Umanesimo e Rinascimento: L'Uomo al Centro
Il Rinascimento segna una svolta epocale: dalla cultura ecclesiastica a quella laica delle corti, dal teocentrismo medievale all'antropocentrismo umanistico. L'uomo diventa "centro dell'universo e artefice del suo destino" - che responsabilità!
Pico della Mirandola nel "De hominis dignitate" celebra l'uomo come "copula mundi" - il collegamento tra terra e cielo. La sua idea geniale: organizzare un summit mondiale con i cento massimi sapienti per trovare una sapienza comune. L'uomo è autonomo (può decidere da sé) ma non indipendente (resta legato a Dio).
Si riscopre il pensiero classico nelle versioni originali, con nuove interpretazioni di Platone e Aristotele. L'Accademia platonica di Firenze diventa il centro culturale più importante d'Europa.
Marsilio Ficino elabora una sintesi affascinante: la realtà ha diversi livelli (materia in basso, Dio in alto, uomo nel mezzo), e l'amore è la forza che permette all'anima umana di collegare i due mondi estremi. È un Platone cristianizzato, usato in chiave anti-scolastica.
Il Rinascimento non rifiuta il Medioevo, ma lo trasforma: riprende Aristotele per tornare allo studio della natura, mantenendo però l'interesse platonico per l'immortalità dell'anima.
Rivoluzione: Per la prima volta da secoli, l'uomo si sente protagonista della storia invece che semplice spettatore del piano divino!