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La Riforma protestante e la Controriforma

28/9/2022

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La crisi della Chiesa e la Riforma protestante
Grazie a Carlo V, i territori del suo "Impero universale" andavano dall'Austria

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Storia voto: La crisi della Chiesa e la Riforma protestante Grazie a Carlo V, i territori del suo "Impero universale" andavano dall'Austria alle colonie spagnole in America e fu molto unito grazie alla religione cristiana. Tuttavia, nel 1517 ci fu una rottura all'interno della Chiesa cattolica, la Riforma protestante, portata avanti dal monaco agostiniano Martin Lutero. La Riforma protestante Le principali cause della Riforma furono: la crisi delle istituzioni ecclesiastiche (es. la cattività avignonese, il Grande scisma); il bisogno di una religione più interiore, in seguito alla nascita dei movimenti ereticali di Wycliffe e Huss. La crisi della Chiesa ebbe varie cause, sia morali e religiose sia politiche ed economiche: la corruzione del clero; la presenza della simonia', del concubinato² e del nepotismo³; Un altro fenomeno che si diffuse verso il '500 è la vendita delle indulgenze in cambio di somme di denaro, accrescendo la sfiducia nei confronti della Chiesa. ● ● Con l'affermazione dell'Umanesimo cristiano nella seconda metà del '400, Erasmo da Rotterdam si interessò a un ideale di religiosità ispirata al Vangelo, convinto nella necessità di rigenerare la Chiesa attraverso la ragione e la filologia. Nella sua opera "Elogio alla follia", Erasmo critica profondamente la corruzione e l'immoralità del clero. La dottrina luterana Protagonista della Riforma protestante fu Martin Lutero, un monaco agostiniano che insegnava teologia all'Università di Wittenberg, Sassonia. Il monaco...

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Didascalia alternativa:

sosteneva la "giustificazione per sola fide", ovvero la salvezza dell'uomo per i propri meriti attraverso la profondità della sua fede. Le basi della Riforma protestante si pongono su: 1. la predestinazione, un destino già prestabilito da Dio; 2. le opere buone sono la conseguenza della grazia e non l'uomo che attraverso penitenze, offerte o pellegrinaggi può redimersi dai suoi peccati; 3. l'unica guida è la parola di Dio nella Bibbia, secondo il principio della sola Scriptura; 4. "libero esame delle Sacre Scritture"; 5. "sacerdozio universale dei credenti", ovvero l'uguaglianza tra laici e sacerdoti; 6. il riconoscimento del battesimo e dell'eucaristia perché menzionati nella Bibbia. Per Lutero la liturgia della Chiesa era ormai superflua e la Chiesa la considerava più un'istituzione umana. Erasmo da Rotterdam ebbe da ridire sulla predestinazione di Lutero, poiché secondo lui l'uomo è dotato di libero arbitrio e ha la possibilità di contribuire alla propria salvezza. Lutero ribatté affermando che l'azione umana dipendeva dalla volontà di Dio e che l'uomo ha il solo compito di riconoscere la grazia di Dio presente dentro di sé. Lutero, inoltre, distingue l'uomo cristiano in: uomo interiore, ovvero il rapporto che ha con Dio, indipendente dal mondo; uomo esteriore, ovvero il rapporto che ha con gli altri uomini. Le opere buone devono avere come obiettivo il perfezionamento della vita umana, scaturendo di conseguenza il dovere civile come segno di fede. 1 compravendita di cariche ecclesiastiche; 2 violazione del voto di castità; 3 ereditarietà ai figli delle cariche; 4 il perdono dei peccati; La rottura di Lutero con la Chiesa di Roma e la pace di Augusta A Roma, nel 1517, papa Leone X diede il via alla vendita delle indulgenze per finanziare la costruzione della basilica di S. Pietro, facendo anticipare i soldi dalla banca dei Fugger. La raccolta di questi soldi fu affidata a Alberto di Hohenzollern, vescovo di Magonza³. Il 31 ottobre 1517 Lutero afflisse 95 "tesi" o affermazioni teologiche in cui attaccava la vendita delle indulgenze e metteva in discussione il ruolo del Papato sulle porte dell'Università di Wittenberg, in modo da essere discusse nelle aule universitarie. Pensando che le idee luterane fossero solo la proiezione dell'insofferenza dei fedeli, il clero decise di convocare Lutero, in seguito alla rapida diffusione delle tesi. Nel 1519 papa Leone X mosse un processo formale contro Lutero, il quale non si presentò. Un anno dopo allora il papa decise di dare un ultimatum a Lutero di arrestare le sue idee con la bolla Exsurge Domine. Lutero non si fermò e bruciò alcuni volumi di diritto canonico nella piazza di Wittenberg. Le dottrine luterane furono accolte da principi tedeschi, afflitti dalla pesante tassazione da parte della Chiesa di Roma, dalle masse contadine, sfruttate da decenni e da molti intellettuali umanisti. Si sparsero velocemente in tutta la Germania e la scomunica arrivò nel 1521. Carlo V impose al monaco di presentarsi di fronte alla dieta di Worms, ma quest'ultimo rifiutò e venne bandito dalla Germania. Tuttavia, riuscì a mettersi in salvo presso il principe di Sassonia. Lutero offriva ai principi di appropriarsi delle terre del clero, creandosi una fusione fra interessi politici e religiosi in quanto l'autonomia territoriale e nazionale non era più regolata da Roma. I primi a ribellarsi furono i cavalieri, quando nel nel 1523 assaltarono la proprietà dell'arcivescovo di Treviri, ma furono sconfitti due anni più tardi dalla feudalità laica/ecclesiastica. In seguito si ribellarono i contadini, mossi da Thomas Müntzer, seguace degli anabattisti". Protestarono contro tutte le strutture del sistema sociale, distruggendo monasteri, castelli e chiese. In Svevia venne poi steso un programma definito detto "Dodici articoli" nel quale i ribelli spiegavano gli obiettivi delle loro rivendicazioni. Tuttavia, Lutero si schierò con i principi, non condividendo la posizione altamente estremista: la sua riforma era solo religiosa ed incitò i principi a sterminare i contadini ribelli. Nel 1525 Müntzer venne decapitato. La Riforma luterana consolidò il potere principesco, facendo sorgere comunità ecclesiastiche sotto il controllo dei principi e aumentare il loro potere nei confronti dell'imperatore. Così nasceva una nuova Chiesa, in cui però le correnti popolari erano emarginate. Di fronte alla diffusione del luteranesimo, Carlo V convocò una dieta a Spira nel 1526 col tentativo di conciliare i cattolici e i protestanti, quest'ultimi ricevettero il diritto di scegliere la religione da adottare nel proprio territorio (secondo il "principio di territorialità"). Tre anni dopo, ci fu una seconda dieta di Spira, nella quale l'imperatore vietò ogni ulteriore diffusione e ordinò ai principi di restituire le terre della Chiesa. I riformati tedeschi presero il nome di "protestanti". Nel 1530 l'imperatore convocò una dieta ad Augusta, per riavvicinare cattolici e protestanti. Al posto di Lutero partecipò Filippo Melantone, il quale presentò la Confessione di Augusta, nella quale ribadiva le basi del luteranesimo. I principi cattolici non l'approvarono e si arrivò alla scissione della Chiesa. I principi protestanti, alcune città dell'Impero e Stati come Francia, Inghilterra e Danimarca si unirono nella Lega di Smalcalda. Nel 1547 l'Imperatore attaccava la Lega nella battaglia di Mühlberg, ma ciò non risolse i problemi tra cattolici e protestanti. 5 arcivescovato che faceva parte dei 7 grandi elettori imperiali della Bolla d'Oro; 6 in questo periodo si dedica alla traduzione in greco della Bibbia e venne diffusa anche grazie alla nascita della stampa; 7 cristiani riformati; Si arrivò a un compromesso nel 1555 con la pace di Augusta, nella quale si riconosceva entrambe le confessioni: ● ai sudditi fu imposto di seguire il culto del loro principe secondo la formula "cuius regio, eius religio", passo importante per la tolleranza religiosa; la secolarizzazione dei beni ecclesiastici fu convalidata, ovvero il passaggio dei beni della Chiesa in mani di possessori civili. La Germania perse l'unità religiosa, dividendosi tra cattolicesimo e protestantesimo. ai principi e alle città fu riconosciuta la libertà di adottare l'una o l'altra delle due confessioni religiose; Le Chiese riformate di Zwingli e Calvino Oltre alle idee di Lutero si diffusero anche altri modelli di protestantesimo: in Svizzera, il sacerdote di formazione umanistica Zwingli prese posizioni più radicali: 1. dal punto di vista dottrinale, predicava contro il culto dei santi e delle immagini sacre, le processioni liturgiche e il celibato dei preti; 2. dal punto di vista politico-sociale introdusse un tribunale dei costumi, con lo scopo di controllare il comportamento morale e provvide affinché i beni ecclesiastici andassero ai poveri. Tuttavia, alcuni Cantoni svizzeri rimasti fedeli al cattolicesimo mossero una guerra civile contro Zwingli nella battaglia di Kappel, dove il sacerdote trovò la morte. sempre in Svizzera, Giovanni Calvino espose la sua dottrina partendo dalle premesse di Lutero, ma le sviluppò in modo diverso. Per lui la predestinazione era molto importante: il peccato originale ha condannato l'uomo alla dannazione eterna. Dio ha però scelto i propri eletti, destinati a salvarsi. Il credente, tuttavia, non deve abbandonarsi alla sorte, ma può trovare la sua condizione eterne attraverso dei segni della predilezione, ovvero il successo ottenuto in vita. Il calvinismo diede un valore fondamentale, quindi, all'attività industriosa: qualsiasi mestiere doveva essere vissuto come un atto religioso per la glorificazione di Dio. Lo sviluppo dell'etica del lavoro portò irrimediabilmente allo sviluppo economico. Cambiava anche l'atteggiamento nei confronti del denaro, il quale serviva ad adempiere ai doveri di assistenza verso i bisognosi. Nel 1541 si notò un nuovo modello di società religiosa, portata avanti da Calvino. La struttura della Chiesa fu ordinata dalle Ordinanze ecclesiastiche e si basava su 4 ministeri: 1. pastori, che predicavano e amministravano i sacramenti; 2. dottori, che interpretavano le Scritture; 3. diaconi, che prestavano aiuto ai poveri; 4. anziani, che vigilavano sul comportamento morale e civile dei cittadini; Nascevano anche due istituzioni importanti: il Concistoro, che vigilava sul corretto andamento della Chiesa, reprimendo le idee eterodosse; il Consiglio degli anziani, che verificava che i cittadini rispettassero le proibizioni (balli, feste, ecc). ● In questo modo la Chiesa calvinista si poneva al di sopra dello Stato (ideale teocratico). Essa partiva dal basso e non era gerarchica, fondata sull'assemblea, ovvero le cariche non erano elettive e le decisioni si prendevano in seguito a un libero dibattito. Ebbe, tuttavia, una rigida disciplina e Calvino perseguitò i dissidenti, punendoli anche con la morte sul rogo. Il Calvinismo si presentò come la principale confessione riformata e si diffuse in Francia, nei Paesi Bassi, in Inghilterra, in Scozia, in Polonia e Ungheria. In Italia non si diffuse per la reazione repressiva della Chiesa cattolica, se non in poche zone del Trentino. Lo scisma anglicano Alla diffusione della Riforma, l'Inghilterra era guidata da Enrico VII Tudor che si schierò dalla parte del cattolicesimo. Tuttavia la Riforma inglese nascerà da motivi politici, in quanto sarà il risultato del processo di rafforzamento dello Stato monarchico. La rottura avvenne per l'aspirazione dei re inglesi di esercitare maggiore controllo sul clero nazionale e sui beni della Chiesa. La rottura avvenne quando papa Clemente VII negò il divorzio tra Enrico VII Tudor e Caterina d? Aragona, in quanto la regina non poteva dargli figli maschi. Enrico VII, però volle sposare Anna Bolena, e avviò il divorzio senza l'approvazione del papa. Quest'ultimo reagì scomunicandolo. Nel 1534, Enrico VII con l'appoggio del Parlamento, proclamò l'Atto di supremazia, con il quale il re fu dichiarato capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. Nacque così la Chiesa anglicana. La prima decisione che Enrico VII prese fu quella di sopprimere gli ordini religiosi. Poi i beni ecclesiastici andarono nelle mani della piccola nobiltà campagnola e della borghesia mercantile. Il re decise inoltre di giustiziare oppositori come Thomas More, il quale sosteneva il principio della libertà di coscienza. Enrico VII ebbe tre mogli: 1. Caterina d'Aragona, madre di Maria I Tudor; 2. Anna Bolena, madre di Elisabetta I; 3. Jane Seymour, madre di Edoardo VI. Alla morte del re Enrico VII salì al trono l'unico figlio maschio, Edoardo VI, con il quale fu avviata una riforma dottrinale. Introdusse la liturgia luterana, che in seguito divenne calvinista, e il Book of Common Prayer, ovvero il libro liturgico ufficiale. Alla morte di Edoardo, salì al trono Maria I, la quale cercò di reprimere il protestantesimo in quanto figlia di Caterina, donna molto cattolica. Infine, il rafforzamento della Chiesa anglicana riprese con Elisabetta I, il cui regno durò a lungo. Riforma cattolica e Controriforma La Riforma cattolica: i nuovi ordini religiosi e le spinte al cambiamento La Chiesa cattolica, alla Riforma protestante, reagì con una lotto contro l'"eresia". Spesso questa reazione è chiamata Controriforma, ma con ciò si intende soltanto la controffensiva di Roma per impedire il progresso del luteranesimo/calvinismo, non tenendo conto del rinnovamento interno alla chiesa. Bisogna quindi parlare di "Riforma cattolica". La Riforma cattolica, oltre a bloccare il protestantesimo, sentì l'esigenza di un cambiamento morale e disciplinare della Chiesa. Questo processo è chiamato "evangelismo", ovvero un ritorno allo spirito del Vangelo. Ciò favorì la nascita di nuovi ordini religiosi, compagnie e oratori: cappuccini, teatini, barnabiti, somaschi, fatebenefratelli, Compagnia spirituale dell'oratorio; il più importante fu la Compagnia di Gesù, anche detti gesuiti, da Ignazio di Loyola, ex ufficiale esercito spagnolo. Dal libro "Esercizi spirituali", Loyola aveva aggiunto nel suo ordine il lessico e le gerarchie militari e si rifaceva alla meditazione e alla preghiera in modo rigoroso. L'ordine fu approvato dal papa, con il quale ebbe uno stretto rapporto. I gesuiti aggiunsero il voto di obbedienza al pontefice, trasformandosi nella lotta contro l'eresia protestante. I gesuiti si occupavano soprattutto di istruzione, fondando collegi improntati alla disciplina e alla sottomissione al papa, e di missioni, soprattutto in Cina, India, Giappone, Americhe. La Controriforma cattolica e il Concilio di Trento In seguito all'elezione di un nuovo papa, nel 1536 questi convocò una commissione di cardinali per decidere i principi di una riforma morale della Chiesa cattolica. Con la bolla "Licet ab initio" del 1542 il papa istituì il Santo Uffizio dell'Inquisizione universale, una congregazione di cardinali con lo scopo di lottare contro le eresie attraverso la repressione del dissenso. Quest'ultimo pubblicò poi nel 1559 l'Indice dei libri proibiti, ovvero una lista di opere ritenute eterodosse e proibirne quindi la lettura. Nel 1545 si tenne un concilio a Trento, città italiana a metà strada tra il mondo cattolico e quello protestante, ma a cui i luterani non parteciparono. Il concilio durò 18 anni, fino al 1563 e un anno dopo vennero convalidati i decreti conciliari, in cui si riaffermano le posizioni teologiche della Chiesa cattolica: ● ● per i cattolici = opere buone contribuiscono alla salvezza, per i protestanti = solo la fede garantisce la salvezza; per i cattolici = validi i 7 sacramenti, per i protestanti = validi solo il battesimo e l'eucaristia; per i cattolici = Chiesa istituzione divina e ordina i sacerdoti, distinti dai laici, per i protestanti sacerdozio è universale; per i cattolici = Chiesa unica a leggere le Sacre Scritture, per i protestanti = Scritture sottoposte al libero esame del credente; per i cattolici = uomo mantiene libero arbitrio dopo peccato originale, per i protestanti azioni uomo condizionate dalla presenza o assenza di Dio e non sono libere. Inoltre a livello organizzativo nella Chiesa cattolica: venne vietata la compravendita delle indulgenze e il concubinato; venne istituito il seminario, scuola indirizzata a studi ecclesiastici; venne pubblicato il catechismo romano, in vigore fino al 1992. Il Concilio di Trento riconfermò il primato papale e la Chiesa divenne una monarchia assoluta, in cui il potere era nella mani del papa sovrano. Sia per i cattolici sia per i protestanti, l'unità di fede era necessaria come premessa all'unità politica.