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Lo stile romanico, storia dell’arte

22/9/2022

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Il Romanico
DALLA FINE DEL 1000 ALLA METÀ DEL 1200
(XI-XII)
A caratterizzare l'anno mille furono le diverse trasformazioni culturali,
politi

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Il Romanico DALLA FINE DEL 1000 ALLA METÀ DEL 1200 (XI-XII) A caratterizzare l'anno mille furono le diverse trasformazioni culturali, politiche, economiche e religiose. Tuttavia, il dato probabilmente più impressionante fu l'esplosione demografica che tra l'XI ed il XIII secolo (1000-1200) portò a raddoppiare la popolazione del continente. Un altro fattore importante fu quello delle numerose attività costruttive (ponti, torri, strade, porti ed edifici religiosi). Ad influenzare inoltre la società dell'epoca fu sicuramente la struttura feudale. Il feudo era il beneficio concesso da un sovrano/nobile ad un sottoposto (vassallo) in cambio della sua fedeltà, concessione tramite la quale si instaurava fra il signore ed il vassallo un vincolo reciproco, di natura personale e basato su un patto fiduciario. La nascita degli ordini mendicanti -Francescani -> Francesco d'Assisi: egli abbracciò la povertà e si convertì al cristianesimo. Il Papa lo fece subito santo dopo la sua morte e dopo soli due anni cominciò la costruzione della prima chiesa francescana. Con Francesco nacquero molte chiese, il Papa approvò la regola di Francesco della Chiesa. -Domenicani -> Domenico di Guzman: era un soldato e si mise a praticare l'insegnamento del Vangelo, lui portò avanti la componente educativa e culturale, infatti i domenicani si dedicavano alla predicazione (Domini Canes -> cani del signore). Avevano una funzione anti eretica, erano coloro che gestivano il tribunale dell'inquisizione. Il concetto di...

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Didascalia alternativa:

"Romanico" Il termine "romanico" fu coniato nell'800 per affinità con l'aggettivo "romanzo", che indicava le lingue e le letterature derivate dal latino e maturate più o meno contemporaneamente all'arte romanica. Esso sottolinea il rapporto tra l'arte occidentale dell'undicesimo e del dodicesimo secolo con la tradizione romana, in contrapposizione con il supposto "germanico" della successiva arte gotica. Questa definizione è oggi ritenuta ambigua e parzialmente propria, tanto da essere stata recentemente messa in discussione da alcuni studiosi, come ogni concetto storiografico che riassuma fenomeni molto vasti ed articolati. Infatti, il Romanico ebbe caratteri e durata differenti a seconda delle aree geografiche: ad esempio, mentre Francia in Inghilterra alla metà del XII si innalzavano già monumenti con elementi architettonici gotici, in altre regioni come l'Italia, il Romanico perdurò ben oltre l'inizio del Duecento. Linguaggi e tecniche costruttive L'elemento guida più importante di tutta l'arte romanica fu sicuramente l'architettura, che si impose come fenomeno unico per il numero delle opere, la molteplicità delle soluzioni adattate, la rielaborazione di elementi derivati dalle culture precedenti e la disponibilità di mezzi, materiali e maestranze. Infatti, gli studiosi tendono ad utilizzare il termine "romanico" più in relazione all'architettura che alle altre espressioni artistiche, non perché queste mancassero durante questo periodo, ma perché esse ebbero aspetti meno rivoluzionari ed innovativi, in maggiore continuità con le arti altomedievali. Si avviò quindi una radicale riflessione sugli spazi e sugli elementi decorativi caratteristici negli edifici sacri, anche in relazione alle nuove esigenze della liturgia e delle grandi comunità monastiche. Le principali innovazioni furono: - la scomposizione della navata in una successione di unità spaziali: le campate (gli spazi che si trovano fra due pilastri o colonne, solitamente reggenti un arco,) - lo studio delle volte in muratura per coprire le navate - la rispondenza tra l'articolazione interna della costruzione ed il suo aspetto esteriore Termini da ricordare: Facciata ed esterni: rosone, trifora, lesena, portale (strombato), protiro, loggia, monofora, contrafforte, bifora, archetti (pensili) Interni: pilastro, volta, campata, cupola, abside, tiburio, matroneo, coro, presbiterio, transetto, cripta La chiesa romanica A mutare fu principalmente l'unità spaziale caratteristica delle basiliche paleocristiane: negli interni degli edifici religiosi si determinarono inediti rapporti fra le varie parti e si creò così una nuova e complessa articolazione architettonica, basata su elementi ben definiti come gli archi, le campate, i pilastri e le volte. L'arco a tutto sesto (arco semicircolare, il più comune, anche detto a pieno sesto o a tutto centro) trova ampio utilizzo, ed importante è il suo impiego nella funzione dell'arco diaframma: si tratta di un arco posto trasversalmente (incrociato in modo perpendicolare) all'asse longitudinale (configurato è strutturato nel senso della lunghezza) di un edificio, sormontato da un setto murario. Esso scandisce con ritmo regolare la volumetria interna ed è direttamente funzionale al sistema di copertura. Esso svolge inoltre un ruolo anche nella prevenzione degli incendi. Esso suddivide quindi la navata in spazi a pianta quadrata o rettangolare, le campate. L'arco è inoltre alla base della volta. Tipologia di volte: Volta a botte -> serie di archi a tutto sesto Volta a crociera -> intersezione di due volte a botte. Le volte a crociera sono spesso rinforzate da costoloni (o nervature), in pietra o in laterizio, che, partendo dai pilastri, giungono ad incrociarsi sulla volta; nel loro punto di incontro è collocata la chiave di volta. I costoloni suddividono la volta in quattro o più triangoli detti vele. Le volte a crociera scaricano il loro peso direttamente sui pilastri, di conseguenza cambia la forma del pilastro. I pilastri sostengono le spinte verso il basso delle volte, mentre a sorreggere quelle laterali sono i muri o i contrafforti, ovvero blocchi murari di varia forma posti per lo più all'esterno dell'edificio. Anche le volte a crociera scandiscono la navata in campate; la campata diventa il modulo spaziale di base: nella navata centrale si susseguono solitamente campate della stessa dimensione, rispetto a queste, invece, quelle delle navate laterali sono più piccole. Le volte della navata centrale sono solitamente sorrette da pilastri a fascio o compositi, più resistenti, quelle laterali invece da pilastri più semplici. Tipologia di pilastri: (pilastri polistili) -> quadrato, cruciforme, composito (ossia costituito dall'unione di diverse tipologie di colonne ed a fascio. Parametro di confronto Definizione Caratteristica Scopo Nomenclatura Utilizzo Pilastro I pilastri sono una solida struttura eretta che sostiene una struttura architettonica più grande. Il pilastro è un elemento in piedi che è alto solitamente costruito con mattoni o pietre. Può essere utilizzato anche come elemento decorativo. Un pilastro può essere una colonna. Un pilastro può essere generalmente utilizzato come contesto architettonico sia come elemento strutturale che decorativo. Colonna La colonna è un particolare tipo di pilastro che nasce dalla base e poggia sulla fondazione. La colonna è spesso utilizzata in strutture architettoniche o ingegneristiche solitamente realizzate in muratura o acciaio. Può essere utilizzato come struttura autonoma. La colonna non può essere un pilastro. La colonna può essere utilizzata in diversi contesti come una serie di celle dis I matronei, il cleristerio, la cripta ed il deambulatorio La creazione di queste alte murature comportò la realizzazione dei matronei, ossia porticati o corridoi al di sopra delle navate minori ripresi dalle gallerie presenti nelle antiche chiese bizantine. Il nome deriva da matrona, che in antica Roma indicava la donna maritata di elevata condizione sociale, poiché, in origine, questo spazio era destinato ad ospitare le donne. Al di sopra di questi porticati a volte si trova un ulteriore livello di finestre, ovvero il cleristorio, anche se in Italia è raro. Al di sotto delle navate invece, nella l'arte sotterranea della chiesa, si trova la cripta, un logo dedicato alle reliquie dei santi. Alcuni edifici mantengono il nartece, cioè il corto atrio porticato della tradizione paleocristiana (esonartece ed endonartece), che aveva la funzione di ospitare chi non poteva partecipare all'eucarestia; esso comprendeva un luogo dedicato ai laici, che si dividevano quindi dal clero, ossia il presbiterio. A separare il presbiterio dalla navata è l'iconostasi. L'arrivo di sempre più fedeli in pellegrinaggio portò alla costruzione di un corridoio colonnato all'interno del coro, il deambulatorio. La facciata L'esterno della chiesa romanica suggerisce l'articolazione dello spazio interno attraverso la presenza di elementi che scandiscono le pareti, quali contrafforti, lesene (semipilastro o semicolonna addossata a una parete con funzione decorativa) e arcate cieche. La facciata può essere a capanna, a soli due spioventi, o a salienti, con il profilo degli spioventi su più livelli. Essa presenta spesso anche un loggiato, ossia una serie di piccole aperture che formano una serie di arcate o colonnati. Due elementi nuovi sono il protiro, una specie di arco di trionfo che sormonta il portale di ingresso, sorretto da colonne che poggiano su statue leonine (leoni stilofori -> che reggono una colonna) ed il tiburio, ossia un elemento architettonico che evidenzia la crociera. Una grande ricchezza decorativa Nella decorazione dei nuovi edifici la scultura assunse un ruolo fondamentale, in genere in simbiosi con la pittura. Purtroppo ad oggi la scultura romanica appare priva di colori e gli studiosi credevano proprio che all'epoca non si ricorresse alla colorazione delle sculture; tuttavia era proprio l'opposto ed erano pochissimi i casi, prevalentemente per mancanza di fondi, in cui le opere non venissero rifinite con coloriture o dorature. La pittura romanica presenta una notevole omogeneità di stile: la tradizione è infatti quella bizantina, caratterizzata però da varianti regionali. I temi sono prevalentemente biblici e frequenti erano, in particolare, le storie di Cristo e dei santi. La scultura romanica I maestri del tempo si cimentarono soprattutto nella decorazione di capitelli, pulpiti (detto anche pergamo, ossia una sorta di palco posto in chiesa dove venivano pronunciate le omelie, ossia i discorsi a commenti di brani delle sacre Scritture), balaustre presbiteriali, architravi ecc... Gli artisti rinnovarono la tradizione iconografica offrendo alla comunità prevalentemente analfabeta un fondamentale insegnamento della dottrina religiosa. Le opere (in particolare i capitelli) rappresentavano storie e simboli dall'Antico e dal Nuovo testamento, immagini dei vizi e delle virtù, animali simbolici tratti dai bestiari ed anche episodi della letteratura del tempo. Frequenti erano anche le raffigurazioni dei Mesi o dei segni dello Zodiaco. Importante erano anche le raffigurazioni dei portali (vedi pag. 307 fig 11 e 12). Questo tipo di decorazioni si diffuse inizialmente in Francia per poi espandersi per tutta Europa, e rinnovò completamente l'idea altomedievale della scultura architettonica. I materiali per la realizzazione di questi edifici erano spesso e volentieri materiali di spoglio,come capitelli, colonne, lastre ecc, cioè recuperati da edifici più antichi, in particolare romani. Questi elementi erano apprezzati non solo per il loro valore estetico, ma anche e soprattutto per quello simbolico: essi richiamavano infatti l'eccellenza artistica del mondo antico e la nobiltà di una tradizione passata. Talvolta il fatto che i materiali prodotti da una cultura pagana venissero riutilizzati per la realizzazione di edifici cristiani esprimeva la volontà di ribadire e riaffermare la superiorità della fede cristiana sul paganesimo. La Lombardia La Lombardia fu la prima area italiana a entrare in contatto con questo nuovo movimento artistico, esercitando poi una notevole influenza sul resto della penisola. Il suo territorio presenta infatti numerosi monumenti molto importanti, edificati tra l'XI e il XIII. Basilica di Sant'Ambrogio a Milano La basilica di Sant'Ambrogio rappresenta un modello per l'architettura romanica per tutta la penisola, imponendo uno stile architettonico rigoroso, caratterizzato da una struttura e da decorazioni geometriche e simmetriche, equilibrio e da un uso simbolico degli spazi e della luce. Tra l'XI ed il XII secolo, essa testimonia la floridezza, la vivacità artistica e la centralità religiosa di Milano e, ad oggi è uno degli edifici più importanti di tutto il Medioevo. La sua vicenda costruttiva è stata lunga e complessa, infatti una prima chiesa era stata edificata dal vescovo Ambrogio tra il 379 ed il 386 (IV sec), nel luogo dove riposavano alcuni tra i principali martiri milanesi; alla sua morte, egli stesso vi aveva trovato sepoltura. Importanti restaurazioni risalgono all'epoca carolingia (VIII-X) ed anche ottaniana (X-XI), ma fu con il vescovo Anselmo che alla fine del XI secolo si avviò la sua sostanziale ricostruzione, con materiali prevalentemente economici come laterizio, pietra e stucco. Della prima costruzione mantiene l'abside, la cripta, la tomba di Ambrogio ed alcuni elementi della sua storia passata, come il bellissimo altare di Vuolvinio, risalente circa all'840. La sua struttura: equilibrio e simmetria Un legame tra l'interno della basilica ed il suo esterno è dato dalla facciata a capanna -> che presenta solo due spioventi (un tetto a due lati). Si articola su due logge sovrapposte: quella inferiore fa l'arte del portico, mentre quella superiore presenta 5 archi di dimensione progressivamente digradanti verso i lati. Davanti alla facciata si apre il quadriportico, eretto nel 1098, che per diversi secoli svolse anche una funzione civile. Si tratta di uno spazio equilibrato che ricorda la tradizione classica, paleocristiana e bizantina. Presenta due campanili di epoche diverse (VIII e XII) che rimandano alla cultura nordica di epoca carolingia. Un modello per il romanico lombarda Essa conserva tre navate, con quella centrale più ampia e più alta di quelle laterali e senza transetto. La navata centrale è suddivisa in quattro campate: le prime tre coperte da grandi volte a crociera, sorrette da grossi pilastri a fascio e rinforzate da costoloni. La quarta invece viene sormontata da una cupola ottagonale, in corrispondenza del presbiterio. Le navate laterali sono ripartite in campatelle (campate minori) ed hanno la funzione di scaricare il peso delle spinte orizzontali delle volte centrali. La basilica è dotata di un altare posto nel presbiterio e sovrastato dalla cupola databile alla fine del XII secolo. Essa è racchiusa da un tiburio. Vi sono tre absidi a pianta semicircolare; in quella centrale si trova un mosaico con parti originali medievali, ma ristrutturato tra il XIX ed il XX secolo. Il valore simbolico della luce La luce era emblema della grazia divina, l'ombra alludeva invece al peccato ed il contrasto tra luci ed ombre rappresentava per i fedeli l'esistenza umana, in bilico tra salvezza e dannazione. Il romanico in area padana La pianura padana era al centro di una rete varia per i traffici continentali, principalmente grazie alla via Emilia ed alla via francigena, che univa l'Inghilterra con la Francia meridionale e Roma. Il duomo di Modena Nella sua costruzione vennero introdotte significative novità strutturali e decorative che faranno da modello dell'arte romanica emiliana. Per la sua costruzione, iniziata alla fine del XI secolo, si mise all'opera un'articolata maestranza, in cui operarono come protagonisti principali Lanfranco e Wiligelmo, due tra i primi maestri noti e celebrati dalla civiltà medievale. La sua costruzione venne intrapresa nel 1099 fuori dalle mura cittadine di allora, sul luogo di sepoltura del santo patrono della città, Geminiano, dove in epoca altomedievale erano già state edificate due chiese. La chiesa fu voluta dal popolo in un momento di assenza del vescovo in carica, nel contesto della lotta per le investiture (quando il Papa e l'imperatore si scontrarono sulla nomina dei vescovi). L'impresa fu sostenuta economicamente dai cittadini e quando il nuovo vescovo venne nominato, il cantiere era già avviato. Le reliquie del patrono vennero poi portate nel duomo nel 1106. Incaricato della sua costruzione era Lanfranco. La struttura Il duomo di Modena ha una pianta a tre navate, è privo del transetto e termina con tre absidi semicircolari. Lo spazio al suo interno è ben ritmato e contrassegnato da forti volumi, grazie all'alternanza di colonne e massicci pilastri a fascio. Le pareti della navata su sviluppano su tre livelli: al di sopra delle arcate a tutto sesto che separano la navata centrale dalle navatelle si aprono le trifore della galleria (un falso matroneo), mentre più in alto vi sono le grandi monofore del cleristorio. Il presbiterio è rialzato al di sopra della grande cripta dentro cui si trovano le reliquie di San Geminiano; esso è delineato da un pontile, decorato con un ciclo scultoreo che raffigura le storie delle passioni di Cristo. PAY Esterno/interno L'esterno è realizzato in pietra d'Istria; la facciata è a salienti, dotata di un grande rosone gotico che è stato aggiunto solo successivamente. Essa suggerisce la struttura interna della chiesa: i contrafforti riflettono la scansione a tre navate. Il portale principale è preceduto da un protiro. Wiligelmo Egli aveva uno stile robusto ed essenziale, caratterizzato anche dal recupero di elementi stilistici ed iconografici antichi. Il suo capolavoro sono le quattro lastre marmore poste con le storie della genesi poste sulla facciata. Ogni lastra rappresenta episodi sacri che si susseguono in una sintetica ma ben meditata narrazione, scandita da una serie di arcatelle. Nelle prime due lastre si svolgono le vicende di Adamo ed Eva: nella prima dalla loro creazione fino al peccato originale e la tentazione del serpente, nella seconda, invece, la narrazione continua con il rimprovero da parte di Dio ad Adamo ed Eva fino alla loro condanna. Nelle altre due lastre vengono raffigurate altre scene della storia della nascita dell'umanità, fino al diluvio universale. Le figure dei rilievi sono naturalistiche, men marcate ed espressive, di grande forza drammatica. W Dopo la morte di Wiligelmo, molti artisti presero ispirazione dalle sue opere ed egli divenne un vero e proprio modello da imitare per il romanico. Un esempio fu il cosiddetto maestro delle metope, autore de "gli antipodi" che ora si trova nel museo del Duomo di Modena. Vi furono altri artisti anonimi che cercarono di riprendere il suo stile, come l'autore della porta della pescheria, "il Maestro di Artù" Venezia Fondata in epoca tardoantica (II-VII sec), a Venezia si affermò un linguaggio artistico del tutto originale ed innovativo, legato principalmente alla sua forma di governo unica nel suo genere (si trattava di una repubblica oligarchica governata da un Doge). Ed alla sua attività commerciale nel Mediterraneo, grazie alla quale la città mantenne forti rapporti con il mondo bizantino. La basilica di San Marco È una basilica dedicata al patrono di Venezia San Marco e con la sua eccezionale ricchezza esprime la potenza della città. L'edificio è una miscela unica di diversi stili architettonici, che ha le sue radici nella relazione tra romanico e bizantino. Le spoglie di San Marco vinsero a Venezia nell'828 circa e, secondo la tradizione, una prima chiesa fu costruita in quell'anno proprio per accoglierle, accanto al Palazzo Ducale. Nel corso degli anni subì diverse modifiche, ma quella decisiva, dovuta ad un incendio, si avviò nel 1063 e terminò nel 1094. Gli architetti per la realizzazione di questo edificio presero ispirazione dalla Basilica degli Apostoli di Costantinopoli (ora demolita). La struttura ed il rivestimento L'esterno della basilica, originariamente in mattoni, aveva un aspetto diverso dall'attuale: infatti, la facciata era più vicina ai modelli orientali ed era impostata su due livelli; quello superiore era leggermente arretrato, in quanto ospitasse una balconata percorribile. Le originarie cupole a calotta furono poi ricoperte nel XIII secolo da altre cupole a bulbo e la facciata venne riempita con importanti interventi scultorei. Vi furono inoltre portati molti oggetti e materiali di spoglio. L'interno La struttura interna della basilica è invece rimasta intatta, con una pianta a croce greca e cinque cupole: una all'incrocio tra i bracci ed una su ciascuno di essi. Lo spazio interno è fortemente centrato e si sviluppa su tre livelli: 1 -> arcate sorrette da pilastri e colonne 2 > matroneo 3 -> volte a botte e cupole All'interno ci sono bellissime decorazioni in marmo e soprattutto numerosi mosaici, ripresi dallo stile bizantino. Essa si estende su una superficie di oltre 5000 metri. Il programma iconografico della basilica tratta i temi principali dell'antico e del nuovo testamento. I mosaici più antichi si trovano nell'abside (anche se una parte è stata rifatta nel Cinquecento) e nel portale d'ingresso. Essi furono commissionati dal Doge alla fine dell' XI secolo. Questi mosaici presentano un linguaggio lineare e cromaticamente raffinato, tanto da indurre gli studiosi a credere che essi siano stati realizzati da maestri bizantini, affiancati però da artisti veneziani. Gli altri interventi musivi sono databili tra il XIII e la fine del XV secolo. Alla fine del XIII risalgono i mosaici della cupola dell'ascensione, con figure frontali cromaticamente vivaci, espressive e di altissima qualità. > esso rappresentava al centro Cristo, circondato nel secondo cerchio dagli angeli, nel terzo dagli apostoli e nell'ultimo dalle personificazioni delle virtù. II Battistero di Firenze Fu consacrato da Papa Nicolò II nel 1059. Si tratta di una grande struttura ottagonale che divenne presto simbolo della città di Pisa. Il vasto interno, coperto da una cupola rivestita di mosaici, evoca la struttura del Pantheon, anche grazie alla presenza delle lesene scanalate con capitelli corinzi e delle colonne corinzie che sorreggono il matroneo che presenta tre bifore per lato. La base invece è dotata di decorazioni geometriche di marmo bianco e verde e da due lesene per faccia. La piazza dei Miracoli a Pisa Si tratta di un complesso di monumenti formato da Duomo, Battistero, Torre e Camposanto di Pisa; è uno degli spazi urbanistici ed architettonici di tutta l'Europa medievale. Il nome della piazza è stato utilizzato per la prima volta da Gabriele d'Annunzio. A partire dalla metà dell'XI secolo Pisa, forte potenza commerciale con il Vicino Arabo e Bizantino, visse un periodo di grande sviluppo economico e di espansione territoriale che continuò ben oltre il XII secolo. Per celebrare la sua potenza nacque l'idea di creare, appena al di fuori del centro urbano, una sorta di città spirituale composta da monumenti legati tra loro. Il progetto, realizzato prevalentemente da Buscheto, Rainaldo, Diotisalvi e Bonanno, nasceva dal rapporto tra l'antico, in quanto riprendesse la tradizione romana, e l'architettura arabo-orientale. La fine di questo sviluppo urbanistico fu segnata dalla sconfitta della battaglia della Meloria del 1284, accompagnata dal declino politico. Il duomo di Pisa Iniziato per volere del vescovo Guido, il Duomo di Pisa, dedicato a Santa Maria Assunta, venne progettato dall'architetto Buscheto, uno dei maestri protagonisti del romanico. Edificato in marmo di Carrara, un materiale locale ed allo stesso tempo legato alla tradizione romana, fu in gran parte ultimata nel 1118. L'interno presenta cinque navate, è vasto e monumentale e si richiama all'architettura basilicale paleocristiana. La navata centrale è scandita da colonne monolitiche che simulano l'antico grazie ai capitelli di spoglio, alternati ad altri nuovi di ispirazione classica. Su di essa si affacciano i matronei, aperti da bifore impostate su pilastri cruciformi. Domina nell'interno la dicromia dei marmi, elemento di derivazione araba. L'edificio ha una cupola ovale che richiama lo stile arabo. La facciata del duomo di Pisa Nei primi decenni del XII secolo l'architetto Rainaldo fu incaricato di aggiungere due campate a occidente e di costruire una nuova facciata. Essa sintetizza bene l'equilibrio classico e la combinazione degli elementi architettonici dell'interno. Rainaldo disegnò una struttura a salienti su più livelli (5). Il più basso comprende sette arcate sorrette da lesene. Le quattro restanti invece presentano invece eleganti loggette che creano un gioco chiaroscurale. Il battistero Il battistero, dedicato a San Giovanni, fu iniziato nel 1153 dall'architetto Diotisalvi. Si tratta di un edificio a pianta circolare sormontato da una grossa cupola, strettamente collegato al duomo a livello di stile: riprende infatti i motivi delle arcate cieche ed il paramento a fasce dicrome. Il portale è decorato con sculture di forte impronta bizantina. I lavori del battistero proseguirono per tutto il duecento e furono terminati dall'architetto Nicola Pisano, la cui influenza gotica su nota nei pinnacoli e nei coronamenti degli archetti e delle edicole, nella parte superiore della cupola. Bondonno dovette invece progettare il campanile (la torre di Pisa), edificato a partire dal 1174. La grande struttura, con un diametro di 18 metri, fu eretta su un fragile terreno alluvionale e per questo da subito si inclinò. Solo nel Novecento si procedette con il consolidamento delle fondazioni che richiede anni di studi e lavoro. All'interno della torre vi è una scala a chiocciola, l'esterno invece è tappezzato da arcate cieche è una successione di piani di gallerie, simili a quelle del duomo. Infine, fu solo nel 1278 che si aggiunse a tutti gli edifici della piazza dei miracoli il Camposanto, luogo dove sono sepolte alcune delle più importanti personalità di Pisa.