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salvin
09/12/2025
S.umane
La psicologia sociale
3582
•
9 dic 2025
•
salvin
@ali.salvin
La psicologia sociale esplora come ci comportiamo quando siamo con... Mostra di più
Ti sei mai chiesto perché ti comporti diversamente quando sei con gli amici rispetto a quando sei da solo? La psicologia sociale studia proprio questo: come l'ambiente e le altre persone influenzano i nostri comportamenti e atteggiamenti.
George Mead ha scoperto una cosa interessante: la nostra personalità si sviluppa attraverso le relazioni con gli altri. Secondo lui, dentro di noi ci sono due parti: il "me" (quello che abbiamo imparato dagli altri) e l'"io" (la nostra parte spontanea e originale). È come se fossimo un mix tra quello che ci hanno insegnato e la nostra vera natura.
Charles Cooley ha aggiunto un concetto importante: l'io riflesso. Praticamente, sviluppiamo la nostra coscienza guardandoci negli occhi degli altri, come se fossero specchi che ci rimandano un'immagine di noi stessi.
💡 Ricorda: La tua personalità non è fissa - si modella continuamente attraverso le relazioni che vivi ogni giorno!
La percezione sociale è il processo con cui ci facciamo un'idea delle persone intorno a noi. Solomon Asch ha dimostrato che diamo più importanza ai tratti centrali (le caratteristiche principali) rispetto a quelli periferici - questo si chiama effetto primacy, ovvero il potere della prima impressione.
Ammettiamolo: tutti giudichiamo dall'aspetto fisico, almeno inizialmente. William Sheldon ha classificato tre tipi di corporature: l'endomorfo (più robusto e affidabile), il mesomorfo (muscoloso e coraggioso) e l'ectomorfo (magro, alto e riservato). Però attenzione: questi collegamenti sono troppo superficiali!
La comunicazione non verbale dice molto di più delle parole. La tua postura, i tuoi gesti, le espressioni del viso comunicano costantemente chi sei. Carroll Izard ha scoperto che le emozioni di base (felicità, tristezza, rabbia) si esprimono allo stesso modo in tutte le culture del mondo.
L'inferenza corrispondente è quel processo per cui deduciamo la personalità di qualcuno osservando le sue azioni. Edward Jones e Keith Davis hanno spiegato come tendiamo a spiegare i comportamenti degli altri, ma spesso commettiamo l'errore fondamentale dell'attribuzione: sbagliamo nel capire le vere cause di un comportamento.
💡 Ricorda: Non sempre quello che vedi corrisponde alla realtà - le prime impressioni possono ingannare!
Fritz Heider ha studiato la "psicologia ingenua" - come cerchiamo di spiegare i comportamenti altrui basandoci su osservazioni superficiali. Distinguiamo tra cause interne (motivazioni personali) ed esterne (situazioni), ma spesso ci sbagliamo.
I tuoi atteggiamenti sono come filtri attraverso cui vedi il mondo. Sono fatti di tre componenti: quella cognitiva (quello che sai), quella emotiva (quello che provi) e quella comportamentale (come agisci). Si formano principalmente attraverso l'esperienza diretta.
Per misurare gli atteggiamenti si usano strumenti come la Scala di Likert (affermazioni da valutare da "molto d'accordo" a "molto in disaccordo") e il differenziale semantico (coppie di aggettivi opposti con vari gradi intermedi).
Gli stereotipi sono scorciatoie mentali - caratteristiche preconfezionate che attribuiamo a persone o gruppi senza conoscerli davvero. Si dividono in: schemi di persona (come descriviamo gli altri), schemi di sé (autoconoscenza), schemi di ruolo (aspettative sui ruoli sociali) e schemi di eventi (cosa ci aspettiamo in certe situazioni).
💡 Ricorda: Gli stereotipi possono essere utili per orientarsi rapidamente, ma spesso sono ingiusti e limitanti!
I pregiudizi sono valutazioni positive o negative senza una base reale. Nascono da tre cause: intra-individuali (educazione ricevuta), psicosociali (bisogno di appartenere a un gruppo) e socio-economiche (insoddisfazioni personali).
Pensa ai tuoi amici, alla tua classe, alla squadra di calcio - tutti questi sono gruppi con caratteristiche diverse. I gruppi si distinguono per relazione (primaria o secondaria), finalità (lavoro o svago) e dimensione (piccolo, mediano o grande).
Ogni gruppo funziona grazie a dinamiche specifiche: il senso di appartenenza (ci riconosciamo come membri), l'omogeneità (ci sentiamo simili), la coesione (solidarietà reciproca), la vicinanza fisica, la somiglianza e l'identificazione (vogliamo essere come certi modelli).
Le norme sono le regole non scritte che tutti seguono. Ogni persona ha uno status (posizione nel gruppo) e un ruolo (come deve comportarsi). Da qui nasce la leadership, che può essere autoritaria (il leader comanda senza discussioni), democratica (c'è dialogo) o permissiva (il leader lascia fare).
💡 Ricorda: In ogni gruppo c'è sempre una gerarchia, anche quando sembra che tutti siano uguali!
La leadership democratica è generalmente la più efficace perché permette partecipazione e responsabilizzazione di tutti i membri del gruppo.
Nei gruppi la comunicazione è fondamentale e si basa su canale (il mezzo) e struttura (il messaggio). Harold Leavitt ha identificato diversi tipi di reti comunicative: quelle centralizzate (comunicazione "a ruota" e "a Y") e quelle decentralizzate (a catena e circolari).
Robert Bales ha creato l'IPA per analizzare come i membri di un gruppo interagiscono, distinguendo tra comunicazione strumentale (per portare a termine compiti) ed espressiva (per gestire le relazioni).
Jacob Moreno ha inventato la sociometria - un metodo per studiare scientificamente le dinamiche di gruppo. La sua teoria si basa su tre principi: le persone entrano nei gruppi per attrazione o repulsione, si usa il test sociometrico per capire le preferenze, e i risultati vengono organizzati in una matrice.
💡 Ricorda: La sociometria ti aiuta a capire chi sono i leader naturali e chi rischia di essere escluso!
Dal test sociometrico emergono diversi tipi: i popolari (molto scelti), quelli con status medio, i marginali (poche relazioni), gli ignorati, gli isolati, gli emarginati e i rifiutati. Tutto questo viene rappresentato nel sociogramma - una mappa visiva delle relazioni.
Ogni giorno veniamo influenzati e influenziamo gli altri - è l'influenza sociale. Morton Deutsch e Harold Gerard hanno distinto due tipi: quella informativa (copiamo gli altri quando non sappiamo cosa fare) e quella normativa (ci adattiamo per essere accettati).
Il conformismo è la tendenza a uniformarsi al gruppo. Muzafer Sherif con l'esperimento del movimento autocinetico ha dimostrato che nelle situazioni ambigue seguiamo il gruppo. Solomon Asch ha invece provato che spesso ci conformiamo anche quando sappiamo che il gruppo sbaglia, pur di non essere esclusi.
Ma non sempre vince la maggioranza! Serge Moscovici ha dimostrato che anche una minoranza può influenzare il gruppo, se è consistente, sicura di sé e coerente nel tempo. Il cambiamento può portare innovazione, ma anche pericolosa adesione passiva.
💡 Ricorda: A volte è giusto andare controcorrente - le grandi innovazioni nascono spesso dalle minoranze coraggiose!
Il conformismo non è sempre negativo: ci aiuta a integrarci socialmente, ma può anche impedirci di esprimere la nostra unicità e creatività.
La tua identità sociale è come ti definisci in base ai gruppi a cui appartieni. Spontaneamente dividiamo il mondo in ingroup (il nostro gruppo, che vediamo positivamente) e outgroup (gli altri, di cui esageriamo i difetti). Questo si chiama ingroup bias - il pregiudizio a favore del nostro gruppo.
Henri Tajfel e Michael Billing hanno scoperto il "paradigma dei gruppi minimi": basta poco per sentirsi parte di un gruppo e iniziare a competere con gli altri! La deprivazione relativa spiega che la nostra soddisfazione dipende dal confronto con altri gruppi, non dalla situazione oggettiva.
L'esperimento Robbers Cave ha mostrato come trasformare la competizione in cooperazione attraverso tre fasi: socializzazione libera, divisione e competizione, poi collaborazione per obiettivi comuni. Quando i gruppi devono lavorare insieme per raggiungere scopi condivisi, la rivalità si trasforma in alleanza.
💡 Ricorda: La competizione può essere sana, ma la cooperazione è spesso più efficace per raggiungere grandi obiettivi!
L'interdipendenza degli scopi è la chiave: quando abbiamo bisogno gli uni degli altri per riuscire, le differenze diventano risorse complementari anziché motivi di conflitto.
Il nostro assistente AI è costruito specificamente per le esigenze degli studenti. Sulla base dei milioni di contenuti presenti sulla piattaforma, possiamo fornire agli studenti risposte davvero significative e pertinenti. Ma non si tratta solo di risposte, l'assistente è in grado di guidare gli studenti attraverso le loro sfide quotidiane di studio, con piani di studio personalizzati, quiz o contenuti nella chat e una personalizzazione al 100% basata sulle competenze e sugli sviluppi degli studenti.
È possibile scaricare l'applicazione dal Google Play Store e dall'Apple App Store.
Sì, hai accesso completamente gratuito a tutti i contenuti nell'app e puoi chattare o seguire i Creatori in qualsiasi momento. Sbloccherai nuove funzioni crescendo il tuo numero di follower. Inoltre, offriamo Knowunity Premium, che consente di studiare senza alcun limite!!
App Store
Google Play
L'applicazione è molto facile da usare e ben progettata. Finora ho trovato tutto quello che cercavo e ho potuto imparare molto dalle presentazioni! Utilizzerò sicuramente l'app per i compiti in classe! È molto utile anche come fonte di ispirazione.
Stefano S
utente iOS
Questa applicazione è davvero grande! Ci sono tantissimi appunti e aiuti con lo studio [...]. La mia materia problematica, per esempio, è il francese e l'app ha così tante opzioni per aiutarmi. Grazie a questa app ho migliorato il mio francese. La consiglio a tutti.
Samantha Klich
utente Android
Wow, sono davvero stupita. Ho appena provato l'app perché l'ho vista pubblicizzata molte volte e sono rimasta assolutamente sbalordita. Questa app è L'AIUTO che cercate per la scuola e soprattutto offre tantissime cose, come allenamenti e schede, che a me personalmente sono state MOLTO utili.
Anna
utente iOS
È bellissima questa app, la adoro. È utilissima per lo studio e mi aiuta molto, anzi moltissimo, ma soprattutto mi aiutano molto i quiz, per memorizzare anche quello che non sapevo
Anastasia
utente Android
Fantastica per qualsiasi materia avere gli appunti anche di altre persone è molto utile perchè posso confrontarmi e vedere come migliorarmi. con i quiz riesco ad apprendere al meglio.
Francesca
utente Android
moooolto utile,gli appunti sono belli e funzionanti,schoolGPT da dei consigli formidabili!!
Marianna
utente Android
L'applicazione è semplicemente fantastica! Tutto ciò che devo fare è inserire l'argomento nella barra di ricerca e ottengo la risposta molto velocemente. Non devo guardare 10 video di YouTube per capire qualcosa, quindi risparmio tempo. Consigliatissima!
Sudenaz Ocak
utente Android
A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.
Greenlight Bonnie
utente Android
Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA
Aurora
utente Android
L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.
Martina
utente iOS
in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro
Chiara
utente IOS
Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.
Andrea
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salvin
@ali.salvin
La psicologia sociale esplora come ci comportiamo quando siamo con altre persone e come le relazioni influenzano chi siamo. Scoprirai come funzionano i gruppi, perché a volte seguiamo la massa e come si formano stereotipi e pregiudizi.
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Ti sei mai chiesto perché ti comporti diversamente quando sei con gli amici rispetto a quando sei da solo? La psicologia sociale studia proprio questo: come l'ambiente e le altre persone influenzano i nostri comportamenti e atteggiamenti.
George Mead ha scoperto una cosa interessante: la nostra personalità si sviluppa attraverso le relazioni con gli altri. Secondo lui, dentro di noi ci sono due parti: il "me" (quello che abbiamo imparato dagli altri) e l'"io" (la nostra parte spontanea e originale). È come se fossimo un mix tra quello che ci hanno insegnato e la nostra vera natura.
Charles Cooley ha aggiunto un concetto importante: l'io riflesso. Praticamente, sviluppiamo la nostra coscienza guardandoci negli occhi degli altri, come se fossero specchi che ci rimandano un'immagine di noi stessi.
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L'inferenza corrispondente è quel processo per cui deduciamo la personalità di qualcuno osservando le sue azioni. Edward Jones e Keith Davis hanno spiegato come tendiamo a spiegare i comportamenti degli altri, ma spesso commettiamo l'errore fondamentale dell'attribuzione: sbagliamo nel capire le vere cause di un comportamento.
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Fritz Heider ha studiato la "psicologia ingenua" - come cerchiamo di spiegare i comportamenti altrui basandoci su osservazioni superficiali. Distinguiamo tra cause interne (motivazioni personali) ed esterne (situazioni), ma spesso ci sbagliamo.
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💡 Ricorda: La sociometria ti aiuta a capire chi sono i leader naturali e chi rischia di essere escluso!
Dal test sociometrico emergono diversi tipi: i popolari (molto scelti), quelli con status medio, i marginali (poche relazioni), gli ignorati, gli isolati, gli emarginati e i rifiutati. Tutto questo viene rappresentato nel sociogramma - una mappa visiva delle relazioni.
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Ma non sempre vince la maggioranza! Serge Moscovici ha dimostrato che anche una minoranza può influenzare il gruppo, se è consistente, sicura di sé e coerente nel tempo. Il cambiamento può portare innovazione, ma anche pericolosa adesione passiva.
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Henri Tajfel e Michael Billing hanno scoperto il "paradigma dei gruppi minimi": basta poco per sentirsi parte di un gruppo e iniziare a competere con gli altri! La deprivazione relativa spiega che la nostra soddisfazione dipende dal confronto con altri gruppi, non dalla situazione oggettiva.
L'esperimento Robbers Cave ha mostrato come trasformare la competizione in cooperazione attraverso tre fasi: socializzazione libera, divisione e competizione, poi collaborazione per obiettivi comuni. Quando i gruppi devono lavorare insieme per raggiungere scopi condivisi, la rivalità si trasforma in alleanza.
💡 Ricorda: La competizione può essere sana, ma la cooperazione è spesso più efficace per raggiungere grandi obiettivi!
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Stefano S
utente iOS
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Samantha Klich
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Anna
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Anastasia
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Fantastica per qualsiasi materia avere gli appunti anche di altre persone è molto utile perchè posso confrontarmi e vedere come migliorarmi. con i quiz riesco ad apprendere al meglio.
Francesca
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Sudenaz Ocak
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Greenlight Bonnie
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Aurora
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Martina
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Chiara
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Anastasia
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Francesca
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Sudenaz Ocak
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Greenlight Bonnie
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