Limiti di Rutherford e nascita della teoria quantistica
Il modello planetario di Rutherford aveva un grosso problema: secondo la fisica classica, un elettrone in movimento dovrebbe perdere energia e cadere sul nucleo, emettendo radiazioni di tutte le lunghezze d'onda. Ma questo non succede nella realtà!
Gli atomi emettono invece radiazioni con lunghezze d'onda specifiche, creando spettri discontinui unici per ogni elemento. È come se ogni atomo avesse la sua "firma luminosa" personale.
Nel 1900, Max Planck rivoluzionò tutto con la teoria quantistica: l'energia viene emessa in "pacchetti" chiamati quanti, con l'equazione E = h·ν. Questo significava che l'energia non è continua ma "a gradini"!
Bohr applicò questa idea all'atomo di idrogeno, distinguendo tra stato fondamentale (elettroni con minima energia su orbite fisse) e stato eccitato (elettroni che assorbono energia e saltano a livelli superiori). Quando ritornano giù, emettono luce!
💡 Ricorda: L'energia è quantizzata - gli elettroni possono stare solo su certi "gradini" energetici, mai tra un gradino e l'altro!