Le Autonomie Comunali e Federico Barbarossa
Nel XII secolo, la storia dell'Italia medievale fu segnata dal complesso rapporto tra i comuni italiani medievali e l'impero. Durante questo periodo, due potenti famiglie, gli Svevi e i Sassoni, si contesero il trono di Germania, finché Federico I di Svevia, meglio conosciuto come Federico Barbarossa, non venne scelto come imperatore.
Definizione: Le autonomie locali erano forme di autogoverno che i comuni italiani avevano sviluppato nel Medioevo, gestendo autonomamente la propria amministrazione, giustizia ed economia.
Lo scontro tra Federico Barbarossa e i comuni italiani fu particolarmente intenso quando l'imperatore tentò di limitare le libertà comunali. Barbarossa considerava illegale l'autonomia dei comuni e inviò dei Podestà per controllare l'applicazione delle leggi imperiali. Questa decisione provocò la ribellione di numerosi comuni, tra cui Milano, che subì una durissima punizione con la distruzione della città.
Evidenza: La Lega Lombarda, formata dai comuni ribelli, sconfisse l'esercito imperiale nella battaglia di Legnano nel 1176, costringendo Barbarossa a riconoscere le autonomie comunali con la Pace di Costanza del 1183.
La vicenda si concluse con un compromesso storico: i comuni mantennero le loro autonomie regionali in cambio di un giuramento di fedeltà all'impero. Questo periodo segnò profondamente la storia delle autonomie locali in Italia, stabilendo un precedente importante per il futuro sviluppo delle istituzioni comunali.