La storia della persecuzione degli ebrei è caratterizzata da secoli di discriminazione, violenza e sofferenza che hanno profondamente segnato questo popolo.
La persecuzione degli ebrei nell'impero romano iniziò già nel I secolo d.C., quando gli ebrei furono sottoposti a pesanti restrizioni e tassazioni. Durante il Medioevo, la situazione peggiorò notevolmente con l'istituzione dei ghetti, aree urbane segregate dove gli ebrei erano costretti a vivere in condizioni di estremo disagio. La vita nei ghetti era caratterizzata da sovraffollamento, povertà e isolamento dalla società circostante. Gli ebrei potevano svolgere solo determinati mestieri, principalmente legati al commercio e al prestito di denaro, dato che molte professioni erano loro precluse.
Il culmine della persecuzione si raggiunse durante la Seconda Guerra Mondiale con la Shoah. È importante comprendere la differenza tra Shoah e Olocausto: mentre il termine Olocausto si riferisce genericamente allo sterminio, Shoah è la parola ebraica che indica specificamente la persecuzione e lo sterminio degli ebrei. Nei campi di concentramento, milioni di ebrei furono sottoposti a lavori forzati in condizioni disumane. I prigionieri erano costretti a lavorare fino allo sfruttamento totale, con turni estenuanti, alimentazione insufficiente e condizioni igieniche terribili. Purtroppo, anche oggi esistono forme di persecuzione degli ebrei e manifestazioni di antisemitismo in varie parti del mondo, dimostrando come questo problema non sia stato completamente superato. L'educazione nelle scuole, specialmente nella scuola media, svolge un ruolo fondamentale nel mantenere viva la memoria di questi eventi tragici e nel promuovere la tolleranza e il rispetto tra i popoli.