L'Espansione Sovietica e le Democrazie Popolari nel Secondo Dopoguerra
Il periodo del secondo dopoguerra in Europa: riassunto evidenzia come l'Unione Sovietica abbia consolidato il proprio potere nell'Europa orientale attraverso una strategia di espansione territoriale e politica. Sotto la guida di Stalin, l'URSS ha implementato severe restrizioni sulla libertà di movimento dei cittadini sovietici, impedendo loro di viaggiare liberamente verso l'Occidente, manifestando così il carattere autoritario del regime.
Definizione: Le democrazie popolari erano regimi politici instaurati nell'Europa orientale sotto l'influenza sovietica, caratterizzati da un partito unico comunista, economia pianificata e stretti legami con l'URSS.
Le conseguenze della seconda guerra mondiale portarono alla ratifica, durante la Conferenza di Potsdam, dell'annessione delle repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) all'URSS. Nei paesi dell'Europa orientale - Polonia, Bulgaria, Romania e Ungheria - l'influenza sovietica si manifestò attraverso una strategia graduale: inizialmente furono costituiti governi di unità nazionale con la partecipazione di diversi partiti, ma progressivamente i comunisti, ottenuto il controllo delle forze dell'ordine e dell'esercito, eliminarono tutte le altre componenti politiche.
La creazione del Cominform nel settembre 1947 rappresentò un ulteriore strumento di controllo sovietico, collegando tutti i partiti comunisti dell'Europa orientale sotto la direzione di Mosca. Il caso della Cecoslovacchia è emblematico: nonostante il Partito Comunista avesse ottenuto la maggioranza nelle elezioni libere del 1946, nel febbraio 1948 si giunse all'eliminazione dell'opposizione e alla trasformazione del paese in una Repubblica Popolare.