La Prima Guerra Mondiale: L'Italia nel Conflitto
La Prima guerra mondiale vide l'Italia in una posizione inizialmente complessa. Nonostante fosse membro della Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria, l'Italia dichiarò la propria neutralità allo scoppio del conflitto nel 1914, poiché l'Austria era stata l'aggressore. Questa decisione divise profondamente il paese tra interventisti e neutralisti.
Definizione: Gli interventisti erano divisi in tre gruppi principali: i nazionalisti che volevano una politica di potenza, i liberali di destra al governo che vedevano opportunità di espansione, e gli interventisti democratici che sostenevano la liberazione delle terre irredente.
I neutralisti, d'altra parte, includevano i cattolici guidati da Papa Benedetto XV, i socialisti che vedevano la guerra come fenomeno imperialista, e i liberali giolittiani che temevano per la debolezza economica dell'Italia. Giovanni Giolitti sosteneva che l'Austria avrebbe fatto concessioni territoriali per mantenere l'Italia neutrale.
La situazione si evolse drammaticamente nel 1915 quando il governo Salandra, con il ministro degli esteri Sonnino, negoziò segretamente con l'Intesa il Patto di Londra. Questo accordo, firmato il 26 aprile 1915, impegnava l'Italia a entrare in guerra contro gli Imperi Centrali in cambio di significative promesse territoriali.