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Le radici del Medioevo e la società feudale, la formazione dell’Occidente

13/9/2022

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Alice De Rosa
Storia
LE RADICI DEL MEDIOEVO
E LA SOCIETÀ FEUDALE
1.1 II Medioevo: concetto e periodizzazione
Il Medioevo iniziò nel 476 co

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1 Alice De Rosa Storia LE RADICI DEL MEDIOEVO E LA SOCIETÀ FEUDALE 1.1 II Medioevo: concetto e periodizzazione Il Medioevo iniziò nel 476 con il crollo dell'Impero Romano d'Occidente e terminò nel 1492 con la scoperta dell'America. L'espressione Medioevo nacque da degli intellettuali nel Quattrocento per riferirsi al passato recente, anche chiamato età di mezzo. In Italia il Medioevo si divide in due fasi: 1. Alto Medioevo (V-X sec.); 5-10 2. Basso Medioevo (XI-XV sec.). 11-15 Nel X sec. ci fu una trasformazione, ovvero la rinascita urbana e la civiltà comunale. 10 6,5) 2. Le molte radici del Medioevo e dell'Europa Durante il Medioevo le civiltà europee erano l'unione di varie tradizioni culturali, in cui si possono individuare le radici: cristiane, romane, germaniche e arabe. La radice cristiana Il Medioevo fu influenzato dal cristianesimo, poiché nacque un'alleanza tra l'Impero e la Chiesa, che assunse un potere temporale. Nel corso del IV sec. nacque anche il monachesimo che svolgeva funzioni religiose, economiche e culturali: i monaci pregavano, meditavano e lavoravano per la conservazione della cultura. Le radici romana e germanica L'inizio del Medioevo avvenne grazie all'invasione delle popolazioni germaniche e al deterioramento delle strutture amministrative dell'Impero Romano. La convivenza delle popolazioni germaniche e romane diedero vita ai Regni romano-barbarici. L'Impero carolingio fu appunto la fusione tra la tradizione amministrativa territoriale romana e quella germanica. La radice araba L'espansione del califfato...

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islamico ebbe due conseguenze: 1. il distacco dell'Impero bizantino dall'Europa; 2. l'interruzione degli scambi commerciali tra città europee e Oriente. 3. L'Alto Medioevo: la società feudale L'economia curtense Tra il VII e il X sec. nasce un nuovo sistema economico e sociale, il sistema curtense, incentrato sulla curtis (villa), che era divisa in: pars dominica, del signore, in cui lavoravano i servi della gleba; pars massaricia, divisa in lotti di terra (mansi) affidati ai contadini. Il rapporto tra signore e contadini era basato sulle corvees (lavoro gratuito) e sul censo. Dal IX sec. il sistema curtense cambiò in "signoria fondiaria", poiché il potere divenne di tutti coloro che lavoravano la terra e fu contemporaneo al feudalesimo. 1 Vassallaggio, beneficio, immunità Tra gli obblighi di obbedienza e servizio c'erano tre tipi di rapporto: 1. il vassallaggio, un contratto tra signore (protezione) e vassallo (servizio e fedeltà); 2. il beneficio, rapporto personale basato sulla concessione di un bene in cambio di un servizio; 3. l'immunità, concessione fatta dal sovrano ai signori con l'investitura feudale, conferendo la giurisdizione del feudo. Con esso: il re rinunciava ad esercitare i diritti sul feudo; il signore poteva assolvere le funzioni della sovranità (potere di banno o bannalità); Il particolarismo e la società Il sistema feudale acquisì una struttura ramificata, in cui i vassalli potevano a loro volta assegnare parti di feudo, che era il centro di potere che determinava una serie di obblighi, norme e tributi. Tutto ciò è chiamato "particolarismo feudale" e si basava su un sistema di rapporti personali. Nacquero, inoltre, i castelli per una maggiore sicurezza dagli attacchi dei popoli. La società era divisa in tre ordini: gli oratores, i laboratores e i bellatores. 4. L'Alto Medioevo: il Sacro Romano Impero Il Sacro Romano Impero Grazie a Carlo Magno, l'Impero carolingio cercò di porre fine alla frammentazione politica dell'Occidente europeo, poiché ci fu un definitivo distacco tra l'Impero carolingio e quello bizantino. Carlo Magno cercò di ristabilire un'unica autorità suprema sul modello romano basandosi sulla coerenza amministrativa, sulla religione cristiana e sulla cultura latina. I rapporti tra papa e imperatore Tuttavia, l'incoronazione di Carlo Magno da parte di un papa, poneva l'Impero al di sotto della Chiesa, che portò ad un futuro scontro. Carlo Magno cercò inoltre di rilanciare la cultura, istituendo ad Aquisgrana la Schola palatina, dove si ripresero gli studi letterari classici latini. Le conseguenze politico-amministrative L'Impero era una federazione di circoscrizioni amministrative e territoriali, divise in contee (zone interne del regno) e marche (zone esterne con maggior impegno militare), capeggiate da conti e marchesi, i quali amministravano la giustizia e la difesa. Tuttavia, per limitarne gli arbitrii, Carlo Magno inviò i missi dominici (aristocratico e vescovo) per controllare l'applicazione dei capitolari (leggi). La divisione dell'Impero La successione dell'Impero dopo la morte di Carlo Magno (814) si concluse con il trattato di Verdun (843) e venne diviso in: 1. Regno di Germania (parte orientale) a Ludovico il Germanico; 2. Regno di Francia (parte occidentale) a Carlo il Calvo; 3. Regno di Italia (parte meridionale) e la Lotaringia a Lotario. Tuttavia, ciò portò inevitabilmente all'indebolimento del potere centrale. Le cause della frammentazione territoriale La conseguenza dell'indebolimento fu, soprattutto, il rafforzamento del potere dei signori feudali, mentre le cause furono: l'ereditarietà dei feudi maggiori, introdotta nell' 877 con il Capitolare di Quierzy, che assicurava ai conti e ai vassalli la proprietà familiare, trasmissibile in eredità; le invasioni. . 2 (IX-XIII) 1. Il Sacro Romano Impero di nazione germanica La ricostruzione dell'unità imperiale figlio di Ludovico, il Germanico Dopo la deposizione di Carlo il Grosso, successe il figlio, Enrico I di Sassonia (l'Uccellatore), che riunificò i ducati del Regno di Germania. Alla morte di Enrico I, sali Ottone I di Sassonia che cercò di ripristinare l'unità imperiale ponendo: . ● LA FORMAZIONE DELL'OCCIDENTE I vescovi-conti e il Privilegio di Ottone Ottone I cercò di limitare il potere dei feudatari laici, conferendo benefici feudali ai vescovi (vescovi-conti). una politica espansionistica; la resistenza alle invasioni; il rafforzamento del cristianesimo; la limitazione dei poteri feudali laici: il controllo dell'alto clero. Ottone I, dopo aver sconfitto Berengario II d'Ivrea, nel 962 venne incoronato imperatore anche del Regno d'Italia da papa Giovanni XII a San Pietro. Grazie al Privilegio di Ottone, l'imperatore rivendicava il ruolo universale di imperatore. In questo documento il papa doveva giurare fedeltà all'imperatore e poteva consacrare imperatore solo chi fosse di stirpe germanica. Il Sacro romano imparo di nazione germanica L'Impero di Ottone I non aveva le stesse dimensioni di quello di Carlo Magno, poiché comprendeva soltanto il Regno di Germania e quello d'Italia, che formarono il Sacro romano impero di nazione germanica: . La fine degli Ottoni e la Constitutio de feudis Dopo la morte di Enrico II di Baviera, sale al trono Corrado II il Salico della dinastia di Franconia, che intervenne nella contesa di Milano, divisa in vassalli maggiori e i vassalli minori, i quali rivendicavano il diritto di trasmettere in eredità i loro feudi. Corrado II si schierò dalla parte dei vassalli minori e concesse, grazie alla pubblicazione del Constitutio de feudis (1037): il diritto all'ereditarietà dei benefici; il diritto ad essere giudicati da tribunali composti da essi; Questo documento concludeva quello del Capitolare di Quierzy e certificava la perdita dell'autorità dell'Impero. . sacro, per la difesa della cristianità; romano, per la similitudine con l'antico Impero romano. 1.2 Le caratteristiche della penisola italiana La trasmissione in eredità di cariche determinò la diffusione dei poteri politici locali, di cui l'Italia ne fu un esempio, essendo caratterizzata da una frammentazione politica, a cui ci si rivolge come: • policentrismo, dove più centri territoriali erano incapaci di costruire un'unità; particolarismo, dove i poteri giuridico-politici era contesi da autorità diverse. L'Italia rimase frammentata in una serie di territori autonomi dal 888 al 1130. Tra il IX e il X Secolo il Regno italico indipendente comprendeva le regioni dell'Italia settentrionale e centrale, il quale non aveva un carattere nazionale, ma feudale. Ebbe un corso travagliato e fu comandato da tanti re italiani e stranieri, l'ultimo fu Berengario II d'Ivrea, sconfitto da Ottone I. 3 1.3 11 Regno normanno nell'Italia meridionale I normanni ("uomini del Nord"), anche chiamati vichinghi, furono l'insieme delle popolazioni scandinave. Quando nel 911 si stanziarono in Francia, il re non riuscì a respingerli e gli concesse la terra, denominata Normandia. Qui si convertirono al cattolicesimo, accettarono il sistema feudale e si abituarono alla lingua e ai costumi dei franchi. I normanni cominciarono ad insediarsi nel Sud dell'Italia grazie a delle concessioni territoriali, dopo aver lavorato come mercenari. La loro direzione politica venne affidata alla famiglia degli Altavilla (Ruggero) ed in pochi anni si impadronirono di tutta l'Italia meridionale, costringendo il papa ad allearsi. L'accordo di Melfi L'alleanza tra i normanni e la Chiesa avvenne ufficialmente nel 4059 con l'accordo di Melfi in cui: il papa riconosceva i possedimenti normanni come legittimi nel Principato di Capua ed Aversa; Ruggero d'Altavilla e il tello divennero vassalli di papa Niccolò II; • l'allontanamento definitivo dei bizantini e l'affermazione della Chiesa cattolica; la liberazione del controllo imperiale; Con ciò il papa ottenne: L'unificazione dell'Italia meridionale normanni espugnarono Puglia, Calabria e Campania, unificando uno Stato forte, fino a quando non conquistò anche la Sicilia. Ruggero II d'Altavilla unificò poi i possedimenti normanni proclamandosi re di Sicilia, Calabria, Puglia e Napoli. Il Regno normanno era inoltre dotato di un'organizzazione centralizzata, diviso in circoscrizioni con a capo un giustiziere, che amministrava la giustizia, e un camerario, che riscuoteva le imposte. Grazie agli Altavilla il regno fu un insieme di diversità di stirpe, religioni e costumi e grazie a questo spirito di alleanza, i sovrani potevano assicurarsi fecondi scambi commerciali e culturali. Tuttavia ci fu una forte crescita economica disomogenea e una mancanza dello sviluppo delle città. 1.4 La Chiesa tra decadenza e rinnovamento Le cause della crisi Nel X secolo Il Papato visse un periodo di crisi causato: dall'intrusione dei laici nella Chiesa; dalla subordinazione al potere imperiale; dalla simonia, ovvero la compravendita di cariche ecclesiastiche e dal concubinato, quando uomini di chiesa vivevano o sposavano donne. Tra il Xe l'XI secolo nacquero anche nuovi ordini monastici che cercarono di far rinascere spiritualmente la cristianità, tra questi il monachesimo eremita (camaldolesi e vallombrosiani) e il monachesimo benedettino (cluniacensi e cistercensi). Le caratteristiche dei cluniacensi e dei cistercensi Il movimento cluniacense sorse nel 910 in Francia nell'abbazia di Cluny e nacque poiché le terre su cui era stata costruita l'abbazia appartenevano al papa, la cui gestione spettava all'abate e li nessun laico poteva ostacolare la predicazione. I monaci si dedicavano alla preghiera, allo studio delle arti liberali e alle opere caritatevoli. Tuttavia le ricchezze e il prestigio portarono l'abbazia di Cluny al declino. Il movimento cistercense nacque dall'idea di alcuni monaci dell'abbazia di Cluny di ritornare alle origini del cristianesimo riducendo al minimo le qualità di vita. Si stabilirono nel 1098 a Citeaux e si distinse per l'attento rigore verso la regola benedettina. 4 L'elezione papale Nel 1059 fu convocato a Roma un concilio per rivedere la procedura dell'elezione del papa: venne affidata a un collegio cardinalizio, costituito da vescovi delle chiese più antiche di Roma e da vescovi delle diocesi vicine: il popolo e il clero potevano approvare per acclamazione. L'elezione del papa veniva così liberata dalle pressione dell'aristocrazia e dell'imperatore, vanificando la politica di Ottone I. Gli imperatori, tuttavia, non potevano accettare che si sottraesse loro l'autorità per l'elezione del papa. La Chiesa quindi cercò un nuovo sostegno politico, i normanni con l'accordo di Melfi. 1.5 La lotta per le investiture Le cause della contesa Con l'elezione di papa Gregorio VII iniziò la lotta per le investiture tra il Papato e l'Impero. Lo scopo di Gregorio era quello di costituire una solida gerarchia ecclesiastica ed affermare il primato del pontefice. Nel 1075 formulò nel Dictatus papae i principi teocratici della nuova Chiesa: la superiorità del papa; il diritto del papa di deporre imperatore e vescovi; il primato e l'infallibilità della Chiesa romana. Tuttavia, se l'imperatore Enrico IV avesse accettato questo decreto avrebbe rinunciato al controllo delle Signorie e sulle investiture ecclesiastiche e sottomettersi al papa. Il conflitto era quindi aperto. Gregorio VII scomunica l'imperatore Nel 1076 Enrico IV convocò a Worms una dieta di vescovi tedeschi, i quali dichiararono il papa decaduto. In risposta a questo accaduto, papa Gregorio VII scomunicò Enrico IV, che, se non si fosse liberato dalla scomunica, avrebbe perso il regno. Così l'imperatore andò a Canossa, dov'era il papa, ad umiliarsi e ad implorare perdono. Dopo tre giorni fuori dal castello con i piedi nella neve, il papa lo fece entrare e lo liberò dalla scomunica. La seconda scomunica e la reazione Dopo la scomunica, alcuni vescovi filoimperiali elessero un antipapa, Clemente III: il papa reagi con una seconda scomunica. Così Enrico IV dichiarò guerra alla Chiesa ed occupò Roma. Il papa pose le sue speranze nei normanni, ma essi approfittarono della situazione saccheggiando la città. I romani incolparono Gregorio VII che mori in esilio. Il Concordato di Worms S Tuttavia, il conflitto continuò fino a quando nel 1122 il nuovo imperatore Enrico V e il nuovo pontefice Callisto Il non firmarono il Concordato di Worms, in cui si raggiungeva un compromesso: • l'imperatore rinunciava a conferire poteri spirituali; la nomina dei vescovi spettava al clero locale e l'investitura spirituale al papa; la Chiesa concedeva all'imperatore il diritto di concedere e revocare i benefici feudali ai vescovi. Inoltre: • in Italia la consacrazione religiosa precedeva l'investitura feudale; in Germania l'investitura feudale precedeva la consacrazione religiosa. 5