La Repubblica romana: il potere diviso per evitare la tirannia
Tra il VI e V secolo a.C., Roma dice basta ai re e inventa la Repubblica! L'idea geniale è semplice: per evitare che qualcuno diventi troppo potente, il potere viene diviso e limitato. Le cariche principali hanno tre caratteristiche fondamentali: collegialità (sempre in due per controllarsi), elezione popolare, e durata di un solo anno.
I consoli sono i veri capi: comandano l'esercito e controllano che le leggi vengano applicate. I censori fanno il censimento e controllano la moralità pubblica, mentre i pretori amministrano la giustizia. Ci sono anche edili (ordine pubblico) e questori (amministrazione del denaro).
Il Senato è il vero centro del potere: controlla tutta la vita politica e il suo parere è fondamentale per trasformare in legge le decisioni dei magistrati. I senatori rimangono in carica a vita, diventando una vera classe dirigente stabile.
La riforma centuriata organizza cittadini e soldati in base alla ricchezza. I più ricchi (1ª classe) forniscono 98 centurie su 193 totali, garantendosi il controllo dei comizi centuriati, l'assemblea più importante che elegge i magistrati e approva le leggi.
💡 Strategia politica: Il sistema repubblicano romano è un capolavoro di equilibri: divide il potere per evitare dittature, ma assicura comunque il controllo alle classi più ricche!