Le guerre persiane rappresentarono uno dei momenti più significativi dell'antica Grecia, caratterizzate da due principali conflitti tra l'impero persiano e le poleis greche.
La Prima guerra persiana ebbe inizio nel 492 a.C., scatenata dalla Rivolta ionica quando le città greche dell'Asia Minore si ribellarono al dominio persiano. La Battaglia di Maratona del 490 a.C. fu l'evento decisivo, dove gli Ateniesi, guidati da Milziade, sconfissero l'esercito persiano di Dario I. Secondo la leggenda, il messaggero Filippide corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria, morendo subito dopo - evento che ispirò la moderna maratona. Erodoto, nelle sue Storie, fornisce un dettagliato resoconto di questi eventi.
La Seconda guerra persiana (480-479 a.C.) vide Serse I, figlio di Dario, tentare di conquistare la Grecia. Nonostante la sconfitta alle Termopili, i Greci ottennero una vittoria decisiva nella Battaglia di Salamina, dove la flotta ateniese, guidata da Temistocle, distrusse quella persiana. Il conflitto si concluse con la Battaglia di Platea, dove l'alleanza delle poleis greche, unite nella Lega ellenica, sconfisse definitivamente l'esercito persiano. Le conseguenze di queste guerre furono fondamentali: rafforzarono l'identità greca, consolidarono l'egemonia di Atene e segnarono l'inizio del suo "secolo d'oro". La vittoria greca dimostrò la superiorità del sistema delle poleis rispetto al modello imperiale persiano, influenzando profondamente lo sviluppo della civiltà occidentale.