Le Crisi Marocchine: Quando l'Africa Incendia l'Europa
Il Marocco divenne il simbolo delle tensioni europee. La Francia, che già controllava l'Algeria, voleva estendere la sua influenza su tutto il Marocco, lasciando alla Spagna solo le regioni del nord. Sembrava tutto sistemato con l'accordo britannico del 1904.
Ma la Germania di Guglielmo II non ci stava. Esclusa dai negoziati, promise sostegno al sultano al-'Aziz per bloccare l'espansionismo francese. Nacque così la prima crisi marocchina, risolta temporaneamente con la conferenza di Algeciras (1906) che limitava la presenza francese.
Nel 1911 scoppiò la seconda crisi marocchina. La Francia approfittò di rivolte tribali per inviare truppe, la Germania rispose mandando una nave da guerra ad Agadir. Per un momento l'Europa sembrò sul baratro della guerra! Alla fine, il trattato di Fès (4 novembre 1911) diede il Marocco alla Francia in cambio di una parte del Congo francese alla Germania.
Nei Balcani la situazione era altrettanto esplosiva. La Macedonia era contesa da bulgari, greci e serbi. L'Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone (VMRO) lottava per unire la regione alla Bulgaria, mentre la Grecia tentava di espandersi a spese dell'Impero Ottomano.
I Giovani Turchi, con il futuro Mustafa Kemal, organizzarono la resistenza al regime del sultano. Nel 1909 deposero Abdul Hamid II, ma non riuscirono a fermare il collasso dell'impero.
La Prima guerra balcanica (1912-1913) vide la Lega balcanica (Grecia, Serbia, Montenegro, Bulgaria) sconfiggere l'Impero Ottomano. Ma subito dopo scoppiò la Seconda guerra balcanica (1913) per spartirsi il bottino, dalla quale nacque il nuovo stato dell'Albania.
💡 Effetto domino: Le crisi marocchine e balcaniche mostrano come conflitti locali potessero trascinare tutta l'Europa verso la guerra.