumere e le conseguenze di tale atteggiamento. Tuttavia, poiché secondo lui nessuna di queste conoscenze può essere certa, l'unica soluzione è il silenzio filosofico.
Confrontando le diverse scuole ellenistiche, notiamo approcci molto diversi alla felicità. Gli epicurei la raggiungono attraverso la filosofia come "quadrifarmaco" contro paure e dolori, cercando il piacere stabile (atarassia e aponia). Gli stoici la perseguono con la virtù e la vita secondo ragione, praticando il distacco dalle emozioni (apatia). Gli scettici, invece, trovano la serenità nel dubbio stesso e nell'indifferenza verso le emozioni.
Rifletti! La soluzione scettica potrebbe sembrare passiva, ma ha un aspetto profondamente liberatorio: non dover difendere alcuna posizione dogmatica ti permette di osservare il mondo con mente aperta e senza il peso di certezze assolute.