L'Italia tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 attraversò un periodo di profonda trasformazione economica e sociale.
Il processo di Industrializzazione in Italia nell'800 fu più lento rispetto ad altri paesi europei, ma durante l'Età giolittiana si verificò una significativa accelerazione. Il cosiddetto "Decollo industriale italiano 1896" segnò l'inizio di una fase di crescita concentrata principalmente nel Triangolo industriale formato da Milano, Torino e Genova. Durante questo periodo, Giovanni Giolitti implementò importanti riforme sociali e del lavoro, tra cui la regolamentazione del lavoro minorile, l'introduzione dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e la creazione dell'INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni).
La Rivoluzione industriale in Italia si sviluppò parallelamente a importanti cambiamenti politici e sociali. Le Riforme Giolitti favorirono lo sviluppo industriale attraverso politiche protezionistiche e investimenti nelle infrastrutture. Il periodo vide anche l'emergere di tensioni sociali, con scioperi e manifestazioni operaie che portarono a significativi miglioramenti delle condizioni lavorative. La politica di Giolitti, caratterizzata dal dialogo con le forze socialiste e cattoliche, permise una modernizzazione del paese fino alle sue Dimissioni Giolitti 1914, quando l'Italia si trovò coinvolta nel dibattito sull'intervento nella Prima Guerra Mondiale. Durante l'Età liberale Italia, il paese visse una fase di relativa stabilità politica e crescita economica, nonostante persistessero significative disparità tra Nord e Sud. Il Secondo governo Giolitti fu particolarmente importante per l'introduzione del suffragio universale maschile e per le politiche di industrializzazione che trasformarono definitivamente l'economia italiana.