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26/9/2022
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(Europa alla vigilia dell'anno mille la crisi dell'impero carolingio e l'inizio dell'età signorile Dopo l'814 con la morte di Carlo Magno, l'Impero europeo dei carolingi entrò in crisi. Ludovico il Pio figlio di Carlo Magno, con difficoltà riusci a mantenere l'Impero ma, dopo la sua morte, la situazione torno quella di prima. I suoi discendenti, 3 fratelli, si contesero il trono fino all'uscita del trattato di Verdum nell'843 che nominò imperatore Lotario, ma dividendo il territorio in 3 parti, ciascuna ad un discendete. Al tempo di Carlo Magno, le cariche politiche venivano distribuite a persone in cui lui riponeva fiducia mentre i suoi successori, che non riuscirono a tenere a bada la situazione, permisero ai funzionari imperiali di trasmettersi questa carica di padre in figlio facendo disgregare l'Impero carolingio Con la deposizione dell'ultimo imperatore nell'888, l'Impero si distrusse definitivamente permettendo però la nascita di nuovi poteri locali dando vita all'età signorile. le seconde invasioni Tra il IX e il X secolo in Europa irruppero nuove popolazioni in armi: gli Ungari, i Saraceni e i Vichinghi. Si parla di "seconde invasioni” perchè seguirono le "prime” cioè quelle che diedero vita ai regni romano-barbarici. Gli Ungari erano arcieri, cavalieri e raziatori provenienti dalle steppe asiatiche. Essi imperversarono in Germania, in Francia e in Pianura padana fino al 955 dove poi,...
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Stefano S, utente iOS
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Ottone I. li sconfisse a Lechfeld facendoli convertire al cristianesimo e stanziandoli in Pannonia, I Saraceni erano pirati musulmani provenienti dal Maghreb e dalla Spagna, essi dalle loro basi si riversarono lungo le coste del Mediterraneo occidentale e da un'altra loro base, Frassineto, spostarono le loro incursioni sino all'area alpina. Nell'827 cominciarono la conquista della Sicilia Bizantina completata all'inizio del X secolo con la presa di Taormina fino all'arrivo dei Normanni nell'XI secolo terminando la loro dominazione. I Vichinghi provenienti dalla Scandinavia erano organizzati in bande di giovani guerrieri: essi erano abili navigatori, ottimi mercanti e buoni saccheggiatori. nell'XI secolo i Normanni, abile gruppo vichingo stanziato in Francia, conquistò la Gran Bretagna e il Sud Italia. incastellamento e signoria di banno nei secoli IX e X, i sovrani che dovettero gestire il vuoto lasciato dalla caduta dell'Impero carolingio erano troppo deboli per arrestare le iniziative dei proprietari terrieri e dei feudatari. Infatti essi governarono in autonomia il territorio, imponendo tributi e armando eserciti difensivi. L'esigenza di un esercito fu causata dalle frequenti invasioni di Vichinghi, Ungari e Saraceni che spargevano terrore e costringevano la popolazione a un grande impegno militare per respingerti. Conti, marchesi, vescovi e abati iniziarono a fortificare tutto ciò che era possibile e i piccoli proprietari terrieri e i contadini furono costretti, data l'insicurezza, a trasferirvisi ponendosi sotto la protezione del signore o dell'abate. Nacque così l'incastellamento, un'organizzazione del territorio che accrebbe il potere del signore perchè da una parte veniva offerta la protezione e dall'altra servizi, pagamenti e obbedienza. Presto i signori iniziarono ad ambire a molto di più creando piccoli "Stati", dove acquisirono il potere di giudicare, punire, organizzare l'esercito e riscuotere tasse a piacimento. Questo fenomeno dagli storici fu nominato signoria di banno. l'aristocrazia nel Medioevo Il signore per difendersi e per avere più potenza ebbe bisogno di ancora più uomini armati al servizio. In questo momento di bisogno nacque dunque il cavaliere (miles), combattente a cavallo. Avere un cavallo era una cosa molto prestigiosa al tempo dato il costo e l'importanza perchè esso oltre che alle guerre permetteva di compiere anche razrie. Coloro che non potevano permettersi una terra ma bensì un cavallo potevano diventare cavalieri: i candidati sottoposti al rito dell'addobbamento ricevevano spada, scudo, elmo e speroni. Quando i cavalieri non erano in guerra si allenavano nei tornei e nella giostra. Dal Mille al XIII secolo il ceto più importante era rappresentato dai milites e dai signori che possedevano una superiorità economica e militare formando un'aristocrazia di governo. Al tempo la carica aristocratica veniva guadagnata tutti i giorni sul campo mentre invece dal XIII secolo divenne possibile tramandarta da padre in figlio. Fu questa nobiltà privilegiata, chiusa e ritenuta superiore per diritto ad aver influenzato la nostra mente tutt'oggi. dero e fedeli La Chiesa nel Medioevo nella società Europea ha avuto un grande ruolo dato che tutti si professavano cristiani. Vescovi, sacerdoti e chierici erano il clero secolare, ossia coloro che vivevano in mezzo ai laici, con il compito di guidare e istruire i fedeli. Il primo passo per divenire un ecclesiastico era intraprendere la chierica, ovvero la rasatura dei capelli, che veniva ritenuta segno di umiltà occupando così la figura di chierico che normalmente sapeva leggere e scrivere in latino ricoprendo, quindi, anche ruoti pubblici. Il passo successivo era diventare sacerdote celebrando la messa e amministrando i sacramenti: questa carica era molto importante e per questo prevedeva sette tappe. Al vertice di queste cariche vi era il vescovo, un sacerdote che esercitava il suo potere in un piccolo territorio della Chiesa chiamato diocesi. Queste diocesi potevano essere riunite in una provincia ecclesiastica con a capo un vescovo detto metropolita. Ogni tot il vescovo riuniva i sacerdoti della sua diocesi in un sinodo. Il concilio era invece una riunione dei vescovi indetta dal papa o dall'arcivescovo. Ai tempi, come oggi, esisteva un vescovo più importante degli altri: il papa, il vescovo di Roma. monaci e ordini monastici Diversamente dal dero secolare, i monaci si dedicavano solo alla vita religiosa. Essi trascorrevano la vita in solitudine oppure in comunità, chiusi nel monastero. Alcuni monasteri più importanti da cui ne dipendevano altri prendevano il nome di abbazie. I monaci abbandonavano il "secolo" e costruivano il secolo regolare perchè vivevano seguendo una regola La regola tra le più diffuse era quella di san Benedetto, molto ferrea ma comunque moderata, riassunta in una frase: "ora et labora" (prega e lavora). Il lavoro a cui fa riferimento la regola è la scrittura: i monaci pregavano facevano penitenza o scrivevano. I lavori agricoli e gli altri lavori erano svolti dai contadini, dai servi o dai conversi che vivevano nel monastero. Il lavoro dei monaci era quello di copiare i manoscritti cosa che rese possibile la trasmissione dei testi dell'Antichità classica. Le loro opere erano scritte solamente in latino e per scrivere senza errori e in maniera elegante si esercitavano su testi profani. Vi furono due importanti congregazioni benedettine: i cluniacensi e i cistercensi. la divisione della società La società in cui veniva organizzata la vita dei laici aveva una struttura precisa. Adalberone di Laon descrisse questa società divisa in tre rigidi gruppi: religiosi, guerrieri e lavoratori. I religiosi si dovevano occupare solo di cose spirituali preghiere e a guidare le anime laiche. I guerrieri dovevano dedicarsi solo alla vita militare difendendo sé stessi, religiosi e deboli. Come ultimi vi erano i lavoratori, simili ai servi, che svolgevano tutti i lavori manuali e permettevano agli altri due gruppi di considerarsi liberi.