La Prima guerra mondiale rappresenta uno dei conflitti più devastanti della storia dell'umanità, che ha ridisegnato completamente gli equilibri geopolitici europei e mondiali.
La guerra ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Serbia, in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo. Il sistema delle alleanze trasformò rapidamente un conflitto locale in una guerra mondiale che vide contrapporsi gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano) e l'Intesa (Francia, Regno Unito, Russia e dal 1915 l'Italia). Le principali battaglie della Prima guerra mondiale si svolsero su due fronti principali: quello occidentale, caratterizzato dalla guerra di trincea tra Francia e Germania, e quello orientale tra Russia e Imperi centrali. L'Italia entrò in guerra nel 1915 con il fronte italiano che si sviluppò principalmente lungo le Alpi e l'Isonzo, dove si combatterono sanguinose battaglie come quella di Caporetto e del Piave.
Le conseguenze della Prima guerra mondiale furono drammatiche sotto ogni aspetto. Il conflitto causò circa 9 milioni di morti tra i militari e 7 milioni tra i civili. L'Europa uscì profondamente trasformata: crollarono quattro imperi (austro-ungarico, tedesco, ottomano e russo), nacquero nuovi stati nazionali e si ridisegnarono i confini. Le conseguenze economiche furono devastanti, con un'enorme inflazione, debiti di guerra e la necessità di riconvertire l'industria bellica. In Italia, nonostante la vittoria, si sviluppò il "mito della vittoria mutilata" che alimentò il malcontento sociale e favorì l'ascesa del fascismo. Il Trattato di Versailles del 1919 impose pesanti condizioni alla Germania, creando i presupposti per il successivo scoppio della Seconda guerra mondiale. La società europea uscì profondamente trasformata, con l'emancipazione femminile accelerata dalla mobilitazione delle donne nelle fabbriche e un generale processo di democratizzazione che portò all'estensione del suffragio universale in molti paesi.