Il pensiero di Karl Marx si concentra sull'analisi critica del sistema capitalistico e delle sue conseguenze sulla società e sui lavoratori.
L'alienazione del lavoro Marx rappresenta uno dei concetti fondamentali della sua teoria. Marx identifica quattro forme principali di alienazione: l'alienazione del lavoratore dal prodotto del suo lavoro, dal processo produttivo stesso, dalla propria natura umana e dagli altri esseri umani. Questo processo di alienazione deriva dal fatto che nel sistema capitalistico il lavoratore non possiede più il controllo sul proprio lavoro e sui suoi frutti, diventando essenzialmente uno strumento della produzione.
Il materialismo storico Marx costituisce la base metodologica del suo pensiero, secondo cui la storia dell'umanità è determinata dalle condizioni materiali di esistenza e dai rapporti di produzione. Marx sostiene che la struttura economica della società (detta "base") determina la sovrastruttura ideologica, culturale e politica. Questo approccio si differenzia dal materialismo dialettico, che si concentra invece sulle leggi generali che governano la natura e la società. La teoria marxista culmina nella visione del comunismo come superamento della società capitalistica attraverso la dittatura del proletariato. Il comunismo rappresenta per Marx la fase finale dello sviluppo storico, in cui vengono abolite le classi sociali e la proprietà privata dei mezzi di produzione. Le fasi del comunismo Marx prevedono prima una fase socialista transitoria e poi il comunismo pieno, caratterizzato dal principio "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". L'alienazione del lavoro oggi rimane un tema attuale, nonostante le trasformazioni del sistema produttivo, manifestandosi in nuove forme come la precarizzazione del lavoro e la perdita di significato delle mansioni lavorative.