Dalla Monarchia alla Repubblica
Durante la monarchia romana 753−509a.C., il potere non era ereditario ma elettivo. Al re veniva conferito l'imperium, cioè il comando militare, le funzioni religiose e i poteri giudiziari. Accanto al sovrano operava il Senato, un consiglio formato dagli anziani delle famiglie più importanti.
La popolazione era inizialmente divisa in tre tribù (Ramni, Tiziensi e Luceri), a loro volta suddivise in curie che formavano i Comizi curiati, assemblee che eleggevano il re e approvavano le decisioni più importanti. Con la riforma del re Servio Tullio, la società venne riorganizzata in cinque classi basate sul censo (la ricchezza), mentre chi non possedeva nulla era chiamato proletario (possessore solo di prole, cioè figli).
Nel 509 a.C. avvenne il regifugium, la cacciata dell'ultimo re Tarquinio il Superbo, evento che segnò l'inizio della Repubblica. La società romana si divideva in patrizi (famiglie ricche e potenti) e plebei (il resto della popolazione). Le famiglie patrizie erano organizzate in gens, gruppi di famiglie con un antenato comune.
💡 Lo sapevi? I cittadini romani liberi avevano tre nomi (tria nomina): il prenomen (equivalente al nostro nome), il nomen gentilicium (nome della gens) e il cognomen (ramo specifico della famiglia). Le donne invece usavano solo due nomi, mentre gli schiavi uno solo!