La Sinistra storica e le riforme

La Sinistra storica governò dal 1876 al 1896, con leader come Agostino Depretis e Francesco Crispi. Le principali riforme attuate furono:

1. Legge Coppino (1877): introdusse la scuola elementare gratuita e obbligatoria per i primi tre anni.
2. Legge Zanardelli (1882): allargò il diritto di voto ai maschi di 21 anni alfabetizzati o che pagassero almeno 19,8 lire di tasse.
3. Prime misure a difesa dei lavoratori.
4. Abolizione della tassa sul macinato.
5. Politica di sgravi fiscali e investimenti nel sistema industriale.

Example: L'Inchiesta Jacini rivelò le drammatiche condizioni di vita di gran parte della popolazione: malnutrizione, alta mortalità infantile e scarse condizioni igieniche.

In politica estera, la Sinistra storica stipulò la Triplice Alleanza (1882) e avviò una politica coloniale con l'occupazione di Massaua nel 1884.

Il governo di Francesco Crispi (1887-1896) si caratterizzò per:

• Repressione delle rivolte operaie e scioglimento del partito socialista
• Introduzione del Codice Zanardelli, che abolì la pena di morte e riconobbe il diritto di sciopero
• Una politica estera aggressiva che portò alla disastrosa disfatta di Adua nel 1896

Highlight: Il periodo della Sinistra storica fu caratterizzato dal fenomeno del trasformismo, ovvero l'alleanza tra forze politiche diverse per mantenere il potere.

La fine del governo Crispi segnò anche la conclusione del periodo della Sinistra storica, lasciando un'Italia profondamente trasformata ma ancora alle prese con gravi problemi sociali ed economici, in particolare il persistente divario tra Nord e Sud.

Politica estera e questione romana

La politica estera della Destra storica si concentrò su due obiettivi principali:

1. L'acquisizione del Veneto e del Friuli, ottenuta con il trattato di Vienna del 3 ottobre 1866.
2. La risoluzione della questione romana.

Definition: Questione romana - Il conflitto tra il Regno d'Italia e il Papato riguardo lo status di Roma e dei territori dello Stato Pontificio.

Inizialmente, si cercò di risolvere la questione romana per via diplomatica, ma l'opposizione di Papa Pio IX, sostenuto da Napoleone III, rese necessaria una soluzione militare. Il 20 settembre 1870, con la Breccia di Porta Pia, lo Stato Pontificio cadde e Roma divenne capitale del Regno nel 1871.

Quote: "Si dichiara prigioniero e lancia violenti attacchi contro lo stato italiano" - Reazione di Papa Pio IX all'annessione di Roma.

Per regolare i rapporti con la Chiesa, fu emanata la Legge delle Guarentigie, che:

• Riconosceva la figura del pontefice
• Assegnava un introito di 3 milioni di lire
• Esentava il clero dal pagamento delle imposte
• Riconosceva l'indipendenza del clero

Il Papa, tuttavia, non riconobbe questa legge e vietò ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana con il "Non expedit".