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SECONDO DOPOGUERRA

16/11/2022

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CAPITOLO 11
IL SECONDO DOPOGUERRA
(LE DRAMMATICHE CONSEGUENZE DOPO IL CONFLITTO)
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CAPITOLO 11 IL SECONDO DOPOGUERRA (LE DRAMMATICHE CONSEGUENZE DOPO IL CONFLITTO) la situazione europea In Europa tutti i paesi,eccetto la Gran Bretagna e Stati neutrali (Svezia, Svizzera, Irlanda, Spagna e Portogallo), erano stati sconfitti e sottoposto nuova occupazione militare straniera. le perdite umane e materiali Ingenti erano state le perdite di vite umane e di beni materiali subite dalla Germania: 5 milioni di morti; la produzione industriale ridotte di un terzo rispetto al 1936; condizioni alimentari ai limiti della sopravvivenza fisica; 11 milioni di profughi espulsi dalle regioni conquistate dalle armate hitleriane; Il territorio nazionale diviso tra le quattro potenze vincitrici (Francia, Gran Bretagna, USA, Urso). La Polonia, invece perse 6 milioni di abitanti. La Francia conta 810 mila vittime, Italia 100.000. Sull'economia di tutti i paesi belligeranti, anche di quelli vincitore,gravavano delle spese enormi affrontate per sostenere i rispettivi eserciti. La Gran Bretagna era fortemente indebitata sia con gli USA, sia con i paesi del Commonwealth. Anche La Francia,altra vincitrice, aveva speso ingenti somme. L'UNIONE SOVIETICA I'Urss era in assoluto il paese maggiormente colpito con 20 milioni di morti, 40% delle risorse industriali distrutte, 47% delle zone agricole gravemente danneggiate. Eppure insieme di Stati Uniti, l'urss era una delle 2 superpotenze intorno ai quali si ridisegna gli equilibri politici e strategici del mondo uscito Dal dopoguerra. la perdita di prestigio internazionale Europa occidentale aveva un ruolo secondario...

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sul scenario internazionale: Gran Bretagna Francia e Olanda avevano come obiettivo quello di colmare perdite subite e anche la propria per costruzione (necessitando di un forte aiuto degli USA). Pur avendo recuperato le proprie colonie, non disponevano delle risorse necessarie per mantenere il controllo. CINA E GIAPPONE In Asia, Anche il Giappone,costretto abbandonare tutti i territori occupati, si ritrovò in stato di dipendenza accentuata dagli USA . l'unica grande potenza asiatica rimasta, La Cina, era stata dilaniata dalla guerra civile tra comunisti e nazionalisti che esplose dopo la lotta condotta contro l'invasione nipponica. I TRATTATI DI PACE Le nuove gerarchie mondiali fissate dalla guerra furono sancite attraverso difficili e laboriosi trattati di pace. Le frontiere tra i stati europei si definirono in lunghi negoziati a Londra, o Mosca, e Parigi, in un clima in cui rapporti tra sovietici americani peggiorano sensibilmente. Nel 1947 furono firmati i trattati che riguardavano gli stati minori della coalizione hitleriana: Italia Bulgaria Romania Ungheria agricola Finlandia. le perdite territoriali italiane L'Italia cedette alla Francia le città di Briga e tenda, alla Grecia il Dodecaneso e alla Jugoslavia parte della Venezia Giulia e l'istria. Trieste fu dichiarata territorio libero e fu divisa in due zone amministrate dagli anglo-americani e dagli iugoslavi. Inoltre l'Italia perse il controllo dell'Albania e di tutte le colonie africane :l'Etiopia riconquistò di indipendenza, Libia, Eritrea e Somalia lo faccio più tardi. la situazione della Germania Per quanto riguarda la Germania Est venne divisa in due zone: 1. la prima presidiata dagli alleati (Francia video Gran Bretagna e usa) 2. la seconda presidiata dai sovietici: la capitale tedesca ,Berlino, pur essendo incorporato nella zona sovietica, era sua volta divisa in un settore occidentale e nel settore orientale. L'ONU L'organizzazione delle Nazioni Unite fu approvata dalla conferenza a San Francesco nel aprile-giugno 1945. La prima assemblea generale, con i rappresentanti di 51 Paesi aderenti,si tenne a Londra nel 1946. Oltre l'assemblea generale, il suo Parlamento, che si riunisce una volta anno; la nuova organizzazione contava su un consiglio di sicurezza, e sul Governo inizialmente composto di 11 membri, dei quali 5 permanenti e con diritto di veto sulle decisioni sgradite: Stati Uniti, URSS,Gran Bretagna, Francia e Cina (Taiwan fino a meno 1971); gli altri nominati per 2 anni e non immediatamente rieleggibili. L'ONU fu dotato anche di un segretario generale con il compito di coordinare l'attività, di numerosi agenzie specializzate, finalizzati a scopi particolari (la lotta contro la fame nel mondo) e fu dotato anche di un tribunale (la corte interrata di giustizia dell'Aja) con il compito di tutelare i diritti umani. Per non ripetere la frustrante esperienza delle Società delle Nazioni Unite fu anche deciso che ,l'onu, avrebbe avuto il potere per un diretto intervento militare trovato truppe fornite stati membri caso di conflitti armati tra i componenti. I paesi che via derivano accettavano in modo esplicito una gerarchia in cui gli USA e l'URSS erano al vertice. Esempi di agenzie dell'onu: -FAO: L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che guida gli sforzi internazionali per sconfiggere la fame e migliorare la nutrizione e la sicurezza alimentare. -UNESCO: L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite volta a promuovere la pace e la sicurezza nel mondo attraverso la cooperazione internazionale nell'istruzione, nelle scienze e nella cultura. -WHO:L'Organizzazione mondiale della sanità è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite responsabile della salute pubblica internazionale. LA GUERRA FREDDA I criteri di spartizione L'Europa fu divisa rispettando le linee raggiunte dagli eserciti al momento del cessate il fuoco ed erano quelle definite negli accordi di spartizione stabilite nel corso della guerra. I sovietici giudicavano gli USA una potenza imperialistica, con le stesse mire espansionistiche della Germania nazista; gli americani invece vedevano emergere nel Comunismo staliniano gli stessi tratti totalitari della dittatura hitleriana. Fu in questo punto che nella contrapposizione tra URSS e USA presero a fronteggiarsi in modo irriducibilmente su tutti i piani: Ideologico, politico, economico e militare. PIANO IDEOLOGICO: ● Da un lato il capitalismo; dall'altro il comunismo. PIANO POLITICO: Gli USA con l'esaltazione della democrazia parlamentare e le libertà politiche e civili; L'URSS con il Trionfo della dittatura del proletariato e con l'abolizione della proprietà privata e il potere nelle mani di un unico partito, il PCUS. PIANO ECONOMICO: Gli usa come campioni di un'economia legata al libero formarsi dell'offerta e della domanda del mercato; I'URSS con modelli di rapporti economici tutti pianificati e programmati dall'alto nel nome della collettività. PIANO MILITARE: Oltre un contrasto ideologico, anche l'estensione territoriale fu uno dei punt ad alimentare la rivalità tra questi due pronti: Le coordinate geopolitiche del mondo erano fissate dalla relazione tra questi due colossi. Per tutti gli anni della guerra fredda, qualsiasi evento politico, cronico, militare che si verificasse, aveva immediate ripercussioni nei rapporti di forza tra due capitali sanitario ovvero Mosca e Washington. Piero poi motivi di contrapposizione di natura diplomatica e militare. Gli USA leggevano nella politica Sovietica uno slancio aggressivo che gli era stato proprio dato dalla Russia zarista. L'egemonia conquistata da l'urss nei paesi dell'Europa orientale, occupati dall'armata rossa, la forza Assunta dai partiti comunisti in Italia e in Francia, il peso crescente dei comunisti in Cina rappresentava per gli Stati Uniti altre minacce e stato d'allarme. Da ciò scaturì che gli statunitensi voleva contenere espansione di influenza Sovietica e dell'ideologia comunista in qualsiasi parte del mondo, che avrebbe potuto tradursi in un vantaggio per i sovietici. ● L'URSS sottolinea gli aspetti difensivi delle sue iniziative, che giustificava come precauzione necessarie per e tutelarsi contro l'aggressività degli USA e la bomba atomica lanciata su Hiroshima e Nagasaki. La cortina di ferro il discorso di Churchill In un suo discorso Churchill utilizzo la parola "Cortina di ferro£ per indicare la linea di confine che divise l'Europa in due zone separate di influenza politica, dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine della guerra fredda. Il nuovo presidente degli USA, Harry Truman Viber arancinando del mobile frattura tra il mondo libertà e il mondo del totalitarismo, nel 1147 affermò che gli USA avrebbero offerto aiuto ai popoli liberi insidiati da minoranze Armate o da pressione straniere, alludendo al movimento ispirazione comunista. Dissuasione atomica La guerra fredda escludevano impossibilità di confronto armato diretto tra USA e URSS e rendere improponibile questa eventualità fu il possesso dell'arma atomica da parte di entrambe le parti (i sovietici riuscirono a riprodurla nel 1849). Negli anni seguenti 1952-1953 riuscirono a creare le prime bombe a idrogeno ovvero degli ordini con una potenza distruttiva notevolmente superiore a quella della bomba atomica. A quel punto, fu chiaro che la minaccia nucleare e i suoi possibile effetti avrebbero avuto una concreta rilevanza. Per quanto riguarda la possibile distruzione e morte data da questa minaccia, fece sviluppare in tutto il mondo una sorta di equilibrio del terrore, la situazione che lasciava spazio solo per conflitti locali in aree periferiche, che potevano essere Condotti con armamento convenzionale come: la guerra di Corea, quella del Vietnam,quella dell'Afghanistan. L'unica vera crisi fu legato al crollo di Berlino è il più geniale questione del germoglio. L'equilibrio terrore finì con il moltiplicarsi e conflitti locali senza riuscire a garantire agli USA quella supremazia a cui aspirava. GLI STATI UNITI ALLA GUIDA DEL BLOCCO OCCIDENTALE L'anticomunismo Gli Stati Uniti è l'unico paese uscito dalla guerra con le proprie risorse economiche intatte e accresciute. Il reddito Nazionale aumentato 75%, gli impianti industriali erano rinnovati, e a disoccupazione era quasi inesistente. Le riserve auree statunitense ammontano quasi a due terzi del totale mondiale. Nonostante questa evidente condizione privilegiata e ,il paese fu attraversato l'ondata di paura, dall'incubo di un'espansione dell'ideologia comunista giudicata pericolosa tanto più di quella nazista. A partire inno 1949 si scatenò una dura campagna anticomunista ,che ebbe come suo principale ispiratore il senatore Joseph Mccarthy che si fece promotore del comitato per le attività antiamericane. Il maccartismo Secondo McCarthy,le eventuali sconfitte americane in politica estera potevano spiegarsi solo con l'infiltrazione nell'apparato statale di spie e di agitatori comunisti,decisi a sabotare l'operato per favorire la Vittorio dell'URSS. Era quindi doveroso fronteggiare questa cospirazione interna. La vittoria del repubblicano Eisenhower alle elezioni del 1952, consentì a McCarthy di realizzare una serie di inchieste sul comportamento dei dipendenti degli enti pubblici. Le persone inquisite a vario titolo da parte comitato per le attività antiamericane contavano circa 15 milioni. I suoi bersagli preferiti erano principalmente a Hollywood, dove si scatenò una caccia furibonda contro cineasti, sceneggiatori, attori definiti comunisti sovversivi. Fu l'inizio di un dramma che sconvolse per anni gli Stati Uniti, alimentando nei tradimenti, delazioni, processi e suicidi. L'episodio più clamoroso di maccartismo fu la condanna a morte per spionaggio dei coniugi Julius ed Ethel Rosenberg :due scienziati accusati di aver passato all'URSS informazioni su ricerca nucleare e quindi giustiziato sulla sedia elettrica. la fine del maccartismo Tuttavia con il tentativo di inquisire l'ex presidente Truman e alti ufficiali dell'esercito a causa del clima di sospetto e ti dico disorganizzazione che realtà sia pubblica amministrazione, spinsero il presidente Eisenhower a sollevare dall'incarico McCurdy e fu così che si diede fine all'avventura politica maccartista. BRETTON WOODS:LA NUOVA ECONOMIA MONDIALE Queste problematiche relative alla politica interna ebbero importanza marginale. I problemi affettivi che è che gli USA dovevano affrontare erano legati principalmente in campo economico. Gli USA dovevano riuscire a utilizzare a pieno ritmo il suo potenziale economico accumulato e per far ciò era necessario assicurarsi la possibilità di commerciare, investire, trarre profitti e di avere libero accesso a tutte le materie prime essenziali dando così vita ad un mondo libero dalle barriere doganali e senza vincoli autarchici. il sistema di Bretton Woods In quest'ottica si avviò il cosiddetto sistema di bretton Woods stabilito nel 1944, nel corso della conferenza Nazionale monetaria e finanziaria a cui prendono parte 44 paesi. Esso si fondò su due nuove istituzioni: 1. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), con il compito di dare certezza ai cambi tra le diverse volte nazionali fissandoli entro i limiti stabiliti, 2. la banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, denominata banca mondiale, chiamata finanziaria incremento dell'infrastruttura nelle Alpi distrutte dalla guerra e nei paesi arretrati. 3. Accanto a queste due istituzioni, vi era il General agreement on Trade and Craft Spirits (Gatt) che era sostanzialmente terzo pilastro che promuoveva la liberalizzazione del commercio internazionale. Il dollaro, pilastro monetario del nuovo sistema La valuta americana, il dollaro era il pilastro monetario, la moneta mondiale. La stabilità del sistema, era garantita della convertibilità del dollaro in oro; e Stati Uniti potevano quindi cambiare in oro i dollari loro possesso prezzo stabile E certo. Ai nuovi organismi aderirono tutti i paesi capitalisti accidenti. IL PIANO MARSHALL In questa situazione economica, vi era un interesse particolare degli americani a risollevare al più presto l'Europa in quanto era una reazione prospera è piuttosto industrializzata. A partire dal 1943 era entrata in funzione United Nations relief and rehabilitation administration, denominata UNRRA, il cui compito era quello di coordinare gli aiuti e prestiti delle zone devastate dalla guerra. Successivamente fu inizializzato piano Marshall, con l'intento di rafforzare il coinvolgimento stati europei nella politica estera americana. Il 5 giugno 1947, George Marshall promise a tutti i paesi europei d'aiuto straordinario degli Usa,ad una solo a condizione, ovvero che essi cercassero insieme i mezzi per mettere in sesto le proprie economie. Il piano poneva .ai paesi aderenti, come obiettivi fondamentali aumenta produzione, e realizzazione attività finanziarie viva creazione di un ente permanente per la cooperazione economica, un'espansione l'esportazione. In seguito Nel 1948 con l'istituzione dell ERP (European recovery program) si diede inizio alla effettiva piano Marshall. Tutti i paesi europei, tranne quelli dell'est controllati dl l'urss, accettarono la proposta, avviando un primo tentativo di unificare le proprie economie,di rendere più' stretti i rapporti commerciali. Venne fondata, nello stesso anno, L'ORGANIZZAZIONE EUROPEA PER LA COOPERAZIONE ECONOMICA, con in programma comune di ricostruzione e di liberalizzazione degli scambi. il patto atlantico il 4 aprile 1948 entrò in vigore il Patto Atlantico con l'adesione di Francia il Gran Bretagna Olanda, Belgio Lussemburgo, aiuto, Norvegia e Danimarca, Italia e, Portogallo, Islanda e Canada; e successivamente di Grecia e Turchia e Germania occidentale. Da queste nacque la NATO (organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord) una linea unitaria progettata per difendersi dalla minaccia del URSS. L'EUROPA OCCIDENTALE NELL'ORBITA STATUNITENSE rischi economici e sociali Tutti i paesi coinvolti nel conflitto furono costretti affronta problemi comuni, come il rischio della paralisi economica il pericolo del rivolgimenti sociali. Vi era diffusa la voglia di cambiamento di cui fecero portavoce i partiti sinistra, usciti rafforzati dal crollo delle vecchie classi dirigenti compromesse con i fascicoli. Erano talmente urgenti i problemi dei gatti all'inflazione, svalutazioni della moneta e la necessità di profonde riforme sociali. Per risolvere in molti paesi si cercò di salvaguardare libertà di iniziativa privata ,consentendo allo stato intervenire economicamente per alleviare le condizioni dei settori sociali più poveri. La nazionalizzazione In Gran Bretagna, alle elezioni politiche 1945 vinsero i laburisti, sconfiggendo i conservatori guidati Churchill. Ne seguì una politica di nazionalizzazione che portò sotto il controllo dello Stato "la banca d'Inghilterra", l'aviazione civile ,le società minerarie,la Siderurgia, i servizi di trasporti, delle telecomunicazioni e del gas. In Francia furono nazionalizzate la "banca di Francia", società di assicurazioni, i trasporti aerei, le miniere di carbone, il gas e l'elettricità. Le riforme sociali Invece, in Francia, e soprattutto in Gran Bretagna furono disposte delle riforme sociali nell'ambito dello Stato assistenziale (welfare state). Per la tutela dei cittadini, i laburisti inglesi introdussero un salario minimo obbligatorio di assicurazione statali contro le malattie che gli infortuni sul pro, ccupazione; assegni per assistenza agli anziani, alle vedove, alle ragazze madri. Inoltre nel 1987,fu istituito il National Health Service che garantiva cure mediche e ospedaliere gratuite per tutti. La lotta al comunismo Comune tutti i stati sul progressivo allinearsi alla anticomunismo degli USA e al loro ruolo nella guerra fredda. In Europa per i 40 anni successivi alla fine del secondo conflitto mondiale i due campi non si modificano più. In Francia alle elezioni dell'ottobre 1945 i maggiori consensi furono ottenuti dai comunisti PCF, e a seguire, dalla SFIO Socialista, e dal MRP di ispirazione democristiana. Nelle successive elezioni giugno 1946, vince la coalizione di partiti capeggiata dal MRP ; in ottobre fu approvata la Carta Costituzionale e varata la quarta Repubblica. La coalizione governativa creatasi fra i tre maggiori partiti cattolici, socialisti, comunisti riuscì a resistere fino al Maggio 1947, poi, il PCF fu estromesso dal governo. LA GUERRA CIVILE IN GRECIA La crisi più grave si ebbe in Grecia, dove la resistenza comunista aveva liberato Il paese dei nazisti già nell'ottobre 1944. le successive elezioni politiche non furono in grado di stabilizzare il paese, che nel 1946 sprofondo nella guerra civile. A fronteggiarsi furono i comunisti e le forze monarchiche e filofasciste, lo scontro si concluse nell'ottobre 1949, quella completa sconfitta comunista. LA GERMANIA DIVISA Fu in Germania di zona di frontiera con l'URSS, che si registrò uno degli episodi più caldi della guerra fredda. Nel giugno 1948 i sovietici chiusero le vie fluviali e ferroviarie di accesso a Berlino ovest, nel tentativo di indurre gli ex-alleati a rinunciare al controllo su quella parte della città. La risposta statunitense fu immediata: nei 320 giorni della durata del blocco organizzarono un gigantesco Ponte aereo attraverso il quale rifornivano la popolazione dei generi di prima necessità, fino a quando i sovietici Furono costretti a rinunciare al loro progetto. Intanto, nel settore occidentale della Germania si affermò come partito più forte la CDU( Unione Cristiano democratica), guidata da Adenauer. Molto popolare era anche il partito socialdemocratico, la SPD. Nella zona orientale comunisti e Socialdemocratici a partire dalla Aprile 1946 agivano Uniti in un solo partito, la SED. Il 23 maggio 1949, a accorpando le tre zone di occupazione occidentali, venne fondata la Repubblica federale tedesca con capitale a Bonn. Essa conobbe una ripresa economica eccezionale. Il 7 ottobre 1949, un altro stato, Repubblica Democratica tedesca con capitale Berlino est, si costituì nella zona di influenza Sovietica. I PRIMI PASSI DELL'EUROPA UNITA Nel 1949 fu costituito il Consiglio d'Europa, con l'obiettivo di promuovere forme di Cooperazione politica, economica, culturale e sociale. Nell'aprile 1951 sorse anche il primo organismo economico, La CECA( Comunità Europea del carbone e dell'acciaio). Il 1957 i Trattati di Roma diedero vita all' EURATOM( per lo sfruttamento comune dell'energia atomica) e alla CEE, la comunità economica europea, con il compito di realizzare gradualmente l'unione Doganale, La libera circolazione della manodopera e dei capitali, la progressiva integrazione della politica sociale e fiscale. L'URSS E IL BLOCCO ORIENTALE RICOSTRUZIONE E REPRESSIONE Le due superpotenze non erano su un piano di parità. L'URSS aveva gravi problemi di ricostruzione interna ed era inferiore agli USA anche militarmente ed economicamente. L'emergenza di ricostruire un'economia fu affrontata con una massiccia intensificazione del Lavoro collettivo, tenendo a livelli bassissimi i consumi e concentrando tutte le risorse del paese nell'incremento dello sviluppo dell'Industria pesante e degli armamenti. Il quarto piano quinquennale porta notevoli risultati Nella produzione della ghisa, dell'acciaio, del carbone e del petrolio, senza Tuttavia rendere più accettabili le condizioni di vita della popolazione. Per raggiungere gli obiettivi economici, il regime sovietico aumento anche la repressione interna. molti oppositori furono deportati nei campi di concentramento. Anche in URSS la guerra fredda ebbe pesanti ripercussioni in tutti gli ambienti intellettuali. E 1946 Andrej Zdanov si attribuì la missione di stroncare tutti influssi occidentali in tutti gli ambiti della cultura Sovietica, instaurando una sorta di dittatura fondata sulla pretesa di controllare che ogni espressione artistica fosse sottomessa alla ragion politica. Le risoluzioni da lui fatte a provare al Comitato centrale del PCUS diedero il via ha una campagna contro tutti gli artisti non ortodossi. I cittadini sovietici non potevano più recarsi liberamente in occidente. Il potere di Stalin mantiene Dunque intatto il suo carattere dispotico. L'ESPANSIONISMO SOVIETICO Alla strategia planetaria degli USA, i sovietici contrapposero interessi localizzati esclusivamente nei territori contigui ai propri confini. La conferenza di Potsdam aveva già ratificato il passaggio l'URSS delle tre repubbliche baltiche, L'Estonia, la Lettonia, la Lituania. In Polonia, Bulgaria, Romania, Ungheria, dove partiti comunisti locali erano minoritari, si favorirono inizialmente governi di unità nazionale, con la partecipazione dei comunisti e degli altri partiti. Poi, ottenuto il controllo della polizia e delle Forze Armate, si eliminarono dal governo tutte le componenti non comuniste. Lasciando il potere a un partito unico, quello comunista. Le elezioni politiche libere furono abolite e si instaurarono regimi di democrazia Popolare, i cui primi obiettivi erano la riforma agraria e la nazionalizzazione delle banche e delle principali Industrie. Nel settembre di quell'anno i rappresentanti di tutti i partiti comunisti dell'Europa orientale e dei partiti comunisti italiano e francese diedero vita a un organismo di collegamento il Cominform, controllato dai russi. CECOSLOVACCHI E LA IUGOSLAVIA In Cecoslovacchia Il Partito Comunista era già molto forte, tanto da conquistare la maggioranza nelle elezioni libere del maggio 1946. gli attriti cominciarono con le discussioni relative all'adesione agli aiuti del piano Marshall, prospettiva cui solo i comunisti erano contrari. 25 febbraio 1948 essi estromisero gli altri partiti dal governo eliminando fisicamente il loro principale oppositore. Le elezioni nel maggio 1948 segnarono la schiacciante vittoria comunista e la trasformazione della Cecoslovacchia in una Repubblica Popolare. Anche in Jugoslavia il prestigio dei comunisti alla fine della guerra era grandissimo: Tito aveva guidato la resistenza contro i nazisti senza l'aiuto dell'armata rossa. Di qui uno spirito di forte Indipendenza dei comunisti jugoslavi, tanto da arrivare, alla rottura dei rapporti con l'URSS e con tutti gli altri partiti comunisti del mondo. La metà delle esportazioni jugoslave si dirigeva verso l'URSS Belgrado si trovò in una crisi drammatica. Cominciarono progressivamente relazioni più intense tra la Jugoslavia all'occidente. Si avviò invece un autonomo tentativo di un comunismo equidistante da due blocchi. La Jugoslavia socialista fu una federazione di repubbliche molto diverse tra loro: quelle del Nord erano cattoliche e relativamente sviluppate; al centro ortodossa e comunista; al centro sud Erano poverissime e con nutrite comunità musulmane. L'EUROPA SOVIETICA Il 4 dicembre 1949 l'URSS e i suoi alleati diedero vita alla COMECON( consiglio di mutua assistenza economica), la risposta Sovietica all'integrazione economica dell'Europa Occidentale. Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Repubblica Democratica tedesca strinsero successivamente anche una rigida Alleanza militare( il Patto di Varsavia) contrapposta alla Nato. Per i paesi aderenti al Comecon il rublo fu dichiarato il solo mezzo di pagamento consentito negli scambi commerciali. I prezzi delle materie prime furono svincolati da quelli dei mercati internazionali e congelati ai livelli del 1949. Allo strangolamento economico si accompagnò la dura repressione di qualsiasi opposizione interna. Nei paesi del blocco sovietico scomparve ogni forma di indipendenza. LA NASCITA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE GUERRA CIVILE E OBBIETTIVI DELLE SUPERPOTENZE La Cina fu riconosciuta come grande potenza, ma tornò ad essere lacerata dalla guerra civile. La resistenza cinese contro l'invasione scatenata dal Giappone nel 1937 aveva visto combattere uniti i nazionalisti guidati da Chiang Kai-Shek, e comunisti di Mao Tse-tung. Questa Alleanza era stata giustificata solo dalla necessità di lottare contro i giapponesi, Perché troppe erano le differenze tra i due movimenti. Da un lato il Kuomintang, il partito sostenuto da grandi proprietari terrieri arricchitesi con lo sfruttamento Brutale dei contadini; dall'altro Il Partito Comunista, che godeva di vasti consensi nel mondo rurale punto. Durante la resistenza, nelle zone liberate dai comunisti erano state distribuite le terre ai contadini, si erano costruite le basi per il futuro della Cina; invece, i nazionalisti erano sembrati più inclini a combattere contro i comunisti che contro i giapponesi. Sconfitti i giapponesi, i contrasti interni tornarono a prevalere, così che due cine si fronteggiavano in armi: quella di Mau quella di Chiang Kai-shek. Nell'estate del 1946 Chiang Kai-shek attaccò le roccaforti comuniste Nello Shanxi e nella Cina nord-occidentale. Gli USA in nome dell'anticomunismo, decisero di schierarsi decisamente con i nazionalisti. Più prudente fu invece I'URSS, che guardava con diffidenza il comunismo nazionale cinese. Il sostegno a Mao fu blando: il vero obiettivo della diplomazia Sovietica era un compromesso tra nazionalisti e comunisti. LA VITTORIA DI MAO I comunisti di Mao Tse tung alla fine prevalsero. Le truppe del Kuomintang erano malviste. La stragrande maggioranza di cinesi finì così per preferire comunisti. Tra il novembre 1948 e il gennaio 1949 i loro successi si moltiplicarono, fino alla battaglia campale di Huai-Huai, Dove le Truppe del Kuomintang subirono una disastrosa sconfitta.Chiang Kai-shek fu costretto a rifugiarsi nell'isola di Taiwan. Il primo ottobre 1949 Mao proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Taiwan è più piccolo della Svizzera Eppure l'occidente continuò a riconoscere diplomaticamente solo la minuscola Cina nazionalista di Chiang Kai-shek. La Cina comunista resto invece a lungo isolata, avvicinandosi quindi a Mosca. LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE La Nuova Cina adottò il modello sovietico della "dittatura Democratica Popolare". Dopo un iniziale tolleranza verso altri piccoli raggruppamenti, ci fu un progressivo irrigidimento, così che I comunisti si assicurarono un dominio assoluto. Fu subito decretata una radicale riforma agraria. I grandi proprietari terrieri furono espropriati e le loro terre furono distribuite a 300 milioni di contadini. Spesso per attuare la riforma si fece ricorso alla forza. Contemporaneamente, si avviò un intenso processo di industrializzazione in settori base come l'acciaio, il cemento, le miniere. Tutto fu controllato dall'alto. Per unificare guidare una nazione così grande si usò Il fascino di Mao, divenuto nel 1949 Presidente della Repubblica è capo del Partito Comunista, intorno al quale si sviluppò lo stesso culto della personalità che circondava Stalin URSS. La fondazione della Repubblica Popolare segnò per la Cina l'inizio di trasformazioni profonde anche nella cultura, nelle tradizioni. Nel 1950 fu approvata la legge sul matrimonio che aboliva la poligamia e introduceva il divorzio, creando le basi giuridiche per l'emancipazione delle masse femminili. Alle donne fu riconosciuto il diritto di ricevere un salario proprio e furono loro estese la tutela per gli infortuni sul lavoro e le assicurazioni sulla vecchiaia. La Cina divenne una protagonista della politica internazionale. La Guerra di Corea Alla fine del conflitto mondiale la Corea era stata divisa in due zone: al Nord si insediò un regime comunista guidato dal capo della resistenza antigiapponese Kim Il Sung; al Sud un regime nazionalista e corrotto. Il 25 giugno del 1950 le truppe comuniste del Nord superarono la linea del 38° parallelo (confine tra Nord e Sud Corea), attacco che fu condannato dall'ONU chiedendo agli Stati membri di fornire aiuto militare alla Corea del Sud. Le varie truppe forzarono il 38°parallelo e marciarono verso Nord, ma il 27 novembre del 1950 le truppe cinesi entrarono in Corea, marciando contro gli americani. La destalinizzazione Nel dopoguerra lo scenario internazionale fu profondamente cambiato dalle decolonizzazioni (Medio Oriente, Africa, Asia). Agli inizi degli anni Sessanta, il sistema politico internazionale restava ancora saldamente organizzato intorno alle due superpotenze, USA e URSS. Nell'URSS si verificò una svolta radicale dopo la morte di Stalin: dal 1954 Nikit Kruscev al XX° Congresso del PCUS denunciò i crimini di Stalin. Ci grandi cambiamenti: ● Furono allontanati i dirigenti fedelissimi di Stalin e fu ripudiato il culto della personalità; Si riabilitarono uomini politici condannati in precedenza; Si ripresero i contatti con la Iugoslavia di Tito; Fu sciolto il Cominform; ● Furono represse le rivolte anticomuniste in Polonia e in Ungheria (prova che i cambiamenti non avvennero solo in Russia). Questi cambiamenti rappresentarono una forma di disgelo che lasciò affiorare un robusto dissenso intellettuale. La rivolta di Budapest Alle elezioni del 1945 in Ungheria vinse il Partito dei piccoli proprietari, ma i comunisti avevano occupato i posti chiave del governo. Nel 1947 questo partito fu liquidato mentre i comunisti e i socialdemocratici erano conflitti nel Partito dei lavoratori ungheresi, che ottenne poi la maggioranza assoluta nelle elezioni del 1948. In cinque anni, l'Ungheria era diventata una replica del modello sovietico: riforma agraria, industrializzazione forzata, soppressione delle libertà politiche e religiose. Dopo la morte di Stalin scoppiò una rivolta con un'enorme carico di violenza nell'autunno del 1956, tanto violenta che nel primo tempo della rivolta i rivoltosi fecero ritirare l'Armata rossa. Il nuovo governo do Imre Nagy annunciò l'uscita dell'Ungheria dal Patto di Varsavia. Questo fu un enorme rischio per I'URSS dato che si poteva diffondere, allora il 4 novembre gli insorti furono spazzati via e fu instaurato il governo di Jànos Kàdàr (governo dittatoriale che sottostava all'URSS). La coesistenza pacifica con la Cina Kruscev diminuì le spese militari e instaurò una cauta apertura commerciale nei confronti dei paesi capitalisti competendo pacificamente con gli USA (rispetto agli altri leader sovietici Kruscev credeva nella coesistenza pacifica con gli Stati Uniti, non nella distruzione reciproca). L'unico settore in cui l'URSS tenne testa al blocco rivale fu quello della gara spaziale: lo Sputnik (1957), Yuri Gargarin (1961 primo uomo sulla Luna). Per il resto il modello dell'economia sovietica non riuscì a competere con quello occidentale, soprattutto nel settore agricolo. La leadership di Krushev fu logorata dal dissidio insanabile con la Cina, apertosi a causa di motivi ideologici e geopolitici. La Cina rimproverò all'URSS la scelta della coesistenza pacifica e contestò il primato nel campo socialista. Nel 1960 l'URSS sospese tutti gli aiuti economici e militari ai cinesi per rallentarne lo sviluppo (gli USA vedendo ciò provarono ad avere dei rapporti meno conflittuali con la Cina). La glaciazione brezneviana Kruscev fu improvvisamente destituito il 15 ottobre 1964 e sostituito da un'altra direzione collegiale. Successivamente solo Leonid Breznev riuscì a concentrare il potere nelle proprie mani, avviando una nuova glaciazione (ritornando quasi al periodo di Stalin con i vari casi di esilio e prigionia). Nel 1977 entrò in vigore una nuova Costituzione che riportava il dominio assoluto del PCUS. La situazione economica peggiorò: le crescite economiche erano molto minori rispetto a quelli degli Stati capitalistici che permettevano a una porzione crescente di popolazione di accedere a vari consumi privati, invece l'economia comunista si stava dimostrando incompatibile con la flessibilità e la molteplicità dei consumi. L'URSS dovette importare tecnologie e beni di consumo per non perdere sul campo economico (il campo militare era già perso). La guerra in Afghanistan L'URSS avviò dunque delle politiche di armamento e di spinta all'espansione territoriale riponendo il proprio sostegno in Africa, in Medio Oriente e in Afghanistan che avevno dei regimi antioccidentali. Nel 1978 in Afghanistan il Partito democratico afgano (filosovietico) aveva costituito la Repubblica democratica dell'Afghanistan sotto la guida di Mohammad Taraki. Le riforme del nuovo paese trovarono una forte opposizione in larghi strati della popolazione e nella resistenza armata degli integralisti islamici (nel 1979 i gruppi islamici sostenuti dalla Cina, l'Iran e il Packistan controllavano quasi l'80% del territorio afgano). Dopo la morte di Taraki (omicidio) per paura di una ribellione islamica nei propri confini i sovietici invasero l'Afghanistan, ma furono scacciati grazie agli aiuti contro i comunisti degli americani. L'Est europeo: il caso polacco Dopo l'insurrezione operaia di Poznan del 1956 stroncata dall'esercito, al potere ci fu un comunista riformita, Wladislaw Gomulka. Nei confronti dei moti studenteschi di Varsavia e delle rivolte operaie a Danzica e a Stettino la repressione fu durissima. Dopo Gomulka successe Edward Gierek che avviò una cauta apertura verso i capitali occidentali, migliorò le relazioni con la Chiesa cattolica, diminuì i prezzi per i beni di prima necessità e aumentò i salari. Nel 1976 nuovi scioperi scoppiarono a Varsavia dove il KOR (Comitato della difesa degli operai) andò contro i sindacati ufficiali controllati dai comunisti. Nel 1978, l'elezione del papa polacco Karol Wojtyla fu carico di conseguenze dato che la Chiesa era vista come l'unico istituto in grado di andare contro il regime comunista. Nel 1980 esplose la protesta contro il regime. La primavera di Praga La Cecoslovacchia fu il paese dove si ebbe il tentativo più serio di ribellarsi al dominio sovietico. Con l'elezione di Aleksander Dubcek a capo del partito comunista, iniziò il movimento poi definito "primavera di Praga" che aveva l'intenzione di creare delle riforme economiche e concreti tentativi di tina le libertà democratiche. Il 20 agosto del 1968 il movimento fu soffocato con l'intervento dei carri armati del Patto di Varsavia. A Praga i cittadini sfidarono le armate russe a mani nude. Dopo che l'ordine fu ristabilito, l'ipotesi di conciliare il comunismo con la libertà e la democrazia aveva subito una definitiva sconfitta. La Iugoslavia: un percorso autonomo La Iugoslavia proseguì la sua esperienza di via nazionale al socialismo con un autogestione nelle fabbriche da parte dei consigli operai, reso meno asfissiante tramite la diminuzione del controllo dello Stato sull'economia. Nel 1953 fu abbandonata la collettivizzazione forzata dell'agricoltura. In politica estera Tito scelse una linea di equidistanza tra i due blocchi, dividendo con il presidente egiziano Nasser e quello indiano Nehru, la guida dei paesi non allineati (soprattutto i paesi decolonizzati). Questa posizione fu ripagata nel 1962 con i primi consistenti crediti da parte degli USA e nel 1964 la Iugoslavia allacciò i rapporti con i paesi COMECON. Con la nuova costituzione (1974) Tito riuscì ad affrontare con consapevolezza le diversità esistenti tra le repubbliche e le religioni che convivevano nel paese, contenendo le rivolte (grazie anche alla struttura federale equilibrata). GLI STATI UNITI: DAL BIPOLARISMO AL MULTIPOLARISMO Guerra fredda ed economia i Stati Uniti godettero di un eccezionale crescita economica protrattasi senza interruzioni fino alla fine degli anni 50. La guerra fredda, si è rilevata un formidabile acceleratore per investimenti, la ricerca e la produzione industriale, specie nel settore che gli economisti definirono complesso militare-industriale, descrivendo così la stretta integrazione tra interi settori dell'economia statunitense la politica di armamenti necessaria per garantire la supremazia militare dell'URSS. La questione razziale nel paese le tensioni si addenseranno soprattutto sulla questione razziale. Dopo la guerra di secessione, i neri d'America erano rimasti esclusi dalla possibilità di una significativa ascesa sociale. Soprattutto negli stati meridionali ex schiavisti venivano ancora relegati in quartieri particolari, tenuti rigorosamente lontani da ogni contatto con i bianchi. Nel 1954 era stata di grande rilievo, la decisione della Corte Suprema che aboliva la segregazione razziale nelle scuole. Le condizioni dettate dalla coabitazione forzata innescarono tra le due comunità scontri molto accesi, che sfociavano in periodiche rivolte nei ghetti dei neri. Erano proteste spontanee, con fiammate di violenza che presto si spegnevano nel nulla. Solo negli Anni 60 si passò dalla spontaneità all'organizzazione, con la nascita di movimenti di lotta che cambiarono complessivamente lo scenario della politica americana. Tra i neri si affermò la leadership del pastore Battista Martin Luther King, premio Nobel per la pace nel 1964, organizzatore di una memorabile marcia che porto a Washington centinaia di miglia di dimostranti. Rivoluzionario e irriducibilmente contrario agli Stati Uniti, tanto da invocare un improbabile secessione di una nazione nera ispirata ai principi dell'islam, fu il movimento dei musulmani neri, guidata da Malcom x. Kennedy e la "Nuova frontiera". Nel 1960 terminò la presidenza del repubblicano Eisenhower, rimasto fedele al dogma liberista del non intervento dello Stato in economia e lontano dalla politica rooseveltiana di sostegno pubblico ai diseredati. Le elezioni di quell'anno furono vinte dal democratico John F. Kennedy, primo presidente cattolico degli USA. Canna di poter contare sull'appoggio di sindacati, giovani e intellettuali, indicando come priorità del programma di governo, da lui battezzato "nuova frontiera", la lotta contro le discriminazioni razziali sperequazioni economiche. In politica estera Kennedy, pur mostrando una cauta apertura al confronto con l'URSS. Gli anni della pace sua presidenza furono segnati anche da momenti di drammatica tensione sullo scenario internazionale: la costruzione del muro di Berlino, la crisi missilistica di Cuba e l'avvio di un intervento militare in Vietnam. Il muro di Berlino. Un avvenimento particolare significativo si registrò a Berlino, situata nel territorio della Repubblica democratica tedesca e presidiata delle truppe dei paesi vincitori della Seconda Guerra mondiale. Se la parte orientale della città era diventata una capitale della RDT, la parte occidentale era come un avamposto della RFT e soprattutto una vetrina del benessere capitalista all'interno dei confini socialisti. Le fughe dei cittadini della Germania Est verso l'Occidente divennero sempre più numerose. Le autorità della Germania est la notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, cominciarono a erigere un Muro che circondò tutta Berlino Ovest, lungo 144 km e alto 4m era sorvegliato dalle guardie armate. Nel tentativo di superare questo muro molte persone persero la vita (venivano ammazzate dalle guardie). La crisi di Cuba. Tra il 1961 e il 1962 fu Cuba a costituire un nuovo punto di tensione tra le due superpotenze. Nel 1959 Battista (dittatore dell'isola) era stato rovesciato da un movimento guerrigliero, guidato da Fidel Castro è appoggiato dai cittadini, dagli operai e dalla borghesia di orientamento democratico. I primi provvedimenti del governo rivoluzionario erano stati la nazionalizzazione delle raffineria di zucchero. Nel 1960 Castro aveva proclamato comunista il suo regime, provocando l'immediata reazione degli US virgola che avevano posto l' embargo allo zucchero cubano, l'unico prodotto che l'isola poteva esportare. Che il nuovo regime aveva stretto rapporti sempre più saldi con l'unione sovietica. Gli Stati Uniti appoggiarono un gruppo di esuli anticastristi, che il 17 Aprile 1961 tentò di sbarcare sulla costa meridionale di Cuba, nella baia dei porci, per rovesciare il nuovo regime. Ma il tentativo di invasione falli, respinto in poche ore dalle truppe di Castro appoggiata dalla popolazione, segnando la lacerazione definitiva dei rapporti tra Cuba e gli USA. Nel 1962, gli aiuti sovietici all'isola aumentarono e comincia la costruzione di basi missilistiche pericolosamente vicino alle coste americane. La crisi che ne seguì fu uno dei momenti più caldi della guerra fredda. Il presidente Kennedy ordinò un blocco navale dell'isola per impedire i rifornimenti sovietici e chiese l' immediato smantellamento delle rampe di lancio dei missili. Il 27 ottobre le truppe americane quelle sovietiche entrarono in stato di allarme; il mondo segue con il fiato sospeso le navi russe che si avvicinavano a quelle statunitensi; se avessero tentato di forzare il blocco sarebbe stata la guerra. Invece l'URSS accettò le richieste degli usa. La tensione si allentò EI rapporti tra le due superpotenze si avviarono più concretamente verso la distensione: su installato un telefono rosso che collega i vertici politici dell'Urss e degli usa, per affrontare tempestivamente altre crisi militari. La presidenza Johnson e l'inizio della Guerra del Vietnam. Kennedy fu assassinato nel 1963 in un oscuro attentato; il suo successore, Lyndon B. Johnson, anch'egli nel partito democratico, può costretta a confrontarsi con il riacutizzarsi delle tensioni razziali e con l'esplosione, tra il 1967 al 1968 di una protesta giovanile praticate nei campus universitari. John rispose con il suo progetto di grandi società, fondato su leggi per combattere la povertà e il razzismo. Le tensioni interne furono alimentate anche dalle mosse compiute in politica estera, in particolare in relazione alla crisi apertasi in Vietnam con la decolonizzazione. Il Vietnam, dopo la Seconda guerra mondiale, avevo lottato per liberarsi dal dominio coloniale della Francia virgola che controllava allora la parte meridionale della penisola indocinese. Il Vietminh, il movimento di liberazione a guida comunista insediato nel nord, nel maggio 1954 era riuscito a sconfiggere francesi, costringendoli ad abbandonare il paese. Era stata sancita la divisione del paese in due parti: al Nord sì era insidiato un regime comunista, al Sud un regime filoccidentale sostenuto dagli usa. Nel sud presto entrarono in azione i guerriglieri del vietcong, di ispirazione comunista e sostenuti dal nord. Già per iniziativa di Kennedy gli Stati Uniti avevano inviato aiuti al governo del Sud, ma durante la presidenza Johnson l'intervento militare statunitense divenne sempre più massiccio, fino al pieno coinvolgimento in guerra. Alle elezioni presidenziali del 1968, John sono non si presentò, travolto proprio dall'ondata di profondo dissenso scaturita dalla sua decisione di ampliare la presenza militare in Vietnam. Da Nixon a Carter Disorientata da una sequenza di assassini politici la popolazione americana nel 1968 votò massicciamente per i repubblicani, eleggendo Richard Nixon, rappresentante di un elettorato per lo più costituito da ceti medi, bianchi e conservatori. In politica estera, il nuovo presidente scelse una cauta distensione nei rapporti con il blocco comunista, alimentata prima da una visita in Cina, poi da gio in URSS e dal conseguente accordo sulla limitazione delle armi nucleari e strategiche nel maggio dello stesso anno. Dopo la rielezione, la popolarità di Nixon declinò anche a causa della concomitanza tra le crescenti difficoltà delle truppe americane in Vietnam e la grave crisi petrolifera del 1973, dovuta al rialzo dei prezzi deciso dai paesi arabi produttori di petrolio. A questi problemi si aggiunse lo scandalo Watergate, nato da un inchiesta giornalistica del "Washington Post" che accusò Nixon di aver fatto installare microspie nell'hotel Watergate, per favorire la propria rielezione. Nel maggio 1974 fu avviato l' impeachment, la procedura necessaria per mettere sotto accusa un presidente americano virgola e Nixon, riconosciuto colpevole, nell'agosto 1974 fu costretto a dimettersi e sostituito alla presidenza dal repubblicano Gerald Ford. Nel 1976 fu eletto presidente il democratico Jimmy Carter che restò in carica fino al 1980. Il multipolarismo Nel 1973 si registrava l'esordio di una crisi economica mondiale che sarebbe durata per due decenni. Il rialzo dei prezzi del petrolio deciso dai pesi arabi produttori, riuniti nell'OPEC, si intrecciò con la guerra dello Yom Kippur combattuta nel 1973 da Israele contro gli Stati arabi confinanti; con le grandi difficoltà degli USA in Vietnam; con una nuova ondata di rivoluzioni che sposto nell'orbita sovietica vari paesi in Africa, Asia e America Latina. Gli Stati Uniti si confrontarono con questa situazione evitando il ruolo di unico avversario dell'Urss. Si proposero di coinvolgere la Cina, il Giappone e i paesi dell'Europa occidentale in un nuovo assetto del sistema internazionale virgolo fondato da un lato su un comune progetto di contenimento dell' espansionismo sovietico, dall'altra sul tentativo di tenere sotto controllo i conflitti locali, evitando l'intervento delle due superpotenze. era la politica del multipolarismo, elaborata dal segretario di Stato Henry Kissinger durante la presidenza Nixon e ripresa anche da Carter, entrato in carica dopo la fine della guerra in Vietnam, conclusosi nell'aprile 1975. I successi furono legati agli accordi di pace firmati a Camp David tra Israele ed Egitto; la sconfitta fu rappresentata dal sequestro in Iraq dell'intera rappresentanza diplomatica statunitense. Un intervento militare per liberar di falli disastrosamente, azzerando la popolarità di Carter. Alle successive elezioni per stanziali, trionfo il repubblicano Ronald Reagan. Il cammino dell'integrazione europea ad alimentare lo sviluppo economico dell'Europa occidentale contribuì al rafforzamento delle sue istituzioni unitarie. Al Consiglio d'Europa, alla CECA, all'EURATOM e alla CEE si affiancò il Parlamento europeo, eletto per la prima volta a suffragio universale nel 1979 e insediato a Strasburgo. Il mercato comune (la CEE) aveva lo scopo di abolire gradualmente al suo interno le tariffe doganali e facilitare la circolazione di merci, capitali, uomini. Il Parlamento europeo appariva come un passo decisivo verso un'idea di Europa più confinata negli dell'economia ma estesa alla politica, una tappa importante nella costruzione di un'identità comune, una svolta nell'intricato percorso che avrebbe portato dalla Comunità europea all'Unione Europea. Nel 1979 fu varato il Sistema monetario europeo (SME), per avviare l'unificazione monetaria attraverso la costituzione di un'unica banca centrale e di un'unica moneta. Nel 1981 e nel 1986 la Comunità si allargò ulteriormente. Conflitti regionali: la questione irlandese.(solo da leggere) In questi anni si accesero conflitti su basi etniche e nazionalistiche in alcuni stati. Dopo la Seconda guerra mondiale virgolo il Republic of Ireland Act sancì la nascita di una Repubblica d'Irlanda completamente indipendente dalla Gran Bretagna, mentre le sei contee dell'ulster nel nord est dell'isola restarono sotto il governo di Londra. Cominciò allora una nuova fase nella questione irlandesi, incentrata sulla situazione esistente all'interno dell' ulster, tra la maggioranza protestante e la minoranza cattolica. I protestanti (unionisti) credevano nell'unione con la Gran Bretagna; i Cattolici (indipendentisti) sognavano il ricongiungimento al resto dell'Irlanda e l'indipendenza da Londra. Dal 1968-69 il conflitto sfociò in una sanguinosa guerra civile, che gli opposti combatterono attraverso le rispettive formazioni paramilitari: per i cattolici l'IRA (Irish Republican army), per i protestanti l'UDA (Ulster defence association) e l'UVF (Ulster volunteer force). Nel 1998, dopo trent'anni di sangue e lutti, si trovò la strada dell'accordo: il 10 Aprile, con un patto di pacificazione, cattolici e protestanti accettarono un nuovo assetto politico per la regione, che prevedeva l'autogoverno dell'Irlanda del Nord, pur sotto la sovranità del Regno Unito. IL SESSANTOTTO La cronologia nell'età del confronto totale tra le due superpotenze, il mondo imparerò a convivere con gli eventi globali. Per la prima volta nella storia si verificarono episodi la cui portata non resta confinata all'interno di un singolo stato, ma interagire con l'esistenza di miliardi di uomini in tutto il pianeta. Succosi per i movimenti che animarono la proteste degli studenti del 1968. Il 20 novembre 1964 5000 studenti occuparono il campus universitario di Berkeley, sede dell'università della California. Il 17 Aprile 1965, a Washington ci fu la prima manifestazione degli studenti americani contro il crescente impegno nella guerra del Vietnam. Nel 1966, In Cina, fu pubblicato il documento di Mao Tse-Tung bombardare il quartier generale che incoraggiava i giovani ad attuare la rivoluzione culturale. Il 1967 fece registrare un Colpo di Stato militare in Grecia; l'uccisione di Che Guevara, simbolo della rivoluzione cubana, freddato in Bolivia; e in Italia le prime lotte degli studenti, che occuparono le università di Trento, Milano, Torino e Padova. Puoi arrivò il 1968 vero e proprio, l'esplosione della contestazione giovanile, sulla quale influivano gli avvenimenti che rimbalzavano dai quattro angoli del mondo, dal Vietnam agli Stati Unit da Berlino a Praga. IL MAGGIO FRANCESE L'epicentro di questa vasta e articolata ondata di protesta che coinvolse i giovani in tutto il globo fu la Francia. Tutto cominciò il 2 maggio 1968 con la chiusura dell'università occupata dagli studenti. Il giorno dopo ci furono a Parigi, i primi scontri con la polizia. La protesta studentesca si allargava a tutta la Francia, scesero in campo anche gli operai. Il 13 maggio i sindacati proclamarono lo sciopero generale. Il centro della lotta si spostava dalle università alla società e la crisi investì lo stesso potere di de Gaulle. Il 24 maggio 9 milioni di operai erano in sciopero. Quella stessa notte a Parigi ci furono teatro di scontri e i primi morti. Il commento il movimento cominciò a rifluire, spaventato dalla sua stessa radicalità. Cominciarono le divisioni: tra operai e studenti, tra socialisti e comunisti. De Gaulle si accredito come salvatore della patria. Il 30 maggio sciolse le camere per indire nuove elezioni, il 23 giugno le elezioni segnarono il trionfo del partito gollista. Lo schieramento di sinistra arretrò in tutte le sue componenti. LE RAGIONI DELLA PROTESTA Il 68 ci restituisce un mondo totalmente unificato, che si sviluppò con idee e strumenti comuni, con gli stessi slogan e modalità spontanee di protesta, le stesse letture, canzoni e film. Le rivendicazioni per citare, la denuncia della fame nel mondo e le rivolte degli americani diventarono una critica generale all'intera società statunitense e al modello comunista. Fu così anche negli altri paesi capitalisti, in Francia ma anche, in Italia, dove coinvolse anche il movimento operaio. Lo stesso accade nella Spagna, nella Jugoslavia, nel Brasile e nel Giappone il quale era attraversato da un vertiginoso sviluppo economico, in un grande movimento unificato dalle parole d'ordine della solidarietà, dell'antiautoritarismo, del pacifismo, dei diritti civili, della libertà di parola e di espressione. PAGINE BLU CORSA ALLO SPAZIO L'esplorazione e la conquista lo spazio lo presentarono nel dopo guerra uno degli ambiti di confronto tra USA e Urss. La corsa allo spazio si indirizzò prima verso la luna e poi verso lo spazio profondo, una ricerca che non si è ancora fermata. LO SVILUPPO TECNOLOGICO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Quando cominciò, la corsa verso la conquista dello spazio fu uno dei tanti terreni sui quali si sfidarono i due super colossi della guerra fredda. Alle loro spalle c'era la tecnologia sperimentata dai tedeschi. Il missile A-4, lanciato nel 1942, era stato il primo proiettile a raggiungere lo spazio. Nel 1943 la Germania iniziò la produzione del razzo B2, durante il conflitto ne furono lanciate migliaia, provocando enormi danni ingenti perdite umane. Al termine della guerra i militari e di scienziati statunitensi, inglesi e sovietici si impegnarono nella cattura del personale che aveva lavorato nella base nazista per capirne i segreti e le tecnologie. Gli americani riuscirono a portare negli USA un gran numero di scienziati tedeschi. PARTE LA CORSA: IN TESTA C'È LA RUSSIA Nell'ambito dell'esplorazione spaziale la prima mossa fu dei sovietici. Nell'ottobre 1957 fu lanciato il primo satellite artificiale della storia, lo Sputnik 1. Il satellite conteneva strumenti che per 21 giorni trasmisero dati riguardanti i raggi cosmici e ai meteoriti, fornendo anche informazioni sulle condizioni di densità e di temperatura dei gas. Nell' aprile 1961 ci fu il lancio della navicella Vostok 1, nel quale si trovava il primo uomo a viaggiare nello spazio, Yuri Gagarin. Nel novembre del 1961, fu la volta dello Sputnik 2 con a bordo la cagnetta Laika, utilizzata come cavia per studiare a distanza gli effetti del volo. Sovietica fu anche Valentina Vladimirovna Tereskova, la prima donna a raggiungere lo spazio nel giugno 1963 a bordo della navetta Vostok 6. ARRIVANO GLI STATI UNITI Il 31 gennaio 1958 un missile trasportò il satellite Explorer 1 intorno alla terra, effettuando per 112 giorni precise misure dei raggi cosmici e dei micro meteoriti. Nel marzo 1958 entrò in orbita il Van-guard 2, che per oltre sei anni trasmessi segnali utilizzando soltanto energia solare, e supporto ad acquisire dati importanti sulla forma del nostro pianeta. Poi tocco i cosmonauti, nella missione Freedom 7, nel maggio 1961 alla luce parte entrò nello spazio sub-orientale e John Glenn, con la missione Friendship 7, divenne il primo americano orbitare come successo attorno alla terra. L'OBIETTIVO: RAGGIUNGERE LA LUNA L'obiettivo delle due grandi potenze era mandare il primo uomo sulla luna. Cominciarono gli Stati Uniti con la missione del Ranger 7 (1964), che consegno i primi scatti della superficie lunare. La contromossa dell'Urss fu il Lunik 9 (1966), che effettuo il primo allunaggio morbido. 16 luglio 1969, seguiti da tutte le televisioni, Armstrong, Collins e Aldrin partirono a bordo dell'Apollo 11 con destinazione luna. Lo sbarco sulla luna si effettuo il 20 luglio 1969. DOPO LA LUNA, VENERE, MARTE E POI LO SOZIO PROFONDO Dopo la luna, tocco a Venere, Marte, allo spazio profondo. La prima sonda sorvolare con successo Venere fu l'americana Mariner 2, nel dicembre 1962. Poi la sonda sovietica Venera 7, lanciata nel 1971, fu la prima effettuare un atterraggio morbido su Venere a inviare una foto. Nel 1965 la sonda americana Mariner 4, sorvolò Marte, nel quale ad atterrarci per prima fu la sovietica Mars 4. LA RICERCA AEROSPAZIALE DOPO LA GUERRA FREDDA Oggi, la ricerca aerospaziale si sviluppa in quattro campi. Nel settore commerciale, con la messa in orbite dei satelliti geostazionaria per le telecomunicazioni. Nel campo militare, attraverso progetti di difesa aerospaziale. Nel campo della ricerca civile, con l'utilizzo di satelliti per il telerilevamento geologico e archeologico e l'impiego di saltelli per le previsioni meteorologiche. Infine nel campo delle attività di esplorazione interplanetaria, con la costruzione di una stazione spaziale internazionale. CAP 13 LA FINE DELLA GUERRA FREDDA LA DISSOLUZIONE DELLUNIONE SOVIETICA Agli inizi degli anni 90, solo quattro Stati, Cuba, Cina, Corea del Nord e Vietnam, si proclamavano comunisti. Il crollo dell'Urss e degli Stati satellite dell'est europeo, fu improvviso e con sul mondo di sorprese, sia per le sue dimensioni sia per le sue caratteristiche sostanzialmente pacifiche. Il blocco socialista si era costituito come un universo separato e autonomo, compresi dei caratteri comuni: il potere monopolizzato da un partito unico, un'economia pianificata, un'ideologia ufficiale incontestabile, un sistema politico dittatoriale e autoritario. La separatezza e le speranze di auto sufficienza del blocco sovietico, alla fine degli anni 70 furono messi in crisi dall'affermarsi di una profonda trasformazione economica, la globalizzazione. Infatti, con lo sviluppo di nuove tecnologie, informatica e telematica, stava nascendo un unico mercato mondiale, nel quale i piccoli mercati erano sempre più collegati. L'unione sovietica era ormai una struttura istituzionale paralizzata e corrotta e la prospettiva di trasformarla in un paese moderno ed efficiente era scomparsa. LA PRESIDENZA DI GORBAVCEV La situazione cambiò con l'avvento di Michael Gorbaciov nel 1931, eletto segretario del PCUS nel 1985 e presidente dell'Urss nel 1990. Il quadro che si presentava nuovo presidente era drammatico: un apparato industriale obsoleto e un'agricoltura arretrata, l'armata Rossa alle prese con la guerriglia afghana, l'emergere di movimenti indipendentisti. Gorbaciov affrontò l'emergenza abbiamo il tentativo di ristrutturazione (la perestrojka), improntata a principi di trasparenza (glasnost) per restituire ai cittadini fiducia nello stato. Il suo progetto riformatore si basava su una graduale liberazione economica e sulla democratizzazione dell'istruzione. Da un lato si trattava di trasformare le gigantesche aziende statali in soggetti economici capace di realizzare profitti, dall'altro di introdurre libere elezioni.si pose fine alla censura e si liberarono i dissidenti incarcerati. In politica estera, cerco di spostare la politica sovietica dalla competizione alla cooperazione. Si avviò una nuova fase di disgelo. Nel 1986, al vertice di Reykjavik, egli incontrò il presidente statunitenseReagan, ed entrambi riconobbero l'assurdità della corsa alle armi nucleari. Nel 1989 fu deciso il rientro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan. Nel 1991, un incontro con il nuovo presidente degli USA George Bush, portòl'accordo start uno che prevedeva la riduzione del 40% delle testate nucleari. LA FINE DELL'URSS Lisati il tentativo riformatore di Gorbaciov, suscitò la resistenza delle potentissime oligarchie presenti nell'industria di Stato e nelle PCUS. La logica con cui le aziende di Stato avevano operato non era quella di del mercato e del profitto, alle prime riforme quadro logiche del profitto si impose, molte aziende non poterono più pagare gli stipendi garantire la stessa protezione. La sua iniziativa registrò una definitiva battuta d'arresto dopo il tentativo di colpo di stato nel 91, messo in atto dai settori più conservatori dell'esercito edel PCUS. Il golpe fallì, ma il prestigio di Gorbaciov fu profondamente ridimensionato, il 25 agosto si dimise dalla carica di segretario del PCUS. La crisi precipitò, in pochi mesi l'Urss si dissolse, lasciando il posto a un mosaicodi repubbliche sovrane. Il 25 dicembre 1991 Gorbaciov fu costretto a lasciare la carica dipresidente della Russia, uno Stato ormai inesistente. La Russia, il giorno prima, guidata dal presidente Boris Eltsin era subentratodall'Urss il messaggio permanente al consiglio di sicurezza dell'ONU. Il 31 dicembre 1991 l'Urss divise ufficialmente. Estonia, Lituania, Lettonia non entrarono a far parte della CSI (comunità diStati indipendenti). La difficile transizione al postcomunismo. Il presidente Boris Eltsin, non aveva l'appoggio del parlamento, nel 1993 fece circolare e cannoneggiare la Duma (camera bassa): successivamente a questa prova di forza, varò una Costituzione che ampliava i poteri presidenziali e riduceva quelli del parlamento, dando vita a un regime fortemente autoritario. I paesi capitalisti occidentali, attraverso il fondo monetario internazionale, intervennero con cospicui prestiti e agevolazioni commerciali, a condizione però che la gestione dell'economia russa seguisse un totale liberismo. La transizione al postcomunismo fu durissima: mentre un terzo della popolazione viveva sotto la soglia della povertà, le differenze tra ricchi e poveri divennero abissali. La Russia arrivò a dover importare tutto quello che consumava. A ciò si sommavano le tensioni nazionaliste: nel 1994 truppe russe intervennero in Cecenia per abbattere il governo separatista, dando inizio ad una sanguinosa guerra civile, alimentata da interessi petroliferi intrecciati con conflitti etnici e religiosi. La gravità della situazione rilanciò una forte nostalgia per il passato regime. Nel 1998 esplose una terribile crisi economica: il rublo di deprezzò del 69%, falciando salari e stipendi. Un anno dopo, Eltsin designò come primo ministro Vladimir Putin. Nel 2000 questi vinse le elezioni presidenziali con una larghissima maggioranza e avviò una fase di stabilizzazione della politica interna, all'insegna di un accentuato autoritarismo. IL CROLLO DEI REGIMI COMUNISTI NELL'EUROPA ORIENTALE. La fine di un'era Insieme all'Unione Sovietica caddero tutti i regimi comunisti. Si trattò di un cambiamento radicale, che aveva come simbolo lo smantellamento del muro di Berlino. Questo cambiamento accadde in pochi mesi del 1989. Polonia, Ungheria, Bulgaria e Cecoslovacchia. In Polonia nel Giugno 1989 si tennero le prime elezioni libere. Successivamente il Partito comunista lasciò il potere nelle mani di Solidarnosc, che aveva ottenuto una schiacciante vittoria. Per anni, il movimento di Lech Walesa aveva rappresentato una spina nel fianco per il potere comunista. Nel 1988, a seguito di imponenti manifestazioni di protesta, era stato costretto ad avviare trattative con Solidarnosc e con gli esponenti della chiesa nazionale, che approdarono al riconoscimento del pluralismo sindacale e al varo di una Costituzione democratica di tipo parlamentare. Il 24 agosto 1989 fu quindi formato un governo di coalizione (costituito da Soldarnosc, dal Partito contadino e dal Partito democratico), presieduto da Tadeusz Mazewiecki. In Dicembre Walesa fu eletto presidente della Repubblica. Germania Est e Romania Nella Germania Est il regime comunista era già in fase di sfacelo a causa delle molteplici proteste e dello spostamento della popolazione verso l'Occidente. Il 4 novembre del 1989 un milione di berlinesi si radunò in Alexanderplatz, chiedendo libertà e scioglimento della Stasi (polizia politica). Il 9 novembre del i nuovi dirigenti autorizzarono l'abbattimento del muro, mentre nel 1990 ci furono le prime elezioni libere (con la vittoria del Partito cristiano-democratico) aprendo la strada alla riunificazione del paese (in una federazione voluta dal cancelliere Helmut Kohl). Nel 1989 crollò l'ultimo bastione comunista in Romania: ci fu uno scontro armato tra le polizie segrete (che appoggiarono i comunisti) e l'esercito (che appoggiò i rivoltosi). Il dittatore Ceausecu fu arrestato e giustiziato.) Da comunisti a socialdemocratici Anche negli altri paesi dell'ex blocco sovietico, compresa la Russia, il capitalismo fu introdotto senza le regole che in Occidente si erano consolidate con il tempo creando una forma di mercato precario e privo di controlli avendo anche a che fare con improvvisi orizzonti di povertà. Nei paesi dell'Est i partiti ex comunisti si ridefinirono socialdemocratici diventando sostenitori all'occupazione e la difesa di certi aspetti del Welfare state. In politica estera tutti chiesero l'ammissione all'Unione europea e alla NATO. Grazie all'avvicinamento al modello occidentale essi ottennero il consenso dei settori sociali più penalizzati dalla transazione al capitalismo avendo anche dei successi politici importanti. Fu così in Russia, Ungheria e Polonia La fine del comunismo In Iugoslavia la fine del comunismo creò il riaccendersi di odi etnici e religiosi dei vari stati situati sui Balcani. Lo Stato Iugoslavo era una federazione di sei repubbliche (Montenegro, Serbia, Macedonia del Nord, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina) più le province autonome del Kosovo e della Voivodina. Questa federazione comunista funzionò soltanto grazie alla figura carismatica di Tito e all'autorità del Partito comunista (per 40 anni), ma alla morte di Tito le differenze economiche, linguistiche e sociali si fecero sentire rompendo questa federazione. Nel 1991 la Slovenia e la Croazia si proclamarono indipendenti, nel dicembre dello stesso anno fece lo stesso Bosnia. Si opposero a queste decisioni la Serbia e Montenegro, guidate da Slobodan Milosevic, il leader del partito socialista serbo. Ci fu una breve guerra con la Slovenia e uno scontro militare molto più duro con la Croazia, ma entrambe riuscirono ad arrivare all'indipendenza. UN'ECCEZIONE: LA VICENDA DELLA IUGOSLAVIA LA FINE DEL COMUNISMO in Jugoslavia la fine del comunismo coinciso con il riaccendersi di odi etnici e religiosi. Lo Stato jugoslavo era una federazione di sei repubbliche, Slovenia, Croazia, Bosnia- Erzegovina, Serbia, Montenegro, macedonia, più le province autonomo del Kosovo e della Voivodina. Grazia del carisma di Tito e all'autorità del partito comunista, questo era il tavolo con convissuto per circa quarant'anni. Tra le diverse repubbliche esistevano marcate disparità economiche, religiose, e benché Tito fosse croato, la Serbia faceva sentire pesantemente la sua egemonia. Dopo la morte del dittatore, il mosaico di dei popoli racchiuso nei confini jugoslavi andò in pezzi. Nel giugno 1991, la Slovenia e la Croazia proclamarono l'indipendenza, in dicembre fece lo stesso la Bosnia. Ci fu una breve guerra con la Slovenia e uno scontro militare molto più duro con la Croazia. Ma per entrambe le repubbliche arrivo a riconoscimento diplomatico della comunità europea, concesso poi anche la Bosnia. LA GUERRA CIVILE In Bosnia-Erzegovina scoppiò una tragica guerra di tutti contro tutti, alimentata da odi più etnici e religiosi che politici. Nel dicembre 1991 l'indipendenza della Jugoslavia era stata votata dal parlamento della Bosnia, a questa decisione la componente serba a risposto che la proclamazione della nascita della Repubblica serba di Bosnia. Il 6 aprile 1992 iniziò la guerra tra la Repubblica serba di Karadzik e il governo croato musulmano di Izetbegovic. L'intervento alle truppe dell'ONU non impedì il succedersi di stragi, stupri e deportazioni, legati alla pulizia etnica che imponeva le parti di distruggere nei territori occupati ogni traccia del gruppo avversario. Dopo anni di violenze, gli Stati Uniti riuscirono a imporre un accordo di pace, accordo di Dayton. Prevedeva l'esistenza della Repubblica di Bosnia, dotata di un parlamento centrale e di una presidenza collettiva, composto però da una federazione croato musulmana con il controllo del 51% del territorio e di una Repubblica serba che ne controllava invece il 49% LA GUERRA DEL KOSOVO La guerra Si riaccese Pochi anni dopo in Kosovo, appartenente a quel che restava della Jugoslavia, con una popolazione per il 90% di etnia albanese( di religione musulmana) per l'otto per cento serba( Cristiana ortodossa). Dopo la morte di Tito distrutta Dalle pretese egemoniche del nuovo regime nazionalistico di Belgradoguidato da Milosevic. resi albanese non fu violenta, poi cominciarono le azioni terroristichedel UCK( l'esercito di liberazione del Kosovo), che provocarono una repressione ancora più feroce. Nel febbraio 1999 l'aggravarsi della situazione spinse La diplomazia internazionale aelaborare un piano di pace che fu accettato dagli albanesi ma non dai serbi. Il segretario generale della NATO, ordinò di attaccare le basi militari in Serbia. Lanato giustificò iniziativa militare Sulla base del rifiuto di Milosevic di accettare L'accordo e del rischio che correva la popolazione albanese del Kosovo, esposta alle violenze da parte dei serbi. Sotto l'incalzare delle bombe della NATO, Milosevic si decise di firmare il piano dipace (giugno 1999) e l'esercito serbo si ritira dal Kosovo. UN SOLO PROTAGONISTA :GLI STATI UNITI? LE CONTRADDIZIONI DEL SISTEMA AMERICANO La dissoluzione dell'Unione Sovietica lasciò gli Stati Uniti il ruolo di unica potenza mondiale. Il mondo condivideva sempre di più i principi del sistema politico americano, democrazia ed economia di mercato, sembrava considerarlo l'unica via di sviluppo possibile. Gli anni Ottanta e quelli successivi alla scomparsa dell'URSS furono caratterizzati da luci e ombre, da una trasformazione economicache intrecciava crescita e decadenza. Nonostante la forza della loro economia, anche gli USA furono colpiti dagli effettidella crisi petrolifera del 1973 e dalle turbolenze della globalizzazione. Le imprese affermatesi dopo la Seconda Guerra Mondiale erano ispirate al modello fordista: fabbriche di grandi dimensioni radicati in una città o in una regione. Ma questo modello Entrò in crisi con la nuova realtà del mercato globale, nel quale si imponevano le aziende multinazionali, capaci di operare senza restare vincolate ai confini di uno stato e soprattutto di spostare la produzione nei luoghi del pianeta in cuiil costo della manodopera era più conveniente. Così, da competizione internazionale e il declino delle Fabbriche fordiste resero precarie un sistema di quattro quinti degli statunitensi. A partire dalla metà degli anni settanta si registrò una prima contrazione del tenore di vita, accompagnata da quella della produttività nazionale. Nella società americana andò progressivamente approfondendosi la frattura tra lapopolazione agiata e il restante. Altri cambiamenti sociali furono innescati dall' imponente afflusso di nuovi immigrati. Anche la situazione finanziaria non si presentava più solida come nell'immediato dopoguerra. Nell'ottobre 1987 si registrò un crollo della borsa. Erano testimonianzedi un andamento economico declinante. Inoltre, in Stati Uniti, presentavano un grosso disavanzo della bilancia commerciale, coperto da prestiti. La speculazione finanziaria imperversava ed erasoggetta a uno scarsissimo controllo istituzionale. LA PRESIDENZA REAGAN In questa situazione complessa,sul piano politico, si andarono accentuando i tratti comuni tra i due grandi partiti (Democratico e repubblicano), che si erano da sempre contesa leadership dei paesi. Entrambi si rivolsero alla middle-class,il centrodello schieramento politico, evitando ogni forma di estremismo (democratici sullasinistra e repubblicani sulla destra). Entrambi promisero meno burocrazia, uno stato meno ha centrato, più iniziativa privata. Un'altra convergenza riguarda il Welfare State, che entrambi i partiti siano proposti di intaccare, trasferendo le competenze relative ai servizi socialierogati da Washington ai singoli stati federali. I democratici Tuttavia si mostravano più inclini alla difesa di almeno due pilastri del welfare state: Il medicare(l'assistenza medica) e medicaid (la protezione sociale ai più' poveri). IL Modello del self made man e il liberismo Gli anni 80 furono un decennio il repubblicano, segnato dalla presidenza diRonald Reagan e di George Bush. Alle elezioni di Reagan, si contavano 8 milioni di disoccupati e inflazione al 13,5%; ex attore di Hollywood, chiamo gli americani a reagire alla crisi esaltando il modello del self-made Man, che costruisce il proprio benessere da solo, disdegnando l'aiuto dello Stato. A questa campagna mediatica si accompagnareun provvedimenti ispirati a un liberismo sfrenato: detassazione di redditi piùalti, riduzione della spesa pubblica e di quella per l'assistenza sociale di contenimento dei salari. In politica estera, l'impegno e contro il comunismo fu totalizzante: il presidenteavvio il più vasto processo di riarmo. GEORGE BUSH E LA GUERRA DEL GOLFO Nel 1988 fu eletto Presidente il repubblicano George Bush, che si trova a operare una fase di transizione in cui le vecchie regole da guerra fredda ncor nonsono state sostituite da un altro codice politico. Durante il suo mandato furono compiute alcune operazioni militari che lasciavano intuire un diverso ruolo per gli USA,come unico garante della stabilità e della legalità mondiale . Il banco di prova fu la guerra del Golfo combattuta nel 1991 contro L'iraq di Saddam hussein. Il 2 agosto 1990 le truppe irachene invaseroil confinante Kuwait, un piccolo Stato ma ricchissimo di petrolio. La sua annessione all'iraq mise in allarme gran parte degli altri paesi arabi, Israele e le potenze occidentali, tutte interessate a garantire una stabilità in un'areastrategicamente decisiva. Dopo aver respinto l'ultimatum dell Onu,il dittatore iracheno, dovette affrontare nel 1991 un corpo di spedizione, comandato dal Generale statunitense Norman schwarzkopf,che avvio un massiccio ciclo di operazioni che in poco tempo influisce all'iraq una rovinosa sconfitta militare liberando Il Kuwait. DA CLINTON A GEORGE W. BUSH Nel 1992, divenne presidente Stati Uniti il democratico Bill Clinton, durante i suoi due mandati presidenziali, gli Stati Uniti rafforzarono il proprio primato economico e politico militare. In politica interna, ci fu un aumento dell'occupazione, del reddito di Ceto Medio alti e il dinamismo dei settore legate all'informatica. Clinton tentò di riformare l'assistenza sanitaria il gatto Tuttavia il suo piano fallì a causa dell'opposizione delle imprese delle case farmaceutiche. In politica estera, riuscì ad avviare una soluzione per le crisi più dirompenti, senza assumere impegni militari troppo gravosi. Alle Elezioni del novembre 2000 vinse per pochi voti George W. Bush, figlio di George Bush. il nuovo presidente, che ripristino una politica di stampo reagaganiano ( tagliando le tasse ,riducendo la spesa pubblica); ma sforzo maggiore ci fu con la rivolta dell'attentato dell'11 settembre 2001 alle Twin Towers New York, chi ebbe come inizio un impianto totalizzante quando terrorismo in nazionale. LA NASCITA' DELL'UNIONE EUROPEA L'ascesa economica Tra gli anni 70 e 90 il predominio americano fu limitato al impetuoso sviluppo dell'Europa occidentale e del Giappone, Anche a società europea cambiò attraverso una fase di ristrutturazione complessa, che riguardo in particolare il mercato lavoro e l'innovazione tecnologica. Ovunque aumentò l'occupazione femminile e ,per le mansioni meno qualificate, si fece ricorso a manodopera immigrata, anche in paesi comel'Italia e la Spagna che da esportatori lavoratori diventarono metà di Ponente flussi diimmigrazione. Il trattato di Maastricht Nel 1992, con la firma del Trattato di Maastricht, fu compiuto un passo per la strada dell'integrazione: la comunità europea si trasformano definitivamente in Unione Europea e furono concordate le modalità per avere un'unica moneta. Sottoscrissero l'accordo sui paesi 12 :si erano aggiunti la Gran Bretagna, irlanda- danimarca la Grecia la Spagna e Portogallo. L'anno successivo fu avviato il mercato unico, che consentiva la libera circolazione di persone merci e capitali interno dell'Unione. Nel 1994, vi fu la creazione dell'Istituto monetario europeo (IME), primo passo verso la nascita della Banca Centrale Europea (BCE),ovvero un organismo con il compito di assorbire i compiti svolti dalle banche centrali dei vari stati membri Brigata venendo i cambi con le altre valute. L'EURO Nel dicembre 1995, la futura moneta fu battezzato come euro. Venne inoltre in detti parametri fondamentali riguardanti la realizzazione dell'Unione monetaria che rappresentava un grande passo verso l'integrazione politica dei paesi e che ne stimola la nascita di un mercato Forte E stabile. Per consentire l'introduzione dell'Euro, le economie dei singoli paesi dell'Unione furono obbligati a diventare più simili. Troppe differenze tra i paesi avrebbero reso la moneta vulnerabile. Con l'adesione di 11 paesi ,il primo gennaio 1999 entra in vigore l'euro e partita 2002, diventò ufficialmente la moneta utilizzata per le operazioni commerciali. L'ALLARGAMENTO DELL'UNIONE EUROPA Gli stati membri salirono a 15 giugno 1995, ha 25 nel 2004, a 27 nel 2006, a 28 nel 2013. Proprio in vista dell'allargamento il Trattato di Nizza siglato nel 2001 ed entrato in vigore il primo febbraio 2003, modificò alcuni meccanismi di funzionamento delle istituzioni europee. Per risolvere le questioni più problematiche Nel febbraio 2002 fu costituita una convenzione Europea, incaricata di formulare un progetto di costituzione europea. IL CAMMINO DI REGNO UNITO, GERMANIA E FRANCIA IL REGNO UNITO E IL THATCHERISMO Negli anni 80, in Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia si affermarono governi di centro O di centro-destra, impegnati in un programma economico improntato al più marcato liberismo. Modello di questa politica fu il primo ministro conservatore inglese Margaret Thatcher, cambia in profondità le strutture economiche e sociali del paese. I valori del thatcherismo si imposero in tutto l'occidente europeo. Il governo Thatcher Avvia il primo grande programma di privatizzazione nel 1984. Il ritiro dello Stato dei settori strategici dell'economia mirava a più obiettivi: ridurre il debito pubblico, restituire efficienza alle imprese, attrezzare il paese alla sfida della globalizzazione, con una progressiva eliminazione delle Industrie tradizionali a favore dello sviluppo del terziario. L'altro versante su cui il governo Si impegnò fu il ridimensionamento delle Trade unions. Molti obiettivi dei governi Thatcher furono raggiunti. Il suo successore, John Major prosegui la so stesso linea politica. Poi nel 1997 tornarono al governo i laburisti guidati da Tony Blair.