Rousseau: l'uomo buono corrotto dalla società
Jean-Jacques Rousseau ribalta completamente la prospettiva: "L'uomo nasce buono, è la società che lo corrompe". Nello stato di natura l'uomo è come un fanciullo innocente con pochi bisogni essenziali (mangiare, bere, riprodursi) facilmente soddisfacibili.
Il problema inizia con l'agricoltura e la proprietà privata. Quando qualcuno dice "questo terreno è mio" nascono le disuguaglianze economiche. Chi possiede di più inizia a dominare chi ha meno, sviluppando vizi come l'inganno, l'astuzia e la falsità. L'uomo impara a fingere, creando una separazione tra apparire ed essere.
I ricchi, per proteggere i loro beni dalla violenza dei poveri, propongono furbi ordinamenti legislativi che sembrano giusti per tutti ma in realtà consolidano le disuguaglianze. È un inganno: i poveri pensano di guadagnare diritti, invece perdono per sempre la libertà naturale.
Rousseau non vuole tornare alla vita selvaggia, ma trovare un modo per vivere in società mantenendo l'uguaglianza che caratterizzava lo stato di natura. La sua critica al progresso scientifico lo distingue nettamente dagli altri illuministi.
🌿 Riflessione: Rousseau è il primo a criticare il mito del progresso, anticipando temi molto attuali!