La Povertà: Assoluta, Relativa e Multidimensionale
La povertà assoluta è quando non hai neanche l'essenziale per vivere: cibo, vestiti, casa. Era comune nell'Ottocento in Europa, oggi la trovi soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Nei paesi ricchi parliamo invece di povertà relativa: hai il necessario per sopravvivere, ma non riesci a mantenere uno standard di vita simile alla maggioranza. In pratica, se guadagni meno della metà del reddito medio nazionale, sei considerato povero.
Questo ha creato i "nuovi poveri": persone che vivono dignitosamente ma restano escluse da molte opportunità. In Italia colpisce di più il Sud, le famiglie numerose, gli immigrati e chi ha poca istruzione.
Un fenomeno in crescita è la povertà fluttuante: puoi trovarti in difficoltà all'improvviso per la perdita del lavoro, un divorzio o spese mediche impreviste. Le donne sono particolarmente a rischio.
Gli approcci multidimensionali di Amartya Sen propongono di misurare la povertà non solo con i soldi, ma considerando salute, istruzione, libertà politica. È un modo più completo di guardare al benessere delle persone.
💡 Concetto chiave: La povertà relativa dimostra che essere "poveri" dipende anche dal contesto sociale in cui vivi, non solo dalle tue risorse assolute.