Il periodo tra le due guerre mondiali ha profondamente segnato la storia dell'Italia e dell'Europa, caratterizzato da profondi cambiamenti politici, economici e sociali.
Durante il primo dopoguerra, l'Italia attraversò una grave crisi economica e sociale. L'inflazione galoppante, la disoccupazione e il malcontento popolare crearono le condizioni per l'ascesa dei regimi totalitari del '900. Il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e il comunismo sovietico emersero come sistemi di governo autoritari che controllavano ogni aspetto della vita dei cittadini. La propaganda nei regimi totalitari divenne uno strumento fondamentale per il controllo delle masse, utilizzando i mezzi di comunicazione per diffondere l'ideologia del regime e censurare il dissenso.
La crisi del '29 segnò un momento cruciale, con effetti devastanti sull'economia mondiale. Le conseguenze economiche della guerra si manifestarono in modi diversi nei vari paesi: mentre gli Stati Uniti emersero come superpotenza economica, l'Europa dovette affrontare una lunga ricostruzione. Nel secondo dopoguerra in Italia, il paese dovette ricostruire non solo le infrastrutture fisiche ma anche il tessuto sociale ed economico. Il Piano Marshall e gli aiuti internazionali furono fondamentali per la ripresa. L'economia mondiale dopo la seconda guerra mondiale vide l'emergere di nuovi equilibri geopolitici, con la Guerra Fredda che divise il mondo in due blocchi contrapposti. Le guerre economiche divennero una nuova forma di conflitto, caratterizzata da sanzioni, embarghi e competizione commerciale. Questi eventi storici continuano a influenzare l'economia contemporanea, come dimostrano gli effetti della guerra in Ucraina sull'economia italiana, evidenziando come i conflitti militari abbiano ancora oggi profonde ripercussioni economiche globali.