Le radici storiche della psicologia
Il primo documento con contenuti "psicologici" è il papiro di Edwin Smith (1600 a.C.), in cui un medico egizio descrive la relazione tra ferite cerebrali e funzioni come linguaggio e movimento. Questo testo rappresenta uno dei primi tentativi di collegare cervello e comportamento.
Nell'antica Grecia non esisteva il concetto di mente come lo intendiamo oggi. Si parlava invece di thymos (soffio vitale), pneuma (soffio nei polmoni) e psyché (che evolverà nel concetto di anima e poi mente). Gli studiosi dibattevano se la sede del pensiero fosse nel cuore (cardiocentrici) o nel cervello (enfalocentrici).
Durante il Medioevo gli studi sull'uomo subirono un arresto, con la mente concepita principalmente secondo la filosofia cristiana. Fu René Descartes nel 1600 a fare un passo decisivo separando nettamente mente (res cogitans, immateriale) e corpo (res extensa, meccanica) - un approccio dualista che permise di riprendere gli studi anatomici.
🧠 I progressi della psicologia sono sempre stati legati alle conoscenze sul cervello! Nel corso dell'Ottocento, studiosi come Paul Broca hanno iniziato a collegare specifiche funzioni cognitive a precise aree cerebrali, aprendo la strada alla moderna neuropsicologia.