La storia dei Micenei in Grecia antica rappresenta uno dei periodi più affascinanti della civiltà greca, sviluppatasi tra il 1600 e il 1100 a.C. circa nella penisola del Peloponneso. Questa civiltà prende il nome dalla città di Micene, ma si estese in molti altri centri importanti come Tirinto, Pilo e Tebe.
Le caratteristiche delle città micenee fortificate sono particolarmente interessanti per comprendere questa civiltà. Le città erano costruite su alture e protette da imponenti mura ciclopiche, realizzate con enormi blocchi di pietra perfettamente incastrati tra loro senza uso di malta. Al centro si trovava il palazzo reale, chiamato mègaron, che fungeva da centro amministrativo, religioso ed economico. La struttura urbana prevedeva una rigida organizzazione gerarchica, con l'acropoli che dominava dall'alto e ospitava le residenze dei nobili e dei funzionari di corte. I Micenei svilupparono anche un sistema di scrittura chiamato Lineare B, utilizzato principalmente per registrazioni amministrative.
L'influenza dei Micenei nella guerra di Troia è fondamentale per comprendere il loro ruolo storico e culturale. Secondo la tradizione, furono proprio i re micenei, guidati da Agamennone, re di Micene, a organizzare la spedizione contro Troia. Questa guerra, immortalata nell'Iliade di Omero, riflette il periodo di massimo splendore della civiltà micenea e la sua capacità di organizzare grandi imprese militari. I ritrovamenti archeologici hanno confermato molti aspetti descritti nei poemi omerici, come l'uso dei carri da guerra, le armature in bronzo e l'organizzazione sociale gerarchica. La civiltà micenea si distinse anche per i suoi commerci marittimi, che si estendevano in tutto il Mediterraneo, e per la produzione di manufatti pregiati in oro, argento e bronzo, molti dei quali sono stati ritrovati nelle tombe reali.