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Kant

3/3/2023

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IMMANUEL KANT
Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, a cui ha dato un'impronta nuova
segnando una vera e propria svolta

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IMMANUEL KANT Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, a cui ha dato un'impronta nuova segnando una vera e propria svolta nel panorama filosofico moderno. Rivoluzione copernicana -> rovesciamento in campo gnoseologico Alla sua opera si attribuisce una funzione rivoluzionaria analoga a quella della teoria copernicana: come Copernico aveva "ribaltato" i rapporti tra la Terra e il sole (mettendo il sole al centro), così Kant capovolge i rapporti tra soggetto e oggetto nell'ambito del processo conoscitivo, assegnando un ruolo fondamentale al primo nell'elaborazione dell'esperienza il fondamento della conoscenza sta nel soggetto che conosce e non nell'oggetto conosciuto -> Non è la mente ad essere condizionata e modellata dalla realtà, ma è la realtà ad essere condizionata e modellata dalle forme a priori con cui la conosciamo. Nella conoscenza L'OGGETTO DIPENDE DAL SOGGETTO, cioè esso si adatta alle leggi del soggetto che lo riceve conoscitivamente. IL SOGGETTO È PENSIERO ATTIVO CHE COSTRUISCE NOZIONI E SENSO DI REALTÀ: ESSO "ILLUMINA" L'OGGETTO ORDINANDO I DATI SENSIBILI E DIVENTANDO COSÌ LEGISLATORE DELLA NATURA Il suo scopo filosofico è quello di sviluppare una critica della ragione di farne emergere limiti e possibilità. Nelle sue opere l'autore esamina le condizioni che rendono possibile la conoscenza, l'agire etico- politico e l'esperienza estetica. La serietà e il rigore della sua analisi si possono cogliere,...

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oltre che dai contenuti, anche dall'atteggiamento di fondo che la connota, ossia dall'idea secondo cui la filosofia è un'attività di ricerca che non dà nulla per scontato e che sottopone tutto al vaglio critico della ragione, a cominciare dalle stesse facoltà del ragionamento. VITA Nato nel 1724 a Königsberg, nella Prussia orientale, dove trascorre tutta la sua vita (la sua fu una vita sedentaria quindi non rispetta le caratteristiche degli intellettuali del tempo -> erano inquieti, viaggiavano sempre e non si fece coinvolgere nelle attività politiche della sua città). Lui dedica la sua vita allo studio ed era un docente universitario. La sua vita era molto precisa e programmata, ma non era cupo infatti era dotato di ironia. FASI KANTIANE: Precritica > Kant si dedica a riflessioni su tematiche "scientifiche" e si forma sui testi dei razionalisti e degli empiristi. Avvicinamento dell'empirismo di Hume -> Analizzando a fondo i principi delle due correnti più importanti della filosofia moderna, il razionalismo e l'empirismo, Kant comincia a nutrire i primi dubbi sulla validità della metafisica, fino a dichiarare di essere stato svegliato dal «sonno dogmatico» (ossia dall'accettazione acritica della metafisica) grazie alla lettura di Hume. Criticismo -> Kant si dedica scrupolosamente all'insegnamento universitario e scrive le sue opere maggiori: la Critica della ragion pura la Critica della ragion pratica (1788) e la Critica del giudizio (1790) CRITISCIMO KANTIANO Atteggiamento opposto al dogmatismo. Esso si identifica con l'esame della ragione, delle sue capacità e dei suoi limiti nell'attività: conoscitiva (RAGION PURA), pratica (RAGION PRATICA) e nel sentimento (CRITICA DEL GIUDIZIO). Esso propone di valutare la validità e i limiti della conoscenza umana. TRIBUNALE DELLA RAGIONE Questo esame ideale che viene fatto alla ragione (nell'opera Critica della ragion pura) prende il nome di tribunale della ragione; un processo in cui la ragione è sia imputata che giudice. Ad essere messe a giudizio sono le facoltà della ragione umana: intelletto, sensibilità e la ragione in senso stretto. Il tribunale ha il compito di decidere le modalità in cui queste facoltà possono operare (intelletto -> categorie; sensibilità -> spazio e tempo). Kant fa questa metafora perché i limiti della ragione sono stati posti dalla ragione stessa quindi l'unica facoltà che può giudicare la ragione è proprio ragione. RAZIONALISMO-EMPIRISMO Nel diciottesimo secolo le due principali teorie epistemologiche entrano in crisi: Da una parte il razionalismo, che viene messo in crisi dalla critica empiristica di Hume. Dall'altra l'empirismo stesso, perché la scienza dimostra l'esistenza di verità di fatto necessarie. Da giovane Kant si era formato sui testi razionalisti perché era stato ispirato dai successi scientifici nella fisica e nell'astronomia conseguiti da Newton. Ma successivamente Kant si allontana dal razionalismo per abbracciare l'empirismo di Hume che lui stesso dirà di averlo risvegliato dal sonno dogmatico della metafisica. Kant vuole trovare i limiti della ragione alla luce delle idee imperialiste (lui riesce a mettere fine al dissidio tra empiristica e razionalisti). L'idea empiristica si basa sul fatto che le conoscenze provengono dall'esperienza (non esistono idee innate ma solo a posteriori). Kant trova due tipi di giudizi: Sintetici a posteriori -> era il giudizio degli empiristi (andava dal particolare al generale). Analitici a priori -> era il giudizio dei razionalisti (andava dal generale al particolare). Kant arriva al punto di dire che vuole trovare giudizi sintetici a priori e lo fa tramite la rivoluzione copernicana (è la realtà che si adegua alla nostra mente e alle facoltà umane con cui viene percepita) -> nella nostra mente sono presenti delle strutture a priori, dei canoni universali (che sono uguali in tutti gli uomini), che ci permettono di conoscere al meglio la realtà. Kant sostiene che la mente sia uguale in tutti gli uomini e, anche se la mente è soggettiva, gli uomini vedono e percepiscono tutti le stesse cose perché le strutture all'interno della mente sono uguali per tutti. LA CRITICA DELLA RAGION PURA SCOPO --> effettuare un'analisi dei fondamenti del sapere e tracciare i limiti entro cui il sapere può essere considerato valido. Kant vuole conferire anche alla metafisica il carattere della certezza e oggettività proprio della scienza (vuole capire se anche la metafisica può essere considerata a livello di una scienza) e per farlo sottopone a esame critico le strutture logiche della conoscenza a partire dalla matematica e dalla fisica. Kant procede dunque ad analizzare i fondamenti e i principi della matematica e della fisica, ossia del sapere scientifico certo e sicuro, partendo dai suoi elementi di base: i giudizi. Giudizio -> Operazione logico-filosofica che consiste nel connettere un soggetto con un predicato Per Kant esistono due tipi di giudizi: Giudizi analitici -> sono quelli in cui il predicato è già contenuto nel soggetto. Sono giudizi rigorosi, ma a priori perché il loro contenuto non deriva dall'esperienza (non producono nuova conoscenza): sono privi di "novità", perché il predicato non aggiunge nulla di nuovo al concetto implicato nel soggetto. i. giudizi a priori sono universali (vuol dire che valgono per tutti i soggetti) e necessari (necessari per far operare la mente, senza di essi la mente non funziona). Giudizi sintetici -> sono quelli in cui il predicato offre un contenuto informativo nuovo, dice qualcosa in più del soggetto, quindi produce nuova conoscenza. Si ha un'estensione della conoscenza, ma non la garanzia della sua necessità e universalità, poiché si tratta di giudizi che dipendono interamente dall' esperienza -> sono giudizi a posteriori. Kant, insoddisfatto di questi due tipi di giudizi, ne trova un altro: Giudizi sintetici a priori -> Sono quei giudizi su cui si basa la scienza newtoniana. Essi sono dotati dei caratteri sia della necessità e universalità, in quanto sono a priori, sia della novità, in quanto, essendo sintetici, il predicato aggiunge un'idea nuova al soggetto. sono i giudizi che usano la matematica e la fisica. La domanda che sorge a Kant è: come sono possibili i giudizi sintetici a priori? Per Kant ottengono la loro validità dal soggetto e non dall'oggetto. Sono possibili grazie alla "fusione" dei due aspetti della conoscenza: materia e forma. La materia racchiude le impressioni sensibili (gli elementi a posteriori derivanti dall'esperienza); la forma comprende tutte le forme con cui la mente ordina le impressioni (sono strutture a priori). I giudizi sintetici a priori operano attraverso dei filtri della mente (filtri in cui passano i dati provenienti dall'esperienza prima di diventare conoscenza). Filtri -> forme a priori. Ci sono filtri dell'esperienza (spazio e tempo) e filtri dell'intelletto (categorie). Da qui si svilupperà la rivoluzione copernicana. La risposta alla domanda di Kant "È possibile una metafisica come scienza?": aritmetica, geometria e fisica si sono costituite come scienze dal momento in cui l'uomo ha capito che la ragione vede nelle cose solo ciò che lei stessa vi pone secondo il proprio disegno (es: esperimento scientifico, prima pensato, poi attuato); noi delle cose non conosciamo a priori se non ciò che noi stessi vi mettiamo -> Ciò significa che il fondamento dei giudizi sintetici a priori è lo stesso soggetto che sente e che pensa, cioè il soggetto con le leggi della sua sensibilità e del suo intelletto. Kant definisce la critica della ragion pura come un'indagine trascendentale: Per Kant è trascendentale ogni conoscenza che non si occupa di oggetti, il nostro modo in cui oggetti -> È il modo attraverso cui si forma la conoscenza. Kant va al di là della conoscenza interrogandosi sulla coscienza. La "filosofia trascendentale" ha il compito di stabilire le condizioni di validità oggettiva e universale di questi giudizi, e in tal senso si occupa non tanto degli oggetti conosciuti quanto del nostro modo di conoscerli. LA STRUTTURA DELLA RAGION PURA ➤ la rigorosa struttura dell'opera riflette l'architettura della ragione umana. Divisa in: dottrina trascendentale degli elementi -> descrive gli elementi di cui è composta la nostra facoltà conoscitiva e gli oggetti che possono o non possono essere conosciuti viene divisa in: estetica trascendentale -> tratta la sensibilità e tutte le sue forme a priori logica trascendentale -> si occupa del pensiero e delle sue regole è divisa in: analitica trascendentale --> analizza le forme a priori dell'intelletto dialettica trascendentale -> analizza le forme a priori della ragione dottrina del metodo -> si occupa del modo di procedere per organizzare le nostre conoscenze in modo corretto. ESTETICA TRASCENDENTALE Estetica inteso come principi dell'intuizione sensibile (per Kant ogni conoscenza inizia con l'esperienza) ➤ La sensibilità: è la facoltà grazie alla quale ci sono dati gli oggetti esterni in modo intuivo. La sensibilità ha una duplice fisionomia: Passiva -> in quanto riceve dall'esperienza esterna i dati percettivi. Attiva -> in quanto organizza il materiale che riceve dall'esterno attraverso due forme a priori: lo spazio e il tempo (sono forme a priori mediante le quali noi possiamo unificare le nostre sensazioni e tramite cui la sensibilità attua il suo processo conoscitivo). Definiamo i concetti si spazio e tempo. Spazio: forma a priori del senso esterno e fonda la validità della geometria (come scienza sintetica a priori). Lo spazio è un'intuizione pura, vuol dire che è innata in noi. Tempo: forma a priori del senso interno e fonda la validità dell'aritmetica. Il tempo costituisce il fondamento dei nostri stati interiori e in virtù della quale noi li percepiamo sempre uno dopo l'altro, in una successione regolare di passato, presente e futuro. In sostanza, ciò che noi percepiamo, non è l'oggetto in sé, ma il suo apparire e non lo percepiamo se non inserendolo nella forma trascendentale spazio-tempo (fenomeno). Sul piano trascendentale il tempo è più importante dello spazio infatti tutte le rappresentazioni del mondo ci giungono attraverso il senso interno. Analitica TRASCENDENTALE Studia le forme a priori dell'intelletto: le categorie (o concetti puri). Tramite l'intelletto la nostra mente riesce a unificare gli oggetti in "rappresentazioni comuni" che prendono il nome di concetti. L'intelletto è la facoltà che conosce in modo attivo e spontaneo. Se attraverso la sensibilità l'oggetto dell'intuizione era soltanto dato, attraverso l'intelletto l'oggetto è ora PENSATO. Intelletto e sensibilità stanno sullo stesso piano, perché sono entrambi indispensabili alla conoscenza e sono indissociabili. L'attività del pensiero (attività svolta dall'intelletto) è attività unificatrice dell'esperienza che si esplica attraverso i concetti e secondo modalità comuni a tutti gli uomini. Essa coincide con la facoltà di "giudicare", cioè collegare un concetto (un predicato) a un soggetto. L'intelletto pensa in concetti. Per Kant sono di due tipi: Empirici -> che derivano dall'esperienza a partire dalle sensazioni Puri -> sono i contenuti a priori dell'intelletto come sue forme a priori. Questi hanno la funzione di ordinare l'intelletto. I concetti puri costituiscono i modi universali per pensare vengono definite anche categorie. ▸ PENSARE = GIUDICARE (motivo per cui Kant trova tante categorie quanti giudizi perché ad ogni tipo di categoria corrisponde un giudizio). Esistono 12 categorie e 12 giudizi. DEDUZIONE TRASCENDENTALE -> dimostrazione della validità oggettiva delle categorie Il problema si pone in quanto le categorie dell'intelletto, essendo concetti pur, a prima vista non avrebbero titolo a ordinare i fenomeni naturali. L'argomentazione kantiana parte dall'osservazione che tutta l'attività sintetizzatrice in cui consiste la conoscenza ha il suo fondamento nell'io penso. ► lo penso: un concetto originale, importantissimo nella filosofia kantiana, in virtù del quale possiamo ricondurre a unità e attribuire a un soggetto l'intero processo conoscitivo, che altrimenti sarebbe frammentato nelle varie rappresentazioni. L'i penso viene inteso come struttura mentale universale "il principio supremo della conoscenza umana" senza in quale non potrei definire le mie rappresentazioni e non esisterebbe l'esperienza. Esso è una funzione grazie alla quale l'io unifica le rappresentazioni del soggetto, ed è definito anche «autocoscienza», in quanto implica appunto la consapevolezza di un io a cui le rappresentazioni vengono riferite, e «appercezione trascendentale», in quanto è l'originaria percezione di sé che precede ogni atto conoscitivo. Poiché il principio dell'io penso basa la sua attività sui giudizi, che si basano a loro volta sulle categorie, la realtà non può essere pensata dall'uomo senza essere ricondotta alle categorie. In poche parole L'io penso diventa il fondamento della conoscenza e Kant riesce così a giustificare le categorie, che risultano legittimamente applicate agli oggetti in quanto è solo grazie a esse che gli oggetti sono possibili. FENOMENO E NOUMENO ➤ Fenomeno: "ciò che appare" è l'oggetto della conoscenza come appare al soggetto (noi) in virtù delle sue facoltà conoscitive (forme a priori). Il fenomeno un lato segna il limite della conoscenza umana e dall'altro individuo all'orizzonte entro cui la scienza presenta una validità universale (è oggettivo perché tutti gli uomini possiedono la stessa struttura mentale quindi percepiamo tutti la realtà allo stesso modo). L'uomo può conoscere la realtà solo il mondo fenomenico Noumeno: "la cosa in sé" la realtà che sta oltre ai fenomeni, oltre al mondo fenomenico. L'uomo può solo pensare il noumeno, non conoscerlo. Il noumeno può diventare oggetto delle facoltà conoscitive. Il noumeno segna il confine invalicabile della scienza, oltre al quale questo non può operare. Questo piano di cui non facciamo esperienza è anche il piano metafisico. DIALETTICA TRASCENDENTALE DIALETTICA intesa nella sua accezione negativa, come logica dell'apparenza, vuole far apparire ciò che nulla con chi comunque non può essere dimostrato. Essa indica l'attività della ragione che pretende di andare oltre i limiti dell'esperienza. In questo modo la ragione incorre continuamente in contraddizioni e cade in una serie di errori -> le illusioni naturali. Studia la RAGIONE come facoltà attraverso cui cerchiamo di spiegare la realtà OLTRE il limite dell'esperienza. Tutti i concetti la ragione è portata a formulare, prescindendo dall'esperienza, da Kant vengono chiamate idee. Queste idee non possono essere pensate per l'intelletto. Le idee sono: Idea di mondo -> nella quale vengono unificati tutti i dati del senso esterno Idea di anima -> nella quale vengono unificati tutti i dati del senso interno Idea di Dio -> nella quale vengono unificati tutti i dati del senso interno sia del senso esterno, quindi nell'idea di Dio abbiamo una totalità assoluta Queste idee sono solo frutto di un'illusione della realtà perché la ragione non può dimostrare né immortalità dell'anima, né l'origine generale del mondo nella sua totalità, né l'esistenza di Dio. Critica dell'idea di anima L'idea dell'anima nasce dal tentativo di applicare all'io penso, come pura forma trascendentale, la categoria della sostanza, che invece è applicabile solo nell'ambito dell'esperienza. Critica all'idea di mondo L'idea di mondo è errata perché la totalità della realtà non può mai essere oggetto di un'esperienza possibile per l'uomo; impossibili dimostrare si ala finitezza che l'infinità del mondo, la sua divisibilità e indivisibilità, se il mondo dipenda da un essere necessario. Critica all'esistenza di Dio Ricordiamo la critica alla prova ontologica di Anselmo d'Aosta (100 denari hanno lo stesso valore sia che li pensi che ce li abbia in tasca -> idea di dio non aumenta se questo è reale -> Dio ha lo stesso valore sia che esista sia che non esista). Kant demolisce la prova cosmologica, pretende di dimostrare l'esistenza di Dio partendo dall'esistenza degli enti. Kant dice che c'è stato un uso illegittimo del concetto di causa perché questo serve a connettere i fenomeni tra loro, non connettere i fenomeni sensibili a qualcosa che sta oltre al mondo fenomenico. Kant critica anche la terza prova dell'esistenza di dio, quella fisico-teologica. Questa prova sostiene che dio è a capo dell'ordine e della bellezza del mondo. Non bisogna ritenere che l'ordine del mondo sia in mano ad una causa che sta aldilà della natura. CONCLUSIONE DELLA CRITICA È IMPOSSIBILE UNA METAFISICA COME SCIENZA PERCHÉ NESSUNA CONOSCENZA PUÒ USCIRE DAI LIMITI DELL'ESPERIENZA, DEL FENOMENO -> I giudizi sintetici a priori, che costituiscono la scienza, hanno bisogno di avere come contenuto sempre l'esperienza. CRITICA DELLA RAGION PRATICA Kant deve ora fondare una morale che rispetti le premesse sistematiche e metodologiche della "Ragion Pura". In particolare deve fondare la legge morale nell'ambito legittimo dell'uso pratico della ragione. Questa morale deve essere universale (valida per tutti in tutti i casi). Per Kant la legge morale è inscritta in noi come un fatto della ragione. Compito della critica della ragion pratica: analizzare le facoltà della ragione pratica e dimostrare che esiste una ragione pratica pura, cioè non determinata empiricamente, ma rivolta al sovrasensibile. Nella ragione esiste una regola morale che guida le nostre azioni in modo indipendente dalle circostanze particolari ed ai bisogni istintuali. Per Kant l'uomo è caratterizzato dalla tensione tra istinto e ragione. Tra i due prevarrebbe sempre l'istinto. Nel trovare la legge morale presente nella ragione degli uomini, bisogna escludere ogni norma eteronoma (bisogna escludere ogni tipo di "volontà personale" o legge imposta dall'esterno; come i desideri, la passioni, l'amore, ...). Quindi la legge morale di Kant deve mettere da parte i sentimenti egoistici, per esaltare le caratteristiche universali. Questa morale è basata su un piano prettamente morale, bisogna distaccarsi completamente dal piano emotivo -> è morale ciò che va contro i propri interessi. lo devo agire "secondo" il dovere (secondo la moralità), non "per" il dovere. LE MASSIME E IMPERATIVI Gli esseri umani agiscono in base a massime. ► massime -> sono principi pratici che disciplinano la nostra volontà: sono regole di comportamento a carattere soggettivo. Kant non vuole basare la sua legge morale su cose soggettive, lui vuole trovare l'oggettività. Questo Kant lo ha ritrovato negli imperativi. ➤ imperativi -> sono regole di comportamento universalizzabili: sono oggettive e valgono per tutti gli individui. Gli imperativi sono divisi in: ipotetici -> si tratta di un comando in cui è l'azione viene vista come dipendente da un'altra; prescrive un'azione in vista del raggiungimento di un fine determinato che può non essere necessariamente condiviso da tutti. Quindi, mancando di universalità, questo imperativo non è completamente morale. categorici -> è l'imperativo che ci impone il nostro dovere in modo incondizionato: vuol dire che comanda un'azione a prescindere dal fine o dagli effetti. È finalizzato a trovare il bene assoluto. È sull'imperativo categorico che Kant basa la sua legge morale perché questa legge deve essere libera e autonoma (rispetto all'esperienza), quindi deve essere incondizionata e universale (deve valere per tutti e sempre). Come posso capire quale sia il mio dovere nelle varie situazioni della vita? Per capire come devo comportarmi nelle varie situazioni della vita devo capire se il mio comportamento è completamente morale. Per fare questo io devo oggettivare il mio comportamento (principio di universalizzazione). Il mio comportamento è moralmente valido se posso pensarlo come una regola universale che può essere valida per tutti (ex. Se mento per una buona causa, il mio comportamento, in ogni caso, non è stato completamente morale perché, se io oggettivizzo il mentire: "se tutti mentissimo il mondo sarebbe un posto inaffidabile" capisco che mentire è sbagliato quindi che il mio comportamento non è stato corretto) -> da qui capisco che non devo trarre vantaggio dalle persone, ma devo fare del bene incondizionatamente, trattando le persone come fine, non come scopo e che non bisogna mai mentire. Gli uomini hanno l'obbligo morale di non comportarsi in un certo modo se quel comportamento che voglio avere non supera il "test di universalità". La legge morale si giustifica da sola, non ha bisogno della filosofia per giustificarsi –> la legge morale è un assioma. Questo non implica che gli uomini siano obbligati ad agire moralmente, gli uomini sono liberi di agire come vogliono -> libero arbitrio I POSTULATI Sono postulati che sono indimostrabili teoricamente, ma si richiede di ammettere per soddisfare l'esigenza morale del sommo bene. Le condizioni per la realizzazione effettiva del sommo bene sono: esistenza di dio -> c'è bisogno di un dio che garantisca una felicità in proporzione ai meriti (perché dio è onnisciente e onnipotente). Immortalità dell'anima -> dato che il sommo bene non può essere realizzato nel tempo limitato della vita terrena, bisogna ammettere che ci sia un tempo infinito per arrivare al sommo bene. Libertà -> senza presupporre l'esistenza dell'autonomia e della libera volontà, l'imperativo morale non avrebbe senso. L'uomo è libero di sottomettersi o meno alle sue prescrizioni e di realizzarle. CRITICA DEL GIUDIZIO Kant analizza la facoltà del sentimento che sta tra l'intelletto e la ragione. Tramite il sentimento Kant riesce a superare il conflitto tra il piano fenomenico e quello noumenico. Il termine giudizio allude alla facoltà autonoma del sentimento che diventa oggetto di un'indagine critica. GIUDIZI DEL SENTIMENTO I giudizi del sentimento prendono il nome di giudizi riflettenti. ➤ Giudizi riflettenti: È il giudizio del sentimento che non determina alcun oggetto, ma si limita a riflettere su oggetti già costituiti e a ricondurli ad un principio (quello di finalità) che conferisce a loro un valore universale valido per tutti. I giudizi riflettenti si dividono in due tipi principali di giudizi: Teleologico -> riguarda il discorso sui fini della natura Nella mente degli uomini c'è una tendenza a pensare finalisticamente, cioè a scorgere nella naturale esistenza di cause finali sia intrinseche che estrinseche. Questa finalità però non è un dato verificabile ma è soltanto un nostro modo di vedere il reale. Estetico -> verte sulla bellezza e si occupa di due concetti: il bello e il sublime. Questi sono i giudizi di gusto. La bellezza per Kant è una cosa soggettiva, ma non individuale, e non bisogna intenderla come piacere, ma bellezza in valore assoluto. La bellezza deve essere: Disinteressata →> non riguarda l'oggetto in sé, ma la rappresentazione di esso è il sentimento che suscita; guardo l'oggetto e dico se mi piace o meno, esprimo la sensazione che suscita in me l'oggetto, se dico è bello formulo un giudizio (i giudizi, essendo universalmente validi, affermo che quella cosa deve essere bella per tutti) Universale -> il bello è ciò che piace universalmente senza concetto. La bellezza è qualcosa che ciascuno può intuire in modo immediato. Una cosa bella quando di fronte adesso siamo come necessitati a provare un determinato sentimento di piacere. SUBLIME ► Sublime: È il sentimento che si prova di fronte a entità naturali smisuratamente grandi o potenti. Esso da un lato suscita un sentimento di sgomento di spavento; dall'altro induce nel soggetto la consapevolezza della propria grandezza spirituale. Il sublime consiste in un sentimento illimitato che porta una sorta di “piacevole orrore" di fronte a uno spettacolo grandioso. Il sublime può essere di due tipi: Matematico -> ha per oggetto la grandezza della natura Dinamico -> nasce di fronte alla potenza della natura La differenza tra sublime e bello sta nel fatto che: il bello riguarda la forma dell'oggetto (la sua limitatezza); il sublime riguarda l'illimitatezza dell'oggetto che suscita piacere e terrore allo stesso tempo.