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Programma di Storia per la Maturità 2024: Riassunti e Mappe Utili

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Programma di Storia per la Maturità 2024: Riassunti e Mappe Utili
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Martina

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L'Italia tra il 1800 e il 1900 attraversò profondi cambiamenti sociali ed economici che ne definirono l'identità moderna.

L'industrializzazione in Italia nell'800 e l'industrializzazione in Italia nel '900 rappresentarono momenti cruciali per lo sviluppo del paese. Il processo iniziò principalmente nelle regioni settentrionali, dove sorsero i primi stabilimenti tessili e metallurgici, favoriti dalla presenza di risorse idriche e dalla vicinanza con i mercati europei. Questo sviluppo diseguale pose le basi per quello che sarebbe diventato il divario tra Nord e Sud Italia 1861, una problematica sociale ed economica che persiste ancora oggi. La questione meridionale emerse come conseguenza diretta di questo squilibrio: mentre il Nord si sviluppava industrialmente, il Sud rimaneva prevalentemente agricolo, con strutture feudali ancora radicate e minori investimenti infrastrutturali.

La ricchezza del Sud prima dell'unità d'Italia era considerevole, specialmente nel Regno delle Due Sicilie, ma il processo di unificazione e le politiche successive non riuscirono a preservare e sviluppare questo patrimonio. Le differenze tra Nord e Sud Italia si accentuarono progressivamente, creando due realtà economiche distinte all'interno dello stesso paese. Questo divario si manifestò in vari aspetti: nell'istruzione, nelle infrastrutture, nell'occupazione e nel reddito pro capite. La questione meridionale divenne un tema centrale nel dibattito politico e sociale italiano, oggetto di numerosi studi e interventi legislativi, senza tuttavia trovare una soluzione definitiva. Il processo di industrializzazione, che nel Nord aveva creato un tessuto produttivo moderno e competitivo, nel Sud procedette a rilento, contribuendo a cristallizzare le disparità territoriali che caratterizzano ancora oggi il paese.

22/11/2022

22308

STORIA GIOLITTI
BOOM ECONOMICO
Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

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La Prima Guerra Mondiale e l'Età Giolittiana: Un'Analisi Approfondita

L'età giolittiana rappresentò un periodo cruciale per lo sviluppo dell'industrializzazione in Italia nell'800 e nei primi anni del '900. Giovanni Giolitti, figura dominante della politica italiana dal 1901 al 1914, implementò una serie di riforme che trasformarono profondamente il paese. Durante questo periodo, si verificò un significativo boom economico, concentrato principalmente nel triangolo industriale Torino-Milano-Genova, con la nascita di importanti industrie come FIAT e Pirelli.

Definizione: L'età giolittiana fu caratterizzata da una politica di intervento statale nell'economia, con nazionalizzazione delle ferrovie e delle assicurazioni, e una forte politica protezionistica.

La questione meridionale emerse come uno dei problemi più significativi di questo periodo. Il divario tra Nord e Sud Italia 1861 si accentuò notevolmente, creando quello che venne definito il "doppio volto" di Giolitti. Mentre al Nord si permettevano gli scioperi e si implementavano importanti riforme sociali, il Sud rimaneva economicamente arretrato, con limitate realtà industriali.

Evidenza: Il divario Nord-Sud Italia si manifestava principalmente in tre ambiti: sviluppo industriale, riforme sociali e investimenti pubblici. L'unica opera pubblica significativa nel Meridione fu l'acquedotto pugliese.

STORIA GIOLITTI
BOOM ECONOMICO
Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

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La Grande Guerra e le Sue Cause

La Mappa prima guerra mondiale semplificata mostra come il conflitto nacque da una complessa rete di cause remote e immediate. Le tensioni internazionali, le rivalità coloniali e le spinte nazionalistiche crearono un terreno fertile per lo scoppio della guerra.

Esempio: Le cause principali includevano:

  • La rivalità franco-tedesca per l'Alsazia-Lorena
  • Le tensioni austro-russe nei Balcani
  • La corsa agli armamenti tra le potenze europee
  • Le spinte nazionalistiche e imperialiste

Le Mappe Prima guerra mondiale riassunto evidenziano come l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo fu solo la scintilla che innescò un conflitto già latente. La guerra si trasformò rapidamente da conflitto localizzato a guerra mondiale attraverso il meccanismo delle alleanze.

Vocabolario: La guerra di posizione sostituì la guerra di movimento, portando alla creazione di un elaborato sistema di trincee che caratterizzò gran parte del conflitto.

STORIA GIOLITTI
BOOM ECONOMICO
Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

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L'Italia nella Grande Guerra

Il percorso dell'Italia verso l'intervento fu complesso e caratterizzato da intense divisioni interne. Nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, l'Italia inizialmente si dichiarò neutrale, dividendosi tra neutralisti e interventisti.

Il Ripassare la storia di questo periodo rivela come il Patto di Londra del 1915 segnò la svolta decisiva, con l'Italia che si impegnava a entrare in guerra a fianco dell'Intesa in cambio di significative compensazioni territoriali.

Citazione: "La guerra si rivelò molto più lunga e costosa di quanto inizialmente previsto, trasformandosi in una guerra di logoramento che mise a dura prova le risorse umane e materiali di tutte le nazioni coinvolte."

STORIA GIOLITTI
BOOM ECONOMICO
Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

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Le Conseguenze del Conflitto

Il Programma Maturità 2024 include l'analisi delle profonde trasformazioni che la Prima Guerra Mondiale portò in Europa. I trattati di pace ridisegnarono la mappa del continente, con particolare attenzione alle nuove realtà nazionali emergenti.

La Conferenza di Parigi del 1919 vide i "quattro grandi" (Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Italia) ridefinire gli equilibri europei. Il Trattato di Versailles impose severe condizioni alla Germania, mentre il Trattato di Saint Germain ridisegnò i confini dell'ex impero austro-ungarico.

Evidenza: La creazione della Società delle Nazioni rappresentò un tentativo di stabilire un nuovo ordine internazionale basato sulla risoluzione pacifica dei conflitti, anche se i suoi risultati furono limitati.

STORIA GIOLITTI
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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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La Rivoluzione Russa e la Nascita dell'URSS

La Rivoluzione Russa rappresenta uno dei momenti più significativi del XX secolo, segnando la trasformazione di un impero zarista in uno stato socialista. Nel 1917, mentre la Russia partecipava alla Prima Guerra Mondiale, il malcontento popolare raggiunse livelli critici, sfociando nella Rivoluzione di Febbraio che portò all'abdicazione dello zar Nicola II.

Definizione: La Rivoluzione d'Ottobre del 1917 fu il momento decisivo in cui i bolscevichi, guidati da Lenin, presero il potere instaurando il primo stato socialista della storia.

Il nuovo assetto politico vedeva la presenza di due poteri paralleli: il Governo Provvisorio, espressione della borghesia, e i Soviet, rappresentanti di operai, soldati e contadini. Lenin, leader dei bolscevichi, presentò le sue "Tesi di Aprile", proponendo un programma radicale che includeva il controllo statale sull'agricoltura e l'abolizione del libero commercio. La notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917, la Guardia Rossa occupò il Palazzo d'Inverno, dando inizio alla Rivoluzione d'Ottobre.

La creazione dell'URSS nel 1922 rappresentò il consolidamento del potere sovietico. La guerra civile tra Rossi (sostenitori del nuovo regime) e Bianchi (fedeli allo zarismo) si concluse con la vittoria dei primi. Lenin introdusse la NEP (Nuova Politica Economica), un compromesso temporaneo con il capitalismo per risollevare l'economia. Dopo la morte di Lenin nel 1924, Stalin prese il potere trasformando l'URSS in uno stato totalitario caratterizzato da industrializzazione forzata, collettivizzazione agricola e repressione politica.

STORIA GIOLITTI
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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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Il Fascismo in Italia: Dalla Marcia su Roma alla Dittatura

Il periodo del dopoguerra in Italia fu caratterizzato da profonde tensioni sociali e politiche che portarono all'ascesa del Fascismo. Nel 1919, Benito Mussolini fondò i Fasci di Combattimento, che si trasformarono nel 1921 nel Partito Nazionale Fascista (PNF).

Evidenziazione: La Marcia su Roma del 29 ottobre 1922 rappresentò il momento cruciale per la presa del potere fascista, quando il re Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare lo stato d'assedio e incaricò Mussolini di formare il nuovo governo.

La trasformazione dell'Italia da stato liberale a regime totalitario avvenne gradualmente. Mussolini creò nuovi organi di potere come il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Nel 1929, i Patti Lateranensi sancirono la riconciliazione tra Stato e Chiesa, riconoscendo il Vaticano come stato sovrano e il cattolicesimo come religione di Stato.

Il regime fascista si consolidò definitivamente dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti nel 1924 e il successivo discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, quando si assunse la responsabilità politica del delitto. Il sistema economico autarchico, le politiche demografiche e i lavori pubblici caratterizzarono il ventennio fascista, creando un sistema totalitario che durò fino alla caduta del regime nel 1945.

STORIA GIOLITTI
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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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L'Industrializzazione in Italia e la Questione Meridionale

L'Industrializzazione in Italia nell'800 e nel '900 si sviluppò in modo disomogeneo, creando un profondo divario tra Nord e Sud. Il processo di industrializzazione si concentrò principalmente nelle regioni settentrionali, beneficiando di migliori infrastrutture e maggiori investimenti.

Esempio: La Questione Meridionale emerse con particolare evidenza dopo l'Unità d'Italia nel 1861, quando il divario economico e sociale tra le due parti del paese divenne sempre più marcato.

Il Divario tra Nord e Sud Italia 1861 si manifestò in vari aspetti: mentre il Nord sviluppava un tessuto industriale moderno, il Sud rimaneva prevalentemente agricolo, con strutture produttive arretrate. La ricchezza del Sud prima dell'unità d'Italia subì un progressivo declino, nonostante la presenza di risorse e potenzialità di sviluppo.

Le cause della Questione Meridionale furono molteplici: politiche economiche centralizzate, mancanza di infrastrutture adeguate, persistenza del latifondo e scarsi investimenti pubblici. Questo divario storico ha continuato a caratterizzare l'Italia fino ai giorni nostri, rappresentando una delle principali sfide per lo sviluppo nazionale.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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Il Programma di Storia per la Maturità: La Prima Guerra Mondiale

Il Programma di Storia per la Maturità dedica ampio spazio alla Prima Guerra Mondiale, evento cruciale che ridisegnò gli equilibri europei e mondiali. La Mappa Prima Guerra Mondiale semplificata evidenzia le principali fasi del conflitto e le sue conseguenze.

Vocabolario: Il sistema delle alleanze pre-bellico vedeva contrapposte la Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria, Italia) e la Triplice Intesa (Francia, Regno Unito, Russia).

Gli Argomenti più collegabili Storia includono le cause profonde del conflitto: nazionalismo, imperialismo, corsa agli armamenti e tensioni territoriali. Il Riassunto programma storia terza media si concentra sugli eventi principali: dall'attentato di Sarajevo alla guerra di trincea, fino all'intervento americano e alla vittoria dell'Intesa.

Per il Programma Maturità 2024, è fondamentale comprendere le conseguenze del conflitto: la dissoluzione di quattro imperi (austro-ungarico, ottoman, tedesco e russo), la nascita di nuovi stati nazionali e il nuovo ordine mondiale sancito dal Trattato di Versailles. Questi eventi posero le basi per i successivi sviluppi del XX secolo, inclusa l'ascesa dei totalitarismi.

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BOOM ECONOMICO
Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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La Politica Fascista e le Trasformazioni dell'Italia (1928-1939)

La riforma elettorale del 1928 segnò un momento cruciale per il consolidamento del potere fascista in Italia. Il nuovo sistema prevedeva che gli elettori potessero solamente approvare o respingere una lista unica nazionale di 400 candidati, accuratamente selezionati dal Gran Consiglio del Fascismo. Questo meccanismo, che di fatto eliminava ogni forma di opposizione democratica, garantì al partito fascista una schiacciante vittoria nelle elezioni del 1929, rafforzando ulteriormente il controllo di Mussolini sul paese.

Definizione: La "Quota 90" rappresentava il rapporto di cambio tra la lira italiana e la sterlina britannica, stabilito nel 1927 come parte della politica monetaria fascista. Questa manovra, volta a rivalutare la moneta nazionale e combattere l'inflazione, si rivelò eccessivamente restrittiva per l'economia italiana.

La politica estera del regime fascista si caratterizzò per una crescente aggressività e ambizione espansionistica. Mussolini, desideroso di creare un nuovo impero coloniale, lanciò una campagna militare contro l'Etiopia e procedette all'occupazione dell'Albania. Nonostante le vittorie militari, queste azioni provocarono l'isolamento diplomatico dell'Italia, che fu costretta ad abbandonare la Società delle Nazioni, l'organizzazione internazionale creata dopo la Prima Guerra Mondiale per mantenere la pace.

In risposta all'isolamento internazionale, il regime fascista si avvicinò progressivamente alla Germania nazista di Hitler, culminando nella formazione dell'Asse Roma-Berlino. Questa alleanza portò all'adozione delle infami leggi razziali in Italia nel 1938, allineando il paese alla politica antisemita del Reich tedesco e segnando uno dei capitoli più bui della storia italiana.

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L'Espansionismo Fascista e le Conseguenze Internazionali

La politica espansionistica di Mussolini in Africa rappresentò un punto di svolta nelle relazioni internazionali dell'Italia fascista. La conquista dell'Etiopia, iniziata nel 1935, venne presentata come il tentativo di creare un "posto al sole" per l'Italia, ma in realtà rifletteva le ambizioni imperialiste del regime e il desiderio di emulare le altre potenze coloniali europee.

Evidenziazione: L'occupazione dell'Albania nel 1939 segnò l'ultimo atto dell'espansionismo fascista prima della Seconda Guerra Mondiale, dimostrando la crescente aggressività della politica estera italiana e l'allineamento con la Germania nazista.

L'avvicinamento alla Germania hitleriana, culminato nell'Asse Roma-Berlino, rappresentò una svolta decisiva nella politica estera fascista. Questa alleanza non solo isolò ulteriormente l'Italia dalle democrazie occidentali ma portò anche all'introduzione delle leggi razziali nel 1938, che discriminavano gli ebrei italiani e altri gruppi considerati "indesiderabili" dal regime.

La politica monetaria della "Quota 90" ebbe profonde ripercussioni sull'economia italiana. La rivalutazione della lira, sebbene intesa a combattere l'inflazione e aumentare il prestigio internazionale della moneta, finì per danneggiare le esportazioni e contribuire alla crisi economica che colpì l'Italia negli anni successivi.

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L'Italia tra il 1800 e il 1900 attraversò profondi cambiamenti sociali ed economici che ne definirono l'identità moderna.

L'industrializzazione in Italia nell'800 e l'industrializzazione in Italia nel '900 rappresentarono momenti cruciali per lo sviluppo del paese. Il processo iniziò principalmente nelle regioni settentrionali, dove sorsero i primi stabilimenti tessili e metallurgici, favoriti dalla presenza di risorse idriche e dalla vicinanza con i mercati europei. Questo sviluppo diseguale pose le basi per quello che sarebbe diventato il divario tra Nord e Sud Italia 1861, una problematica sociale ed economica che persiste ancora oggi. La questione meridionale emerse come conseguenza diretta di questo squilibrio: mentre il Nord si sviluppava industrialmente, il Sud rimaneva prevalentemente agricolo, con strutture feudali ancora radicate e minori investimenti infrastrutturali.

La ricchezza del Sud prima dell'unità d'Italia era considerevole, specialmente nel Regno delle Due Sicilie, ma il processo di unificazione e le politiche successive non riuscirono a preservare e sviluppare questo patrimonio. Le differenze tra Nord e Sud Italia si accentuarono progressivamente, creando due realtà economiche distinte all'interno dello stesso paese. Questo divario si manifestò in vari aspetti: nell'istruzione, nelle infrastrutture, nell'occupazione e nel reddito pro capite. La questione meridionale divenne un tema centrale nel dibattito politico e sociale italiano, oggetto di numerosi studi e interventi legislativi, senza tuttavia trovare una soluzione definitiva. Il processo di industrializzazione, che nel Nord aveva creato un tessuto produttivo moderno e competitivo, nel Sud procedette a rilento, contribuendo a cristallizzare le disparità territoriali che caratterizzano ancora oggi il paese.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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La Prima Guerra Mondiale e l'Età Giolittiana: Un'Analisi Approfondita

L'età giolittiana rappresentò un periodo cruciale per lo sviluppo dell'industrializzazione in Italia nell'800 e nei primi anni del '900. Giovanni Giolitti, figura dominante della politica italiana dal 1901 al 1914, implementò una serie di riforme che trasformarono profondamente il paese. Durante questo periodo, si verificò un significativo boom economico, concentrato principalmente nel triangolo industriale Torino-Milano-Genova, con la nascita di importanti industrie come FIAT e Pirelli.

Definizione: L'età giolittiana fu caratterizzata da una politica di intervento statale nell'economia, con nazionalizzazione delle ferrovie e delle assicurazioni, e una forte politica protezionistica.

La questione meridionale emerse come uno dei problemi più significativi di questo periodo. Il divario tra Nord e Sud Italia 1861 si accentuò notevolmente, creando quello che venne definito il "doppio volto" di Giolitti. Mentre al Nord si permettevano gli scioperi e si implementavano importanti riforme sociali, il Sud rimaneva economicamente arretrato, con limitate realtà industriali.

Evidenza: Il divario Nord-Sud Italia si manifestava principalmente in tre ambiti: sviluppo industriale, riforme sociali e investimenti pubblici. L'unica opera pubblica significativa nel Meridione fu l'acquedotto pugliese.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

La Grande Guerra e le Sue Cause

La Mappa prima guerra mondiale semplificata mostra come il conflitto nacque da una complessa rete di cause remote e immediate. Le tensioni internazionali, le rivalità coloniali e le spinte nazionalistiche crearono un terreno fertile per lo scoppio della guerra.

Esempio: Le cause principali includevano:

  • La rivalità franco-tedesca per l'Alsazia-Lorena
  • Le tensioni austro-russe nei Balcani
  • La corsa agli armamenti tra le potenze europee
  • Le spinte nazionalistiche e imperialiste

Le Mappe Prima guerra mondiale riassunto evidenziano come l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo fu solo la scintilla che innescò un conflitto già latente. La guerra si trasformò rapidamente da conflitto localizzato a guerra mondiale attraverso il meccanismo delle alleanze.

Vocabolario: La guerra di posizione sostituì la guerra di movimento, portando alla creazione di un elaborato sistema di trincee che caratterizzò gran parte del conflitto.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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L'Italia nella Grande Guerra

Il percorso dell'Italia verso l'intervento fu complesso e caratterizzato da intense divisioni interne. Nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, l'Italia inizialmente si dichiarò neutrale, dividendosi tra neutralisti e interventisti.

Il Ripassare la storia di questo periodo rivela come il Patto di Londra del 1915 segnò la svolta decisiva, con l'Italia che si impegnava a entrare in guerra a fianco dell'Intesa in cambio di significative compensazioni territoriali.

Citazione: "La guerra si rivelò molto più lunga e costosa di quanto inizialmente previsto, trasformandosi in una guerra di logoramento che mise a dura prova le risorse umane e materiali di tutte le nazioni coinvolte."

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

Le Conseguenze del Conflitto

Il Programma Maturità 2024 include l'analisi delle profonde trasformazioni che la Prima Guerra Mondiale portò in Europa. I trattati di pace ridisegnarono la mappa del continente, con particolare attenzione alle nuove realtà nazionali emergenti.

La Conferenza di Parigi del 1919 vide i "quattro grandi" (Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Italia) ridefinire gli equilibri europei. Il Trattato di Versailles impose severe condizioni alla Germania, mentre il Trattato di Saint Germain ridisegnò i confini dell'ex impero austro-ungarico.

Evidenza: La creazione della Società delle Nazioni rappresentò un tentativo di stabilire un nuovo ordine internazionale basato sulla risoluzione pacifica dei conflitti, anche se i suoi risultati furono limitati.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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La Rivoluzione Russa e la Nascita dell'URSS

La Rivoluzione Russa rappresenta uno dei momenti più significativi del XX secolo, segnando la trasformazione di un impero zarista in uno stato socialista. Nel 1917, mentre la Russia partecipava alla Prima Guerra Mondiale, il malcontento popolare raggiunse livelli critici, sfociando nella Rivoluzione di Febbraio che portò all'abdicazione dello zar Nicola II.

Definizione: La Rivoluzione d'Ottobre del 1917 fu il momento decisivo in cui i bolscevichi, guidati da Lenin, presero il potere instaurando il primo stato socialista della storia.

Il nuovo assetto politico vedeva la presenza di due poteri paralleli: il Governo Provvisorio, espressione della borghesia, e i Soviet, rappresentanti di operai, soldati e contadini. Lenin, leader dei bolscevichi, presentò le sue "Tesi di Aprile", proponendo un programma radicale che includeva il controllo statale sull'agricoltura e l'abolizione del libero commercio. La notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917, la Guardia Rossa occupò il Palazzo d'Inverno, dando inizio alla Rivoluzione d'Ottobre.

La creazione dell'URSS nel 1922 rappresentò il consolidamento del potere sovietico. La guerra civile tra Rossi (sostenitori del nuovo regime) e Bianchi (fedeli allo zarismo) si concluse con la vittoria dei primi. Lenin introdusse la NEP (Nuova Politica Economica), un compromesso temporaneo con il capitalismo per risollevare l'economia. Dopo la morte di Lenin nel 1924, Stalin prese il potere trasformando l'URSS in uno stato totalitario caratterizzato da industrializzazione forzata, collettivizzazione agricola e repressione politica.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

Il Fascismo in Italia: Dalla Marcia su Roma alla Dittatura

Il periodo del dopoguerra in Italia fu caratterizzato da profonde tensioni sociali e politiche che portarono all'ascesa del Fascismo. Nel 1919, Benito Mussolini fondò i Fasci di Combattimento, che si trasformarono nel 1921 nel Partito Nazionale Fascista (PNF).

Evidenziazione: La Marcia su Roma del 29 ottobre 1922 rappresentò il momento cruciale per la presa del potere fascista, quando il re Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare lo stato d'assedio e incaricò Mussolini di formare il nuovo governo.

La trasformazione dell'Italia da stato liberale a regime totalitario avvenne gradualmente. Mussolini creò nuovi organi di potere come il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Nel 1929, i Patti Lateranensi sancirono la riconciliazione tra Stato e Chiesa, riconoscendo il Vaticano come stato sovrano e il cattolicesimo come religione di Stato.

Il regime fascista si consolidò definitivamente dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti nel 1924 e il successivo discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, quando si assunse la responsabilità politica del delitto. Il sistema economico autarchico, le politiche demografiche e i lavori pubblici caratterizzarono il ventennio fascista, creando un sistema totalitario che durò fino alla caduta del regime nel 1945.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

L'Industrializzazione in Italia e la Questione Meridionale

L'Industrializzazione in Italia nell'800 e nel '900 si sviluppò in modo disomogeneo, creando un profondo divario tra Nord e Sud. Il processo di industrializzazione si concentrò principalmente nelle regioni settentrionali, beneficiando di migliori infrastrutture e maggiori investimenti.

Esempio: La Questione Meridionale emerse con particolare evidenza dopo l'Unità d'Italia nel 1861, quando il divario economico e sociale tra le due parti del paese divenne sempre più marcato.

Il Divario tra Nord e Sud Italia 1861 si manifestò in vari aspetti: mentre il Nord sviluppava un tessuto industriale moderno, il Sud rimaneva prevalentemente agricolo, con strutture produttive arretrate. La ricchezza del Sud prima dell'unità d'Italia subì un progressivo declino, nonostante la presenza di risorse e potenzialità di sviluppo.

Le cause della Questione Meridionale furono molteplici: politiche economiche centralizzate, mancanza di infrastrutture adeguate, persistenza del latifondo e scarsi investimenti pubblici. Questo divario storico ha continuato a caratterizzare l'Italia fino ai giorni nostri, rappresentando una delle principali sfide per lo sviluppo nazionale.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
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Il Programma di Storia per la Maturità: La Prima Guerra Mondiale

Il Programma di Storia per la Maturità dedica ampio spazio alla Prima Guerra Mondiale, evento cruciale che ridisegnò gli equilibri europei e mondiali. La Mappa Prima Guerra Mondiale semplificata evidenzia le principali fasi del conflitto e le sue conseguenze.

Vocabolario: Il sistema delle alleanze pre-bellico vedeva contrapposte la Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria, Italia) e la Triplice Intesa (Francia, Regno Unito, Russia).

Gli Argomenti più collegabili Storia includono le cause profonde del conflitto: nazionalismo, imperialismo, corsa agli armamenti e tensioni territoriali. Il Riassunto programma storia terza media si concentra sugli eventi principali: dall'attentato di Sarajevo alla guerra di trincea, fino all'intervento americano e alla vittoria dell'Intesa.

Per il Programma Maturità 2024, è fondamentale comprendere le conseguenze del conflitto: la dissoluzione di quattro imperi (austro-ungarico, ottoman, tedesco e russo), la nascita di nuovi stati nazionali e il nuovo ordine mondiale sancito dal Trattato di Versailles. Questi eventi posero le basi per i successivi sviluppi del XX secolo, inclusa l'ascesa dei totalitarismi.

STORIA GIOLITTI
BOOM ECONOMICO
Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

La Politica Fascista e le Trasformazioni dell'Italia (1928-1939)

La riforma elettorale del 1928 segnò un momento cruciale per il consolidamento del potere fascista in Italia. Il nuovo sistema prevedeva che gli elettori potessero solamente approvare o respingere una lista unica nazionale di 400 candidati, accuratamente selezionati dal Gran Consiglio del Fascismo. Questo meccanismo, che di fatto eliminava ogni forma di opposizione democratica, garantì al partito fascista una schiacciante vittoria nelle elezioni del 1929, rafforzando ulteriormente il controllo di Mussolini sul paese.

Definizione: La "Quota 90" rappresentava il rapporto di cambio tra la lira italiana e la sterlina britannica, stabilito nel 1927 come parte della politica monetaria fascista. Questa manovra, volta a rivalutare la moneta nazionale e combattere l'inflazione, si rivelò eccessivamente restrittiva per l'economia italiana.

La politica estera del regime fascista si caratterizzò per una crescente aggressività e ambizione espansionistica. Mussolini, desideroso di creare un nuovo impero coloniale, lanciò una campagna militare contro l'Etiopia e procedette all'occupazione dell'Albania. Nonostante le vittorie militari, queste azioni provocarono l'isolamento diplomatico dell'Italia, che fu costretta ad abbandonare la Società delle Nazioni, l'organizzazione internazionale creata dopo la Prima Guerra Mondiale per mantenere la pace.

In risposta all'isolamento internazionale, il regime fascista si avvicinò progressivamente alla Germania nazista di Hitler, culminando nella formazione dell'Asse Roma-Berlino. Questa alleanza portò all'adozione delle infami leggi razziali in Italia nel 1938, allineando il paese alla politica antisemita del Reich tedesco e segnando uno dei capitoli più bui della storia italiana.

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Dal 1901 al 1914, l'Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti.
Egli fu un ab

L'Espansionismo Fascista e le Conseguenze Internazionali

La politica espansionistica di Mussolini in Africa rappresentò un punto di svolta nelle relazioni internazionali dell'Italia fascista. La conquista dell'Etiopia, iniziata nel 1935, venne presentata come il tentativo di creare un "posto al sole" per l'Italia, ma in realtà rifletteva le ambizioni imperialiste del regime e il desiderio di emulare le altre potenze coloniali europee.

Evidenziazione: L'occupazione dell'Albania nel 1939 segnò l'ultimo atto dell'espansionismo fascista prima della Seconda Guerra Mondiale, dimostrando la crescente aggressività della politica estera italiana e l'allineamento con la Germania nazista.

L'avvicinamento alla Germania hitleriana, culminato nell'Asse Roma-Berlino, rappresentò una svolta decisiva nella politica estera fascista. Questa alleanza non solo isolò ulteriormente l'Italia dalle democrazie occidentali ma portò anche all'introduzione delle leggi razziali nel 1938, che discriminavano gli ebrei italiani e altri gruppi considerati "indesiderabili" dal regime.

La politica monetaria della "Quota 90" ebbe profonde ripercussioni sull'economia italiana. La rivalutazione della lira, sebbene intesa a combattere l'inflazione e aumentare il prestigio internazionale della moneta, finì per danneggiare le esportazioni e contribuire alla crisi economica che colpì l'Italia negli anni successivi.

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