L'etica epicurea: calcolo dei piaceri
L'etica di Epicuro ruota attorno al piacere, ma attenzione: non è quello che pensi! Distingue tra piacere stabile (assenza di dolore) e piacere in movimento (gioia attiva). La vera felicità è il piacere stabile: atarassia (assenza di turbamento) e aponia (assenza di dolore).
Epicuro classifica i bisogni in tre tipi: naturali e necessari (cibo), naturali ma non necessari (cibi raffinati), né naturali né necessari (gloria, potere). Il saggio deve soddisfare solo i primi e evitare quelli vani.
Non si tratta di abbandonarsi ai piaceri! Serve calcolo razionale: rinunciare ai piaceri che causano dolori maggiori, sopportare i dolori che portano piaceri maggiori. La saggezza è la virtù fondamentale che permette questo calcolo.
Attenzione: L'epicureismo non è edonismo! Non identifica il bene direttamente con il piacere, ma richiede misura e razionalità.
L'amicizia è centrale nell'etica epicurea. Nasce dall'utilità ma diventa un bene in sé. "È più bello fare il bene che riceverlo" - il piacere diventa fondamento della solidarietà umana.
Per quanto riguarda la politica, Epicuro consiglia di starne fuori: "vivi nascosto". L'ambizione politica è fonte di turbamento e ostacola l'atarassia. Meglio coltivare l'amicizia nel giardino che cercare il potere nella polis.
L'amore di Epicuro per genitori e amici mostra che la sua filosofia, lungi dall'essere egoistica, promuove una vera solidarietà umana basata sul calcolo ragionato del bene comune.