Riuscì a convincere l'esercito che niente fosse cambiato e la sua abilità più grande fu costruire il suo potere personale per gradi.
Nel 28 a.C ottenne il titolo di PRINCIPE e anche il titolo di AUGUSTO, che conferiva alle sue autorità um qualcosa di sacro.
Dimostrò la fedeltà dei soldati con ricompense di terre, ma concentrò nelle sue mani i poteri più importanti. La costruzione del principato fu completata con il potere religioso. Nel 12 a.C Augusto assunse il titolo di PONTEFICE MASSIMO e in seguito, nel 2 a.C, il titolo di PADRE DELLA PATRIA.
Potestà tribunica
Ad esempio, Ottaviano era il primo cittadino dello stato e il primo a votare, con la possibilità di approvare leggi, governando come un re.
Nel 23 a.C Augusto ottenne la potestà tribunica, dicendo che un grande impero aveva bisogno di un governo solido e un uomo forte. Così, Ottaviano iniziò a trasformare la repubblica in un nuovo sistema politico: il PRINCIPATO.
Impero proconsolare
Ottenne il potere di governo sulle province. Quello di Augusto non era più limitato a una provincia ma si estendeva in tutti i territori dominati da Roma.
Dopo lo scontro finale, Marco Antonio sconfitto si rifugiò in Egitto dove, insieme a Cleopatra, si tolse la vita. Ottaviano divenne così il padrone assoluto dello stato e pose fine alla repubblica, iniziando così la storia dell'Impero Romano.
La chiusura del tempio di Giano
Il padre di Ottaviano apparteneva a una famiglia rispettabile ma non nobile, a dimostrazione che Roma era in pace con il resto del mondo. La madre Azia, nipote di Giulio Cesare, portò Ottaviano nel 63 a.C e morì 4 anni dopo. Azia, dopo essersi risposata, si dedicò all'istruzione del figlio.
Ottaviano si ammalò molto nel corso della sua infanzia, la madre gli inculcò la venerazione delle tradizioni e della religione di Roma, e ebbe come insegnanti alcuni dei maggiori dotti dell'epoca. La sua intelligenza fece sì che Giulio Cesare lo notasse e lo introdusse nella vita politica, facendolo anche partecipare.
Ottaviano riporta la pace a Roma
Ottaviano tornò a Roma nel 29 a.C. e si aspettavano grandi cose da lui. Nel 45 a.C, a sua insaputa, lo nominò duoe erede e celebrò la vittoria con il titolo che già era stato di Cesare, generale vittorioso, proteggendo le tradizioni romane e portando a Roma una pace duratura.
