La Rivoluzione Americana: dalla ribellione all'indipendenza
Immagina di dover pagare tasse altissime senza poter dire la tua su come vengono spese: è esattamente quello che succedeva nelle 13 colonie americane prima del 1776. Gli inglesi, i nativi americani e gli schiavi neri che vivevano in queste terre erano sempre più scontenti del controllo britannico.
Il problema principale? L'Inghilterra imponeva un monopolio commerciale totale: le colonie potevano commerciare solo con la madrepatria, mai con altre nazioni. Inoltre, dovevano pagare pesanti dazi su zucchero, tè e caffè, più lo Stamp Act che richiedeva un bollo su tutti i documenti pubblici.
La goccia che fece traboccare il vaso fu il famoso "Boston Tea Party": i coloni si travestirono da indiani e gettarono in mare tutto il carico di tè delle navi inglesi nel porto di Boston. Il loro slogan divenne "No taxation without representation" - niente tasse senza rappresentanza nel Parlamento inglese.
Ricorda: La Rivoluzione Americana non iniziò con la guerra, ma con la protesta contro la mancanza di rappresentanza politica.
Nel 1776 gli illuministi Jefferson, Adams e Franklin redassero la Dichiarazione d'Indipendenza. I rappresentanti delle colonie si riunirono a Philadelphia, crearono il Congresso Continentale e organizzarono un esercito guidato dal generale George Washington. La guerra durò fino al 1783, quando il Trattato di Versailles sancì definitivamente l'indipendenza americana. Nel 1788 nacque la Costituzione degli Stati Uniti e l'anno dopo Washington divenne il primo presidente della nuova nazione.