Le Riforme dei Gracchi
Nel 133 a.C., il tribuno della plebe Tiberio Gracco propose una riforma agraria rivoluzionaria per affrontare la crisi dei piccoli proprietari terrieri. La sua proposta prevedeva di stabilire un limite legale alla quantità di terra che ogni cittadino poteva possedere, con la redistribuzione delle terre in eccesso.
Il problema nasceva dal fatto che i senatori avevano occupato illegalmente vasti territori dell'agro pubblico. Questa situazione danneggiava i piccoli proprietari e creava un enorme squilibrio sociale. La riforma di Tiberio mirava quindi a restituire terre ai cittadini più poveri.
I potenti senatori si opposero fermamente alla riforma, vedendo minacciati i loro interessi economici. Il conflitto si intensificò fino a quando Tiberio Gracco venne ucciso, segnando uno dei primi gravi episodi di violenza politica nella Repubblica romana.
💡 Lo sapevi? La riforma agraria di Tiberio non era solo una questione economica, ma anche militare: l'esercito romano si basava su cittadini-soldati che dovevano possedere terra per poter servire nelle legioni.
Nel 123 a.C., Gaio Gracco, fratello di Tiberio, divenne tribuno della plebe e riprese la riforma agraria. Andò oltre, proponendo altre leggi a vantaggio di plebe e cavalieri, e cercò anche di concedere la cittadinanza romana agli alleati italici. Anche lui, però, affrontò la feroce opposizione del Senato che alla fine lo fece uccidere.