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Risorgimento italiano

3/3/2023

1881

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RISORGIMENTO
RISORGIMENTO -> insieme dei processi e degli eventi che condussero alla conquista
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RISORGIMENTO RISORGIMENTO -> insieme dei processi e degli eventi che condussero alla conquista dell'indipendenza politica e all'unificazione dell'Italia nel 1861. Nel 700 il termine Risorgimento aveva il significato di "risurrezione". Questo era il pensiero che aveva Vittorio Alfieri perché sosteneva che l'Italia dovesse risorgere dalla decadenza del presente in nome di tutto quello che aveva reso eccezionale la storia italiana. Inoltre questa resurrezione doveva avvenire per i patrioti italiani era importante perché il sentimento nazionale era stato represso dagli invasori austriaci -> c'era il bisogno di creare un paese unito (non diviso al suo interno e indipendente dalle potenze straniere). PROBLEMA DELL'ITALIA -> DIVISIONE POLITICA E ARRETRATEZZA ECONOMICA Agricoltura nel complesso arretrata -> su questa si basava l'economia dell'Italia Industria debole -> non decolla per la grande povertà, la mancanza di banche, i dazi doganali e scarse vie di comunicazione Divisione politica ed economica tra i vari Stati -> questo causa problemi nel mercato interno Divisione in diversi Stati, molti dei quali posti sotto l'influenza austriaca (tranne il Regno di Sardegna e lo Stato della Chiesa) L'Italia era stata definita al congresso di Vienna come un paese diviso dal punto di vista politico ed economicamente arretrato (solo in poche aree del nord grande sviluppo del settore industriale, tessile soprattutto, e nel settore agricolo si afferma la grande azienda capitalista;...

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a Sud domina il latifondo e al centro è diffusa la piccola proprietà). IDEOLOGIE POLITICHE Tutti i patrioti italiani avevano come obbiettivo l''indipendenza e l'unificazione del paese, ma avevano diverse proposte per il raggiungimento di quell'obbiettivi -> questo porta alla formazione di diversi orientamenti politici in Italia: MODERATI -> ritenevano che il Risorgimento dovesse essere raggiunto gradualmente quindi evitando azioni insurrezionali, ma attraverso un processo riformatore guidato dai sovrani (questo aveva un ruolo fondamentale). Loro pensavano che la rivoluzione non potesse partire dal basso perché era pericolosa -> c'era bisogno di un qualcuno che guidi il paese all'unità dall'alto: questo è quello che avverrà, infatti gli stati italiani si ribellarono alla dominazione austriaca sotto il controllo del regno di Sardegna. Loro erano per una monarchia costituzionale di carattere liberale a suffragio censitario, sotto la guida dei Savoia. Gli esponenti principali del movimento sono: Cesare Balbo, Massimo d'Azeglio, Vincenzo Gioberti (lui era un NEOGUELFISTA-> la pensava come i moderati, ma il potere doveva essere del papa) DEMOCRATICI -> ritenevano che il Risorgimento dovesse essere il frutto dell'iniziativa popolare e realizzarsi attraverso un'insurrezione nazionale. Loro erano per una repubblica fondata sul principio della sovranità popolare a suffragio universale. Questa repubblica però, doveva mantenere l'idea del regionalismo che caratterizzava l'Italia in quei anni (ogni regione doveva mantenere le caratteristiche come in uno stato Federale; soprattutto per Cattaneo). I maggiori esponenti sono: Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Carlo Cattaneo GIUSEPPE MAZZINI E IL SUO PENSIERO POLITICO Giuseppe Mazzini a ritenuto il più grande pensatore europeo sul fronte politico e democratico. Lui sosteneva fortemente il nesso tra nazione e libertà -> Mazzini stesso dice che lui vorrà lottare per la libertà della patria perché lui pensava che tutti i popoli avessero il diritto di libertà e nel caso che questa libertà fosse negata, i popoli avevano il diritto di riconquistare la loro libertà, e di conseguenza la loro patria, tramite la rivoluzione. Secondo lui, questa rivoluzione, non doveva essere portata avanti dalle singole persone, ma da un popolo unito: una nazione (introduce così il concetto di nazionalismo). Senza popolo non si poteva arrivare ad un movimento rivoluzionario forte -> questo è il motivo per cui, secondo Mazzini, la Carboneria (società segreta con l'obbiettivo di sconfiggere le truppe della Restaurazione) non ha mai avuto successi. I popoli per Mazzini, sono un insieme di persone unite da un sintomo di fratellanza e di appartenenza ad un unico stato-> questo per Mazzini è il punto debole della rivoluzione francese, quindi lui auspica al fatto che tutte le persone appartenenti ad una certa nazione fosse accomunate da questo sentimento di fratellanza e che tutti i popoli potessero vivere in pace (il suo volere si compirà a metà perché i popoli si formarono, ma il sentimento di fratellanza tra i popoli e le nazioni verrà meno, e porterà allo scoppio della 1° guerra mondiale.) L'obbiettivo di Mazzini sarà quello di costituire l'Italia in una nazione indipendente libera e repubblicana. Mazzini, nel 1831, a Marsiglia fonda un suo movimento politico: "la giovine Italia" per realizzare il suo programma rivoluzionario -> era un'organizzazione opposta alla carboneria; era un'organizzazione con un programma palese è una diffusione a livello nazionale (il programma era quello di instaurare una repubblica unitaria attraverso un'insurrezione popolare nazionale). La giovine Italia ebbe una diffusione ampia, ma geograficamente circoscritta; si radicò soprattutto nel settentrione e quasi per nulla al sud -> Mazzini si concentra soprattutto al Nord perché lo scontro tra Nord e austriaci era la chiave risolutiva del processo del processo rivoluzionario. Dal punto di vista sociale, la propaganda mazziniana coinvolse soprattutto le classi sociali medie; la borghesia invece non aderisce perché era preoccupata del radicalismo politico del mazzinianesimo e rimane esclusa anche la parte contadina. Con tutti questi limiti, Giuseppe Mazzini ottenne solo insuccessi dalle insurrezioni da lui promosse, ma lo possiamo definire come una figura fondamentale per la maturazione del progetto risorgimentale perché è riuscito a dare forma politica al nazionalismo culturale e per aver capito l'importanza della comunicazione. Le insurrezioni organizzate dai mazziniani fallirono tutte e lo stesso Mazzini rinunciò alla "giovine Italia" e si impegnò a fondare la "giovine Europa" (1834). Era un movimento di respiro nazionalista che doveva spronare diversi paesi europei divisi alla rivoluzione (Polonia e Germania), come permessa di un'Europa libera dalla tirannia dei sovrani e formata da nazioni pacifiche. Mazzini anche in questo periodo non ottenne alcuna vittoria ed è per questo che alla metà degli anni 40 il movimento democratico conosceva la sua prima crisi. Questo spinge il movimento moderato a svilupparti molto e a far prendere piede in Italia alle loro idee. IL 48 IN ITALIA FASE 46-48-> BIENNIO DI RIFORME Il nuovo papa eletto, Pio IX, attua diverse riforme moderate perché era più aperto alle novità rispetto al papa precedente. Le riforme attuate dal Papa furono: Amnistia per i reati politici Limitata libertà di stampa Creazione di un organo rappresentativo Consulta di stato Queste riforme vennero introdotte in diverse regioni: Toscana -> con Leopoldo II concede la libertà di stampa Regno di Sardegna -> con Carlo Alberto di Savoia che concede lo Statuto Albertino Due Sicilie -> Ferdinando II rimase estraneo alle riforme Queste riforme erano aperture molto caute perché i sovrani non erano troppo favorevoli a concedere alla popolazione una Costituzione perché il clima politico era in enorme fermento, soprattutto tra i patriotici e gli antiaustriaci. SCOPPIO DEL MOTI RIVOLUZIONARI DEL 48 I moti del 48 scoppiano nel regno delle Due Sicilie nella città di Palermo dove il popolo insorge per rivendicare l'indipendenza da Napoli e la Costituzione. I palermitani riescono nel loro intento: Cacciano le truppe napoletane Costringono il sovrano a concedergli la Costituzione Sulla scia di queste insurrezioni e richieste, sia Carlo Aberto, Leopoldo II e Pio IX furono obbligati a concedere al popolo delle Costituzioni. Erano costituzioni dall'impronta moderata. PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZA Solo il Lombardo-Veneto non possedeva una Costituzione, perché in quei luoghi era presente il dominio Austriaco; proprio per questo motivo, nel Lombardo-Veneto scoppia un movimento popolare che costrinse gli austriaci a lasciare quei luoghi (prima Venezia poi Milano -> "5 giornate di Milano", 5 giorni di scontri durissimi tra popolo e austriaci che sconfisse quest'ultimi). A Milano si stabilisce un governo provvisorio che chiede l'intervento di Carlo Alberto e della monarchia Sabauda per mettersi a capo della lotta contro l'Austria e dare una stabilità alla vittoria popolare. Carlo Alberto era titubante e aveva paura delle conseguenze internazionali che una guerra contro l'Austria avrebbe potuto avere. Però alo stesso tempo avrebbe "conquistato" un nuovo territorio, il lombardo-veneto (in cambio dell'aiuto contro gli austriaci, il Lombardo-Veneto si sarebbe annesso alla monarchia Sabauda). Alla fine Carlo Alberto decise di dichiarare guerra all’Austria, che nel frattempo aveva avuto tempo di pensare al contrattacco. Tutti i sovrani d'Italia decisero di mandare delle truppe in aiuto alla guerra. Dopo i primi successi (Pastrengo, Goito e Peschiera), gli austriaci hanno avuto il tempo per riorganizzarsi e riprendersi Vicenza. Successivamente l'attacco piemontese andò calando perché il papa e Ferdinando Il ritirarono le loro truppe; al papa non piaceva la volontà espansionistica di Carlo Alberto e nel Regno delle Due Sicilie era avvenuta la scissione tra Napoli e Sicilia. Tutto questo fu d'aiuto alle truppe austriache che nella battaglia di Custoza sconfissero le truppe piemontesi e riconquistarono Milano. Tramite un armistizio, gli austriaci ripresero il controllo sul Lombardo-Veneto perché obbligarono i piemontesi a ritirarsi oltre al Ticino. Carlo Alberto però voleva riprendere il prestigio che aveva perso con la sconfitta nella battaglia di Custoza, quindi decise di rompere la tregua con l'Austria facendo iniziare una seconda fase dello scontro. Questa fase durò solo pochi giorni, infatti l'esercito piemontese fu sconfitto definitivamente a Novare -> PONE FINE ALLA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA. LE CONSEGUENZE DELLA SCONFITTA Gli austriaci riprendono il controllo dei territori che possedevano prima dell'inizio della guerra d'indipendenza e fanno cadere tutte le repubbliche che si erano costituite nel 48, quella di Roma e quella di Toscana sembra una seconda restaurazione Carlo Alberto fu costretto ad abdicare in favore di Vittorio Emanuele II. In molti Stati i sovrani revocano le concessioni fatte nel 1848. DOPO IL 48 IN ITALIA GLI ANNI 50 dell'800 sono definiti come un "decennio di preparazione" all'Unità d'Italia. Gli eventi del 48 avevano segnato la fine dell'ideologia moderata. Negli anni successivi, tutti i governi dell'Italia, tranne il Piemonte, attuarono una politica di totale chiusura verso le istanze liberali. Gli Stati in Italia sono ancora molti divisi tra di loro: Lombardo-Veneto agli austriaci -> polita in cui eliminano tutte le libertà fondamentali Toscana Leopoldo II -> abbandona la tolleranza e la libertà di stampa Stato pontificio -> basta papa Regno delle due Sicilie -> Ferdinando II perde fiducia nei liberali e nella borghesia napoletana. Il dominio borbonico non fu oppressivo, ma caratterizzato da un'immobilità nel campo economico e sociale. L'unica eccezione è il Regno di Sardegna, dove fu mantenuto lo Statuto Albertino fu avviata una politica di riforme e di modernizzazione -> si formò un'alleanza politica fra la monarchia e la classe di gente (consentirà a Torino di diventare il punto di riferimento del movimento liberale). Torino era una città libera -> trovarono rifugio gli esuli democratici (erano in fuga perché tutte le rivoluzioni erano fallite). Tra di loro si trovavano Giuseppe Garibaldi, Giuseppe La farina e Francesco Crispi. Loro elaborano progetto della "società nazionale" (era un partito di ex mazziniani che si mettono al servizio della monarchia -> I democratici diventano filomonarchici). Il governo sabaudo era riuscito a mantenere un profilo liberale in quegli anni grazie a due figure importanti: Massimo d'Azeglio e Camillo Benso conte di Cavour LEGGI SICCARDI Un momento importante del regime piemontese fu rappresentato dalle "leggi Siccardi". Erano leggi che miravano alla modernizzazione la legislazione ecclesiastica del regno, per far diventare il regno laico. Esse prevedevano: Abolizione del foro ecclesiastico e del diritto di asilo Riduzione del numero delle festività religiose Obbligo per la Chiesa di ottenere l'autorizzazione del governo in caso di acquisti o donazioni. Questo disegno di legge era appoggiato dai liberali e dalla sinistra, ma non sostenuto dal clero. Quando queste leggi furono approvate, si sanciva in modo evidente il profilo laico del regno. CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR Cavour era un liberale e riformista, era contro la destra reazionaria e clericale e alla sinistra democratica e socialista. Lui pensava che il progresso economico e civile, e la conseguente trasformazione uno Stato moderno, fossero la base per consentire al Piemonte di assumere un ruolo importante nella vita politica italiana. RIFORME DI CAVOUR PER LA MODERNIZZAZIONE DELLO STATO Per far diventare il Piemonte uno Stato moderno, Cavour promuove diverse riforme: 1. Connubio -> operazione politica che riesce a dare al governo una salda maggioranza parlamentare, che allo stesso tempo era moderata e progressista (no estremisti). Questo riesci a farlo siglando un accordo fra il centro-destra (di cui era leader) e il centro-sinistra (o sinistra democratica moderata capeggiata da Urbano Rattazzi). Questo programma aveva come scopo la separazione tra l'estrema destra e sinistra. 2. Monarchia parlamentare -> Cavour era un sostenitore del governo inglese ed era convinto che per modernizzare il Piemonte sul piano politico, si bisognasse trasformare il regno da una monarchia costituzionale (il re governa "da solo") a una monarchia parlamentare (il parlamento è il fulcro della vita politica). 3. Economia -> Cavour sigla accordi commerciali con Francia, Gran Bretagna e Belgio (inserisce il Piemonte nei circuiti dell'economia internazionale). Favorì la modernizzazione dell'agricoltura, costruì infrastrutture (strade e ferrovie), lo sviluppo dell'industria meccanica e siderurgica, migliora il sistema finanziario -> favorisce la costruzione di nuove banche e rafforza il ruolo della Banca nazionale. Tramite questi provvedimenti, il Regno di Sardegna, alla fine degli anni 50, era lo Stato italiano economicamente più moderno dell'Europa. POLITICA ESTERA DI CAVOUR - ACCORDI DI PLOMBIÈRES Per sviluppare ulteriormente il regno di Sardegna e arrivare all'Unità del paese, Cavour capisce che bisognava ottenere l'appoggio degli Stati europei ostili all'Austria. IL PIEMONTE CERCA UN'ALLEANZA CON LA FRANCIA PER CONTRASTARE GLI AUSTRIACI IN ITALIA. Motivo per cui l'Italia partecipa alla guerra di Crimea nel 1855. Questa guerra vedeva come protagonisti Francia Gran Bretagna contro la Russia (volevano impedire l'espansione di quest'ultima ai danni dell'impero ottomano). Il Piemonte quindi schierò contro la Russia. Il fatto di essere entrati in questa guerra, ha dato la possibilità a Cavour di partecipare alle trattative di pace (1856) e ha modo di richiamare l'attenzione dei maggiori Stati europei sulla questione italiana (questa mossa strategica di Cavour rafforzò l'immagine del Piemonte nell'opinione pubblica nazionale). Cavour riuscì ad aprire un dialogo strategico con la Francia di Napoleone III e ottiene l'appoggio di quest'ultima in una futura guerra contro il nemico comune: l'Austria. Il patto tra Piemonte e Francia fu siglato, in modo segreto nel 1858, dagli accordi di Plombières. Questi accordi prevedevano che: Napoleone III sarebbe intervenuto con un forte esercito contro l'Austria, ma solo se l'Austria avesse dichiarato guerra al Regno di Sardegna; dopo la vittoria, il Regno di Sardegna avrebbe ceduto alla Francia Nizza e la Savoia (a Garibaldi questo non andò mai giù perché lui era nato a Nizza); l'Italia sarebbe rimasta divisa in quattro Stati (la Francia puntava comunque ad ottenere il controllo diretto o indiretto dell'area italiana): - Regno dell'Alta Italia sotto la guida dei Savoia - Regno dell'Italia Centrale (Toscana, Marche e Umbria) - Stato Pontificio (Roma e Lazio) sotto la guida del papa e della protezione francese - Regno delle Due Sicilie RIPRESA DEI MOTI INSURREZIONALI I moti insurrezionali furono ripresi da Mazzini nel 1853 che decise che era tornato il momento di agire. Le insurrezioni che furono indotte da Mazzini ebbero dei risultati disastrosi: Martiri di Belfiore -> 5 patrioti vennero impiccati a Belfiore perché si era sparsa voce che a Milano sarebbe scoppiata un'insurrezione. Insurrezione di Milano -> una disfatta; era composta da pochi popolani e l'insurrezione fu subito repressa dalle truppe austriache. Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri -> fu l'ultimo tragico tentativo di insurrezione. Pisacane riteneva che la rivoluzione nazionale dovesse essere anche una rivoluzione sociale che partisse dal mezzogiorno (era quello meno sviluppato e più debole). Pisacane dunque organizzò una spedizione nel napoletano a Sapri. L'impresa si concluse tragicamente perché Pisacane non trovo i rivoluzionari napoletani ad attenderlo, ma solo dei contadini diedero la caccia ai patrioti. Il risultato fu il suicidio di Pisacane. Con questa catena di tragici fallimenti era finita l'era dei democratici e di Mazzini; quest'ultimo ottenne i pesanti critiche sia dei moderati che dei democratici. A salvarli arrivo il regno di Sardegna che fu un polo di attrazione per migliaia di esuli (una migrazione che comprendeva la maggior parte dei democratici che ormai erano ricercati per le loro disfatte). Gli esuli esercitarono un'opera culturale accreditando Torino come un punto di riferimento del movimento nazionale. Nel 1857 nacque la società nazionale italiana che erano organizzazione per unire tutti coloro che erano disposti a lottare per l'indipendenza dell'Italia (aderì anche Garibaldi). PASSI DELL'UNIFICAZIONE LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA Nel 1859, dopo una serie di provocazioni che il Piemonte ha fatto all'Austria, quest'ultima dichiara guerra al Regno di Sardegna. L'esercito francese è costretto ad intervenire, a causa degli accordi di Plombières. L'esercito piemontese fu condotto da Giuseppe Garibaldi -> in questo modo anche il generale contribuì a consolidare il prestigio dei Savoia. Dopo i primi successi delle truppe franco-piemontesi, Napoleone III decise di ritirare le sue truppe e firmò un armistizio con gli austriaci (armistizio di Villafranca), con il quale l'Austria doveva cedere la Lombardia alla Francia, che però donò al Regno di Sardegna (per gli accordi di Plombières). Leone III ritirò le sue truppe perché aveva paura è che gli altri stati italiani volessero annettersi al regno di Sardegna che il Papa venisse cacciato (alla Francia questo non stava bene perché voleva avere sia un controllo sull'Italia →> continuando a proteggere il papato). PLEBISICI DEL 1860 Nel 1859 i Ducati di Parma, di Modena, la Toscana e le Legazioni Pontificie (Bologna e la Romagna) votano l'annessione al Piemonte. I nuovi governi chiedono l'annessione al Regno di Sardegna. La popolazione la approva con dei plebisciti. SPEDIZIONE DEI MILLE Per tutto il secolo, la Sicilia ha sempre voluto l'indipendenza da Napoli e dai Borboni. Nel 1848 la Sicilia riuscì ad ottenere l'indipendenza, ma dopo poco fu revocata. Questa indipendenza era voluta da tutti gli strati sociali siciliani: Classe dirigente -> insofferente contro i Borboni SITUAZIONE AL 1860 Nord-> Regno di Sardegna con Piemonte, Lombardia, Toscana ed Emilia (il Veneto era ancora in mano agli austriaci). Centro Stato Pontificio con Lazio, Umbria e Marche. Sud -> Regno delle Due Sicilie. Nel giro di un anno, grazie all'intervento dei DEMOCRATICI, si arrivò ad unificare la nazionale. Contadini e popolo -> volevano terre e giustizia sociale In Sicilia operavano due mazziniani, Crispi e Pilo, che si rivolsero al generale Garibaldi per guidare la rivolta contro il Regno di Napoli (ritenevano che la situazione fosse arrivata al limite). Garibaldi aveva un po' di paura a guidare una spedizione democratica (le ultime erano finite in tragedia), ma decise comunque di organizzarla -> prova ad una annessione del sud Italia al regno di Sardegna. Il 5 maggio 1816 Garibaldi partì dalla Liguria con poco più di 1000 volontari alla volta della Sicilia. Questa spedizione aveva tutte le caratteristiche del movimento democratico: i volontari facevano parte del popolo umile. In Sicilia sbarcato a Marsala, con le sue truppe, Garibaldi libera la Sicilia dai Borboni. La liberazione della Sicilia che ora ho entusiasmo e qualche problema -> rivolta sociale, rivolta portata avanti degli abitanti della Sicilia, ma repressa duramente perché Garibaldi voleva mantenere l'ordine nell'isola. Questo accadde in molti luoghi del sud Italia. Garibaldi però non si fermò alla liberazione della Sicilia, ma continuò a conquistare il regno delle due Sicilie (prima la Calabria e poi entro a Napoli). Ormai Garibaldi aveva conquistato tutto il sud Italia in nome del regno di Sardegna. C'è un problema: Cavour non era favorevole a questo. Il motivo sta nel fatto che il governo messo in piedi da Garibaldi era democratico e repubblicano -> Cavour aveva paura che si potesse realizzare il progetto mazziniano. Inoltre Cavour aveva paura che Garibaldi potesse invadere lo Stato della Chiesa, senza il consenso della Francia (la Francia proteggeva militarmente lo Stato della Chiesa); questo avrebbe potuto provocare delle conseguenze internazionali molto importanti. Per questi motivi Cavour decise di intervenire militarmente e sottrarre il sud Italia a Garibaldi. Problema -> Italia Cavour doveva invadere lo Stato pontificio, ma senza problemi ottenne il permesso di Francia e Gran Bretagna (erano preoccupate anche loro del successo democratico). Quando Cavour arrivo in centro Italia, occupò Marche e Umbria, non coinvolgendo il Lazio. Quando le truppe di Cavour arrivarono a Teano; avviene l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. In quest'incontro Garibaldi cede tutto il sud Italia al regno di Sardegna. Nel 1861 avvennero dei plebisciti nelle Marche, in Umbria e in tutto il mezzogiorno per votare l'annessione al regno di Sardegna -> la maggioranza votò a favore. Il 17 marzo 1861 viene proclamato il regno d'Italia con a capo Vittorio Emanuele II (decise di mantenere il suo nome per indicare la continuità tra regno di Sardegna e regno d'Italia). COMPLETAMENTO DELL'UNIFICAZIONE Veneto -> viene annesso nel 1866 grazie alla sconfitta dell'Austria da parte della Prussia Stato della Chiesa -> viene annesso nel 1870 grazie alla sconfitta della Francia da parte della Prussia. CONCLUSIONI L'Italia, anche dopo l'unificazione, non sarà mai unita a causa delle differenze tra nord e sud: Nord-> era sviluppato da tutti punti di vista Sud -> era arretrato (a complicare il tutto si unisce il "brigantaggio" -> nome dato dal nord per indicare le rivoluzioni del sud; vengono tutte represse)