Conseguenze delle riforme di Mario
Le riforme di Mario, sebbene inizialmente di grande successo, portarono a conseguenze impreviste che influenzarono profondamente la politica romana nei decenni successivi.
Il nuovo sistema militare creò eserciti più grandi e più efficaci, ma anche più legati ai loro generali che allo Stato. Questo legame personale tra soldati e comandanti divenne così forte che gli eserciti cominciarono ad assomigliare a vere e proprie forze private, pronte a seguire il loro generale anche contro la Repubblica stessa.
Highlight: Il legame tra legionari e generali crebbe al punto da creare eserciti personali, pronti a seguire il comandante anche contro la Repubblica.
La carriera politica di Mario subì una battuta d'arresto nel 100 a.C., quando si trovò in una situazione difficile durante il suo sesto consolato. Costretto a scegliere tra il suo alleato popularis Saturnino e il Senato, Mario optò per quest'ultimo, accettando il Senatus consultum ultimum che gli dava pieni poteri per reprimere Saturnino. Questa decisione gli alienò il sostegno dei populares, che fino a quel momento erano stati i suoi principali sostenitori.
Vocabulary: Senatus consultum ultimum - decreto d'emergenza del Senato romano che conferiva poteri straordinari ai consoli per affrontare una crisi.
Le riforme di Mario ebbero un impatto duraturo sulla società romana:
- Trasformarono l'esercito in una via di mobilità sociale per i nullatenenti.
- Crearono una classe di soldati professionisti dipendenti dal loro generale per il sostentamento e le ricompense.
- Indebolirono il legame tra l'esercito e lo Stato, favorendo la lealtà personale verso i comandanti.
Example: Prima delle riforme di Mario, un generale vittorioso distribuiva il bottino di guerra principalmente allo Stato. Dopo le riforme, il bottino veniva sempre più utilizzato per ricompensare direttamente i soldati, rafforzando il loro legame con il generale.
Queste trasformazioni gettarono le basi per i futuri conflitti civili che avrebbero segnato la fine della Repubblica romana, con generali come Silla, Pompeo e Cesare che avrebbero utilizzato i loro eserciti personali per perseguire ambizioni politiche.