La guerra in Libia e il suffragio universale maschile
Nel 1911, sotto le pressioni dei nazionalisti e per timore dell'espansione francese, l'Italia intraprende la guerra in Libia invadendo Tripolitania e Cirenaica. Nonostante le difficoltà militari e le elevate perdite, il conflitto si conclude nel 1912 con la pace di Losanna, che riconosce il controllo italiano sul territorio africano.
La conquista della Libia si rivela deludente: assenza di terre fertili, scarsità di materie prime e mancanza di opportunità di impiego. Questo crea insoddisfazione tra i nazionalisti e tensioni all'interno del governo.
Per ampliare la base elettorale, Giolitti fa approvare nel 1912 una nuova legge che introduce il suffragio universale maschile, estendendo il diritto di voto ai maggiorenni di 21 anni con licenza elementare e ai maggiorenni di 30 anni analfabeti. Le elezioni del 1913 vengono vinte da Giolitti grazie al "Patto Gentiloni" con i cattolici, in cambio di concessioni come l'opposizione al divorzio e l'insegnamento della religione a scuola.
⚠️ La maggioranza di Giolitti risulta però instabile, basandosi principalmente sull'opposizione comune ai socialisti. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, Giolitti si dimette e viene sostituito da Antonio Salandra, segnando la fine dell'età giolittiana.