L'idealismo rappresenta una delle correnti filosofiche più significative del pensiero occidentale, sviluppatasi principalmente in Germania tra la fine del '700 e l'inizio dell'800.
L'idealismo tedesco si fonda sul principio che la realtà non esiste indipendentemente dal pensiero che la concepisce. Questa corrente filosofica si sviluppa a partire dal pensiero di Kant, che aveva posto l'accento sul ruolo attivo del soggetto nella conoscenza. I tre maggiori esponenti - Fichte, Schelling e Hegel - elaborano questa intuizione in modi diversi ma complementari. Fichte sviluppa un idealismo soggettivo in cui l'Io è il principio assoluto che pone sia se stesso che il non-io (la realtà esterna). Il suo pensiero filosofico si concentra sull'attività pratica e morale del soggetto, dando vita a un idealismo etico. Schelling propone invece un idealismo della natura, in cui spirito e materia sono manifestazioni di un principio assoluto comune.
L'apice dell'idealismo filosofia si raggiunge con Hegel e il suo idealismo assoluto, che concepisce la realtà come manifestazione dello Spirito nel suo processo dialettico di auto-sviluppo. L'idealismo hegeliano rappresenta il tentativo più sistematico di spiegare la totalità del reale come espressione del pensiero. Questo sistema filosofico supera la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno, affermando che tutto ciò che è razionale è reale e viceversa. L'idealismo trascendentale di Kant viene così trasformato in una visione più comprensiva che include anche elementi dell'idealismo romantico, come l'unità di natura e spirito, e l'importanza dell'arte come espressione dell'Assoluto. Le differenze tra Kant e Fichte segnano il passaggio dal kantismo all'idealismo, con una progressiva radicalizzazione del ruolo del soggetto nella costituzione della realtà.