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San Francesco d’Assisi

16/10/2022

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San Francesco d'Assisi
La vita
Nacque ad Assisi nel 1181 O 1182 in una famiglia della borghesia mercantile. compì
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San Francesco d'Assisi La vita Nacque ad Assisi nel 1181 O 1182 in una famiglia della borghesia mercantile. compì buoni studi, imparando il latino e il francese. Nella sua giovinezza mostrò propensioni per il mestiere delle armi: nel 1204 cade prigioniero nella guerra fra ASSiSi e Perugia, cercava di raggiungere la Puglia quando dovete tornare ad ASSiSi. Da qui inizia un travaglio interiore che lo porta, nel 1206, a mutare le sue abitudini di vita: si ritira in un luogo solitario ai margini della città e si dedica alla cura dei lebbrosi. L'anno dopo il padre lo accusa di fronte al vescovo; Francesco si spoglia degli abiti che indossa e glieli restituisce, Dichiarando di riconoscere per padre solo colui che è nei cieli. L'episodio ha un valore emblematico perché segna un rovesciamento e un rifiuto dei valori della società borghese del tempo. con i primi discepoli stabilisce nel 1209 una regola che verrà approvata l'anno successivo da papa Innocenzo III. Nel 1219 raggiungere Egitto ed è trattato benevolmente dal sultano, che gli consente di recarsi in Terrasanta. Rientrato in Italia elabora una nuova regola che verrà definitivamente approvata dal pontefice onorio III il 29 novembre 1223. Gli ultimi anni sono segnati da dolori fisici e dalle preoccupazioni per i contrasti che cominciavano a serpeggiare all'interno dell'ordine. Le opere Tra i...

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Didascalia alternativa:

fatti ricordati dei biografi ci sono le Stimmate e le certificatio, ossia una visione in cui Dio approvava il suo operato e gli preannunciava la salvezza eterna. Il mattino seguente san Francesco avrebbe composto il cantico di frate sole, o delle creature. Prima di morire si congedò dei suoi seguaci con un testamento, che integrava la regola. Oltre a questi due indicati restano consigli e mamma e strumenti spirituali, sei lettere e cinque orazioni. si può ritenere il cantico il testo da cui ha iniziato la tradizione letteraria italiana. Il cantico di Frate Sole Il cantico di frate sole venne composto nel 1224, quando il santo, dopo una notte trascorsa fra il male che lo affliggeva agli occhi e il tormento dei topi, avrebbe avuto una visione divina. secondo la tradizione i versetti sul perdono sarebbero stati aggiunti quando Francesco era rappacificò tra loro il vescovo e il podestà di Assisi, quelli sulla morte quando sentì avvicinarsi la fine. Il testo 1. Altissimu, onnipotente, bon signore, 2. Tue so le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. 3. Ad Te Solo, Altissimo, se konfano, 4. et nullu homo ène dignu Te mentovare. 5. Laudato sie, mi' signore, cum tucte le Tue creature, 6. Spetialmente messor lo frate sole, 7. 10 qual è iorno, et allumini noi per lui. San Francesco d'Assisi La vita Nacque ad Assisi nel 1181 O 1182 in una famiglia della borghesia mercantile. compì buoni studi, imparando il latino e il francese. Nella sua giovinezza mostrò propensioni per il mestiere delle armi: nel 1204 cade prigioniero nella guerra fra ASSiSi e Perugia, cercava di raggiungere la Puglia quando dovete tornare ad ASSiSi. Da qui inizia un travaglio interiore che lo porta, nel 1206, a mutare le sue abitudini di vita: si ritira in un luogo solitario ai margini della città e si dedica alla cura dei lebbrosi. L'anno dopo il padre lo accusa di fronte al vescovo; Francesco si spoglia degli abiti che indossa e glieli restituisce, Dichiarando di riconoscere per padre solo colui che è nei cieli. L'episodio ha un valore emblematico perché segna un rovesciamento e un rifiuto dei valori della società borghese del tempo. con i primi discepoli stabilisce nel 1209 una regola che verrà approvata l'anno successivo da papa Innocenzo III. Nel 1219 raggiungere Egitto ed è trattato benevolmente dal sultano, che gli consente di recarsi in Terrasanta. Rientrato in Italia elabora una nuova regola che verrà definitivamente approvata dal pontefice onorio III il 29 novembre 1223. Gli ultimi anni sono segnati da dolori fisici e dalle preoccupazioni per i contrasti che cominciavano a serpeggiare all'interno dell'ordine. Le opere Tra i fatti ricordati dei biografi ci sono le Stimmate e le certificatio, ossia una visione in cui Dio approvava il suo operato e gli preannunciava la salvezza eterna. Il mattino seguente san Francesco avrebbe composto il cantico di frate sole, o delle creature. Prima di morire si congedò dei suoi seguaci con un testamento, che integrava la regola. Oltre a questi due indicati restano consigli e mamma e strumenti spirituali, sei lettere e cinque orazioni. si può ritenere il cantico il testo da cui ha iniziato la tradizione letteraria italiana. Il cantico di Frate Sole Il cantico di frate sole venne composto nel 1224, quando il santo, dopo una notte trascorsa fra il male che lo affliggeva agli occhi e il tormento dei topi, avrebbe avuto una visione divina. secondo la tradizione i versetti sul perdono sarebbero stati aggiunti quando Francesco era rappacificò tra loro il vescovo e il podestà di Assisi, quelli sulla morte quando sentì avvicinarsi la fine. Il testo 1. Altissimu, onnipotente, bon signore, 2. Tue so le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. 3. Ad Te Solo, Altissimo, se konfano, 4. et nullu homo ène dignu Te mentovare. 5. Laudato sie, mi' signore, cum tucte le Tue creature, 6. Spetialmente messor lo frate sole, 7. 10 qual è iorno, et allumini noi per lui. San Francesco d'Assisi La vita Nacque ad Assisi nel 1181 O 1182 in una famiglia della borghesia mercantile. compì buoni studi, imparando il latino e il francese. Nella sua giovinezza mostrò propensioni per il mestiere delle armi: nel 1204 cade prigioniero nella guerra fra ASSiSi e Perugia, cercava di raggiungere la Puglia quando dovete tornare ad ASSiSi. Da qui inizia un travaglio interiore che lo porta, nel 1206, a mutare le sue abitudini di vita: si ritira in un luogo solitario ai margini della città e si dedica alla cura dei lebbrosi. L'anno dopo il padre lo accusa di fronte al vescovo; Francesco si spoglia degli abiti che indossa e glieli restituisce, Dichiarando di riconoscere per padre solo colui che è nei cieli. L'episodio ha un valore emblematico perché segna un rovesciamento e un rifiuto dei valori della società borghese del tempo. con i primi discepoli stabilisce nel 1209 una regola che verrà approvata l'anno successivo da papa Innocenzo III. Nel 1219 raggiungere Egitto ed è trattato benevolmente dal sultano, che gli consente di recarsi in Terrasanta. Rientrato in Italia elabora una nuova regola che verrà definitivamente approvata dal pontefice onorio III il 29 novembre 1223. Gli ultimi anni sono segnati da dolori fisici e dalle preoccupazioni per i contrasti che cominciavano a serpeggiare all'interno dell'ordine. Le opere Tra i fatti ricordati dei biografi ci sono le Stimmate e le certificatio, ossia una visione in cui Dio approvava il suo operato e gli preannunciava la salvezza eterna. Il mattino seguente san Francesco avrebbe composto il cantico di frate sole, o delle creature. Prima di morire si congedò dei suoi seguaci con un testamento, che integrava la regola. Oltre a questi due indicati restano consigli e mamma e strumenti spirituali, sei lettere e cinque orazioni. si può ritenere il cantico il testo da cui ha iniziato la tradizione letteraria italiana. Il cantico di Frate Sole Il cantico di frate sole venne composto nel 1224, quando il santo, dopo una notte trascorsa fra il male che lo affliggeva agli occhi e il tormento dei topi, avrebbe avuto una visione divina. secondo la tradizione i versetti sul perdono sarebbero stati aggiunti quando Francesco era rappacificò tra loro il vescovo e il podestà di Assisi, quelli sulla morte quando sentì avvicinarsi la fine. Il testo 1. Altissimu, onnipotente, bon signore, 2. Tue so le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. 3. Ad Te Solo, Altissimo, se konfano, 4. et nullu homo ène dignu Te mentovare. 5. Laudato sie, mi' signore, cum tucte le Tue creature, 6. Spetialmente messor lo frate sole, 7. 10 qual è iorno, et allumini noi per lui. 8. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: 9. de Te, Altissimo, porta significatione. 10. Laudato Si', mi' signore, per sora Luna e le stelle: 11. in celu l'ai formate clarite et pretiose et belle. 12. Laudato Si', mi' signore, per frate vento 13. et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, 14. per lo quale a le Tue creature dài sustentamento. 15. Laudato Si', mi' signore, per sor¹ Aqua, 16. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. 17. Laudato Si', mi' signore, per frate Focu, 18. per lo quale ennallumini la nocte: 19. ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. 20. Laudato Si', mi' signore, per sora nostra matre Terra, 21. la quale ne sustenta et governa, 22. et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. 23. Laudato Si', mi' signore, per quelli ke perdonano [per lo tuo amore 24. et sostengo infirmitate et tribulatione. 25. Beati quelli ke 'I sosterrano in pace, 26. ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. 27. Laudato Si', mi' signore, per sora nostra morte [corporale, 28. da la quale nullu homo vivente pò skappare: 29. guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; 30. beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, 31. ka la morte secunda no 'I farrà male. 32. Laudate e benedicete mi' signore et rengratiate 33. e serviateli cum grande humilitate. La parafrasi VV. 1-2 Altissimo, onnipotente, eccellente (bon) signore, a Te appartengono le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione. VV. 3-4 A TE SOIO, Altissimo, si addicono (konfano), e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome (Te mentovare). VV. 5-9 Lodato Sii, mio signore, cosi come (cum) tutte le Tue creature, specialmente messer fratello (frate) sole, che rappresenta la luce del giorno, e ci illumini attraverso di (per) lui. Ed esso è bello e raggiante con grande splendore: di Te, Altissimo, porta testimonianza (significatione). VV. 10-11 Lodato Sii, mio signore, per sorella Luna e le stelle: le hai create (formate) nel cielo luminose (clarite) e preziose e belle. VV. 12-14 Lodato Sii, mio signore, per fratello vento e per il cielo (aere) nuvoloso e sereno, e per ogni tempo (atmosferico], grazie al quale dai vita alle tue creature. VV. 15-16 Lodato Sii, mio signore, per sorella Acqua, la quale e molto umile e utile e preziosa e pura (casta). 8. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: 9. de Te, Altissimo, porta significatione. 10. Laudato Si', mi' signore, per sora Luna e le stelle: 11. in celu l'ai formate clarite et pretiose et belle. 12. Laudato Si', mi' signore, per frate vento 13. et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, 14. per lo quale a le Tue creature dài sustentamento. 15. Laudato Si', mi' signore, per sor¹ Aqua, 16. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. 17. Laudato Si', mi' signore, per frate Focu, 18. per lo quale ennallumini la nocte: 19. ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. 20. Laudato Si', mi' signore, per sora nostra matre Terra, 21. la quale ne sustenta et governa, 22. et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. 23. Laudato Si', mi' signore, per quelli ke perdonano [per lo tuo amore 24. et sostengo infirmitate et tribulatione. 25. Beati quelli ke 'I sosterrano in pace, 26. ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. 27. Laudato Si', mi' signore, per sora nostra morte [corporale, 28. da la quale nullu homo vivente pò skappare: 29. guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; 30. beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, 31. ka la morte secunda no 'I farrà male. 32. Laudate e benedicete mi' signore et rengratiate 33. e serviateli cum grande humilitate. La parafrasi VV. 1-2 Altissimo, onnipotente, eccellente (bon) signore, a Te appartengono le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione. VV. 3-4 A TE SOIO, Altissimo, si addicono (konfano), e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome (Te mentovare). VV. 5-9 Lodato Sii, mio signore, cosi come (cum) tutte le Tue creature, specialmente messer fratello (frate) sole, che rappresenta la luce del giorno, e ci illumini attraverso di (per) lui. Ed esso è bello e raggiante con grande splendore: di Te, Altissimo, porta testimonianza (significatione). VV. 10-11 Lodato Sii, mio signore, per sorella Luna e le stelle: le hai create (formate) nel cielo luminose (clarite) e preziose e belle. VV. 12-14 Lodato Sii, mio signore, per fratello vento e per il cielo (aere) nuvoloso e sereno, e per ogni tempo (atmosferico], grazie al quale dai vita alle tue creature. VV. 15-16 Lodato Sii, mio signore, per sorella Acqua, la quale e molto umile e utile e preziosa e pura (casta). 8. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: 9. de Te, Altissimo, porta significatione. 10. Laudato Si', mi' signore, per sora Luna e le stelle: 11. in celu l'ai formate clarite et pretiose et belle. 12. Laudato Si', mi' signore, per frate vento 13. et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, 14. per lo quale a le Tue creature dài sustentamento. 15. Laudato Si', mi' signore, per sor¹ Aqua, 16. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. 17. Laudato Si', mi' signore, per frate Focu, 18. per lo quale ennallumini la nocte: 19. ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. 20. Laudato Si', mi' signore, per sora nostra matre Terra, 21. la quale ne sustenta et governa, 22. et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. 23. Laudato Si', mi' signore, per quelli ke perdonano [per lo tuo amore 24. et sostengo infirmitate et tribulatione. 25. Beati quelli ke 'I sosterrano in pace, 26. ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. 27. Laudato Si', mi' signore, per sora nostra morte [corporale, 28. da la quale nullu homo vivente pò skappare: 29. guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; 30. beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, 31. ka la morte secunda no 'I farrà male. 32. Laudate e benedicete mi' signore et rengratiate 33. e serviateli cum grande humilitate. La parafrasi VV. 1-2 Altissimo, onnipotente, eccellente (bon) signore, a Te appartengono le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione. VV. 3-4 A TE SOIO, Altissimo, si addicono (konfano), e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome (Te mentovare). VV. 5-9 Lodato Sii, mio signore, cosi come (cum) tutte le Tue creature, specialmente messer fratello (frate) sole, che rappresenta la luce del giorno, e ci illumini attraverso di (per) lui. Ed esso è bello e raggiante con grande splendore: di Te, Altissimo, porta testimonianza (significatione). VV. 10-11 Lodato Sii, mio signore, per sorella Luna e le stelle: le hai create (formate) nel cielo luminose (clarite) e preziose e belle. VV. 12-14 Lodato Sii, mio signore, per fratello vento e per il cielo (aere) nuvoloso e sereno, e per ogni tempo (atmosferico], grazie al quale dai vita alle tue creature. VV. 15-16 Lodato Sii, mio signore, per sorella Acqua, la quale e molto umile e utile e preziosa e pura (casta). VV. 17-19 Lodato Sii, mio signore, per fratello Fuoco, attraverso il quale illumini (ennallumini) la notte: ed esso è bello e giocondo e robusto (iocundo et robustoso) e forte. VV. 20-22 Lodato Sii, mio signore, per nostra sorella madre Terra, la quale ci nutre e alleva (sustenta et governa), e produce molti frutti con fiori colorati ed erna VV. 23-24 Lodato Sii, mio signore, per quelli che perdonano attraverso il Tuo amore e sopportano malattie e dolori (infirmitate et tribulatione). VV. 25-26 Beati quelli che sopporteranno ciò (1) in pace, perché (ka) saranno (sirano) da Te, Altissimo, incoronati. VV. 27-31 Lodato Sii, mio signore, per nostra sorella morte corporale, alla quale nessun vivente (nullu homo) può scampare: guai a quelli (acquelli) che moriranno [trovandosi) nei peccati mortali; beati quelli che (la morte, quando sopraggiungeràj troverà nelle Tue Santissime volontà (voluntati), perché la dannazione eterna (morte secunda) non farà loro ('I male. VV. 32-33 LOdate e benedite il mio signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltà Analisi del testo La religiosità del cantico Il cantico è l'unico testo scritto in volgare umbro da Francesco. La scelta della lingua volgare assume un particolare significato, in quanto rivela la volontà da parte di Francesco di rivolgere ai propri confratelli una sorta di ammonizione sul tipo di predicazione da destinare al popolo dei fedeli, popolani e illitterati. Nella prima parte il cantico è una lode a Dio per tutti gli elementi del mondo creato: il sole, la luna, le stelle, il vento, l'acqua, il fuoco, la terra. Nella seconda parte è una preghiera penitenziale di fronte alla morte. Nel testo sono evidenti gli elementi tipici della religiosità Francescana: il senso di comunanza dell'uomo con tutti gli elementi della natura, l'amore e l'umiltà del Fedele nei confronti di Dio creatore. La religiosità di san Francesco non respinge il mondo terreno in quanto totalmente negativo: le cose sono belle di per sé, ma anche perché portano Significatione di Dio che le ha create. Gli aspetti formali Per quanto riguarda gli aspetti formali, il cantico non è affatto un'opera ingenua e spontanea, è un'opera nutrita di cultura, che rivela un'accurata elaborazione formale. Essa si rifà a modelli biblici ed evangelici. Il cantico vuole dunque essere un salmo in volgare destinato per l'uso liturgico ad essere cantato un pubblico. Il cantico è in una prosa ritmica proprio sull'esempio dei salmi biblici. A questi rimanda la litania, cioè la ripetizione costante della formula laudato si sono poche le rime vere e proprie, prevalgono invece le assonanze. VV. 17-19 Lodato Sii, mio signore, per fratello Fuoco, attraverso il quale illumini (ennallumini) la notte: ed esso è bello e giocondo e robusto (iocundo et robustoso) e forte. VV. 20-22 Lodato Sii, mio signore, per nostra sorella madre Terra, la quale ci nutre e alleva (sustenta et governa), e produce molti frutti con fiori colorati ed erna VV. 23-24 Lodato Sii, mio signore, per quelli che perdonano attraverso il Tuo amore e sopportano malattie e dolori (infirmitate et tribulatione). VV. 25-26 Beati quelli che sopporteranno ciò (1) in pace, perché (ka) saranno (sirano) da Te, Altissimo, incoronati. VV. 27-31 Lodato Sii, mio signore, per nostra sorella morte corporale, alla quale nessun vivente (nullu homo) può scampare: guai a quelli (acquelli) che moriranno [trovandosi) nei peccati mortali; beati quelli che (la morte, quando sopraggiungeràj troverà nelle Tue Santissime volontà (voluntati), perché la dannazione eterna (morte secunda) non farà loro ('I male. VV. 32-33 LOdate e benedite il mio signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltà Analisi del testo La religiosità del cantico Il cantico è l'unico testo scritto in volgare umbro da Francesco. La scelta della lingua volgare assume un particolare significato, in quanto rivela la volontà da parte di Francesco di rivolgere ai propri confratelli una sorta di ammonizione sul tipo di predicazione da destinare al popolo dei fedeli, popolani e illitterati. Nella prima parte il cantico è una lode a Dio per tutti gli elementi del mondo creato: il sole, la luna, le stelle, il vento, l'acqua, il fuoco, la terra. Nella seconda parte è una preghiera penitenziale di fronte alla morte. Nel testo sono evidenti gli elementi tipici della religiosità Francescana: il senso di comunanza dell'uomo con tutti gli elementi della natura, l'amore e l'umiltà del Fedele nei confronti di Dio creatore. La religiosità di san Francesco non respinge il mondo terreno in quanto totalmente negativo: le cose sono belle di per sé, ma anche perché portano Significatione di Dio che le ha create. Gli aspetti formali Per quanto riguarda gli aspetti formali, il cantico non è affatto un'opera ingenua e spontanea, è un'opera nutrita di cultura, che rivela un'accurata elaborazione formale. Essa si rifà a modelli biblici ed evangelici. Il cantico vuole dunque essere un salmo in volgare destinato per l'uso liturgico ad essere cantato un pubblico. Il cantico è in una prosa ritmica proprio sull'esempio dei salmi biblici. A questi rimanda la litania, cioè la ripetizione costante della formula laudato si sono poche le rime vere e proprie, prevalgono invece le assonanze. VV. 17-19 Lodato Sii, mio signore, per fratello Fuoco, attraverso il quale illumini (ennallumini) la notte: ed esso è bello e giocondo e robusto (iocundo et robustoso) e forte. VV. 20-22 Lodato Sii, mio signore, per nostra sorella madre Terra, la quale ci nutre e alleva (sustenta et governa), e produce molti frutti con fiori colorati ed erna VV. 23-24 Lodato Sii, mio signore, per quelli che perdonano attraverso il Tuo amore e sopportano malattie e dolori (infirmitate et tribulatione). VV. 25-26 Beati quelli che sopporteranno ciò (1) in pace, perché (ka) saranno (sirano) da Te, Altissimo, incoronati. VV. 27-31 Lodato Sii, mio signore, per nostra sorella morte corporale, alla quale nessun vivente (nullu homo) può scampare: guai a quelli (acquelli) che moriranno [trovandosi) nei peccati mortali; beati quelli che (la morte, quando sopraggiungeràj troverà nelle Tue Santissime volontà (voluntati), perché la dannazione eterna (morte secunda) non farà loro ('I male. VV. 32-33 LOdate e benedite il mio signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltà Analisi del testo La religiosità del cantico Il cantico è l'unico testo scritto in volgare umbro da Francesco. La scelta della lingua volgare assume un particolare significato, in quanto rivela la volontà da parte di Francesco di rivolgere ai propri confratelli una sorta di ammonizione sul tipo di predicazione da destinare al popolo dei fedeli, popolani e illitterati. Nella prima parte il cantico è una lode a Dio per tutti gli elementi del mondo creato: il sole, la luna, le stelle, il vento, l'acqua, il fuoco, la terra. Nella seconda parte è una preghiera penitenziale di fronte alla morte. Nel testo sono evidenti gli elementi tipici della religiosità Francescana: il senso di comunanza dell'uomo con tutti gli elementi della natura, l'amore e l'umiltà del Fedele nei confronti di Dio creatore. La religiosità di san Francesco non respinge il mondo terreno in quanto totalmente negativo: le cose sono belle di per sé, ma anche perché portano Significatione di Dio che le ha create. Gli aspetti formali Per quanto riguarda gli aspetti formali, il cantico non è affatto un'opera ingenua e spontanea, è un'opera nutrita di cultura, che rivela un'accurata elaborazione formale. Essa si rifà a modelli biblici ed evangelici. Il cantico vuole dunque essere un salmo in volgare destinato per l'uso liturgico ad essere cantato un pubblico. Il cantico è in una prosa ritmica proprio sull'esempio dei salmi biblici. A questi rimanda la litania, cioè la ripetizione costante della formula laudato si sono poche le rime vere e proprie, prevalgono invece le assonanze. La lingua non è dialettale, ma rivela l'aspirazione a un volgare illustre: infatti regolarizza e purifica le caratteristiche del volgare umbro.qualche caratteristica umbra tuttavia permane: la u finale alternata con la o L'iniziale di iorno Desinenze come quelle di sirano e konfano Ène per è Messor per messere Il testo si propone di avere letterario, ciò è confermato anche dalla cura con cui sono costruite le serie aggettivali. Analisi Visiva - Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu Te mentovare. 5 10 Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le Tue creature dài sustentamento. 15 Laudato si', mi' Signore, per sor' Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. www Il Cantico è l'unico testo scritto in volgare umbro da Francesco, come esempio di predicazione rivolta ai fedeli, popolani e illetterati questo intento si esprime sul PIANO TEMATICO elementi tipici della religiosità francescana senso di comunanza dell'uomo con gli elementi della natura PIANO LINGUISTICO caratteristiche del volgare umbro, che aspira a diventare un volgare illustre la -u finale alternata con -o RIFERIMENTI AI SALMI BIBLICI E AL VANGELO ripetizione costante della formula «Laudato si, mi' Signore l'iniziale di «iomo Nonostante l'uso del volgare è opera ricca di cultura ed elaborata formalmente desinenze come quella di «konfano"> PIANO FORMALE rime assonanze «ène» per "è", «messon per "messere" cura nella costruzione delle serie aggettivali La lingua non è dialettale, ma rivela l'aspirazione a un volgare illustre: infatti regolarizza e purifica le caratteristiche del volgare umbro.qualche caratteristica umbra tuttavia permane: la u finale alternata con la o L'iniziale di iorno Desinenze come quelle di sirano e konfano Ène per è Messor per messere Il testo si propone di avere letterario, ciò è confermato anche dalla cura con cui sono costruite le serie aggettivali. 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