Comunicazione non verbale e teorie sulla nascita del linguaggio
Pensi che le parole siano tutto? Sbagliato! La comunicazione non verbale è altrettanto importante e spesso accompagna quello che dici. È talmente unita al linguaggio verbale che alcuni studiosi non le separano nemmeno.
La comunicazione non verbale si divide in quattro gruppi: movimenti del corpo (gesti, postura, espressioni), fenomeni paralinguistici (riso, pianto, pause), posizioni nello spazio (distanza che varia con la confidenza), e abbigliamento e trucco (che esprimono preferenze e idee).
Sulla nascita del linguaggio esistono diverse teorie. Skinner (teoria ambientalista) pensa che l'ambiente e i suoi stimoli siano fondamentali, e che si apprenda tramite condizionamento operante. Chomsky (teoria innatista) crede invece nell'esistenza di una capacità innata nel cervello, chiamata Apparato di Acquisizione del Linguaggio (LAD).
Piaget parla di linguaggio egocentrico - il bambino impara a parlare concentrandosi su se stesso. Vygotskij sostiene invece l'origine sociale - la comunicazione nasce prima per interagire con gli altri, poi diventa egocentrica. Secondo lui, l'interazione con l'ambiente sociale è necessaria per lo sviluppo del linguaggio.
💡 Fatto interessante: I bambini attraversano fasi di monologo (parlano da soli) e monologo collettivo (parlano da soli in gruppo) - è tutto normale!