La rivoluzione francese ha generato il modo in cui ora intendiamo la politica, i partiti politici, e ha trasformato sia il sistema di potere sia i contenuti e i metodi della politica. Inoltre, ha spazzato via l'antico regime basato su tre ordini e privilegi. Tra le cause del malcontento vi sono la crisi finanziaria, con il banchiere di Ginevra Jacques Necker che assume il ruolo di ministro delle Finanze nel 1776 e pubblica un bilancio truccato, e la crisi economica, che porta a un indebitamento dello Stato e a una diminuzione del potere d'acquisto delle classi popolari. Queste situazioni portano all'impopolarità della monarchia e all'inizio dell'età contemporanea.
Convocazione degli Stati Generali
Nel 1789, gli Stati Generali vengono convocati per l'ultima volta come assemblea consultiva dei rappresentanti dei tre stati. Il terzo stato, molto più numeroso rispetto agli altri due, chiede una riforma nei criteri di voto e il voto per testa anziché per ordine. Gli altri due stati si rifiutano, dando così origine a una situazione di spaccatura che precipita verso la rivoluzione francese.
Obiettivi dei rivoluzionari
I rivoluzionari, tra i quali nobiltà illuminata, borghesia, sanculotti e contadini, hanno come obiettivi l'abolizione dei diritti signorili e dei privilegi nobiliari, l'elaborazione di una costituzione e misure protezionistiche verso l'Inghilterra. I Quaderni di lagnanze sottolineano l'importanza del voto per testa e le richieste del terzo stato.
Le tre rivoluzioni
All'interno della rivoluzione francese si possono individuare tre rivoluzioni: la rivoluzione parlamentare o borghese, la rivoluzione popolare o dei sanculotti e la rivoluzione dei contadini. La presa della Bastiglia il 14 luglio 1789 segna l'inizio della rivoluzione, con le proteste e le rivolte che portano a un cambiamento drastico promosso da gruppi di cittadini.