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29/9/2022
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L'ILLUMINISMO Partendo dalla Francia, in Europa, nel corso del 1700, si diffonde una nuova corrente culturale, che è l'Illuminismo. Secondo Kant, un filosofo tedesco, l'illuminismo rappresenta l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità, poiché dopo secoli di sottomissione al principio d'autorità, adesso l'uomo deve iniziare a ragionare con la sua testa e ad accettare come vero solo ciò che fosse convalidato dalla ragione. La ribellione al principio d'autorità però non era nuovo nella cultura europea, basti pensare infatti alle battaglie di Galileo Galilei in nome della libertà scientifica. L'illuminismo, inoltre, assunse un atteggiamento decisamente antidogmatico e iniziò a rifiutare ogni ipotesi non dimostrata sperimentalmente. Altro aspetto importante per gli illuministi è il progresso, poiché, secondo loro, il progresso della storia ha fatto sì che l'uomo è uscito fuori dallo stato di inciviltà e di selvaggio e si è migliorato nel corso dei secoli. L'illuminismo era senza dubbio anche anticlericale, gli illuministi non erano atei ma contestavano il ruolo di unico depositario della cultura che la Chiesa si aggiudicava, per cui molti illuministi assunsero posizioni deiste, cioè negarono quei tratti del cristianesimo che apparivano in contrasto con la ragione. Come abbiamo già detto, l'Illuminismo nasce in Francia ma ha le sue basi in Inghilterra, perché gli illuministi (intellettuali francesi) ritenevano che il modello assolutistico francese non era assolutamente...
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valido, al contrario ritenevano giusto solo il sistema politico inglese, dove si trovava una monarchia parlamentare. Inoltre, secondo gli illuministi, il sovrano doveva fare le leggi per il popolo, si doveva interessare al popolo, ma il popolo doveva solo ricevere queste misure di beneficio, non intervenendo, poiché sempre secondo gli illuministi il popolo non ha le competenze per stabilire come bisogna comportarsi, quindi lo Stato immaginato dagli illuministi era uno Stato liberale ma non democratico. Montesquieu, un altro filosofo del 1700, nella sua opera più importante "Lo Spirito Delle Leggi" stabilì che i tre poteri (potere legislativo, esecutivo e giudiziario) dovevano essere divisi, non potevano essere detenuti tutti e tre da una sola persona, poiché così ogni potere poteva avere la piena autonomia e poteva esercitare un controllo sugli altri. L'intellettuale Rousseau aderì all'illuminismo ma comunque maturò idee del tutto originali, anche in contrasto con l'Illuminismo, poiché, secondo egli, l'uomo stava meglio nel suo stato di selvaggio, poiché essendo più vicino alla natura e più felice (→ Romanticismo). Rousseau, inoltre, riteneva che uno dei problemi principali della società in cui viveva era la cattiva distribuzione della ricchezza, infatti ci sono poche persone ricche e tante povere, quindi lui cerca di combattere contro questa ingiusta e combatte anche il fatto che molti sovrani si fanno condizionare dalle classi più ricche, stringendo così degli accordi tra di loro. Tutte le idee illuministe vennero raccolte in un libro, l'Enciclopedia, un grande dizionario pubblicato in Francia tra il 1751 e il 1772, incontrando una forte ostilità da parte della Chiesa e soprattutto dai gesuiti. Per far nascere l'Enciclopedia collaborarono i migliori intellettuali del tempo, tra cui Diderot e D'Alembert. Inoltre, l'Illuminismo influenzò anche molti sovrani, da cui l'espressione dispotismo illuminato, che accolsero le richieste degli illuministi, avviando riforme a favore del popolo. Cercarono soprattutto di superare il monopolio clericale dell'istruzione, incontrando una ferma opposizione dei gesuiti, il cui ordine venne abolito da papa Clemente XIV, nel 1773. I sovrani che più si sono legati a questa nuova corrente culturale sono stati Federico II di Prussia, Maria Teresa d'Austria e il figlio Giuseppe, Caterina II di Russia e Carlo III di Spagna. Federico II di Prussia. Federico II di Prussia venne considerato il modello del sovrano illuminato. Egli rafforzò il suo regno attraverso una serie di riuscite campagne militari, facendo diventare la Prussia una potenza dell'Europa centro-orientale. Egli migliorò la pubblica amministrazione, sostituendo la vecchia burocrazia di corte con funzionari borghesi, legati al sovrano e sottoposti alla sua autorità e trasformò la vecchia aristocrazia prussiana in una classe militare al suo servizio. Federico II, inoltre, promosse la cultura con l'apertura dell'Accademia delle Scienze di Berlino e l'obbligo dell'istruzione elementare dai cinque ai tredici anni. Federico II abolì anche la pena di morte, grazie all'intervento dell'italiano e illuminista Cesare Beccaria, il quale nella sua opera "Dei Delitti e delle Pene" afferma che se uno Stato condanna alla pena di morte un suo cittadino è lui stesso un assassino, e proprio grazie a questa teoria molti Stati nel '700 aboliscono la pena di morte. Maria Teresa D'Austria. Nell'Impero austriaco le riforme di Maria Teresa colpirono i privilegi della nobiltà e del clero, meno l'aristocrazia che fu coinvolta nella costruzione dello Stato. Poiché le tasse veniva sempre e solo pagate da un popolo già in difficoltà, Maria Teresa d'Austria s'inventò il catasto, con il quale ognuno doveva pagare le tasse in base a ciò che possedeva, e così finalmente anche i nobili iniziarono a pagarle. Grazie ai territori che Maria Teresa possedeva in Italia, queste sue iniziative ricaddero anche sui territori italiani. Le sue riforme vennero proseguite dal figlio Giuseppe II che attaccò anco più i privilegi del clero. Nel 1787, il codice penale abolì la tortura, impose pene uguali per tutti e concesse la libertà di culto anche ai protestanti, ortodossi e ebrei. Le sue riforme incontrarono una forte resistenza da parte della nobiltà, della Chiesa e di molte province dell'Impero. L'Illuminismo in Italia. Le idee illuministe si diffusero in Italia ad opera degli intellettuali milanesi attraverso la rivista "Il Caffè" dei fratelli Verri. L'opera "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria, pose l'attenzione sui sistemi carcerari dell'epoca, mettendo in evidenza le differenze di trattamento sulla base dell'estrazione sociale del condannato e soprattutto, come abbiamo già detto, condannava l'uso della tortura e la pena di morte. Le guerre del 1700 avevano modificato gli equilibri politici italiani, l'Austria infatti aveva ottenuto il milanese, il ducato di Savoia aveva inglobato la Sardegna, un ramo dei Borboni si era insediato nel Regno di Napoli e il Granducato di Toscana era passato alla casata degli Asburgo-Lorena, il quale avviò una serie di riforme economiche e amministrative e sul fronte giudiziario abolì la tortura e la pena di morte e approvò il codice penale. Nel Regno di Napoli, invece, le riforme si dovettero all'opera di Carlo III di Borbone e del figlio Ferdinando IV che ridussero i privilegi fiscali ecclesiastici. Lo Stato pontificio, che si oppose alle riforme illuministe, Venezia e Genova, che invece non hanno saputo cogliere queste riforme, non furono toccate dal movimento riformatore e si avviarono ad una decadenza irreversibile. Genova, nel 1768, cedette la Corsica alla Francia.